Cancellieri al saluto. Rivolgiamo a Lei, al funzionario di esperienza e di capacità, un ringraziamento. Dovuto, ma non formale. Il suo ruolo, per volontà iniziale di Maroni, è durato un periodo molto lungo, tanto da allargarne compiti e visibilità. Ha dovuto rappresentare il Comune, in ambiti di inevitabile contenuto politico. Ha dovuto prendere decisioni, dai cantieri, al bilancio, alle nomine. La correttezza nel metodo non è mai venuta meno. Frutto di una alta professionalità. Nel merito, le cose che non convincono sono state indotte dai tagli tremontiani. Li, nel rispondere, si è sentita la limitatezza delle opzioni di chi Sindaco non era.
Qui sta il problema. Una campagna mediatica, a volte persino fastidiosa nel suo insistere, ha, fin dal primo momento, voluto presentare Cancellieri per quel che non poteva essere: un’icona dell’antipolitica. “Governa meglio dei politici”, si diceva. E si intendeva: meglio Lei del progetto pubblico, della partecipazione, financo del voto dei cittadini.
E invece non è così. Sui Nidi bisogna scegliere, o si chiude. Sulle infrastrutture realizzare, con energia. I troppi salari flessibili sono un laccio che stringe la vita delle famiglie e impedisce il futuro ai giovani. Un Comune non può più molto, ma molto deve fare. Credo che Cancellieri, donna di Istituzioni e di savoir faire l’abbia capito. Non so se subito, certo prima di chi, fra i sedicenti supporters, “andava mettendo i manifesti”, come direbbe Totò.
L'Unità Emilia-Romagna 16 Aprile 2011