L’Emilia-Romagna , questo fortunato diagonalone, da Rimini a Piacenza, ha
l’abitudine di organizzare servizi molteplici e costosi.
Qui le Leggi Finanziarie si sentono. Forse per questo, a sentire le voci nei capannelli di piazza, il Ministro Tremonti e le sue sorti non ricevono le medesime simpatie che invece i giornali del “rigore a tutti i costi” scrivono di registrare.
“E’ un eroe” –dicono- “che volete di più? Diserta i “bunga bunga”. Addirittura è alternativo a Berlusconi”. E’ un vizio, ammettiamolo, noi al suono del nome del Ministro pensiamo subito alla scuola avvilita, al tempo pieno dimenticato, alle liste di attesa.
Le sue lenti umbertine , la sua erre aristocratica non bastano a rassicurarci. Dove altri vedono la ferrea logica noi vediamo l’astuzia, dove si descrive la sapienza noi leggiamo l’insidia.
Sarà questione di pelle. Saremo noi a sbagliare.
Tuttavia la “manovra” ultima ci conferma la nostra avversione.
Pagheremo, e di più pagheremo quando al Governo ci sarà, forse, qualcun altro. E’ una finanziaria testamentale, fatta da un padre che odia gli eredi. Già lo vediamo, riconciliato con gli stracquadani ed i quagliarielli, aizzare gli scontenti dei tagli ai servizi dei Comuni, già sentiamo la sibilante pronuncia con cui martirizzerà il successore.
Ha studiato da scienziato, sulle sudate carte l’ombra della gloria di Quintino Sella e di Luigi Einaudi, ma la vera vocazione era quella di un Ministro arrangione e “disparo”. Nel suo girone troverà finanzieri borbonici e romani, non illuminati di Baviera o ufficiali di stato savoiardi.
Lo chiedessero a noi le malebolge sarebbero quelle più nere, quelle dei senza pietà, peggio quelle degli antipatici.
"Il contrario”
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità Emilia-Romagna
Sabato 2 Luglio 2011