Gli artisti universali vivono sempre. Avremo sempre con noi Lucio Dalla. Ci accompagnerà, non sarà solo un ricordo ma qualcosa di cui disporre, che è negli attrezzi del pensiero nostro, della nostra parola. E' una convinzione che rende meno forte il dolore di una generazione che ha vissuto con la sua musica. L'affollarsi dei ricordi, è naturale, triste, ma è nel presente, nella vita. La prima volta che imparai il suo nome, ero bambino, fu leggendo una intervista al ragazzo Morandi, che citava un amico:“E' il più grande di tutti, vedrete”. Un nome a me ignoto. Lucio Dalla. Quando vidi lo svolgersi delle sue fasi, il “4 marzo” ed il successo, ricordavo quella profezia, come se anch'io sapessi qualcosa di intimo di lui, del suo destino. Lo incontrai, la prima volta, al momento di organizzare un concerto per un quotidiano della sinistra bolognese in chiusura. Al Palazzo dello Sport, una delle tante imprese a vuoto che era giusto fare, a tutti i costi. Molti anni dopo venne al “Gramsci”. Arrivò con una moneta da “50 lire” letteralmente appiccicata alla fronte, chissà come. Pensammo ad una bizzaria. Nessuno gli disse nulla. Durante il suo intervento , la moneta cadde e Dalla se la trovò in mano, stupito. “Ma come?” Una incredulità dolce, un sorriso imbarazzato e timido. Così, il suo viso per me, oggi è quello.
"Il contrario"
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità Emilia-Romagna 3 Marzo 2012