sabato 19 maggio 2012
Ballottaggi
Si torna a votare, da noi, a Piacenza, Parma, Comacchio e Budrio. A differenza di quanto può sembrare, la storia e l'attualità politica dell'Emilia-Romagna sono piene di diversità e peculiarità. Così a Piacenza, dove la vicenda politica ha sempre rappresentato una mediazione con le culture lombarde, il confronto è con la destra. Piacenza, ancor più dopo il cambio politico nazionale e Pisapia a Milano, ha tutto da perdere con la vecchia destra e tutto da guadagnare ad andare avanti, rinnovando. A Parma, come a Budrio e Comacchio, i candidati appoggiati dal centrosinistra hanno di fronte Beppe Grillo. Si scrive, sui giornali nazionali, che i risultati di Grillo al primo turno lo abbiano sdoganato, reso oggetto di interesse mediatico. In realtà la sua presenza su tutti i principali mezzi di informazione è, da mesi, strabocchevole. Si è lisciata la barba arruffata del populista per tagliare le unghie di un partito, il PD, l'unico sul quale la politica potrebbe reggersi e non lasciare il campo agli altri poteri, alle vere caste, quelle del denaro. Ci sono mille motivi locali, di amore per le proprie comunità, per scegliere il voto ai candidati del centrosinistra, alla loro esperienza e rappresentatività. C'è però un motivo in più. Determinante. Grillo, comunque vada, non diventerà mai né sostanza né alternativa. Ma attizza fiamme e unge muri, in un tempo nel quale peste e fuoco sono già fin troppo diffusi. Tenere il timone, difendere i servizi ed i redditi, la socialità e la vera cultura anche nella barbarie della crisi: senza l'Emilia non si fa. L'Emilia-Romagna deve rimanere, salda, in campo perchè l'Italia abbia una speranza. Al bivio fra Parigi e Atene sbagliare strada sarebbe drammatico.
"Il contrario"
rubrica di Davide Ferrari, L'Unità E-R, 19 Maggio 2012