Oggi. E' oggi la "piccola" finalissima degli Europei. Non è il mondiale, ma l'aria, l'attesa ormai si equivalgono a quelle che caratterizzavano le Rimet della nostra giovinezza. Nei nostri bar si passa lo straccio sui maxischermi. Fra pochissimo ci saremo tutti. Bologna si sente coinvolta. Diamanti è nostro, al di là delle sue ascendenze etrusche. Dell' Emilia si parla molto, magari per darci solidarietà per il tremore assassino della terra. Siamo dentro il fatto, come italiani, ma anche come bolognesi. Caronte toglie il fiato, ma a noi sembra di avere prossime le sponde della gloria, non dello Stige infernale. Arrivati increduli ai successi di Balotelli e Cassano, riscoperte le maestrie di Pirlo e una difesa che nemmeno Rocco avrebbe potuto mettere insieme, oggi vogliamo vincere. Siamo ottimisti, ci trattiene solo il brivido, il timore che esser troppo sicuri porti male. Tutto è già andato a posto: al "nero" vogliono bene anche i leghisti, già lo vedono padano, se segna ancora lo faranno alpino. Le fregnacce si sono spostate sulla Germania, sulla Spagna. Vi “stireremo” scrive su Facebook una legione di sconsiderati. Qualcuno ha compiuto vandalismi, magari vorrà ritentare. Hanno fatto male persino agli autobus. Mezzi fra i più utili e innocenti. Chi non ha recitato almeno una volta la buffa preghiera che chiede di farci vincere, e quindi di far perdere altri? Ma se il Padrederno non gradisse, se come gli amici pakistani, preferisse il cricket e non se ne intendesse? Preghiamo perchè tutto fili liscio, invece, senza odio e violenza. Perchè la serata e la notte lunga che ci attendono siano effervescenti, guizzanti come i capelli di Prandelli, ma eleganti com'erano l'eloquio e l'animo di Bulgarelli. Sì a lui pensiamo ancora, mentra la palla rotola e vola. Pensiamo, e il grido inutile si fermi in gola, si adoperino le mani, solo per salutare.
L'Unità E-R, 1 Luglio 2012
"Il contrario"
rubrica di Davide Ferrari