Il Rettore Dionigi accusa: si tagliano i fondi per la ricerca. Contemporaneamente, lo Stato continua a lasciare al Comune quasi tutto lo sforzo di “gestire” l'Infanzia. E' lo Stato il vero giocatore in panchina nella partita per l'istruzione pubblica. Questo vogliamo dire agli studenti ed ai bolognesi che hanno firmato per un referendum sulle convenzioni con le materne paritarie. Nessun dubbio sulla volontà dei cittadini di difendere la scuola. Ma l'informazione è stata, fino ad ora, molto carente ed i referendari, spinti dalle loro convinzioni, hanno tralasciato dettagli e chiarimenti. Il Comune di Bologna è il primo promotore della scuola pubblica. Nonostante il capestro del bilancio, impiega somme rilevantissime per le proprie scuole e, nello stesso tempo, convenzionandosi secondo trasparenza e qualità, interviene per tutti i bambini dai 3 ai 6 anni.
Il Comune gioca per lo stesso obiettivo che si chiede nelle manifestazioni. Il referendum invece, se va in gol, rischia di segnare nella propria porta. Le convenzioni non tolgono un euro da quanto comunque il Comune può spendere per le proprie scuole ed i propri insegnanti, per legge. Senza convenzioni starebbero peggio il 30% dei bambini e, se le paritarie chiudessero, si innalzerebbe stratosfericamente la lista dei senza posto. Non si parla di esamifici per liceali svogliati, qui, ma di bambine e bambini.
La Città degli studi, per tutte le età, deve ricomporre la propria squadra e chiedere fondi adeguati.
Se c'è, fra i referendari, chi lo intende, parliamone. Far decidere i cittadini sulla base di un confronto di verità è, ora che le firme ci sono, responsabilità di tutti.
"Il contrario" rubrica di Davide Ferrari, Sabato 8 Dicembre, sull'Unità E-R.