Questo articolo è stato scritto, com'è evidente, prima della elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica. Nel ripubblicarlo qui si coglie l'occasione per inviare al Presidente le più vive felicitazioni.
Sergio Mattarella è una buona proposta. Definirla così non sembri poco, in questi tempi di lontananze e di drammatiche astensioni. Chi è di Sinistra lo può votare con seria convinzione, non solo "deve". Siamo convinti che il Presidente del Consiglio sia arrivato a questo "nome" avendo la sveltezza di partire, e arrivare, volutamente, dalle proposte della prima rosa di Bersani del 2013.
Era la cosa più intelligente, non solo la più scaltra. Avevamo pensato che forse l'avrebbe fatta.
Sergio Mattarella è una buona proposta. Definirla così non sembri poco, in questi tempi di lontananze e di drammatiche astensioni. Chi è di Sinistra lo può votare con seria convinzione, non solo "deve". Siamo convinti che il Presidente del Consiglio sia arrivato a questo "nome" avendo la sveltezza di partire, e arrivare, volutamente, dalle proposte della prima rosa di Bersani del 2013.
Era la cosa più intelligente, non solo la più scaltra. Avevamo pensato che forse l'avrebbe fatta.
L'
ha fatta.
I
voti ci sono. Impossibile provare diaspore, di fronte a chi era già
stato proposto dal Segretario predecessore, da un Bersani impegnato
in prima persona, criticamente, proprio in questi ultimi mesi in un
duro confronto-di merito- con Renzi, e quindi, paradossalmente non
aggirabile da nessuna componente della minoranza.
Quali le conseguenze politiche, dopo, se Mattarella verrà eletto, come ci pare del tutto probabile? Non teme Renzi la rottura del “patto del Nazzareno”?
In questa partita, la paura più grossa del Presidente del Consiglio era, ed è,che potesse consumarsi (dopo i due gravissimi strappi sul lavoro e la legge elettorale) un definitivo break con le minoranze. Una scissione non è gradita alla base, o almeno nella base più attiva ed impegnata, l'elettorato tradizionale PDS-DS è il più nobilmente attento ai rischi di sfascio e di ingovernabilità, ma nel momento di una candidatura "berlusconiana" alla Presidenza della Repubblica sarebbe stata difficilmente evitabile. A quel punto la prospettiva di un voto anticipato, magari vincente, ma ferito dai risultati, qualsiasi fossero,di una nuova forza politica adiacente ma del tutto ostile, deve essere apparsa a Renzi troppo rischiosa e negativa.
Cosa accadrà, allora? Berlusconi, magari con Alfano, ridisegnerà un profilo alternativo della Destra? Si avvicinerà un voto anticipato? C'è chi adombra un gioco delle parti. Ad entrambi i protagonisti del famoso “patto” sarebbe utile proporsi ad un voto nuovamente incentrato su un loro contrasto. Non crediamo ai “complotti” di lunga e nemmeno media durata. Oggi si può dire solo: “si vedrà”. E la sinistra dei Democratici? Credo non debba vivere questo importante passaggio come una propria ulteriore criticità. Certamente il protagonista è Renzi, e qui non ha sbagliato. Ma siamo arrivati a queste giornate, così, anche, molto, per un rinnovato “esserci” delle minoranze. Certo il Presidente del Consiglio non è un passeggere che si può far scendere ad una fermata del treno del PD. Una certa rabbiosità da “spodestati” segna solo la propria impotenza. Ma figure come Cuperlo e Bersani, appunto, non hanno queste caratteristiche, e non è poco. Le Sinistre “Dem”, assai meglio sarebbe se ci fosse “una” Sinistra, almeno nell'area “storica” che votò per Gianni Cuperlo, dovranno insistere sui temi di merito, che restano gravi, pesanti. Esserci , per le riforme, per riforme migliori. Un compito difficile ma non impossibile. La garanzia che Mattarella dovrà impersonare sarà una variabile non secondaria, considerando che la quantità, oltre alla qualità, dei tempi rimanenti della legislatura conterà moltissimo, nel determinare o nel chiudere lo spazio politico di una azione delle “Sinistre” quale quella cui abbiamo accennato e che, francamente, auspichiamo.
Quali le conseguenze politiche, dopo, se Mattarella verrà eletto, come ci pare del tutto probabile? Non teme Renzi la rottura del “patto del Nazzareno”?
In questa partita, la paura più grossa del Presidente del Consiglio era, ed è,che potesse consumarsi (dopo i due gravissimi strappi sul lavoro e la legge elettorale) un definitivo break con le minoranze. Una scissione non è gradita alla base, o almeno nella base più attiva ed impegnata, l'elettorato tradizionale PDS-DS è il più nobilmente attento ai rischi di sfascio e di ingovernabilità, ma nel momento di una candidatura "berlusconiana" alla Presidenza della Repubblica sarebbe stata difficilmente evitabile. A quel punto la prospettiva di un voto anticipato, magari vincente, ma ferito dai risultati, qualsiasi fossero,di una nuova forza politica adiacente ma del tutto ostile, deve essere apparsa a Renzi troppo rischiosa e negativa.
Cosa accadrà, allora? Berlusconi, magari con Alfano, ridisegnerà un profilo alternativo della Destra? Si avvicinerà un voto anticipato? C'è chi adombra un gioco delle parti. Ad entrambi i protagonisti del famoso “patto” sarebbe utile proporsi ad un voto nuovamente incentrato su un loro contrasto. Non crediamo ai “complotti” di lunga e nemmeno media durata. Oggi si può dire solo: “si vedrà”. E la sinistra dei Democratici? Credo non debba vivere questo importante passaggio come una propria ulteriore criticità. Certamente il protagonista è Renzi, e qui non ha sbagliato. Ma siamo arrivati a queste giornate, così, anche, molto, per un rinnovato “esserci” delle minoranze. Certo il Presidente del Consiglio non è un passeggere che si può far scendere ad una fermata del treno del PD. Una certa rabbiosità da “spodestati” segna solo la propria impotenza. Ma figure come Cuperlo e Bersani, appunto, non hanno queste caratteristiche, e non è poco. Le Sinistre “Dem”, assai meglio sarebbe se ci fosse “una” Sinistra, almeno nell'area “storica” che votò per Gianni Cuperlo, dovranno insistere sui temi di merito, che restano gravi, pesanti. Esserci , per le riforme, per riforme migliori. Un compito difficile ma non impossibile. La garanzia che Mattarella dovrà impersonare sarà una variabile non secondaria, considerando che la quantità, oltre alla qualità, dei tempi rimanenti della legislatura conterà moltissimo, nel determinare o nel chiudere lo spazio politico di una azione delle “Sinistre” quale quella cui abbiamo accennato e che, francamente, auspichiamo.