La vacanza dell’oggi, tutti lo sanno, è breve, si alterna al lavoro, non lo cancella. Dura due giorni, anche poche ore. Mordi e fuggi, si dice. E chi i denti non li ha più? Essere d’età e imitare i giovanissimi: un dovere, una necessità. Per loro erano le transumanze orarie, il nomadismo del weekend. Oggi, i soldi sono a zero, il ritmo inesorabile, il soffio bruciante della vacanza breve tocca a tutti. Le ore della partenza, il consumo sfrenato dopo l’ammaraggio, le tristi considerazioni sugli euro andati in vapore, la ricerca di un po’ di sonno, il pomeriggio, se le veneziane si chiudono, la sera, la notte, le zanzare, il rientro. Ogni tappa, un martirio, come nelle Stazioni della Via Crucis.
Io posso vantare flagellazioni ulteriori. Il vicino d’ombrellone creativo: “Ferrari: se aumentassero lo spessore del vetro delle bottigliette di Coca Cola? Mettere meno bevanda e abbassare i prezzi. Contro la crisi. Le che ne dice?”
E’ un baby boomer, si sa, a loro l’infanzia non termina mai.
Le nostre compagne hanno i figli lontani, non sono nonne, ancora, ritornano mamme con noi. Ci danno i tempi.
Proviamo a resistere. “No, io fino a che non ho tolto tutta la sabbia fra le calze e le scarpe non mi alzo. Vai pure tu se vuoi”. E’ la più intima nostra necessità, seduti nella linea assolata fra la spiaggia e le mattonelle del viale. Se non la capisce a che servono le gioie famigliari?
Ci vendicano le loro amiche. Lettrici di “ Chi” e di “Novella”. “Hai saputo? Peperlizia Ponti era la figlia, e per quello hanno chiamato così...”
E’ pizza sul lungomare. La sera. E’ già l’ora di decidere la via del ritorno.
Quando rientrare? "Lascia stare. So io come si fa" . Sarà Autostrada, 42 gradi. Fermi. “Dai, non potevo saperlo. A tuo fratello, la settimana scorsa è andata peggio!”
Solo a casa la pace, o quel che le assomiglia. La dieta.
Un bicchierino di birra analcolica, un pasticcino all'aspartame, un purè di frutta tropicale inscatolato in Macedonia (e dove se no?), e a cena 2 o 3 Hamburgher surgelati del discount...la vita non è poi così brutta.
Però i vicini di casa, più ricchi, più oltre di noi- mi dici- andranno –per quindici giorni!- in vacanza. In un castello, ad ascoltare Cacciari e Monsignor Ravasi. In questo Luglio. Aveva ragione Calindri, in quel Carosello, magnifico leggere il giornale, seduti in mezzo al traffico cittadino.
"Sardegna. Quotidiano", 16 Luglio 2011
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