mercoledì 5 ottobre 2011

Quelli del buco. Dell'Ozono.

Gli italiani, è noto, nonostante Galileo, Marconi, Fermi, ed i consulenti del
Ministro Gelmini, non sono un popolo scientifico.
Per noi le radici quadrate già sono un problema e Angstrom, Coulomb e Faraday
sono un trio del Barça.
Poeti, santi, eroi, navigatori, ma nessuno ci chiede cosa c'è dentro i
telefonini. Sarà colpa della scuola, sarà per la bimillenaria cultura
umanistica ma, a casa nostra, la scienza è ospite poco desiderata. I media
fanno la loro parte. Il sangue di San Gennaro, l'ombra dei
marziani nelle pietraie dell'Arizona e il buco, quanto mai largo, nell'ozono,
fanno parte dei medesimi format. Todos cabelleros.
Già, l'ozono. Credevamo fosse padre e figlio dell'effetto serra, scopriamo, su
una rete tv che la colpa è del troppo freddo. Nell'artico si gela
e anche l'ozono si è scocciato di veleggiarvi sopra. Macchè. Una rete
concorrente ci racconta che sono i vulcani a fare fuori il magico gas senza il
quale non c'è scampo dai melanomi. Ma, dopo il passaggio al digitale
terrestre, i canali sono innumerevoli. Siamo tutti inseguiti da centinaia di tv
tematiche
dalla storia dei vichinghi alle virtù delle ricette dei parenti abruzzesi di
Madonna. Non c'è argomento che non possa vantare un proprio channel specifico.
Possibile che nessuno possa spiegarci, allora, autorevolmente, cosa accade
nell'atmosfera? No, non illudetevi. Le reti scientifiche trasmettono per ore ed
ore
gli stessi filmati di repetorio. Sulle lingue dei gechi si abbonda, si
scarseggia sull'attualità, sulla notizia drammatica della Norvegia e della
Groenlandia irradiate senza protezione, sotto il buco dell'ozono.

Mala Lingua
rubrica di Davide Ferrari
"Sardegna quotidiano"
5 10 2011