martedì 22 novembre 2011

Il nuovo disco di Silvio. Il resto è passato.

Silvio Berlusconi è nato Bilancia. Tratti caratteristici del segno sono gli occhi languidi, l’ attaccamento agli amici fino all’intransigenza sui loro difetti, vissuti con paterna preoccupazione, e una vocazione artistica, per esempio il canto.
Tutto quadra. Vien da chiedersi perché con tante buone qualità l’ex Premier abbia voluto dedicare la sua vita al potere, mostrando così altre note caratteristiche, che forse sarebbero rimaste sepolte sotto i ghiacci di una vita quotidiana più semplice, come la mummia del Similaun.
Fatto sta che l’ex entertainer, con Villaggio e De Andrè, nelle crociere degli anni ’50, perduto il vertice si ripropone alla base della sua personalità. E’ in uscita un altro suo disco. Sono duetti con Apicella, ancora una volta. Il bravo musicista è da sempre nel cuore di Silvio, forse più degli ignudi compagni dei bunga bunga. Si chiamerà “Il vero amore”. Il nome sembra azzeccato. Nelle fotografie gli sguardi del chitarrista e dell’anziano singer di Arcore appaiono addolciti, sereni, crisi e sconfitte sono dimenticate. Sono messe da parte quelle Miss, impietose a pagamento, sempre pronte, nei festini, a giudicarti la tenuta dell’epidermide più riservata. Apicella è la vera passione. Forse è lui, possiamo pensarlo senza alcuna malizia, il legame stabile al quale, nei momenti più confusi della vicenda Ruby, Silvio ha fatto riferimento. Il leader scrive i testi e Apicella la musica, come Mogol e Battisti. Silvio è un po’ poeta, lo sappiamo, per questo nei suoi discorsi, nelle frasi intervallate dagli storici “mi consenta” e “cribbio”, la verità e l’illusione si confondevano tanto frequentemente. Dal milione di posti di lavoro al ponte sullo stretto di Messina: dobbiamo giudicare con meno severità le sue dilatazioni della realtà. Furono licenze poetiche.
La cattiveria della politica mal si addiceva alla sua sensibilità dolce. La politica non può essere il luogo di vita di chi è sempre pronto a dare, a dare. C’è ancora chi gli chiede prestiti, persino dagli arresti, come lo spendaccione Lele Mora. Lo fanno perché sanno il suo grande cuore, non per i limiti infiniti del suo portafoglio.
D’altra parte anche i nuovi capelli incollati alla rotondità del cranio con la garavella di un liutaio, hanno il colore ambrato di una mandola.
E’ questa la vera vita di Berlusconi. Il resto? Una brutta parentesi.

Mala Lingua
rubrica di Davide Ferrari
"Sardegna quotidiano"
23 11 2011