Sembra finisca bene. L’ associazione dei genitori con figli gay e quella dei gay genitori entreranno a far parte della Consulta per la famiglia. Se così non fosse stato si sarebbe compiuta una tale violazione dei più elementari diritti ad una eguale cittadinanza che forse chi si opposto nemmeno si è reso conto della gravità di quanto pretendeva. La città, adesso, o archivia il tutto al più presto possibile, oppure discute. Il primo punto è già detto: è proprio vero, i diritti non negoziabili esistono. Innanzitutto quello a non subire discriminazioni. Ma si può dire qualcosa di più. Per esempio che la famiglia è importante, per tutti. Che tutti hanno il diritto di provare a costruire la propria, a prescindere dall’orientamento sessuale e di tante altre cose. E’ difficile incontrare e riconoscere il bene assoluto. Tendere al bene è invece possibile ed è un dovere favorirlo. Nel mondo gay si è fatta strada non soltanto la rivendicazione della propria specificità, la “diversità”, la tipica “bandiera”, nelle prime fasi, di tutti i movimenti, ma la volontà di dare luce a vite normali, condotte da persone “diverse”. E’ un bene grande per la coesione sociale e culturale. E’ un bene per la comunità cittadina. Mettere i bastoni fra le ruote è una cattiveria incomprensibile.
“Il contrario”
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità Emilia-Romagna
3 XII 2011