Non sappiamo come andrà a finire. Sappiamo, a grandi linee, di cosa si tratta. I protagonisti sono incerti, a volte ci appaiono inadeguati, ma, sull'art. 18, lo scontro è sui fondamentali. Il quadro è plumbeo, gravido di rischi. "Perfetto" ha sentenziato Marchionne, il leader dell'avventura. I grandi "padroni", è una scelta almeno continentale, vogliono uscire dalla crisi con una forte riduzione dei salari. Per ottenerla devono crescere sia la ricattabilità, sia il numero dei componenti di un esercito di senza lavoro attorno al cuore attivo della produzione. Dietro al precedente delle pensioni c'è sotto sotto questa medesima questione. Ai più grandi non interessa nemmeno tanto la precarietà in entrata, e infatti qualcosa lì si concede. Di piccole imprese non parlano più, se serve le dannano nel girone degli evasori. Dall'altra parte , con i lavoratori che cercano di reagire, a prescindere dalle appartenenze sindacali, anche qui, in Emilia, il PD di Bersani. Un partito, l'unico vero, che si gioca tutto, indebolito dai banderilleros dell'antipolitica, indignati, disperati o furbastri che siano. Li stiamo anche noi. Almeno questo intuimmo: che saremmo arrivati a momenti “pesanti”, fin troppo, antichissimi, ad onta delle mille teorizzazioni sulla leggerezza e la modernità.
“Il contrario”
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità Emilia-Romagna, 24 03 2012