Per molti anni i più autorevoli studiosi di politica si sono chiesti se, sotto il sole della globalizzazione, nello scioglimento dei ghiacciai della Sinistra, anche l'Emilia-Romagna popolare, quella della gente qualunque, la più esposta, sarebbe divenuta terra di conquista per la Lega. Perchè no? Se si era fatta “lumbard” la temibile Senatrice Mauro, dall'inconfondibile somatica mediterranea, potevamo ben diventarlo noi geograficamente predisposti.
La “buona” percentuale di Bernardini , definito il “padano dal volto umano”, all'ultimo voto per il Sindaco a Bologna aveva rinverdito il dibattito.
Pochi hanno allora insistito sulla mostruosità dei cartelloni di scherno dei lavoratori stranieri, sulla campagna di odio, fatta persino con i fumetti, per incitare i nostri cittadini a non farsi passare davanti dai cinesi e dai neri nella fila all'ospedale, allo sportello delle case popolari e così via.
Vedremo se l'armata legista, che così baldanzosamente aveva passato il Po, risalirà alle sue valli, sconfitta dagli scandali. Vedremo. I problemi restano. La crisi produce mostri ogni giorno. Potrebbero nascerne di peggiori. Solo una cosa sappiamo, della Lega: non passava da lì il rinnovamento, non l'equità, non la libertà. Da lì solo le tentazioni del razzismo e la sua più triste sorella: la mediocrità.
"Il contrario" rubrica di D.Ferrari
L'Unità E-R 7 Aprile 2012
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