dei tanti che in questi giorni stanno
testimoniando non solo “disagio” o dissenso
ma precise opinioni e volontà.
Dove ci sono, anche a Bologna, nei
Circoli, a dimissioni, ad autosospensioni, ad assemblee permanenti
degli iscritti non seguono i pianti e gli abbandoni.
C'è voglia di esserci. Senza
Berlusconi , però.
“Il partito”, il suo corpo, sa
benissimo che la maggioranza che regge questo governo non è e non
sarà mai un'alleanza.
Limiti di tempo e azioni, poche ma
buone, questo si chiede sia il Governo di Enrico Letta.
D'altra parte non deve sfuggire un
altro movimento di opinione che sottotraccia ha accolto la formazione
dell'esecutivo. Nella gente comune, questa volta, non nei militanti.
L'Italia è stanca, il lavoro ed il
reddito mancano in milioni di famiglie.
“Un governo ci voleva, per forza”.
Ci sentiamo dire anche questo, se abbiamo orecchie aperte.
Il PD non può non vedere il dramma del
paese per occuparsi del suo “dramma”, del suo dibattito interno.
Sarebbe un altro errore dopo i pasticci e le faide registrate
nell'elezione del Presidente della Repubblica. La gente protesta ma
prima ancora interroga, attende qualche risposta. Forse anche per
questo, pare, viene alle Feste più di prima, nonostante il “clima”.
Insomma è un quiz senza risposte
conosciute. Non resta che fare un passo alla volta. Il nuovo
segretario, intanto, il Congresso, subito. E, subito, qualche colpo
battuto dal Governo. Solo una cosa sappiamo: non si può fare finta
di niente, lasciar assorbire dalla routine di una normalità che non
esiste. Se si pensa:”Passerà anche questa”, si prepara il
disastro.
"Il contrario", rubrica di .Davide Ferrari
L'Unità E-R