"Le convenzioni fra il Comune di Bologna ed alcuni Istituti scolastici paritari riguardano esclusivamente le scuole dell'infanzia. In questo settore l'offerta 'privata' paritaria e convenzionata copre una significativa percentuale, senza la quale sarebbe del tutto impossibile garantire a tutte le bambine e a tutti i bambini una scuola dai 3 ai 6 anni. È evidente che se il Comune interrompesse i suoi contributi tali scuole non sarebbero in grado di aprire per l'anno scolastico 2011-12. È quindi necessario, nell'ottica di mettere i bambini e le loro famiglie al primo posto, prorogare l'attuale convenzione in essere, per aprire il nuovo anno scolastico.
I cittadini e le associazioni promotori di un referendum contro i finanziamenti comunali pongono temi e punti di criticità che vanno verificati, senza negare o offuscare, peraltro, i risultati positivi in campo educativo che la lunga esperienza di convenzionamento ha saputo realizzare. Nell'anno di proroga riteniamo opportuno che, con l'impegno del Comune, si dia vita a un tavolo che possa verificare tutti gli aspetti della questione, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati".
Così abbiamo scritto oggi Graziella Giorgi ed io, per il PD di Bologna.
Poche parole, mi sembra chiare.
Stava e sta montando invece un dibattito che non aiuta, fra chi rivendica le meraviglie dell'educazione religiosa per crescere laici moderni e chi dice no ad ogni finanziamento, anche se da vent'anni il Comune ne da a chi assicura un terzo dell'offerta di scuola dell'Infanzia. Da qui bisogna partire. Una questione delicatissima per i rapporti politici e sociali, a Bologna come in tutt'Italia. Per affrontarla partiamo dai bambini che devono avere una scuola alla ripresa dell'anno scolastico.
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