Fra poco è Natale. Infatti, quando non alluvia, piove come ad Aprile e fa caldo come a Settembre. Lo sconvolgimento del clima cambia tutto. Per fortuna, a rammentarci il Calendario, giungono puntuali le polemiche di stagione. Così, a Bologna, ritorna la tradizionale discussione prenatalizia su Sirio, il vigile elettronico. Bisogna spegnerlo, durante le feste? Il Comune, negli anni scorsi, lo ha fatto. Sia il roccioso Cofferati che il fuggevole Del Bono hanno spento. Contenti i commercianti. Scontenti quei rari animali civici che, a piedi o in bicicletta, in autobus o arrovellandosi per trovare un parcheggio, sono soliti prendersela a male per una regola oscurata. Non si ricorda mai abbastanza che Sirio non è un divieto in più ma soltanto la certezza di non poter “sfuggire” se si trasgrediscono le regole. Questa volta, il Sindaco Virginio Merola non spegnerà. Si troveranno, forse, altre vie per rispondere alla preoccupazione, legittima e comprensibile di chi, nel periodo che sta arrivando deve vendere il più possibile, per pareggiare i conti difficili della crisi. Siamo d’accordo con il Sindaco. Ci sostengono le ragioni della salute e dell’ambiente ma, di più, le motivazioni della correttezza. Fino a che l’Italia sarà il paese delle centinaia di migliaia di leggi e norme dimenticate, del: “Ma tanto poi…”, dei penultimatum, avremo poche speranze. D’altra parte era stata condotta una verifica dopo le prime esperienze di parziale riapertura babbonatalizia. Ricorderemo male ma ci pare che i risultati non avessero segnalato incrementi di vendita molto significativi. E’ che le abitudini dei cittadini sono consolidate, non mutano allo scattare della scatola magica. Un po’ di maggior rigore non violenta, fotografa invece i comportamenti. E’ quindi davvero il caso di guadagnare continuità. Si dirà che si parte con le piccole cose. Qualcuno troverà il modo di sacramentare contro i privilegi della casta (argomento-maionese che va bene su tutti i piatti). Eppure se tanto se ne parla, da anni e anni, se cercarono per tanto tempo di non farlo partire, evidentemente Sirio a qualcosa serve. Questa rinnovata “rigidità” trova una sponda nelle notizie che arrivano dalla Padania. Anche sindaci ariani e celtiberi, come il mitico Tosi di Verona, sono alla prese con problemi similari. Colui che era uso girare con un felino al guinzaglio corredato dal cartello recante la scritta: “Magna el teron”, sembra sia alle prese con piani del traffico cogenti e limitanti. Fioccano, sotto il balcone di Giulietta, le raccolte di firme e attorno all’Arena, è tutto un alzar di voci. Anche in riva all’Adige molti vorrebbero andare in macchina, vale a dire finire nell’ingorgo, sempre e dovunque. Però alla lunga, forse troppo alla lunga, il buon senso torna a galla e prevale. Sirio non è una ideologia, è una necessità.
”Il contrario”
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità Emilia-Romagna
17 Novembre 2011