mercoledì 4 febbraio 2004

Moratoria elettrosmog.

16 FEBBRAIO 2004
Consiglio comunale per la discussione della delibera
di iniziativa popolare, richiesta da oltre 3000
cittadini, per una regolamentazione degll'impianto e
dell'attività delle stazioni radio base.

L'intervento in aula del Capogruppo Ds, Davide
Ferrari.


Presidente, colleghi, cittadini,
in primo luogo, io non credo che
l'amministrazione comunale debba sentirsi, oggi, di
avere la coscienza a posto, come invece ha dichiarato
il consigliere Zechini D’Aulerio.
Credo invece che questo mandato sia stato un mandato
che ha coinciso con un aumento geometrico del numero
delle antenne, con decine e decine di casi, che
abbiamo potuto ascoltare nelle udienze conoscitive, di
cittadini che si sono trovati ridotti in un attimo a
rango di sudditi, a correre da uno sportello all’altro
senza avere mai una risposta. Questa è la verità.
Essendo di fronte a controlli spesso burocratici e
fatti sulla carta, a Quartieri non informati e a un
Comune teso quasi sempre a coprirsi dietro a una ridda
di citazioni legislative. Questa è la verità.
Bisogna intervenire, bisogna limitare, bisogna
programmare.
Forse niente di più. Ma queste tre cose ci dice la
delibera popolare; una delibera per la quale sono
state raccolte in condizioni spesso rocambolesche, che
dimostrano il coraggio e l’attività di chi l’ha fatto,
centinaia e poi migliaia di firme.
Quindi siamo oggi a un punto importante perché c’è
stata una iniziativa popolare che ha saputo
raccogliere tante realtà diverse, altrimenti tutte
sole davanti a questo problema.
Gli elementi più importanti di questa delibera che è
stata chiamata, io sono d’accordo, delibera del
buonsenso, sono quelli che tendono a mettere in chiaro
e a rendere cogenti tutti quegli obblighi già
esistenti ma pure ampiamente disattesi; e laddove
invece tende a richiedere, per tenere insieme queste
diverse competenze, la stesura di quello - io lo
chiamo così - che si può chiamare un vero e proprio
piano regolatore delle emissioni ammesse.
Voglio dire che su entrambi i settori, cioè la
verifica di quello che fanno uffici, ARPA,
amministrazione comunale, da un lato, e dall’altro
lato la stesura, che invece deve essere in capo
all’amministrazione comunale, di un piano delle
autorizzazioni sostenibile, il Consiglio comunale sarà
chiamato dal giorno dopo l’approvazione, di questa
delibera a una fortissima iniziativa di verifica tesa
a tenere in qualche modo il controllo popolare
presente per tutta la durata dei procedimenti e non
solo per la giornata di oggi nell' aula del nostro
Consiglio.
Proprio l’altro giorno ho avuto modo, cito due casi
specifici, di avere una cattivissima notizia e una
buona notizia. Una cattivissima notizia, ve ne sono
probabilmente tante, io cito quella che mi è stata
data. Voi Consiglieri ricorderete i cittadini
dell’antenna di via Foscherara, bene, questa antenna
ha superfetato e ne è nata un’altra che la allunga di
35 metri. Quando si va a mandare i vigili si scopre
che ci sono società più o meno fantasma, dove i capo
cantiere provengono da altri paesi ma risiedono nel
nostro paese, e dovrebbero dormire nella stessa sede
delle ditte che danno loro lavoro. Dove non si riesce
nemmeno bene a capire chi sarà poi il gestore
utilizzatore e che limiti avrà in questo utilizzo. È
solo un caso singolo, colleghi? Voi ricorderete, era
un caso limite perché le carte che erano state
prodotte per avere l’autorizzazione erano carte, non
voglio dire false, diciamo per lo meno sbagliate, dove
chi aveva chiesto l’autorizzazione aveva affermato di
dovere rimodernare un impianto già esistente, invece
ne è stato fatto uno nuovo e adesso un altro. Chi
controlla? Assessore Salvioli, bene la "delibera del
buonsenso", così è stata chiamata giustamente, e con
lo stesso buonsenso si metta dalla parte dei
cittadini, non li lasci soli di fronte alla
magistratura, di fronte alle società antennistiche, si
informi, verifichi, faccia sentire una voce forte, di
avvocato dei suoi cittadini, non di controparte. Una
brutta notizia.
Quante ce ne sono state in questa città? Io ricordo
per esempio la drammatica udienza, fu protagonista un
Consigliere non della mia parte politica, con alcuni
cittadini del centro storico, che avevano già
riscontrato, o credevano di avere riscontrato, ma
siamo sicuri di potere utilizzare il dubbio contro di
loro, quando dovremmo usare il dubbio come fondamento
della precauzione? E quindi a loro favore, di avere
già riscontrato delle malattie da esposizione. Era il
caso di quella strada immediatamente nelle vicinanze
di via Santo Stefano, non voglio adesso citare perché
è un caso singolo, di una persona che fu in grado già
di portare documenti medici.
Allora per esempio è necessario intendere i rischi per
la salute, quindi anche i limiti, non solamente in
presenza, io penso, di infrastrutture ospedaliere, ma
anche di casi di malattia cronici, di persone
allettate o costrette a non uscire mai.
C’è tutto un lavoro che si può fare, io penso, per una
amministrazione comunale, che voglia essere diciamo
così d’avanguardia.
Che voglia fare, più modestamente, il proprio dovere.
Conosciamo casi davvero drammatici, persone che hanno
perduto il sonno in attesa di dovere ogni volta
riscontrare se già la loro malattia è parente di
questa esposizione e in quale misura, con quali
rischi. Ho ricevuto anche una buona notizia, una buona
notizia che non viene certo dall' amministrazione,ma
viene dal fatto che il lavoro di queste realtà civili
ha già fatto un passo avanti, e dalla denuncia passa
alla vera e propria pubblicazione - in forma di
vademecum - di quelle che possono essere indicazioni
di fronte all’elettrosmog da stazioni radio base per
telefonia mobile, per cercare di rendere adeguata
l’iniziativa, sia quella civica, sia quella
amministrativa.
È il caso del comitato di via Fondazza che ci ha
fornito, credo sia un lavoro di grande rilievo, una
autentica pubblicazione, io dico un libro bianco sulle
possibilità di risposta, tecnicamente fondato,
occorrerà certo metterlo in riferimento ad altri che
sono prodotti in tutta Italia, anche nella nostra
realtà bolognese, ma credo che sia il segno di un
passo avanti. Ma attenzione, attenzione, perché sulle
autorizzazioni condominiali, sulla verifica dei
percorsi di società altrimenti dai contorni non
definite, dalla necessità di verificare anche
tecnicamente forme che permettano la stessa emissione,
ma con minore danno, io dico questo: non è possibile,
colleghi, non è possibile che debbano essere i
cittadini a fornirci questi libri bianchi.
Io mi chiedo, lo chiederei ugualmente di fronte a una
amministrazione di centro sinistra: non è il momento
di mettere al lavoro i fior di ingegneri, i fiori di
avvocati degli uffici legali, gli amministratori più
sperimentati di questo Comune, perché un analogo libro
bianco sia fornito dalla amministrazione comunale? E
non fare più il viceversa. Non fare più che tutte le
intelligenze siano spese per giustificare i
procedimenti adottati.
Da domani, dopo l’approvazione di questa delibera,
queste risorse professionali debbono essere messe al
lavoro non per dire solo dei no, ma per giustificare
l’iniziativa civile, per la salute e la salvaguardia
dei diritti dei cittadini. Ci vuole cioè una
inversione totale nei suoi uffici, assessore Salvioli,
una totale inversione, che deve servire a fare sì che
la delibera che votiamo non sia archiviabile come il
frutto di un’allarme, ma come il punto di riferimento
di una nuova politica, il segnale che si cambia il
giro di walzer. Quello che è stato fatto fino adesso a
giustificazione burocratica deve girare
all’incontrario e deve essere invece a fondamento di
un’azione limitante e regolativa per la salute.
Questo è il punto. Voglio citare i termini del
problema che ormai da più parti ci vengono indicati:
regolamenti con limiti più cautelativi, resi effettivi
mettendo in opera una azione sinergica fra più
amministrazioni nella programmazione, nel controllo,
nella sanzione.
Io dico: bene, Bologna vota oggi questo atto, ma
chieda subito all’ANCI, il nostro Sindaco, che ci sia
un coordinamento forte di tutti i Comuni d’Italia. Il
problema è di fronte a tutti, in ogni realtà. Le
salvaguardie per la proprietà edilizia e per i
condomini non solo quelli direttamente coinvolti in
piano burocratico, ma quelli che abitano coloro che
sono coinvolti sul piano della salute. La reale, il
dominio dell’informazione, l’informazione è potere, è
potere, basta comunicati affissi all’albo pretorio, ci
vogliono informazioni ai cittadini che saranno
coinvolti dai nuovi impianti richiesti, e poi
limitatori piombati, le esposizioni, tutto ciò che
afferisce all’ingegneria sulla quale io non mi
pronuncio, ma mi pare – ripeto - che le forti
competenze che abbiamo in questo Comune debbano essere
chiamate a pronunciarsi. A pronunciarsi, colleghi! Su
questo, solo su questo, sono d’accordo con quello che
mi ha detto un collega che mi ha proceduto in un’altra
occasione, la coscienza va avanti. Quando è cominciata
l’età della automobile, qualcuno si aspettava che
avremmo dovuto difendere la nostra vita
dall’inquinamento per gas di scarico delle auto? No.
Si pensava che fosse un grande segno positivo, io mi
ricordo, ero un bambino, e ricopiavo dall’Atlante De
Agostini, per compito dei miei insegnanti, le
classifiche del numero di abitanti per autoveicolo,
dove si vedeva l’Italia fare ogni anno quello che si
pensava un passo in avanti. Oggi sappiamo tutti che a
forza di fare passi in avanti senza regole in quella
direzione si muore. Si muore! Allora, quella è stata
una evoluzione di coscienza, ci vuole una analoga
evoluzione di coscienza sulle emissioni da
elettrosmog. È solo un segno di ricchezza e di libertà
potere comunicare o è anche qualcosa che va sottoposto
alla verifica degli influssi sul nostro corpo, non
solo sulle forme di vita? Io purtroppo devo dire che
mi considero una vittima di questo modo di vivere e di
lavorare che ha ormai nel cellulare un caposaldo,
possiamo continuare così, senza chiederci nulla,
oppure ci vuole una inversione totale di tendenza, che
consideri il fatto che ormai siamo oltre il livello di
soglia di pericolo. Si dice che questi pericoli non
sono mai stati sottoposti a test, a parte che non è
vero purtroppo, e le prime ricerche epidemiologiche,
che ormai, voi sapete, ci vuole più di un decennio, ci
stanno giungendo, sono invece assai allarmanti, ma
comunque non è questo il tema, colleghi. Non c’è chi
non vede che una tale congerie, ormai addirittura
interattiva, fra più antenne, a cui si aggiunge quello
che tutti i giorni riceviamo per le nostre forme di
vita, è evidentemente a forte rischio. E allora,
ripeto, l’impegno politico, dopo questa votazione, è
chiaro: mettere il Comune non al servizio della
salvaguardia della segretezza, della burocrazia, della
lontananza, ma alla salvaguardia della salute e dei
diritti dei cittadini. Concludo con un aneddoto.
Piccolo aneddoto.
All’inizio di questo mandato mi è capitato, ero
insieme al collega Castelli, di ricevere una strana
visita da parte di qualche persona interessata,
diciamo così, a che, voi ricorderete, non venisse
approvata una moratoria, peraltro flebile e debole, da
parte di questo Comune, mi è sempre rimasta
l’impressione che la nostra dura risposta, e cioè no,
non solo bisogna andare avanti con la moratoria, ma
bisogna anche porre dei limiti seri, abbia suscitato,
colleghi, qualche giro di informazione, voi
ricorderete, qualche collega forse lo ricorderà di
più, vennero pubblicate foto su tetti dove sedi di
partito ospitavano antenne e quant’altro, ho avuto
l’impressione insomma che questi signori non si
aspettassero un no. Si vede, colleghi, la dico un po’
grossa, che altrove avevano ricevuto dei sì, non so se
è chiaro, altrove, altrove avevano ricevuto dei sì in
un altro Comune, in un altro pianeta, avevano ricevuto
dei sì, ecco, ora basta. Si sappia che ci sono
centinaia di cittadini, centinaia di comitati,
centinaia di realtà che non smetteranno di guardare
quello che facciamo e quello che votiamo, perché ogni
giorno che aprono la finestra il problema a loro è
riproposto, e quindi non è archiviabile come la sabbia
sotto i famosi tappeti perché l’attualità si evolve,
ogni giorno ai cittadini interessati il problema è
riproposto uguale. Quindi è del tutto evidente che
abbiamo una motivazione politica perché nel prossimo
mandato non si vedano più, come è capitato a me, le
facce sorprese dei lobbisti quando ricevono un no. Si
devono aspettare anche dei no dal Governo e dal
Consiglio di questo Comune, dei no preventivi,
cautelativi, che non vogliono bloccare l’industria, ma
che dicano: attenzione, sappiate che
altri, non solo voi, sono il riferimento di ognuno di
noi amministratori, con la Giunta.
Sono i cittadini, i comitati per la salute, quelli che
hanno proposto questa delibera. Se a questo servirà io
credo che avremo espresso oggi un voto significativo e importante.