sabato 18 ottobre 2014

La cultura e i movimenti per la pace, oggi

Venerdì 17 Ottobre 2014

ore 21, Santuario Madonna della Pace, Baraccano. Bologna

Circolo Acli Giovanni XXIII
Pax Christi

La cultura e i movimenti per la pace, oggi
Intervento di Davide Ferrari
Direttore rivista "Riforma della scuola"

nell'ambito dell'incontro "Si può difendere la patria senza armi"
sulla proposta di legge di iniziativa popolare sulla
"Difesa non armata e  non-violenta".

Con
Sergio Paronetto, V.Presidente Pax Christi
Michele Girotti, V. Presidente Arci Bologna

Dopo "Matera". Una riflessione per l'Emilia-Romagna

Matera è una città unica al mondo, quindi la sua designazione a "città europea della cultura" è del tutto fondata. Tuttavia la "sconfitta" di Ravenna è un fatto grave per tutta l'Emilia-Romagna. Non basta dire: "mi spiace".
L'Italia , com'è noto (soprattutto ai non italiani), "possiede", un patrimonio culturale diffuso in numerosissimi centri urbani. Il "lotto" delle candidate lo dimostra. Matera ha una fama internazionale garantita dalla sua unicità, sostenuta da produzioni artistiche mondiali che l'hanno mostrata, come il Vangelo di Pasolini. Probabilmente questo elemento è stato decisivo. La Lucania, poi, ha compiuto passi in avanti molto importanti ed ha saputo presentare realizzazioni e dotazioni moderne significative come la film commission locale. Veniamo a noi. "Noi", appunto. Non so se la città di Ravenna poteva fare di più. Certo ha fatto molto. Non ho avvertito , però, il senso di un appuntamento importante anche per tutta la nostra Regione. Direi di non averlo avvertito nel sentire sociale, nel mondo produttivo e culturale, non tanto a livello istituzionale. E mancato un "perchè", aggiuntivo a quelli proposti. Ravenna è stata la capitale del "mondo" in un periodo storico che ha lasciato tracce di universale importanza. E' però anche il "luogo" culturale che andava proposto, da tutti "noi", società d'Emilia e di Romagna, come ponte verso un continente europeo, l'Est, di straordinaria e problematica attualità. “Qui dove un'antica vita si screzia in una dolce ansietà d'Oriente ”. L'accenno , in Dora Markus, di Eugenio Montale, indica da decenni proprio "quel" senso dei luoghi ravennati. Abbiamo perso, tutti "noi", una occasione, non solo economica, per ridisegnare una direttrice di sviluppo, un ruolo internazionale per la nostra "medianità". Il nostro essere terra crocevia rimane importante ma, con il restringersi dello spazio, con trasporti veloci e le reti comunicative, si è affievolito, va ripensato. Ed il carattere peculiare della nostra storia politica, con le sue realizzazioni, non appare più così rilevante. Servì ancora, forse per l'ultima volta, per Bologna2000, ma oggi non sarebbe altrettanto considerato. Era un'occasione. Non va perduta, ora, la possibilità di discutere, di capire, di cambiare. Non farlo, non ricominciare a pensare, sarebbe fallire. L'alternativa a un senso storico ed internazionale delle nostre terre è la decadenza in atmosfere di provincia senza redenzione.