mercoledì 17 dicembre 2008

"Quando sono arrivati i Vu cumprà a Bologna?"

"Quando sono arrivati i Vu cumprà a Bologna?"
Me lo chiede in treno, (oh legittima curiosità!), una ragazza con il fondo tinta color mattone e l'ombelico intasato di strass.
Comincio a rispondere.
"Se guardi un film a colori di Tognazzi o Manfredi, tutto sembra uguale ad oggi.
Pochi i cambiamenti: non ci sono i cellulari, si telefona dalle cabine con il gettone in similrame da cinquanta lire e, appunto, non ci sono i venditori di colore immigrati
".Aime', lei non conosce Tognazzi padre, poco il figlio, (non le piace), e quanto ai gettoni, quelli della sala giochi sono argento.
"Come mai non li facevate in argento anche quelli?" chiede.
Ma anch'io a ben pensare , ho qualche ricordo confuso.
I cinesi vendevano le cravatte a Mascarella anche prima della guerra e certo facevano le borsette ai tempi della mia infanzia ("Ma non c'entra, non erano Vu' Cumpra'")e i marocchini vendono i tappeti da sempre, ("Ma no, non erano marocchini veri. Erano napoletani travestiti da marocchini. Lo dice anche Totò in un film.").
Ma allora quando è iniziato l'arrivo?
"Con le navi degli albanesi?" S'intromette una signora di Varese che poco prima ha detto che se "non era per la stupidata della guerra, il Mussolini era un grande statista".
"Con la guerra in Jugoslavia !"-suggerisce un ragazzo più vecchio, l'unico di sinistra, mi pare, con me, in tutto il treno.La Jugoslavia? Ma non parlavamo di terzomondi e di magrebini?
"Ma anche in Jugoslavia ci sono gli islamici e le bombe, ha ragione il ragazzo"- torna in campo la varesina.
La ragazzina che voleva parlare con me, che potrei essere il suo prof, ormai si annoia, non ha più voglia di discorsi inutili e sonnecchia.
Rimango solo a pensare.
Quanti immigrati ho visto e quanti ne incontro ogni giorno. Lavorano, puliscono, reggono la baracca.
Ma per noi tutti il punto resta sui Vu' Cumpra', odiati o tollerati, comunque quasi superflui, persone di cui si può parlar male senza pagare dazio.
Ora ho un ricordo vero e nitido. Il mio primo Vu' Cumprà so dove l'ho visto.
In via De' Toschi, dopo piazza Minghetti, metà degli anni sessanta, faceva freddo, tutti avevano il cappotto e a me stringeva troppo la gola. Lui no.
Indossava una specie di grembiule grigio scuro, da magazziniere, aveva due grandi baffi neri ma era basso, poco più alto di mia sorella.
Vendeva limoni, gialli gialli. Aveva costruito con loro un piccolo zigurrat sul muretto accanto alla scalinata che porta ancora al Ristorante Carlo.
Non diceva mai una parola.
Il prezzo era scritto su un pezzo di cartone bianco. Tutti passavano e nessuno gli comprava un limone. Il mercato era vicinissimo.
Solo ai bambini, certo a me , interessava. Guardavo e riguardavo.
Chissà se mi avrebbe fatto fare la piramide con i suoi limoni anche a me.
Aveva qualche capello bianco , ed un giorno scorsi vicino a lui una donna e due ragazzi, con i pantaloni corti ma molto più "vecchi di me". Discutevano fitto fitto e mia nonna mi disse: "Senti sono siciliani. senti?".
Il primo Vu Cumprà è stato un prodotto nazionale.
Forse oggi, proprio ora, i suoi figli stanno sparlando di qualche venditore di borse tarocche, al bar, con una birretta in mano. Come facciamo tutti. Ogni giorno. O no?

Ilbologna.com

lunedì 15 dicembre 2008

La scuola, il territorio, il federalismo.

Lunedì 15 Dicembre, alle ore 20,30,
via Rivani 35, nuova sede del PD di Bologna
Seminario di approfondimento promosso dal Circolo degli insegnanti e dal Forum delle scuole del PD.

La scuola, il territorio, il federalismo.
Cambiare la scuola pubblica per difenderla.
 
Introduzione di Davide Ferrari.

Comunicazioni di : Sen. Walter Vitali, Giancarlo Sacchi

Interventi di Vittorio Biagini
Giancarlo Sacchi
Giuseppe Pedrielli
Marilena Pillati
Paolo Rebaudengo
Daniela Turci

Presiede Rosanna Facchini

Sono invitate i pubblici amministratori, le Organizzazioni Sindacali e Datoriali, le Associazioni professionali, studentesche e culturali della scuola
e della formazione

martedì 9 dicembre 2008

La destra in Consiglio con le magliette nere.La risposta di Davide.

Consigliere FERRARI

Abbiamo imparato poco fa, da tanti interventi, che viviamo in una città angosciata, piena di rovine, perché con tutto il rispetto delle città che sono ai primi posti della classifica di Italia Oggi, io penso che soltanto Vukovar potrebbe ambire a staccarsi all’ultimo posto e a essere così penalizzata nei loro confronti.
Quindi, immagino che l’idea che Bologna dà agli altri, non solo a questi ricercatori la cui buona fede per me è indiscussa, ma forse anche a noi stessa è quella di una città rovinata, nel senso letterale del termine, cioè una città dove le rovine ingombrano le strade, dove dalle finestre si buttano i materassi, in sostanza una città senza destino, senza speranza, senza economia, peccato è che questa sia la città dove si continua a consumare di più in Italia e si continua a consumare di più in Italia perché nonostante gravissimi segnali di crisi anche da noi, è la città dove si guadagna di più perché si lavora di più, si produce di più, si producono cose più utili e che reggono meglio alla sfida internazionale.
Bologna è una città che è al centro di una Regione che ha uno dei maggiori livelli di qualità della vita fra quanti sono presenti in tutta Europa, che è più avanti della famosa regione Renana, a cui fanno riferimento sempre gli economisti.
Io lo so che i bolognesi non se ne rendono più tanto conto. È vero c’è una responsabilità anche dei politici. Non credo che i bolognesi si sentano Malabrocca, né tanto meno è vero che Malabrocca avesse un gregario. Al Giro c'era una sola maglia nera. Siccome qui ne ho viste due, vale a dire che oltre a Malabrocca abbiamo visto anche il suo gregario, rilevo che al contrario al Giro il gregario della maglia nera non era previsto.
Al di là delle battute c’è una responsabilità anche nostra, è vero, nel non controbattere abbastanza questo senso indistinto che ci vede essere figli diseredati di una stagione di giganti, lo ha detto perfino Tommasini, che a giganti come Renzo Imbeni, Renato Zangari, Giuseppe Dozza, non può certo sentirsi molto vicino.
Io qualcuno di loro ho conosciuto e ancora li conosco, erano e sono senza altro grandi personalità, ma devo dire che conosco, nella Bologna di oggi, delle personalità rilevanti, rilevanti. Non conosco solo dei quaquaraqua o dei falliti, o dei rancorosi tuuti dediti alla sola nza che la storia giri strada del tutto, in modo che venga anche la loro ora, no, conosco anche delle personalità interessanti in tutti i campi, in tutti i campi, citerò un’altra volta per non suscitare né gelosie, né invidie, né pseudo curiosità.
Ma voglio dire che una parte, una piccola parte, certamente, ci sono tanti luoghi, di una città che si dà da fare, l’abbiamo vista in queste plurime inaugurazioni, sia quelle più riservate che quella più pubblica dell’ex cinema Ambasciatori.
Io ricordo qualcosa di queste nome, lo ricordo, ricordo discussioni di anni, ricordo progetti un po’ rocamboleschi, tutti molto ritagliati sull’idea che senza un piccolo commercio, visto però in modo vecchio, un po’ esausto, il centro di Bologna sarebbe morto, invece è vivo e rinasce se ci sono investitoli sufficientemente capaci con il know how, la forza, la volontà di fare cultura, tali da segnare il loro territorio con qualcosa che ha un senso in questa città e altrove. Mi piacerebbe dirlo al collega Onorevole Raisi, che con altri progetti si è allungo dilettato, poi però siamo arrivati a questo, che ha aperto qualche giorno fa, qualche giorno fa, di cui siamo qui a parlare.
Io non voglio fare cose di piaggerie, i giornali l’hanno fatto, in parte anche una piccola concorrenza verso alcuni dei nomi citati, quindi non mi interessa certo riprenderli. Certo è che siamo in presenza di una iniziativa importante, che fa giustizia di polemiche piccolissime e che dovrebbe dare il senso anche a tanti altri soggetti che ci sono, così come abbiamo salutato per esempio alcune iniziative importanti di agio o per esempio salutiamo la grande partecipazione della città alla colletta alimentare, ma perché non vediamo che la grande partecipazione della città a un progetto culturale e imprenditoriale forte, ha segnato queste giornate, perché non farlo?
Ma a cosa serve cercare di imitare Malabrocca, cerchiamo di inseguire Fausto Coppi, che forse è più difficile, ma è più utile.

domenica 7 dicembre 2008

15 Dicembre. Seminario sulla scuola.

Forum delle scuole
del PD di Bologna

La sera di Lunedì 15 Dicembre, alle ore 20,30, in via Rivani 35, nuova sede del PD di Bologna si svolgerà il primo dei Seminari di approfondimento promossi dal Circolo degli insegnanti e dal Forum delle scuole del PD.
Il tema: :
La scuola, il territorio, il federalismo.
Cambiare la scuola pubblica per difenderla.

Aprirà il lavoro una comunicazione di Davide Ferrari.Interverrà il Sen. Walter Vitali.

giovedì 4 dicembre 2008

Primarie: premere il tasto reset e volare.

Bologna non è Washington, è però un'importante città di media grandezza.
Il suo voto sarà decisivo nel confronto elettorale del 2009.
Noi bolognesi abbiamo il complesso di sentirci figli diseredati di un passato di giganti, ma ciò non deve impedirci di riconoscere i talenti e il succedersi delle generazioni.
Ebbene, in anni nei quali gli inadeguati sono così diffusi, abbiamo qui, nelle Primarie, un confronto fra personalità significative.

Ma, se le Primarie sono una bella cosa, non bastano a se stesse.
Per avere il 13 ed il 14 una vasta partecipazione e poi per vincere, domani, le"secondarie" contro la destra, non basta il meccanismo della competizione.
Siamo quasi al rush finale. E' il momento di una sfida davvero argomentata.
Qualcosa ancora non va. Inviterei i candidati, in particolare gli out-sider più "aggressivi", a non cercare spazio delegittimando.
"Raccomandato", "assessore ma non sindaco", eccetera eccetera, sono state definizioni sgradevoli, naturalmente riprese da una stampa tutt'altro che equanime.
Ora, mi pare, stiamo passando alle proposte. Chiedo proposte da Sindaco, non segnali a questa o quella particolarità.
Mi ricordo che il PD, nelle sue strutture di partito(pensate un po'!), ha espresso materiali tutt'altro che trascurabili.
Soprattutto i Forum, che hanno coinvolto personalità di altissimo valore. I candidati non farebbero del tutto male a dare un’occhiata, magari per andare oltre. Abbiamo evitato, appena un attimo prima del disastro, di insabbiarci in polemiche esasperate sugli indirizzi e sull'uso della posta. Ora, vicinissimi al dunque, tasto reset e provare a volare.

www.davideferrari.org

Bologna, proprio così. I ciabattini di S. Stefano.

Via Santo Stefano è tutta di portici.
Tutti camminiamo sempre sotto quelli che sono sul lato sinistro, venendo dalle torri.
Se escludiamo il tratto finale, sporco e bellissimo, del Conservatorio delle Vergini, che oggi conserva il Quartiere, e l'arco del Baraccano, tutto il lato destro è, per lunghi tratti, quasi deserto.
Non è sempre stato così.Se proviamo a camminarci, sotto i nostri piedi sentiremo ogni tanto delle lastre di ferro. Le lastre scendono fino in strada, piegate ad angolo retto lungo il muro che sorregge il rialzo del portico.
Sembrano chiudere delle vecchie cantine o chissà...Ma io ricordo bene.
Sono nato nel '58 e , ancora nei primi anni '60 ho visto a cosa servivano quelle lastre.
Ogni giorno venivano alzate, fissate aperte con un'asta di legno o ferro, e diventavano il tetto di un bizzarro capanno.
Dentro il buco che si rivelava dopo l'apertura, in un banchetto circondato da scansie grezze con chiodi e lucidi da scarpe, prendeva posto un ciabattino.
Si', c'era un ciabattino in ogni abituro, con il suo "negozio" semiaperto sulla strada, al suo posto di lavoro, dove poteva stare solo seduto.
Ero un bimbo,mia nonna il mio Virgilio. Mi portava di cantone in cantone, di negozio in negozio.Per tutto ciò che vedevamo insieme aveva un versetto o una filastrocca intera da declamare.
Ma quelli non li considerava molto. Aveva un calzolaio personale, un uomo massiccio, con una enorme ciste a palla, alla base della nuca, che operava allo Sterlino.
Un tipo professionale.
Quelli del Santo Stefano forse erano per i più poveri e furono, probabilmente i primi, a cedere alla concorrenza delle macchine automatiche.Forse erano quelli che mettevano "i cicchetti", le toppe di cuoio a chiudere i buchi dell'uso, per chi non si poteva permettere di far cambiare tutta la suola.
Oggi sappiamo che le colle portano il cancro ma io ero contento di quell'odore, così come quasi tutti i bambini si inebriano dell'aroma delle benzine nei distributori.
Quando, qualche anno dopo, via Santo Stefano mi divenne quotidiana per la frequenza delle vecchie Scuole medie Rolandino, alla confluenza della Fondazza e di via Dante, i ciabattini erano scomparsi.
Un giorno passai sopra i loro caveau, sono una quindicina da San Giuliano a Cervellati, e con il tacco provai a battere sopra ogni lastra. Sentivo il rumore del vuoto, quasi fantasticavo di verificare se mai qualcuno fosse rimasto chiuso lì dentro.
Negli anni ho provato a chiedere a molti se ricordano i ciabattini.
E' strano. Ho chiesto ad architetti e vecchine, a fanatici bulgnis e fornai. Niente. Quasi nessuno sembrava ricordare. Chi assentiva mi diceva: "ma erano qui prima della guerra!".
Invece no. Io so che quella vita senza alzarsi mai, quel lavoro da corte medievale, ho fatto in tempo a vederlo.
Si è avuto gran fretta di archiviare la nostra storia di antichi, e di poveracci, anche a Bologna, come in tutta l'Italia del boom economico.
Ma quel bimbo ancora ricorda.

davideferrari@yahoo.com

mercoledì 3 dicembre 2008

Per Bianca Maria Pirazzoli

Dicembre 2008
Teatro San Martino
Via Oberdan, 25
Bologna


Per ricordare e inventare una storia
Il Gruppo Libero,
dal ’68 al futuro


Dedicato
a
Bianca Maria Pirazzoli e Arnaldo Picchi

Mercoledì 3 Dicembre 2008 ore 10-13 / 14-16

I COLORI DI BIANCA
Interventi e memorie intorno a
Bianca Maria Pirazzoli

1a parte - Ricerche teatrali e rapporti col territorio
Presiede Gerardo Guccini – Università di Bologna

Intervengono

Claudio Cumani - Giornalista
L’anima bianca del teatro di ricerca

Ubaldo Soddu - Scrittore
I tre salotti di Ulisse

Mariangela Pitturru - Direttore del Teatro delle Celebrazioni
In principio fu Bianca – Il teatro vissuto

Davide Ferrari - Università di Bolzano
Un’artista e la città: vicenda di un difficile rapporto

Giuliana Zanelli - Docente e scrittrice
Bianca e il Gruppo Libero a Imola: dal 1977, il filo che conduce al presente

2a parte – Ritratti, poetiche, pensieri
Presiede Paola Bignami – Università di Bologna

Intervengono

Giovanni Azzaroni - Università di Bologna
Bianca: una vita per il teatro

Claudia Palombi - Scrittrice e coach di teatro
Consapevolezza, necessità e mappa del tesoro

Gabriella Montera - Assessore alla Provincia di Bologna
Bianca e le istituzioni – una politica culturale al femminile

Claudio Meldolesi - Università di Bologna
Un’artista rara, unificatrice dei Teatri

Con il patrocino del DAMS

venerdì 21 novembre 2008

Idee dalla città. Incontro con Flavio Delbono.

Venerdi' 21 Novembre 2008, ore 21
Sala del Centro Civico del Quartiere Savena
Via Faenza 4, (adiacente a via Arno)
 
Idee dalla citta'
le persone, la cultura, la scuola:
lo sviluppo migliore

 
Incontro con Flavio Delbono
 
Saranno presenti : Davide Ferrari, Franco Frabboni,
Marco Mazzoli, Bruno Pizzica,
Rosanna Facchini, Carla Falchieri, Massimo Meliconi,
Marilena Pillati, Giuseppe Pinelli,
Gregorio Scalise, Daniela Turci
 
Presiede: Enea Mazzoli
 
incontro promosso da:
"La casa dei cittadini"
www.casadeicittadini.info

Delbono e "La casa dei cittadini"

Venerdì 21 Novembre 2008, ore 21
Sala del Centro Civico del Quartiere Savena
Via Faenza 4, (adiacente a via Arno)
 
Idee dalla città
le persone, la cultura, la scuola:
lo sviluppo migliore
 
Incontro con Flavio Delbono
 
Saranno presenti : Davide Ferrari, Franco Frabboni,
Marco Mazzoli, Bruno Pizzica,
Rosanna Facchini, Carla Falchieri,
Massimo Meliconi,
Marilena Pillati, Giuseppe Pinelli,
Gregorio Scalise, Daniela Turci
 
Presiede: Enea Mazzoli
 
incontro promosso da:
“La casa dei cittadini”
www.casadeicittadini.info
www.casadeiciottadini.blogspot.com


 

sabato 15 novembre 2008

Perchè Flavio Delbono

La Bologna che vogliamo
di Davide Ferrari

Perchè con Flavio Delbono.

Fra circa un mese tutti ii cittadini di Bologna, che vorranno, potranno votare alle elezioni primarie del Partito Democratico il candidato sindaco che sembra loro migliore o più "opportuno".
Anch'io ho fatto la mia scelta.
Ho scritto il mio pensiero agli amici del Circolo "Mazzini", ai quali mi legano tanti anni di impegno comune.
Pubblico qui la lettera che ho loro rivolta.

"Car* amic* e car* compagn*,
alle primarie darò il mio voto a Flavio Delbono.
I motivi sono semplici ma, a mio avviso, determinanti.
In primo luogo ritengo che siamo in una situazione difficile. La vicenda di questi anni, forse addirittura dal '99, non solo dal 2004, è stata molto complessa e ha visto scelte che andranno rimeditate.
Certamente ci consegna, dopo la decisione di una personalità così rilevante come Sergio Cofferati di non ricandidarsi, quella che io considero una vera emergenza.
Non mi convince un esagerato ottimismo. Abbiamo governato positivamente, possiamo avere un buon risultato e vincere.
Ma è particolarmente necessario scegliere il candidato che, probabilmente, può raggiungere meglio più cittadini, un elettorato a noi esterno.
In secondo luogo vorrei dirvi che, in questi anni, ho dovuto e potuto studiare molto i problemi degli Enti Locali, del nostro Comune.
La lontananza da ogni maggiore coinvolgimento, mi ha consentito di approfondire, di comprendere quell'"acqua calda", che dimentichiamo quasi sempre, ubriachi di politicismo.
Il fatto che, alla base delle possibilità di una buona politica, si deve trovare una buona concreta amministrazione, a partire dalle scelte fondamentali di bilancio, e quanto sia importante, per cercare di garantirla, una robusta conoscenza delle cose, oltre alla capacità di innovazione e di direzione.
Flavio Delbono indubbiamente risponde meglio di tutti gli altri candidati a questi criteri che credo assolutamente prioritari.
Punto. Non vi è in me altra motivazione.
Non vi è nessuna sottovalutazione delle capacità degli altri.
Di Maurizio Cevenini mi considero personalmente amico.So bene come, assieme alle note qualità umane, vi siano in lui particolari ed elevate doti politiche.
Conosco Virginio Merola dai primi anni '80. Veniamo dallo stesso percorso, fin dai tempi del PdUP, e credo pochi conoscano come me il suo impegno costante ed intelligente, la sua capacità di tenere assieme una compagine, di realizzare fatti importanti.
Conosco da molti anni anche Andrea Forlani. L'ho visto crescere come una speranza, una figura nuova ed autonoma.
Sono convinzioni, su di loro, che non dimetterò certo, comunque vada. Ma, d'altra parte, non possiamo scegliere solo su fatti personali, sulle nostre conoscenze, sulle nostre vicinanze o distanze dai candidati.
E non dobbiamo inventarci ciò che non abbiamo davanti, fortuna o disgrazia che sia: un confronto fra piattaforme politicamente molto divergenti.
No, non siamo di fronte a bivi di civiltà.
Non è così.I candidati esprimono una cultura di governo in larghissima parte comune.
La esprimono in modo e con forza -oggi- diversa: ecco il punto.
Dobbiamo quindi riflettere su quale sia la scelta che più ci aiuta.
Ci vuole e ci può essere, quindi, una campagna elettorale per le Primarie serena e vissuta come occasione per ragionare e crescere, tutti.
Darò con questo spirito il mio contributo, innanzitutto per aumentare al massimo il numero dei cittadini coinvolti, di quelli che andranno a votare alle Primarie del 13 e 14 Dicembre.
E con queste convinzioni voterò Flavio Delbono.
Un caro saluto a tutti, e buon lavoro a tutti noi.
Davide
Scrivi a davideferrari@yahoo.com
visita il sito www.davideferrari.org

mercoledì 29 ottobre 2008

La poesia Nica.

Libreria Feltrinelli International
via Zamboni, 7/b - 40126 Bologna BO

Mercoledi' 29 Ottobre 2008 dalle ore 18:00
Incontro con i curatori  di

La poesia Nica
(Campanotto Ed.)
 
Roberto Pasquali e Enzo Minarelli.
Introduce Davide Ferrari.

La poesia Nica. Incontro a Bologna.

La poesia Nica
Incontro con i curatori Roberto Pasquali e Enzo Minarelli, introduce Davide Ferrari. La Poesia Nica, antologia ragionata della poesia nicaraguese del Novecento, attraverso questa edizione bi-lingue, si prefigge lo scopo di documentare le vicende poetiche di un paese che ha segnato la storia della poesia nell'America Latina, a partire dal genio indiscusso di un Ruben Dario.
ore 18 - Libreria Feltrinelli International - Via Zamboni 7/b - tel. 051 265476
info@3vitre.it
http://www.editricezona.it/bakeka.html

lunedì 20 ottobre 2008

”LE NOTTI BIANCHE NELLE SCUOLE BOLOGNESI”

INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA NEL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA,
Lunedi' 20 Ottobre 2008


Consigliere FERRARI

Grazie signor Presidente.
svolgerò un breve intervento, come da regolamento, per non lasciare senza un eco ed un racconto in Consiglio, un avvenimento importante nella vita delle scuole bolognesi, ma, non solo, anche nella vita culturale e sociale della nostra città.
Voi ricorderete, ne abbiamo parlato anche in Consiglio Comunale, si era voluto fare credere, con più interventi, che – a riguardo delle manifestazioni di dissenso verso le gravi scelte della Ministro Gelmini - fossimo di fonte a fenomeni indistinti di ribellismo, a fenomeni di speculazione politica, privi di contenuti.
Ancora si insiste, in particolare nelle Scuole Secondarie, forse perché la canizie dei nonni e il rispetto ai genitori lo renderebbe più difficile nelle Scuole Primarie, ad additare nei confronti dei protagonisti, quando essi sono studenti quantomeno, lo spettro dell’accusa dell’ignoranza.
Ebbene tutto questo è stato smentito, trasformato, credo per tutti o perlomeno per chiunque abbia buona fede, nel vedere rappresentato il desiderio di una scuola migliore nelle serate del 15 ottobre, in tutta evidenza, con grande consapevolezza, maturità, calma e tranquillità, da parte di tanti bolognesi, come d’altra parte anche in altre città è avvenuto.
Una volontà certamente di protesta, ma soprattutto di proposta, di ripresa di spazio, che ha saputo unire l’animazione, il gioco, la cultura, e anche una idea di scuola, quella a tempo lungo, disteso, partecipato, dove le discipline hanno il tempo di intersecarsi fra loro.
Bene, queste sono state le notti bianche a Bologna, un grande fatto anche per la cultura bolognese, ma vorrei dire una cosa in più, mi è capitato di leggere un testo proprio oggi, non del Ministero, e questo mi dispiace, fosse stato del Ministero lo avrei – in qualche modo – quasi dato per scontato.
Un testo di un Centro di Ricerca di media dimensione, (insomma non siamo di fronte al Mit), senza dubbio stimabile, pubblico e privato, che elenca alcuni punti, anche in modo critico peraltro rispetto al Ministro, ma, a seguire, aggiunge un elenco di “valori” che dovrebbero essere il fine della scuola. Sono quei valori che ogni giorno anche la televisione più commerciale ci propina, con malcelata ipocrisia, accanto a mille “nani e ballerine”, “autorità, gerarchia, ordine, disciplina”.
Ma, chiediamoci, sono questi i valori che deve assicurare la scuola? Io non lo credo.
Io credo senza dubbio che siano valori e risorse l’autorevolezza dei docenti, il rispetto per le famiglie, ma soprattutto il fine della educazione sia aiutare la possibilità di una crescita individuale, differenziata e valida.
L’apertura di porte e finestre nella vita dei bambini, questo deve dare la scuola, e anche questo hanno contribuito a fare vedere, in nuce certamente, le notti bianche bolognesi.
Riportando la scuola pubblica alla sua funzione, non a quelle funzioni plastificate e fasulle, alle quali certamente le responsabilità politiche di governo, ma anche – purtroppo – un certo dibattito insufficiente vorrebbero condannarla.

venerdì 17 ottobre 2008

Scuole di Bologna. Le notti bianche ( Stenografico)

Intervento in Consiglio comunale, in inizio seduta.

Consigliere FERRARI

Grazie signor Presidente.
Un breve intervento, come da regolamento, per non lasciare senza un eco ed un racconto qua in Consiglio, un avvenimento importante nella vita, non solo – credo – delle scuole bolognesi, ma anche nella vita culturale e sociale della nostra città.
Voi ricorderete, ne abbiamo parlato anche in Consiglio Comunale, si era voluto fare credere, con più interventi, che fossimo di fonte a fenomeni indistinti di ribellismo, a fenomeni di speculazione, privi di contenuti.
Ancora si insiste, in particolare nelle scuole secondarie, forse perché la canizie dei nonni e il rispetto ai genitori lo renderebbe più difficile, ad additare nei protagonisti, quando essi sono studenti, quantomeno lo spettro dell’accusa dell’ignoranza.
Ebbene tutto questo si è trasformato, credo per tutti o perlomeno per chiunque abbia buona fede, nel vedere rappresentato nelle serate della giornata del 15 ottobre in tutta evidenza con grande consapevolezza, maturità, calma e tranquillità, da parte di tanti bolognesi, come d’altra parte anche in altre città è avvenuto.
Una volontà certamente di protesta, ma soprattutto di proposta, di ripresa di spazio, che ha saputo unire l’animazione, il gioco, la cultura, e anche una idea di scuola, quella a tempo lungo, disteso, partecipato, dove le discipline hanno il tempo di intersecarsi fra loro.
Bene, queste sono state le notti bianche a Bologna, un grande fatto anche per la cultura bolognese, ma vorrei dire una cosa in più, mi è capitato di leggere un testo proprio oggi, non del Ministero, e questo mi dispiace, fosse stato del Ministero lo avrei – in qualche modo – quasi dato per scontato.
Un testo di un Centro di Ricerca di media dimensione, insomma non siamo di fronte al Mit, però senza dubbio stimabile, pubblico e privato, che mette in fila, volendo anche essere critico rispetto al Ministro, alcuni punti, un elenco di valori.
Sono quei valori che ogni giorno anche la televisione ci propina.
E lo stesso fa il centrodestra, e non da solo, autorità, gerarchia, ordine, disciplina.
Ma sono questi i valori che deve dare la scuola? Io non lo credo.
Io credo senza dubbio che l’autorevolezza dei docenti, il rispetto per le famiglie, ma soprattutto la possibilità di una crescita individuale, differenziata e valida, l’apertura di porte e finestre nella vita dei bambini, questo deve dare la scuola, e questo hanno contribuito a fare vedere, in nuce certamente, le notti bianche bolognesi.
Riportando la scuola pubblica alla sua funzione, non a quelle funzioni plastificate e fasulle, alle quali certamente le responsabilità politiche di governo, ma anche – purtroppo – un certo dibattito insufficiente vorrebbe condannarla.

giovedì 9 ottobre 2008

Scuola e altri conflitti. Il senso del limite che manca alla Destra.

Guardando alle scuole inquiete di queste settimane si può osservare tutto il paese.
Ho ritenuto importante assieme ad altri consiglieri comunali, prendere cartae penna per scrivere una nota di solidarieta' ai genitori ed ai docenti delle scuole XXI Aprile e Don Marella,ad insegnanti fatti segno da una manifestazione di Azione giovani di accuse insultanti,e a genitori che hanno visto un atto vandalico contro i loro cartelloni,firmato da scritte inneggianti al Presidente del consiglio.
Piccole cose? Ragioniamo con attenzione.
C'e' un clima brutto di intolleranzache deve trovare risposte coraggiose non solo dalla comunita' scolastica, ma dalla societa' bolognese.Alla positiva conclusione della vicenda giudiziaria sull'occupazione delle XXI Aprile,ad un sospiro di sollievo è però seguita subito la "vicenda Garagnani".
Non voglio qui riprenderne i contorni.Comunque sia andata non è forse un dovere considerare come sia graveche venga anche solo sospettato un deputato della Repubblicadi svolgere un ruolo di provocazione?
Al di la’ del sostegno, di parte,che Garagnani riceve in questi giorni, auspico si apra, anche nella Destra,una riflessione profonda.Mi chiedo: "Quale è il limite del confronto e dello scontro politico?Quali sono i pilastri della convivenza politica?"E’ esagerato porre questa domanda, su questo terreno?Non lo credo. Pensiamo al terreno della conflittualità: è la scuola,una preziosa "terra di tutti".Quali sono le motivazioni della protesta che ha suscitato reazionicosì aspre. Asprissime, intimidatorie. Se anche non fosse vero che silanciano le uova contro chi protesta, certo si fotografano bambini e genitorinelle manifestazioni. Com’è noto.Invece le motivazioni della protesta dovrebbero interessare tutti.
Il ruolo della scuola pubblica, la sua dimensione e la sua qualità.Una scuola che è obbligo fare trovare, per dettato Costituzionale,in ogni territorio, in ogni ordine e grado. Sarebbe naturale che le forzepolitiche della maggioranza difendessero con argomenti il proprioGoverno.
Ma e’ naturale che contro una protesta sociale, di merito, si scateniuna reazione furibonda?No, è un fatto grave ed abnorme. Così è grave, anche se si è di Destra,ritenere una menzogna l’antifascismo e il razzismo una cosa con la qualesi può minimizzare.Serve un limite. Chi dissente va rispettato, da tutti, e i principi fondamentalidevono essere praticati comunemente.
Ma i limiti, appunto, esistono solo quando tutti li riconoscono. Nell’ItaliaRepubblicana e democratica i limiti devono risiedere nei valori espressidalla Costituzione e nelle regole che essa richiede.Ma le grandi forze politiche di oggi non erano presenti alla redazione dellaCarta costituzionale e, a Destra, non dichiarano ancora una esplicita, esenza remore, filiazione dalla Costituzione.Nella storia d’Italia, la Sinistra, e chi ne è erede, ha dovuto compiere ungrande percorso per cambiare non solo le proprie politiche ma la propriaconcezione pratica della politica.Nel processo di democratizzazione sempre più compiuta, è mutato, non solola pelle, ma il cuore.
Si è riconosciuto un limite alla politica, un limite al conflitto, si è compreso che vincere non può voler dire cancellare.
A Destra questo non è avvenuto.Ogni giorno ne registriamo le conseguenze.E’ sempre giusto parlare di patti sulle regole, ma il primo patto dovrebbeessere sui principi ed i comportamenti.
Verificare la capacità del rispetto,di dichiarare l’alt quando si raggiunge il varco dell’intolleranza.
Quando ciò avviene per propria scelta sia dato merito a chi lo fa.Ad esempio il Presidente attuale della Camera, in alterne occasioni,sembra consapevole di questa necessità.
Ma laddove ciò non avviene per maturazione autonoma deve esserel’obiettivo principe della battaglia politica farlo maturare.A questo serve l’opposizione, a limitare la politica per nobilitarla,per accrescerne la libertà. E’ un compito grave ed importante.Richiede certo equilibrio e forza di dialogo.
Ma in primo luogo, nell’emergenza del nostro convivere, richiede fermezza.

Davide Ferrari

www.davideferrari.org

giovedì 2 ottobre 2008

Per una scuola pubblica di qualità.

FESTA UNITA’ Due Madonne
Venerdì 29 maggio 2009 ore 20.45

PER UNA SCUOLA PUBBLICA CAPACE DI FUTURO

Introduce
Marilena Pillati Università di Bologna,
candidata in Consiglio Comunale
Intervengono
Giovanni Sedioli
Assessore Regione Emilia-R. Scuola Formazione
On. Manuela Ghizzoni
Capogruppo PD nella Comm. Istruzione Camera
Davide Ferrari
presidente Forum delle Scuole

venerdì 26 settembre 2008

"Scuola. Bologna non tace: una bella giornata"

Davide Ferrari
Presidente del Forum delle scuole del PD
Consigliere comunale di Bologna
 
NOTA STAMPA
26 settembre 2008

"Scuola. Bologna non tace: una bella giornata"
 
"Il successo davvero grande della manifestazione di oggi delle scuole bolognesi, una bella giornata di partecipazione di protesta e di proposta, la sua spontaneità evidente dicono due cose a Berlusconi e Gelmini.
La prima: non sono accettabili -per nessun motivo- tagli così grandi, 800 milioni di euro, dei quali oltre il 70% sarà sottratto per semopre alla scuola, secondo dichiarazioni esplicite del Ministro.
Sono i tagli più gravi mai avanzati in tutta la storia della Repubblica.
Mai nessun Governo era arrivato a tanto.
Vogliono far discutere di grembiuli e di voto in condoptta ma la verità è questa: si vuole una scuola povera, indifesa di fronte ai media commerciali ed al disagio sociale.
Altro che lotta al bullismo, si taglieranno per prime proprio le mifhgliori esperienze per l'educazione al rispetto reciproco ed alle regole di convivenza.
La seconda: Bologna non tace. Le scuole di Bologna vogliono difendere la qualità ed anzi chiedono di poter andare molto più avanti.
Tempo pieno, certamente, ma contenuti e metodi migliori in tutte le scuole, a partire dalla scuola di base fino alle superiori, raggiunti con la stabilità del personale, ambienti accoglienti e curati, una vasta partecipazione ad ogni momento della vita educativa.
Occorre che il nostro territorio abbia voce in capitolo sulle proprie scuole.
Si parla di federalismo ma il Governo centrale taglia e decide senza ascoltare nessuno.
Il Forum delle scuole e tutto il PD promuoveranno iniziative di confronto in tutte le zone della città e della Provincia di Bologna.
Ascolto e proposta per la qualità dell'educazione: proprio quello che oggi vogliono negare."

www.davideferrari.org

lunedì 22 settembre 2008

Il ricordo di Leo De Berardinis e Luigi Gozzi

Il ricordo di Leo De Berardinis e Luigi Gozzi in Consiglio Comunale


Il Presidente Gianni Sofri ha incaricato il consigliere Davide Ferrari di
ricordare Leo De Berardinis e Luigi Gozzi in Consiglio comunale.
Inviamo il testo stenografico dell'intervento.
..............................................

RICORDO DI LEO DE BERARDINIS E LUIGI GOZZI
Consiglio comunale di Bologna Lunedi 22 Settembre 2008

Consigliere FERRARI.
Grazie Presidente, signor Sindaco, colleghi.
Credo che non sia questa l'occasione per citare note biografiche, oppure per
entrare nei particolari del giudizio critico sull'opera di due artisti cosi'
diversi, ma entrambi cosi' significativi del rapporto fra il teatro e la vita
pubblica, la coscienza che una comunita' ha di se.
Vorrei, quindi, utilizzare questi pochi minuti che Ella gentilmente mi ha
assegnato, per ricordare soltanto due tratti, uno di Leo De Berardinis, e
l'altro di Luigi Gozzi.
Di Leo De Berardinis voglio ricordare la sua insistenza sul dovere dell'attore
di formare il pubblico, di costruire il pubblico, di realizzare "l'esistenza del
pubblico".
Alle volte, soprattutto le grandi figure del teatro di avanguardia sono
considerate come personaggi iniziatici, personaggi cioe' che rivolgono per
scelta la propria azione ad una ristrettezza di interlocutori eletti.
E' vero, Leo non pensava a pubblici indistinti, ma riteneva suo primo dovere
affinare l'arte fino al punto di creare il pubblico per un grande teatro di
ricerca culturale. In questo stava la sua lezione civile piu' importante.
Era un uomo di cultura profondissima, avemmo i primi contatti, poi via via piu'
intensi, per il comune interesse verso una figura lontana da quella che sembra
oggi la nostra attualita' , Sri Aurobindo, il grande pensatore indiano, figura
molto complessa, che ha operato un tentativo di sintesi fra Occidente e
Oriente.
Bene, io penso che De Berardinis fosse interessato a questa figura, come ad
altre, certamente per il suo dono di possedere una mente sempre apertissima, ma
anche proprio perche' Aurobindo cercava di conciliare l'inconciliabile, per
intravedere un destino per una evoluzione dell'uomo .
La ricerca della perfezione, lo "stile" orientale della ricerca dell'assoluto,
era in Leo de Berardinis messo a confronto con una volonta' straordinaria di
egemonia, di battaglia aperta per una cultura democratica perche' davvero
libera.
Luigi Gozzi, io penso, vada ricordato soprattutto per un punto, fra tanti, tante
sue affermazioni, dichiarazioni, conferenze, studi, e soprattutto fra tanta
vastita' del suo lavoro di regista e di formatore.
Una volta era comune richiamare il punto dell'unita' , della salda unita' da
ricercare tra didattica e ricerca, come elemento di qualita' fondamentale per
l'Universita' .
Gozzi ha cercato di praticare esattamente questo punto, nel suo fondare
addirittura un teatro, e poi mantenerlo vivo con caparbietà ed intelligenza, con
il suo non dimettere mai il rapporto fra l'insegnamento e la produzione in
proprio di teatro. Un esempio, in questo campo, fra i piu' limpidi di unione fra
didattica e ricerca, e Gozzi ne era consapevole.
Il suo lavoro ha lasciato un segno imperituro, e cioe' la convinzione che chi
forma i nuovi quadri del teatro, puo', addirittura si potrebbe dire "deve"
produrre teatro, produrre impresa di spettacolo, fare produzione artistica.
Da questo punto credo non si tornera' indietro, a Bologna, almeno come elemento
concettuale, e questo ha fatto della nostra citta' un punto di avanguardia
riconosciuto.
Lo dobbiamo molto anche ad altre figure, ricordo Picchi, tante altre figure, ma
lo dobbiamo moltissimo,in massima parte, a Luigi Gozzi.
Si parla spesso di Bologna e la sua cultura, si dice come nella rete delle sue
strade manchino le eccellenze e si ritrovi un ordito diffuso invece ricco,
vasto.
Certo e' vero, ma alle volte i nodi di questo ordito stringendosi permettono di
farci riferire a figure di straordinaria qualita' .
Cosi' erano, e dobbiamo quindi a loro l'onore di questo ricordo del Consiglio e
ben di piu', Luigi Gozzi e Leo De Berardinis.

venerdì 19 settembre 2008

Museo Ustica:ARTE,TEMPO,MEMORIA, VERITA'

Festa Unita' Bologna 2008

Parco NORD, PIAZZA SENIOR
Venerdi' 19 Settembre, ore 20,30


Il Museo per Ustica a Bologna
ARTE TEMPO MEMORIA VERITA'



Partecipano Vittorio Boarini, Davide Ferrari, Concetto Pozzati

Introduce Daria Bonfietti

 

''A Bologna esiste da piu' di un anno il Museo per la Memoria di Ustica: una realizzazione nata dalla collaborazione dei Ministeri dei Beni Culturali e della Giustizia e degli Enti Locali, Regione Emilia-Romagna, Comune e Provincia di Bologna. Il Museo, ospita il relitto del dc 9 Itavia, precipitato nel mare di Ustica, recuperato e ricomposto per le esigenze delle indagini a Pratica di Mare e poi nel 2006 riportato a Bologna, che dialoga con una istallazione di Christian Boltanski, uno dei piu' importanti artisti contemporanei interessato in particolare ai temi della memoria.

Questa realizzazione, oltre a riscuotere l'ammirazione dei molti visitatori, viene gia'annoverata dalla critica tra le principali ''tappe'' del tour internazionale dell'arte contemporanea .

A partire da questa realta', tre intellettuali bolognesi rifletteranno attorno al rapporto arte-memoria, e quindi consapevolezza per la ricerca della verita', a partire dai campi della loro piu' specifica sensibilita' in un percorso che certamente interessera' l'arte visiva, la cinematografia e la parola scritta.''

                                       Daria Bonfietti
INVITO

lunedì 8 settembre 2008

NO AL MAESTRO UNICO. Approvato odg Ferrari in Consiglio comunale

> Questo il testo dell'ordine del giorno , presentato dal consigliere
> Ferrari
> e firmato anche dai consiglieri Merighi, Sofri, Lo Giudice,
> Monteventi,
> Delli Quadri, Naldi, Suprani e altri che è stato approvato questa
> sera dal
> Consiglio Comunale di Bologna.
>
> ......................................................................
> ...
> Comune di Bologna
> 8 Settembre 2008
>
> Il Consiglio comunale di Bologna,
> valutato il decreto legge 1 settembre 2008, n. 137, che reca
> Disposizioni
> urgenti in materia di istruzione e universita’,
> e considerato:
> -che per esplicita dichiarazione del Ministro Mariastella Gelmini,
> così
> articolata: "Abbiamo approvato una Finanziaria che prevede risparmi
> ingenti
> nella scuola intorno ai 7 miliardi di euro, e il 30% dei risparmi che
> realizzeremo con la finanziaria verranno reinvestiti nella scuola",
> i tagli alla scuola non rispondono a criteri di qualità e nemmeno di
> razionalizzazione della spesa, e servono invece almeno per il 70%, far
> quadrare i conti della Finanziaria.
> - che sono disposti dal Governo tre anni di fortissima riduzione
> dell’investimento educativo, culturale e di solidarietà sociale;
> -che, in particolare, con il ritorno ad un unico maestro in ogni
> classe,
> sono diffusi i timori di vedere una scuola povera, ben diversa e
> peggiore
> di quella che hanno vissuto i genitori dei bambini che entreranno
> nelle
> scuole elementari;
> -che in tal modo si sottraggono ai bambini e alle bambine le
> competenze ed
> il sapere dei maestri specializzati e molte ore di scuola, perche' si
> riduce l'attuale orario di lezione abbassandolo a 24 ore settimanali;
> - che un unico docente dovrà insegnare tutto cio' che ora viene
> garantito
> da 3 docenti appositamente formati.
> -che permane una condizione di incertezza per il tempo pieno, forse
> sostituito da alcune ore in piu', solo se ce ne saranno le
> condizioni, e
> senza, ad ora, certezza dei finanziamenti;
> che quella riguardante il maestro unico appare la decisione
> più grave
> di una politica contro la scuola che, fra disposizioni e
> annunci,
> vede un taglio di enormi dimensioni del numero degli
> insegnanti e
> misure demagogiche e discutibili come il voto di condotta, il
> grembiule ed i libri di testo confermati per cinque anni e
> altre,
> sicuramente sbagliate, come il ritorno al voto anche nelle prime
> classi del percorso scolastico;
> considerando altresì
> la scuola come una priorità assoluta, nella convinzione che la
> scuola è un
> bene di tutti e quando ha successo, ha successo tutta l'Italia,
> nella certezza di interpretare
> i sentimenti della città di Bologna, una città che investe molto per
> l’istruzione, l’educazione, la formazione, e che vuole una scuola
> libera e
> moderna, un ambiente educativo sicuro e ricco di opportunità,
> il Consiglio comunale
> esprime
> il proprio fermo dissenso circa le scelte del
> Governo e del ministro, che possono indebolire irreparabilmente la
> struttura stessa della scuola, la sua presenza nel territorio, la sua
> funzione di promozione sociale e culturale ;
> rileva inoltre come
> il Governo imponga, da solo, in tempi di discussione sul
> federalismo, una
> scuola tagliata, arretrata e con meno cura dei bambini e della loro
> crescita:
> ed invita dunque la Giunta
> -a proseguire il proprio impegno per la qualità della scuola,
> -a promuovere un vasto confronto con gli altri EE.LL e le loro
> associazioni, con i Parlamentari eletti anche dalla città, e, in primo
> luogo, con i genitori e gli insegnanti,
> perché
> si possa esprimere una vasta e consapevole opinione istituzionale e
> sociale
> a favore della scuola e contro tagli e scelte così preoccupanti, per
> determinare un diverso indirizzo a garanzia della scuola di tutti.
>
> Davide Ferrari

sabato 30 agosto 2008

Un contributo di Otello Ciavatti.

 
 
5 in  condotta
Ma esiste ancora la Costituzione ?
 
La scuola è un luogo socialmente denso :il disagio sociale  talora esplode  nella svariate forme di bullismo,dalle più gogliardiche  alle dure e violente ( richiesta di denaro,minacce,pestaggi,razzismo).
Le prime rientrano in una casistica tradizionale  seppure amplificate dai nuovi mezzi di comunicazione( telefonino,You tube ).La possibilità di filmare e diffondere   contrasta con  la consapevolezza del danno provocato .La percezione viene offuscata dal  "brivido della creazione ".In questo caso i modi per intervenire sono tanti,sospensione,lavoro socialmente utile, fino alla condanna penale.
Ancora più le forme più delinquenziali di bullismo sono affrontabili con l'azione penale accompagnata dalla sospensione.
Il problema in questi casi è un altro,quello della subalterneità psicologica delle vittime e quindi di un lavoro nella scuola da parte di dirigenti e insegnanti teso a far lievitare una cultura della denuncia che nulla ha a che fare con la solidarietà fra studenti.Ho avuto modo di parlarne diffusamente con i miei studenti ricavandone una sensazione positiva,nel senso che  il silenzio imposto da una sorta di falsa coscienza della difesa di ceto cade a pezzi a fronte di episodi di violenza e intolleranza e a un ragionamento serio sul modo di neutralizzarli.
Il resto è ordinaria amministrazione,dinamica quotidiana non facilissima,data la composizione modificata,la presenza di molti giovani che non sanno l'italiano,culture diverse,condizioni di partenza molto difficili come quelle che si riscontrano a Napoli o Palermo,ma in alcuni casi anche a Bologna in una grande scuola come l'Iatituto Aldini valeriani Sirani.Ordinara amministrazione che occorrerebbe affrontare con maggiori strumenti,aule meglio attrezzate,meno studenti al fine di poter personalizzare l'insegnamento,più sostegno per i diversamente abili.,più opportunità di rapporto con il mondo del lavoro,più laboratori , aule didattiche,biblioteche multimediali.
E' davvero sorprendente che a fronte di tali problemi l'unica soluzione suggerita dalla nuova( ma tanto antiquata) ministra Gelmini sia l'uso del cinque in condotta come elemento dirimente per affrontare il casi di " devianza" nella scuola.
Uno si sarebbe aspettato, aule meno affollate, più investimenti nella scuola pubblica,migliorameto delle condizioni di lavoro e aggiornamento degli insegnanti,nuove competenze a sostegno della popolazione più debole.
Invece il cinque,con un problema di fondo che a mio avviso è di tipo costituzionale.
Se perfino i delinquenti più efferati hanno diritto a un processo e a una difesa, cosa ha previsto la Ministra per gli studenti accusati di lesioni talmente gravi alle regole della scuola o della comunità da meritare il voto pigliatutto,quel cinque che annulla tutto il resto e si presenta come la pena assoluta in quanto nullifica ogni altro merito?Nulla!E questo è una vergogna.
Non ho visto nulla di simile a quello statuto degli studenti che regolava diritti e doveri, frutto di una discussione e di una accettazione consapevole.
Allora la sensazione di una misura che colpisce la pancia e obnubila la mente è pià che motivata.
Nel frattempo aspettiamo che qualcuno si occupi seriamente della scuola.
 
Otello Ciavatti
Docente Aldini valeriani-Sirani
e Università Primo Levi
 
Bo. 30-08-08

venerdì 29 agosto 2008

Arnoldo Foà, targa ricordo di Paolo Volponi, 2008

Gentilissimi,
             siamo lieti di invitarvi al primo appuntamento di

 
LA STORIA DEL PRESENTE

Casadeipensieri2008

           

 Venerdì 29 Agosto alle ore 21, al Parco Nord,

nella Sala Centrale

 
il primo giorno della Festa dell'Unità.
In programma un appuntamento importante, per la qualità degli intervenuti e per il valore del tema.
Un cordiale arrivederci,
                        l'Associazione culturale "La casa dei pensieri"



………………………………………………………………………………………….
VENERDI’ 29 AGOSTO
SALA CENTRALE
Ore 21
 
"Settanta anni dopo.
Le leggi razziali nella storia, una lezione per il presente".
Con Arnoldo Foà, Gianni Sofri, Pietro Greco, Amos Luzzatto
 
Andrea De Maria consegna ad Arnoldo Foà la
"Targa ricordo di Paolo Volponi 2008"
Al pianoforte Stefano Malferrari
 
Segue:
Concerto di musiche "Klezmer"
 
Presenta Piero Mioli.
Antonio Laganà, violino
Mario Raimondo Gullì, clarinetto
Stefano Zicari, pianoforte
 
Presiede William Michelini
…………………………………………………………………………………………

Associazione culturale "La casa dei pensieri"
www.casadeipensieri.eu

venerdì 22 agosto 2008

Casadeipensieri2008. La conferenza stampa di presentazione.

Associazione culturale "La casa dei pensieri"

Bologna, 22 Agosto 2008

Si è svolta questa mattina una affollata conferenza stampa per la presentazione

della diciottesima edizione della rassegna culturale internazionale:

 

LA STORIA DEL PRESENTE

Casadeipensieri2008

 

Si svolgerà a Bologna, al Parco Nord,  dal 29 Agosto al 22 Settembre,   nella Festa dell'Unità.

La presentazione del programma (vedi nota a seguire) è stata svolta da Davide Ferrari, Direttore artistico della rassegna.

Nel rispondere alle domande dei giornalisti intervenuti Ferrari ha tra l'altro dichiarato:

 

"Casadeipensieri perdura per un attaccamento al valore e alla pratica del volontariato. Se ci chiedono quale contributo portiamo alla ricerca dell'identità culturale del Partito Democratico, il nostro programma può rispondere mettendo in luce,  soprattutto, il riferimento a grandi valori, l'impegno contro il razzismo, per la pace e la convivenza. a partire però dalle persone, senza ideologie impositive. Con una grande attenzione all'ascolto e all'ospitalità di percorsi diversi, come insegnano la letteratura e le arti delle quali abbiamo raccolto tanti esponenti da tutto il mondo."

 

" Nel programma, vasto, abbiamo messo iniziative e presenze che sono come cartelli segnaletici, per non smarrire la bussola dei valori, da Arnoldo Foà, contro il razzismo, ieri e oggi, a Predrag Matvejevic, sull'Europa e la convivenza civile a Eduardo Galeano e Leonardo Padura Fuentes, la grande forza del romanzo, a Serge Latouche e Danìlo Mainardi, la ricerca di una via d'uscita dalla distruzione dell'ambiente, a Sergio Zavoli,con la sua opera su Aldo Moro,  a Cristina Comencini, con la sua storia sul male cui può portare il volere troppo un bene eguale per tutti, alla grande poesia internazionale con Joumana Haddad, dal Libano, Tali Latowicki e Shimon Adaf da Israele"

 

E' intervenuto Lele Roveri, responsabile delle Feste per il PD, che ha messo in rilievo: "la continuità ma anche l'innovazione di Casadeipensieri sempre più presente in luoghi diversi della festa e con un programma articolato  e vasto che fornisce un'offerta culturale rivolta a tutta la città".

 

 

 

Per l'Ufficio stampa

Antonia Babini

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LA STORIA DEL PRESENTE
Associazione culturale "La casa dei pensieri"
Casadeipensieri2008 1987. Da un’idea di Paolo Volponi
Una grande Casadeipensieri per: "La storia del presente".


Siamo alla 18° edizione. Un traguardo significativo, persino sorprendente, in una stagione che ha visto rapidissimi cambiamenti.

Casadeipensieri perdura per la particolarità che fin dalla nascita ha avuto. L’obiettivo non muta, infatti. Portare il dibattito culturale, grandi personalità internazionali nel cuore di una vasta kermesse popolare. Quest’anno saranno con noi Eduardo Galeano, Predrag Matvejevic, Leonardo Padura Fuentes, Serge Latuche e i poeti Joumana Haddad, Tali Latowicki, Shimon Adaf.

La storia del presente vuol dire: provare ad affrontare le grandi questioni che dalla nostra storia giungono, aperte, problematiche, fino al presente, al quotidiano. Per questo motivo l’apertura è con la straordinaria umanità di Arnoldo Foà. Il 29 agosto il primo incontro è per lui, per Amos Luzzatto e Gianni Sofri, per la serata dedicata al tema delle leggi razziali nella nostra storia. Una vera lezione per il presente. In quell’occasione verrà assegnata da Andrea De Maria ad Arnoldo Foà la "Targa ricordo di Paolo Volponi" per il 2008. Nei giorni seguenti avremo: la serata dedicata a Puccini, con un concerto recital fra lirica e prosa (30 ag); Vincenzo Cerami e Angelo Guglielmi (3 sett); Eugenio Riccomini, sulla nuova grande mostra del Comune e della Pinacoteca di Bologna su Amico Aspertini (5 sett); Predrag Matvejevic (6 sett); il centenario di Cesare Pavese (6 sett); il pensatore ambientalista Latouche (7 sett); lo scrittore cubano Padura Fuentes (7 sett); Gianni Minà sarà in dialogo con l’uruguagio Eduardo Galeano, uno dei protagonisti della letteratura mondiale (9 sett); Giorgio Celli e Danilo Mainardi (10 sett); la serata sul grande fumetto con, tra altri, Silvina Pratt (13 sett); Sergio Zavoli ci parlerà, con Renato Zangheri e Luigi Pedrazzi di Aldo Moro (15 sett). Saranno nostri ospiti personaggi come Oliviero Beha (15 sett), Luigi Manconi (16 sett), Curzio Maltese (16 sett), Paolo Prodi, Alfredo Reichlin e Nando Dalla Chiesa (22 sett) in occasioni importanti per parlare di come sta mutando il nostro paese. Non vogliamo dimenticare l’ironia di Eros Drusiani e il contributo di scrittori come Marcello Fois, Stefano Tassinari, Paolo Ruffilli e Gregorio Scalise e di artisti del valore di Raoul Grassilli, Stefano Malferrari, Dragan Babic, Raffaella Battistini, Silvana Strocchi, Simonetta Venturini e il trio Laganà Gullì Zicari che eseguiranno, all’apertura del 29 agosto, un concerto di musiche Klezmer.


Bologna, Parco Nord, 29 Agosto-22 Settembre
nell’ambito della
FESTA DELL’UNITA’ DEL PARTITO DEMOCRATICO DI BOLOGNA

                                                www.casadeipensieri.eu

lunedì 21 luglio 2008

Il nuovo Piano Strutturale del Comune di Bologna

Il nuovo Piano Strutturale del Comune di Bologna (PSC) non viene alla luce in una città paragonabile alla Bologna degli anni 60 e 70. Abbiamo vissuto per più di vent’anni l’epoca del liberismo, della non-progettazione, dell’urbanistica dimenticata.
Pur rimanendo “ferita ma viva”, anche Bologna è passata in quest’epoca. Ha resistito meglio, per la sua grande storia di programmazione e di qualità urbana e per la tenuta di una classe politica democratica, e di una società civile, indebolitesi ma tutt’ora in piedi.
Oggi, la speranza è che il PSC rappresenti l’annuncio che il vento sta cambiando di nuovo. Non si torna ad una rigidità impossibile, nei rapporti fra indirizzi di governo locale e società e mercato. No. Il mercato ha un ruolo nella visione del PSC. L’espansione c’è, ricondotta però a cifre sostenibili di nuove edificazioni, indirizzata socialmente a ripopolare Bologna e quindi a frenare la crescita delle villettopoli. Non crediamo che la partita sia stata facile. C’è, a Bologna, chi ha anunciato danni patrimoniali ai consiglieri comunali, per interventi negati in collina e soprattutto c’è chi ha iniziato a civettare con l’idea di “scendere in politica” proprio quando le istituzioni hanno voluto discutere , anche solo discutere, la costruzione di Romilia.
Ricordate? Dopo i rilievi a Romilia si è additata la politica al pubblico ludibrio per avere impedito la nascita di molti posti di lavoro. In giorni di scarsità, di dubbi sul proprio futuro per tanti, queste non sono accuse da poco.
Ripensiamo, ora, a Romilia e a Cazzola. Le parole, prima contro la Provincia, poi contro tutto “il pubblico” sono state pesantissime. Reggere la barra, proseguire una strada, segnare un punto “di civiltà” non è stato facile. E’ stato fatto.
Si devono far lavorare assieme il governo ed il mercato. Lo si può fare, però, solo se si programma. Se si guarda all’interesse generale. In questi giorni vediamo una crisi drammatica del mercato finanziario immobiliare internazionale.
Una crisi le cui conseguenze, intrecciate ad altri gravi fatti, minacciano anche le nostre prospettive produttive.
Non si salva una città seguendo progetti estemporanei di quello o quell’altro gruppo ma mantenendo un equilibrio fra realizzazioni e risposta della domanda. Facendo il bene anche del mercato oltre che dell’ambiente. La buona politica non è “un nemico del popolo”. Rifletta chi si dice “bolognese.doc”. Bologna, ha ragione l’Assessore Merola, non merita nulla di meno di quell’alta qualità di amministrare che la rende una città più importante, più grande del suo perimetro.

Davide Ferrari
www.davideferrari.org

"L'Unità", 15 Luglio 2008,

Il "forum delle scuole" alla conferenza programmatica del PD di Bologna.

Partito Democratico di Bologna
Forum delle Scuole

Una proposta per l’Assemblea Programmatica del P.D. di Bologna
18 -19 luglio 2008


Una prospettiva inquietante……
Il D.L. 112/2008, la “manovra” Tremonti, così come attacca grandemente le Università, prevede un taglio pesantissimo degli organici della scuola statale in tre anni, 100.000 docenti e circa 50.000 personale ATA (17%), con l’obiettivo di derivare per il bilancio dello Stato un risparmio totale minimo di 7.822 Euro in tre anni.
Chiunque comprende che non si tratta di tagli per razionalizzare ma di una scelta di ridurre, dequalificare, paralizzare la scuola pubblica.
La situazione che si determinerebbe nella nostra regione: si dovrà passare ad un taglio dei servizi scolastici, in particolare quelli più richiesti dalle famiglie, quali la durata del servizio per tutto il giorno, nella scuola dell’infanzia, o il tempo pieno nella scuola primaria. Oppure la qualità della formazione fornita dal sistema scolastico non potrà che peggiorare dato l’aumento da 4 a 6 degli alunni per classe
E’ particolarmente necessario difendere il sistema formativo dell’Emilia-Romagna dagli effetti drammatici che queste scelte sono destinate a produrre, in un sistema così ampio di servizi consolidati.

…………alla quale bisogna reagire
La protesta deve essere larga ma unirsi alla proposta.
La proposta di una idea diversa di scuola, come elemento centrale dello sviluppo ed ancor più come garanzia della crescita e della libertà intellettuale delle persone.
Serve una battaglia nazionale, è vero, ma elemento di riferimento di questo impegno, per i contenuti alternativi ad ogni modello di dequalificazione della scuola, può essere una iniziativa politica e legislativa della Regione Emilia-Romagna per gestire, concorrentemente, l’istruzione e, esclusivamente, la formazione.
Una scelta che si indirizzi con chiarezza in senso federalista, ma opposta nei contenuti a quella avanzata dalla Lombardia di Formigoni.
Una scelta a difesa di un modello forte di integrazione fra la scuola, i territori, gli Enti Locali, la produzione culturale viva, le altre opportunità educative.
D’altra parte l’Emilia-Romagna già si è dotata di una legge che si pone l’obiettivo di garantire ad ogni giovane un diploma di scuola superiore o almeno una qualifica professionale e di organizzare l’offerta di formazione permanente rivolta agli adulti, mettendo a sistema le risorse educative, di scuola e di formazione del territorio regionale.
E, pur nell’incompletezza del disegno istituzionale per quanto riguarda gli organi collegiali e territoriali e con pesantissimi limiti sul piano delle risorse, qui l’autonomia delle istituzioni scolastiche, ha messo pù radici, ampliando il ruolo e la responsabilità della funzione docente. Le scuole autonome sono oggi pienamente titolari della progettazione e gestione dell’offerta formativa e si rapportano direttamente agli Enti di governo del territorio.

Scegliere di governare la scuola, per le città, per Bologna. Da cosa si parte.

Non è un caso che ancora oggi Bologna e l’Emilia-Romagna registrino i più alti tassi di scolarizzazione del Paese, in media con l’Europa, e la più bassa dispersione scolastica (il 9.8% contro una media che supera il 30%).
La più alta spesa in Italia da parte degli Enti Locali per la scuola si è aggiunta infatti a quella dello Stato. Da oltre trent’anni si è fatto un investimento fondamentale sulla scolarizzazione precoce, sulla qualità e capacità di integrare dei nidi, della scuola d’infanzia e di quella elementare e si sono innovati i modelli di riferimento, in un percorso innervato sulla ricerca pedagogica, sulla formazione degli operatori e sulla condivisione delle scelte, sulla collaborazione tra le diverse istituzioni.
Inoltre, ottime scuole tecniche e professionali, un sistema di formazione professionale più forte e diffuso, l’enorme patrimonio dell’Università e dei centri di ricerca hanno definito in passato un sistema formativo invidiabile fondato sulla formazione dell’infanzia, sapendo agire con continuità e sui tempi lunghi necessari. Si è definito un modello di welfare e, al tempo stesso, un formidabile fattore di sviluppo.

La stessa domanda sociale sembra oggi chiedere più scuola, più intervento pubblico, più qualità.
Una ripresa significativa della natalità dal 1988, la presenza crescente di bambini e ragazzi stranieri (oltre l’11%), l’aumento delle certificazioni di H sul piano cognitivo e relazionale e di adolescenti che “stanno male” in modo più o meno evidente, o che manifestano un disagio adolescenziale crescente, collocano sempre più la scuola sulle frontiere avanzate del sociale e non consentono più risposte volontaristiche.
Ad un vissuto di frustrazione e abbandono della scuola si somma la solitudine e la precarietà degli adulti, anche nell’esercizio delle “funzioni genitoriali”. Bisogni nuovi di sicurezza, socialità, identità si traducono in una richiesta più precisa di garanzie da parte dell’Ente Pubblico e di qualità della formazione, di partecipazione alle scelte e alla difesa delle istituzioni educative: un fenomeno evidente e che da decenni non si presentava.
La formazione tecnica declina nell’orientamento dei giovani e mancano già da ora figure determinanti per l’impresa bolognese; essa rappresenta un segmento e non una completa filiera fino ai livelli più alti della formazione, peraltro difficilmente accessibile alle esigenze di formazione permanente degli adulti; i laureati sono di poco aumentati negli ultimi 30 anni e si registra un calo preoccupante delle facoltà scientifiche e tecnologiche; incerto è ancora lo snodo tra formazione alta, ricerca, mercato del lavoro e imprese. L’inefficienza del sistema conduce a procrastinare le scelte professionali e le prime esperienze di lavoro.
I segnali di crisi che vengono dal tessuto produttivo e sociale e l’incertezza della prospettiva richiedono anche qui più capacità di innovazione, ovvero una più solida formazione di base e più sapere diffuso, nel territorio e del territorio.
A una crescente domanda sul piano della primissima infanzia, di scuola d’infanzia e di tempo pieno, di diplomati e di laureati, di formazione permanente e di permeabilità dei sistemi formativi: una domanda forte di scuola pubblica, di qualità, di libertà di accesso all’istruzione e alla formazione per tutti e, in ogni caso, di garanzie che si chiedono all’Ente Locale, anche al di là delle sue competenze specifiche.

La scuola di Bologna e della provincia di Bologna: i luoghi dell’eccellenza.

Tutto sembra suggerire che, nel campo della scuola e della formazione, Bologna debba farsi nuovamente attiva promotrice di una “progettualità alta”: nella consapevolezza che oggi più che mai l’esercizio dei diritti di cittadinanza, la chiave dell’innovazione, dello sviluppo e della coesione sociale, stiano nella diffusione e nell’accesso al sapere;

Oggi è necessario, dunque, per contrastare attivamente lo svilimento cui è sottoposto il sistema dell’istruzione italiano, ridefinire principi fondanti, priorità e linee di intervento dell’Ente Locale. Occorrerà ragionare, pur garantendo il sistema d’istruzione nazionale, su un possibile federalismo scolastico, mai declinato, ma che molto spesso già esiste nei fatti.


Temi di riflessione e proposte di lavoro

1.Il diritto alla formazione appartiene alle persone e si esercita dall’età del nido per tutto l’arco della vita. Si tratta di un diritto individuale inalienabile. Deve divenire sempre più un diritto degli Enti locali e delle Regioni poter progettare le peculiarità del sistema formativo e educativo – come quantità, qualità, continuità, reversibilità delle scelte formative – da offrire ai propri cittadini, all’interno di un quadro nazione di istruzione e formazione.
2.La famiglia. La nostra società è profondamente mutata e non si può non prendere atto delle sempre più forti difficoltà che incontrano i genitori ad esercitare il loro ruolo educativo. Accanto al diritto alla formazione del bambino, esiste un bisogno delle famiglie di essere aiutate dai servizi sociali territoriali e dalle istituzioni educative, che devono potenziare la loro funzione di supporto alla genitorialità: impegnativa quando il bambino è nella primissima infanzia, ma ancora più difficile di fronte all’adolescenza.

3.La scuola pubblica deve assolvere la funzione che la Costituzione le assegna (art. 3) in quanto capace di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che (…) impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Non è dunque un servizio a domanda individuale ma un’istituzione della Repubblica dotata di autonomia. Essa si struttura su modelli pedagogici, si rinnova e si qualifica nel rapporto con la ricerca capace di saldarsi con il sapere degli operatori e in una progettualità condivisa con le famiglie. E’ luogo di formazione e aiuto alla genitorialità e di crescita culturale complessiva della città. Le sue strutture, attrezzature, competenze rappresentano il più importante centro di servizi formativi del territorio. Svolge una funzione fondamentale nel costruire il rispetto e l’integrazione delle diversità. E’ ancorata nel territorio e guarda all’Europa, contribuendo a costruire l’integrazione e la cittadinanza europea, nell’ambito di un percorso di armonizzazione dei sistemi educativi dei vari Paesi e degli obiettivi europei. In una generale “alleanza per la scuola” riconosciamo da tempo il ruolo che la scuola paritaria e legalmente riconosciuta può svolgere specialmente in alcuni segmenti dell’istruzione (Nidi, Infanzia…); e insistiamo per definire modelli d’integrazione con quella pubblica nelle sue variabili (Statale, Comunale ecc.), per fare dell’integrazione dei vari sistemi un punto d’eccellenza.

4. L’integrazione sociale e culturale. Più complessi e profondi sono i mutamenti della società, più alta è la sfida della diversità e più occorre investire sulla formazione perché questa possa rinnovare la sua funzione di accoglienza e integrazione, perché sia capace di dare a ogni bambino e ragazzo – diversamente abile o normodotato, italiano o immigrato, senza differenze di genere, cultura, provenienza sociale – la possibilità di acquisire la piena cittadinanza.
In questo contesto un punto di eccellenza è da considerare la recente firma dell’Accordo Provinciale per l’integrazione dei bambini con disabilità nella scuola promosso dalla Provincia di Bologna e sottoscritto dai Comuni di tutto il territorio provinciale..

5.L’accesso al sapere. La scuola e la formazione, oggi più che mai, rappresentano la garanzia della mobilità sociale, dello sviluppo, della capacità di innovazione di un territorio. Il sapere consente e crea il lavoro. Solo con una più forte e diffusa preparazione di base – umanistica, scientifica e tecnologica – è possibile affrontare la complessità crescente e le veloci trasformazioni del vivere e del lavorare. Il sapere è valore e fattore dello sviluppo e componente essenziale di ogni welfare.

Quale Ruolo, dunque, per l’Ente Locale?
E’, a nostro avviso, un ruolo complessivo di governo: deve cioè garantire la risposta ad una domanda sociale espressa, ma anche progettare il futuro del territorio e delle Comunità attraverso politiche attive per la scuola e la formazione.
Nel campo dei servizi educativi e della scuola per l’infanzia occorre potenziare il servizio pubblico, destinando a questo tutte le risorse necessarie, ferme restando le esperienze di sistema integrato già avviate e preesistenti , nei confronti delle quali occorre migliorare la cooperazione tra i soggetti diversi che attualmente intervengono nel settore, pubblici (ivi compresi servizi e scuole comunali) e privati, attraverso un compiuto sistema di controllo e di garanzie che l’E.L. deve fornire: indirizzi pedagogici, standard di qualità, controllo, accessibilità, libertà di scelta, partecipazione, diritti dei lavoratori, rispetto Contratti nazionali ecc.
L’Ente Locale esercita il suo dovere/potere di rappresentanza generale dei suoi cittadini nel ruolo di partner privilegiato delle nuove istituzioni scolastiche autonome. Esse sono responsabili della progettazione e gestione dell’offerta formativa.
Il Comune non può sostituirsi allo Stato ma deve farsi parte attiva perché sia assicurata risposta adeguata, quantitativa e qualitativa, alla domanda. Agisce in termini di supporto alle scuole singole (progetti, dotazioni strumentali, sostegno H, mensa, trasporti…), ma specialmente su servizi per reti di scuole, anche con il proprio personale (laboratori linguistici per stranieri e aule didattiche dei musei e delle istituzioni culturali)
Appartiene alle funzioni dell’Ente Locale la pianificazione dell’offerta formativa su scala metropolitana e la logica della rete, nonché la promozione di un coordinamento interistituzionale tra tutti i servizi e gli enti territoriali che agiscono sui bambini, gli adolescenti e i giovani adulti.

Tra i cittadini e le famiglie vi sono, è vero, fenomeni di abbandono dell’interesse della qualità e di considerazione della scuola come un puro strumento, e così fra i ragazzi non mancano fenomeni di disagio di specie differenti, ma l’impegno nella scuola è sempre più centrale nell’esistenza, per tutta l’età evolutiva, unico, o quasi, che si compie con pari età, che da senso alle generazioni.
E altissima e tuttavia largamente sottovalutata dalla politica permane la cura che i genitori e le famiglie pongono verso l'educazione. L'appello che rivolgono per una scuola ”buona”, non solo “utile”. E abbiamo detto dell’esigenza, che è avvertita e non solo oggettiva, di una formazione permanente che accompagni tutte le fasi di cambiamento nella vita di una persona.
La società ha sempre più bisogno della scuola, anche a Bologna, e la scuola non deve essere lasciata sola a rispondere alla domanda sociale.
Vi è, anche per questo, grande attesa nel conoscere quali nuove frontiere questo nuovo partito saprà delineare per la scuola e la formazione. Vi è una diffusa consapevolezza che il futuro del nostro paese, il suo ruolo in Europa, nell’economia mondiale passano, prima di ogni altra cosa, dall’istruzione e dalla formazione.


Documento preliminare per la discussione.
il testo è stato redatto da Luciano Russo, Davide Ferrari e Paolo Rebaudengo.

sabato 12 luglio 2008

"Incontriamoci: dove va il PD, il nostro impegno"

"Incontriamoci: dove va il PD, il nostro impegno"
Conversazione tra noi e con Walter Vitali


Bibite, gelati e scambio d'idee nel giardino della casa del Parco via Dozza 10, sede del PD del Quartiere Savena.
Intervengono:
Rosanna Facchini, Vittorio Biagini, Davide Ferrari

e' anchefesta del Tesseramento (si dice così?)
Sabato 12 Luglio 2008
ore 17,30

circoloscuoòla.pdbologna@yahoo.it

giovedì 3 luglio 2008

"Parole in viaggio", poesie di Anna Zoli.

 
La SALA dello ZODIACO

ospita

"Parole in viaggio"

da

SPAESAMENTI 

"BALLATA dall'AUSTRALIA" (diario in versi) e "TEMPO SFALSATO" (poesie)

Giraldi Editore, 2008

di

A N N A   Z O L I

intervengono

SIMONA LEMBI  (Assessore alla Cultura e Pari Opportunita'? della Provincia di Bologna)
DAVIDE FERRARI  (Docente Universita'di Bolzano)

Componenti del GRUPPO '98 POESIA (Serenella Gatti, Loredana Magazzeni, Graziella Poluzzi,

Alessandra Vignoli)

legge
LEILA FALA'


E' presente l'autrice

Giovedi' 3 luglio, ore 17

Provincia di Bologna  Via Zamboni, 13

Invito

Il consuntivo di bilancio del Comune di Bologna.

539 milioni di entrate e 536,6 di spese. Il Consiglio Comunale ha
recentemente discusso, poco, e votato il Consuntivo di Bilancio
dell'anno 2007.
Il sindaco e l'Assessore hanno presentato, fin dal 17 Giugno, i
documenti, con energia e annunciando una forte soddisfazione.
Se l'opposizione avesse avuto buoni argomenti quale migliore
occasione per farsi avanti e contraddire. Noto che nessuno o quasi ha
parlato: una ragione ci sarà.
Più di una: forti investimenti, tenuta o aumento dei servizi, nessun
rigonfiamento ingiustificato di personale e, innanzitutto un Comune
che mantiene un equilibrio attento nelle politiche di bilancio,
riduce i suoi debiti e non si espone all'uso di strumenti finanziari
rischiosi.
Nel 2009 gli investimenti dell'intero mandato saranno attorno ai 400
milioni e 313 circa i milioni di debito complessivo. Un risultato
ottimo, in se, e rispetto a quello degli altri grandi comuni.

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Bologna e le altre: a Bologna il debito pro capite (*) è all'ingrosso
di 854 euro , a Roma è di 2.540 euro, a Milano di 2.840 euro.
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La trasparenza del consuntivo, aggiunta ai "nuovi" strumenti del
bilancio sociale, di genere e ambientale, fa chiarezza.
Sulle cifre ci siamo. Le polemiche, se si ha onestà intellettuale,
dovranno vertere, d'ora in poi, solo sulle proposte. Vedremo se la
Destra ne avrà.
Ma i cittadini, persino quelli più partecipi poco sanno dei numeri
del bilancio. Guardiamoci un poco dentro noi.
Spese.
Quel poco di polemica che si è avuta ha sottolineato singoli dati,
fuori contesto, rovesciando i più in meno.
Così è stato, ad esempio, sui servizi educativi.
I bambini in età prescolare sono leggermente diminuiti, -19 a fine
2007 rispetto al 2006, ma molto di più sono diminuiti quelli
in "lista d'attesa".
Incredibile ma vero: i titoli dei giornali sono andati alle liste di
attesa e non allo straordinario risultato raggiunto nel ridurle.
Ma il numero dei posti è cresciuto di 190 unità e il tasso di
copertura sul toptale dei bimbi in età - contando certo tutti i tipi
di gestione- è ormai al 46%.

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Cosa avviene in altre città? (dati Civicum riguardanti i Pubblici +
i convenzionati 2006 ): 19% Milano, 18% Torino , 14% Roma , Napoli
3% , media italiana 8%.

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La positività sulla primissima Infanzia ci consente di citare altri
dati del Comune di Bologna nel settore Educazione.
La Scuola dell'Infanzia si mantiene oltre il 100% dell'offerta,
l'Assistenza all'Handicap vede 26.437 ore in più rispetto al 2006.
Crescono gli allievi che ricevono contributi per i libri di testo e
di borse di studio.
Crescono i minori e gli adulti che usufruiscono di borse lavoro e
sono ospitati in strutture residenziali o semiresidenziali.
Ma in tutto il campo sociale le performances sono molto alte.
Crescono i posti offerti ai centri diurni, l'assistenza domiciliare
per ore e numero di utenti, le persone disabili ospitate in servizi
residenziali e quelle interessate da assegni di cura e da
agevolazioni per la mobilità.

Il mondo della produzione culturale è inquieto, come sempre, e molti
lamentano disattenzioni, ma i servizi culturali, nel 2007,
registrano una serie di eventi e situazioni di grande importanza:
l'inaugurazione della nuova Galleria d'Arte Moderna, (il MAMBO), e
l'apertura del nuovo Museo della Memoria con l'installazione di
Boltanski del relitto del DC9 abbattuto sopra Ustica, mentre si è
stabilizzato, e molto in alto, il numero dei visitatori dei molti
musei cittadini, dopo il grande boom dovuto alla gratuità decisa nel
2006.
La Manutenzione della città si compone dei capitoli di spesa
riguardanti gli interventi per edilizia, impianti, strade,
segnaletica, semafori, illuminazione e verde.
Giorgio Guazzaloca, sostiene che la città è meno curata.
Tuttavia il consuntivo 2007 attesta che si sono spese 242 migliaia di
Euro in più per la manutenzione ordinaria e 3.682 per quella
straordinaria.
Le piste ciclabili crescono di altri 12 Km e di 3600 i posti nei
parcheggi comunali.
Sfioriamo il tema degli investimenti e dei lavori pubblici. Il dato
annuale: 80,5 milioni di Euro. Il totale del mandato (ormai comincia -
almeno questo- ad essere noto alla città), sarà molto alto.
Frutto non di investimenti concentrati su pochi mega-progetti, ma
dovuti ad un impegno costante soprattutto per la manutenzione e
l'edilizia scolastica.

Si è parlato dei costi per il personale e per gli incarichi a
contratto.
Ebbene se è vero che vi è stato nel 2007 un aumento del personale a
tempo determinato l'organico medio mensile è comunque diminuito di 73
unità.
Certamente i lavoratori non hanno "faticato " di meno, visto che
l'offerta di servizi è cresciuta.
Brunetta può fare una visita di studio, a Bologna, più che disporvi
un'ispezione.

Entrate: In sintesi, andando ai grandi indicatori, le entrate sono
cresciute del 6,6 %.
La polemica sulla pressione fiscale è sempre presente ma come si vede
Bologna è allineata con altre grandi città, nonostante riceva meno
dallo Stato.

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Bologna e le altre: trasferimenti correnti dallo Stato in euro per
abitante (2006): Bologna 249,9, Milano 367 , Roma 331, Napoli 675,
Torino 389
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Bologna e le altre: entrate tributarie decise dai comuni in perc. Sul
tot. Tributi (2006): Bologna 68 %, Milano 64%, Roma 68%, Napoli 76%,
Torino 72%
............ ......... ......... ......... ......... ......... ......... ..

Ma voglio segnalare innanzitutto una non-entrata. Infatti tra i
risultati che l'amministrazione deve vantare c'e' il blocco delle
tariffe, che verra' mantenuto fino alla fine del mandato. Considerata
l'inflazione dal 2004 al 2010 questo ha gli utenti hanno avuto una
riduzione reale del 10%. Resta alto il dato, 18 milioni di euro, del
recupero dell'evasione (Ici, Tarsu e multe). L'amministrazione pensa
di arrivare a recuperare 100 milioni di euro nell'intero mandato.
A proposito di multe, sono convinto che, nonostante l'insistenza di
alcuni grandi media, la tensione fra i cittadini stia lentamente
calando.
E' il frutto di una realtà che vede diminuire fortemente le multe
(il 7,4% , 63 mila in meno rispetto al 2006). Eppure ancora nel 2007
gli introiti delle contravvenzioni salgono perché vengono pagate con
maggior puntualità. In conclusione: Sirio e Rita funzionano.
La fiscalità comunale è certo alta, ma, prima di Berlusconi, il
Comune di Bologna ha esentato nel 2007 10.000 famiglie dal pagamento
ICI, quelle a più basso reddito.
I soldi che mancheranno per la sua totale abolizione o li metterà lo
Stato, quindi altre tasse serviranno, oppure i Comuni spenderanno
meno in servizi. Poiché i servizi sono per le classi media e bassa
della popolazione ed il benefit Ici ha riguardato tutti, anche i
benestanti, si vede che Robin Hood era distratto.

Davide Ferrari

(*) Ogni qualvolta si indicano dati riguardanti Bologna ci si
riferisce a calcoli effettuati considerando la popolazione
approssimativamente di 370.000 abitanti.

mercoledì 2 luglio 2008

Festa dell'Unita' di Reno
In collaborazione con Casadeipensieri.

Aldo Moro: 1978-2008.
Trent'anni senza Aldo Moro, trent'anni con Aldo Moro.

In dialogo con Luciano Violante,
e Andrea De Maria

Intervengono:
Domenico Cella, Davide Ferrari,
Carlo Galli, Gregorio Scalise

Presiede: Gerardo Garuti

Mercoled 2 Luglio 2008, ore 20,30
Parco di via De Carolis, Bologna

Info: Casadeipensieri2000@yahoo.it
www.casadeipensieri.eu

mercoledì 25 giugno 2008

“La scuola: non funziona o è troppo sola?"

Forum delle scuole del PD di Bologna

“Scuola:
non funziona o è troppo sola?”
Bullismo, violenza, integrazione


In dialogo con Luigi Guerra,
Preside Scienze della Formazione, Univ. Bo.

Intervengono:
Massimo Meliconi, Fulvio Ramponi, Ivana Summa

Partecipa: Maria Virgilio,
Assessore Scuola Comune di Bologna

Presiede Lia Frabboni
Interverranno
Mercoledì 25 Giugno 2008, ore 20,30

Festa dell’Unità di Reno, via De’ Carolis, Bologna
Forumscuole.pdbologna@yahoo.it

lunedì 23 giugno 2008

Ricordo di Stefano Bernassi ( Stenografico)

23 giugno 2008


Consigliere FERRARI
Io innanzitutto volevo ringraziarla Presidente e ringraziare il Vice Presidente Foschini per la sensibilità dimostrata. Stefano Benassi era un uomo molto noto in città anche se la sua fama fortemente univa le qualità di letterato e di studioso con quelle di promotore culturale e di docente non solo nella sua università, quella di Bologna, ma soprattutto in tante occasioni informali di educazione alla letteratura, di formazione di giovani talenti, di diffusione dell’arte di scrittura, che ne hanno fatto una figura particolarmente amata da tanti giovani, giovani oggi e tanti che giovani sono stati negli anni. Ci viene a mancare Stefano Benassi ancora quando la sua esistenza e la sua opera di studioso potevano essere particolarmente ricche e fruttuose. Non voglio qui ricordare le opere, i libri, da analogia ad antropia, figure del romanzo contemporaneo del ’99, fino ai libri su Cookie, su Joyce e i tanti interventi sulle riviste di genere. Vorrei ricordarlo soprattutto per la sua caratteristica particolarissima di essere un professore impegnato nella vita culturale diffusa. Vedete, in questi giorni ci sono alcuni blog, “canto alla luna” e altri, che sono molto letti soprattutto da studenti universitari ma anche da persone di altra età, di altra generazione, che riportano un lunghissimo elenco di lettere in risposta all’annuncio della sua scomparsa. Non credo onestamente che capiti a molti e questa è la prova, sia pure molto triste, di quanto fosse la passione e l’affetto che lui sapeva comunicare a questi scrittori, scrittori è bene chiamarli così, a cui sapeva dare l’obiettivo di una professionalità seria insieme all’insegnamento di non smarrire mai la vocazione alla freschezza, il senso di sé, la forza della testimonianza della propria intimità. Io ho conosciuto Stefano Benassi molti anni fa, lo ricordo ospite fisso proprio per queste sue caratteristiche d’impegno a Casa dei Pensieri, via via anno dopo anno, e lo voglio ricordare direttore della Primo Levi che grazie a lui e a tanti altri, però possiamo dire molto grazie a lui, è diventata nei nove anni di sua direzione, fino allo scorso anno, un reale punto di riferimento per migliaia e migliaia di corsisti negli anni. Infine lo voglio ricordare anche come appassionato, sia pure molto riservato, mai in pubblico, testimone di tante occasioni di solidarietà civile e politica fino all’adesione, nelle forme che alcune di noi hanno seguito anche particolari, al Partito Democratico. Questo suo aderire a ogni battaglia di civiltà, a ogni punto di testimonianza, era fatto sempre in punta di piedi, mantenendo la forte attenzione a ciò dove si poteva dare il meglio senza invadenza di campo. È per questo che io credo che siamo di fronte a un uomo, che salutiamo e per il quale chiedo un minuto di silenzio Presidente, il cui ricordo probabilmente inizierà a testimoniarsi pian piano ma non ci abbandonerà per molti anni.

mercoledì 18 giugno 2008

Parlare male del Comune,fa bene alla citta'?

La Bologna che vogliamo
di Davide Ferrari

Parlare male del Comune di Bologna, sempre e comunque, fa bene alla citta'? Alcune considerazioni a partire dai dati di Bilancio.

E' arrivato in Consiglio comunale il piano annuale degli investimenti e dei lavori pubblici.
E' stata l'occasione per presentare quanto l'Amministrazione Cofferati e' stata in grado di realizzare in questi anni.
In verita' il bilancio e' davvero lusinghiero.
Forse non molti sanno che il volume degli investimenti ha gia superato i trecento milioni di euro.
Per avere un'idea, per capire se si avanti o si va indietro un metodo c'e'.
Basta guardare a quanto, in anni comparabili ha fatto l'Amministrazione precedente, quella di Giorgio Guazzaloca che, per altro, dal punto di vista quanmtitativo non fu una cattiva amministrazione in tema di lavori pubblici.
Ebbene confrontado i primi tre anni "pieni" di Cofferati con i primi tre ani di pieno mandato di Guazzaloca, ed esattamente il 2005, 2006 e 2007 per Cofferati ed il 2000, 2001, 2002 per Guazzaloca emerge chiaramente quianto si sia andati avanti.
E' un bene per Bologna, non solo per una parte.
Ecco le cifre: Guazzaloca, 2000-74,5 milioni di euro ,2001- 73,4 milioni , 2002- 76,2 milioni.
Cofferati: 2005- 96 milioni di euro, 2006- 95,2 milioni e 2007-80,5 milioni.
Eppure queste cifre non sono bastate a suscitare una discussione piu' obiettiva e feconda.
Il centrodestra, in Consiglio, ma anche grandi giornali locali hanno continuato a dipingere la Giunta come paralizzata e inoperosa.
Non e' vero, e soprattutto non e' giusto, continuare ad affermare una falsa polemica.
Ne subisce danno l'immagine stessa di Bologna.
Convinto di cio' ho preso la parola in Consiglio comunale, Lunedi' 16 giugno.
Ecco alcune parti del testo del mio intervento."Presidente, Colleghi,
ho sentito tante volte il centrodestra affermare che l'Amministrazione in corso non riesce a fare nulla, che ci accompagna al degrado, ecc ecc
Mi sono chiesto: fanno bene a Bologna queste parole? Perche' se fossero fondate non vi e' dubbio che sarebbe dovere dell'opposizione suonare un campanello di allarme, a tutta la citta'? non solo alla Giunta.
Perche' se fossimo di fronte al disastro realizzativo, dovremmo comunque suonare la squillo o la diana, che dir si voglia, anche al mondo produttivo, alla societa'? civile, perche' saremmo di fronte a qualcosa realmente di grave e di pericoloso per il nostro futuro di cittadini.
Ma i fondamenti non sussistono. Lo dimostra la pagina 97 di un altro documento, il Budget consuntivo per l' anno 2007, non quello di cui stiamo discutendo, che contiene- per la consueta cura e intelligenza degli uffici di Bilancio e Programmazione di questo Comune- la serie storica dei conti a consuntivo degli investimenti.
E' un esempio, ma importante. Io leggo e scopro che se consideriamo gli investimenti realizzati nel primo triennio delle due amministrazioni, la precedente a questa, e quella attuale, si evidenzia un notevole segno positivo, di aumento.
Eppure ricordo bene, anche per le qualita' straordinarie, dal punto di vista della chiarezza espositiva, dell'allora Assessore Galletti, l'orgoglio con cui la Giunta Guazzaloca presentava il suo monte di investimenti, quasi tutto dovuto, prima all'onda dei finanziamenti ricevuti per 'Bologna 2000 Capitale della Cultura' , poi dopo, nel finale del mandato alle risorse derivate dalla vendita di parte delle azioni di Hera.
Ebbene, se non mancarono allora buoni dati quantitativi, tuttavia le cifre dell'amministrazione attuale sono piu' alte.

Leggendo i dati di Bilancio con attenzione ho constatato, dunque, che la realta'? non e', per nulla, come la si dipinge.
Mi sono chiesto, allora: fa bene alla citta'? questa campagna che e' in corso? Una campagna sul declino ed il degrado, sulla non operativita'? amministrativa della Giunta che in parte l'opposizione alimenta, ma che una parte della stampa e dei commentatori segue, per dire la verita'?, anche in autonomia, mettendoci del proprio.
Io non penso che faccia bene alla citta'?, non lo penso affatto.
Credo che contribuisca a dare un' immagine distorta della citta'?, a negarle fiducia e prospettiva di speranza. Una campagna che viene svolta non per dati di merito ma per motivazioni politiche.
Ma per fare passi avanti, per riavviare la partecipazione ed il senso civico di appartenere ad una comunita'? comunque in cammino ed in mutazione bisogna riconquistare uno spirito di realta'?.
Per questo motivo credo che vada superato un atteggiamento di critica indistinta ed assieme legata ai singoli episodi, e ad essi soltanto.
Anche l'opposizione potrebbe fare molto passando alla critica puntuale, e dando cosi' piu' forza e minor genericita'? alle sue tesi.
Rimanendo ancorati alla sostanza delle cose saremmo piu' forti, tutti noi bolognesi.
La denigrazione indistinta non serve ad altro che accompagnare un distacco fra politica e cittadini, perche' in ultima analisi tutti risultano meno credibili.
Proviamo invece a vedere su che cosa siamo andati piu' avanti, su che cosa siamo piu' indietro.
Con questa volonta'?mi sono permesso, nelle scorse settimane di dire la mia sul "caso" People mover, che ha fatto rilevare come ci sia una forte difficolta'? a investire, a volte, del nostro sistema produttivo.
Ragioniamo su come, forse, ci siano dei motivi anche strutturali, che fanno comprendere il perche' il mondo privato con difficolta'? reagisca agli input pubblici.
Ho ricordato che la stessa cosa avvenne per un'altra grande opera, ancora piu' grande, il cosiddetto "Tunnel sotto la collina" per le automobili, che mi capita di criticare con molta forza per motivi ambientali, ma che anche essa aveva visto, era l'anno 2000, tutte le categorie reagire entusiasticamente.
Un'opera che fu posta in alveo per il project financing, e che non raccolse nessuna proposta finanziaria e operativa dalle imprese, fino a che fu ritirata. Non, dunque, per le critiche mie fu ritirata ma perche' non ricevette risposte dal mercato.
Prima ricevette da tutte le categorie imprenditoriali un entusiastico " salve", poi il salve si trasformo' in un saluto di addio da parte di chi doveva investire, rischiare.
Io non credo sia stato per cattiveria, penso sia dovuto alla dimensionalita'? delle nostre imprese e del nostro sistema produttivo che non sono grandissimi, che vedono piu' qualita'? diffuse che non grandi accumulatori di capitali, e contemporaneamente ritengo anche sia dovuto a un ragionare troppo a breve. Questo s? rappresenta un rischio, e la politica deve, tutta assieme, metterlo in discussione, non giustificarlo con una critica pur che sia a tutto ci? che la mano pubblica propone.
Far cosi' non porta nulla di bene a questa citta'.
Questo mi sembra un tema importante, che per esempio per passare dalla genericita'?alla specificita'. Una critica seria e propositiva laddove abbiamo trovato realmente difficolta'?di intervento, di interlocuzione sociale, potrebbe aiutarci a fare qualche passo avanti, per portare avanti meglio il mandato amministrativo.Io penso sarebbe un bene per tutti anche perche' tutti gli schieramenti politici potrebbero cos? presentare programmi elettorali piu' adeguati ed informati, magari non per forza opposti su tutto, per il prossimo mandato amministrativo.
Guardiamo alla citta'? per come essa veramente e'.
Io ho fatto, ieri, nella giornata domenicale, una passeggiata molto lunga, anche in vista di questa discussione, con la mia famiglia proprio e ho visto invece il grande numero di lavori in atto, anche investimenti sociali, per esempio sull'edilizia di manutenzione.
Non solo quelli pubblici ma anche quelli sociali, quindi, che quando si abbassa il livello dell'investimento richiesto, sono estremamente diffusi.
Allora se camminando anche in zone difficili del centro, invece di contare le impronte delle auto benemerite delle forze dell'ordine che presidiano le zone piu' a rischio, oppure certi residui dei nostri amici piu' cari che pascolano con i loro padroni lungo in quelle zone, guardassimo come sono andati e vanno avanti per intere realta', Strada Maggiore per esempio, o tutto il comparto del contenitori storici, interventi davvero numerosi. La verita'?e' che anche con progetti proposti dal Comune, attorno ad una citta'? che funziona, si raccoglie anche un investimento privato che accompagna il riposizionarsi dell'immagine di Bologna con una manutenzione piu' attenta e buona.
Sara' pure questo un segno, non certo per merito della sola Giunta, di una vivacita', di una volonta'? di esserci, di contare, di dimostrare la bellezza di questa citta'.
Mi piacerebbe che da questo punto di vista occhi piu' aperti, non meno critici, ci aiutassero a guardare gli sforzi che tutta insieme questa citta'?sta compiendo, per portarli ad una scala maggiore.
Per suscitarne di analoghi anche su quelle opere certamente necessarie, di maggiore impatto edi maggior rischio che appunto per trovare interlocutori convinti hanno anche bisogno di un clima piu' positivo dove la progettualita' non sia annilichita da una bulimia di doleances."
In sintesi: pensiamo prima di tutto alla citta'.

venerdì 30 maggio 2008

Cofferati si ricandida.

La scelta di Cofferati è importante e positiva per Bologna.

La sua presenza è stata e sarà rilevante per ridare peso politico ed istituzionale alla nostra città.

Bisogna ora mettere in rilievo le cose fatte e quelle da completare, evitare ogni polemica interna al piccolo mondo dei palazzi.

Bisognerà però anche chiamare Bologna a confermare una prospettiva alta di coesione sociale e democrazia.

Per questo, come tanti in quella sinistra critica ma unitaria che è così presente a Bologna, mi impegnerò per un risultato che sia un segnale nell'ora in cui viviamo, così difficile e inquieta.

Il segnale che si può governare con autorevolezza, nella democrazia, affrontando, senza cedere, i problemi che stanno portando al populismo e a primi, ma già gravi, sintomi di una nuova "fuga dalla libertà".

Davide Ferrari

venerdì 23 maggio 2008

Bologna verso il 2009. Unire chi rifiuta l'antipolitica.

Bologna verso il 2009. Unire chi rifiuta l'antipolitica. Un' intervista.



Una iniziativa sulle alleanze, di nuovo tipo, che veda il Pd "protagonista", ma rivolta prima a settori sociali e poi a forze politiche, puntando su tutti coloro che non accettano l'antipolitica.
Il risultato potrebbe essere il taglio in sostanza delle ali estreme, a destra e a sinistra.

Ma Davide Ferrari, consigliere comunale PD, che interviene sul dibattito sulle elezioni del 2009 , insiste, "Rivolgiamoci alla societa', dal centro cattolico alla sinistra "intellettuale", "seminiamo". Cosi' l'incontro con possibili alleati si valutera' sulle cose, su basi concrete, piu' forti,sul programma come si dice, ma a partire dall'attenzione agli elettori e ai cittadini piu' che ai soli rapporti politici.
Ferrari, l'attacco della rete Unirsi al sindaco e' stato molto duro.
"Non sono d'accordo e vorrei che comunque si ragionasse su un punto. La venuta e l'esperienza di Cofferati hanno rappresentato e rappresentano un fatto cosi' rilevante che, in ogni caso, sara' sui risultati di questa amministrazione che saremo giudicati.

Non ho negato, quando ne ero convinto, punti critici, ma soprattutto ora e' il momento di incalzare l' azione amministrativa, non di infilare temperini nelle piaghette".
C'e' chi lancia l'allarme su un nuovo 99.
"Il 99 e' lontano, ma non bisogna ripeterne gli errori: il primo fu proprio
quello di sottovalutare le cose fatte.Non servi' allora, nemmeno a rinnovare. Tanto meno serve adesso".

Lei e' stato critico, pero', sui manganelli e lo spray.

Ho dato il mio sostegno in Consiglio. Non mi ha convinto invece la lunga discussione
su questo tema. Anche per entrare in sintonia con settori di centro e popolari dell'opinione pubblica, e della stessa politica, bisogna puntare a coinvolgerli sui problemi della citta', i piu' grandi".
E cioe'?
"Le infrastrutture, che avranno bisogno di risorse pubbliche
rilevantissime, visto che i privati confermano una loro difficoltà ad investire. Non e' un problema solo e tanto di cattiva volonta'. L'economia non tira, e ci si ripiega, non si ha la forza di reagire.E non da oggi. Ben prima del People mover, ai tempi di Guazzaloca, il
tunnel sotto la collina, che contrastai duramente per motivi ambientali, fu pero' affossato
dal disinteresse degli imprenditori. All'nizio era stato un tripudio di si', ma i soldi non vennero mai.

Sara' probabilmente inevitabile fare di piu' da soli, su partite enormi.Bisognera' scegliere priorita' assolute, renderle piu' condivise dall'opinione publica e ristrutturare i bilanci, anche con sacrifici e forse con tasse di scopo.

E ancora un altro tema. Sotto la paura e la protesta per l'insicurezza c'e' il disagio per la cura- che va ancora molto aumentata- degli spazi pubblici. Penso alle scuole, di cui si parla troppo poco.La cosidetta manutenzione e' un tassello della strategia
per la sicurezza. ".
Nel 2009 vede un Pd solitario o alleato della sinistra?
"Il nostro elettorato a Bologna si conferma molto esteso.ma sono convinto che il Pd potra' essere protagonista di un convergere di altre forze, in primo luogo sociali e di
opinione.Richiamo la necessita' di coinvolgere un arco che va dal centro cattolico, non solo ai cattolici progressisti, a una
sinistra intellettuale, radicale ma unitaria, che esiste.Cio' che accomuna e' l'interesse per la qualita' del governo.".
Puo' definire un arco degli interlocutori politici?
E' chiaro che Udc e Sd tendono a rappresentare i settori che ho richiamato. Ma tutto e' in movimento, e si scontrano tendenze opposte ed anche peculiarita' bolognesi complicate. Pensiamo solo al nodo del guazzalochismo. Intanto dobbiamo proporre che si ragioni sul governo, sul buon governare. Non chiedo una rincorsa al centro o nuove maggioranze dietro l'angolo. Mi interessa la qualità della politica. E' questa la vera frontiera "di sinistra": reagire contro l'antipolitica che mina la democrazia facendo lavorare assieme il meglio che la politica ancora esprime. Comunque, a destra, nonostante i toni di Berlusconi, e nella sinistra che viaggia verso l'antagonismo, anche se era nell'Unione, il discorso è opposto e mi pare chiuso."

Capitolo primarie. Vanno fatte sempre, oppure al secondo mandato si puo'
glissare?
"Non voglio tacere un dubbio nel caso del secondo mandato: non vorrei che si
chiudessero in una discussione tutta interna. In ogni caso bisogna proporre forme che incoraggino non solo a votare per le prime cariche, ma a scendere in campo, nei Quartieri, per il Consiglio comunale. Servono persone di qualità.

E per averle bisogna richiamare valori forti, le basi della democrazia.

Dica una cosa "di valore".
"Gli zingari non rubano i bambini"





Tratto da A.Bo. L' Unita' 22 Maggio 2008