sabato 29 maggio 2010

Qualcosa c’è

Oggi vado a votare. Non contenti di avere una campagna elettorale a semestre, i militanti del Pd vanno a votare una, due, tre volte l'anno in più. Primarie, primariette, congressi, è tutto un impacchettare di schede e di urne. Qui, a Bologna, a Reggio, a Rimini. La Lega è dentro porta, i Grilli cantano, i giornali scrivono che uno starnuto di un Commissario è meglio della Propoli, del “Balsamo di tigre”, fa fiorire i selciati, cancella le scritte sui muri, consola le vedove, fa dormire gli infanti. Altro che "i politici". Ci inseguono anche su Facebook. Appena ti colleghi , subito appare un menu di “state sbagliando tutto”. Per depistarli mimetizzo. Mi sono iscritto fra i Fans di Mengacci. Così mi scambiano per un omonimo e mi fanno respirare.
Pero’, nonostante tutto, c'è un certo orgoglio a trovarsi fra i “matti e disperati”, la Domenica, a telefonare agli amici e compagni perchè si ricordino di venire a votare.
Proviamoci ancora, come gli scapoli che aprono e riaprono il frigo desolato:"guardiamo ancora ,non si sa mai". La cioccolata nera Zaini, i wurstel, qualcosa c’è.
Tutto sommato, a casa nostra la maionese non è ancora impazzita. C’è aria di responsabilità e “quelli” non ne sono affatto contenti. Io faccio cosi, mi accendo la pipa, mi allaccio le scarpe e vado a votare.


"Il contrario" rubrica di Davide Ferrari
L'Unità Emilia-Romagna

Scuola: diciamola tutta. Un congresso aperto.

Sabato 29 Maggio 2010
17.30/19,30 - 21/23.00
Stand dibattiti della Festa Democratica-Unita’ del Quartiere Savena , in via Due Madonne. Bologna

Congresso aperto del Circolo della scuola PD
in collaborazione con il Forum delle scuole e della formazione
-per esprimere il proprio voto per l’elezione del nuovo Segretario del PD di Bologna.
-per discutere di scuola, per difenderla, salvarla, cambiarla.
INVITO a tutte le realtà sociali, sindacali, culturali e professionali, agli insegnanti, agli studenti, ai genitori.




Su Facebook, per chi è registrato:
http://www.facebook.com/event.php?eid=122359471122676

lunedì 17 maggio 2010

TORNARE A SCRIVERE POESIA, A BOLOGNA.

Giovedì 20 Maggio, ore 17,30, Libreria Feltrinelli-Zanichelli, Bologna Piazza Galvani 1h.
Con Mino Petazzini
intervengono Salvatore Jemma, Gregorio Scalise, Alberto Bertoni, Bruno Brunini, Pier Damiano Ori.

Mino Petazzini torna a pubblicare le sue poesie dopo molti anni. Un'occasione per incontrare uno dei poeti più veri di questi nostri anni. Un'occasione per parlare di poesia a Bologna.
E' un incontro promosso da Casadeipensieri e La Feltrinelli Eventi.

domenica 16 maggio 2010

Bologna. PD. Elezioni Sindaco. troppi nomi e una musica lunga da suonare.

Siamo vivi. A Bologna, dopo la caduta rovinosa di Flavio Delbono, il Pd ha trovato la forza di avviare un congresso che, pare molto probabile, eviterà Babele e schizzi di maionese impazzita. E' addirittura sorprendente, visti tempi.
Pare che non siano tutti contenti. Infatti, in parallelo, vediamo protagonismi confusi sulla partita più importante, quella per il Sindaco della città.
Da un lato proliferano proposte “civiche”, che sprecano un tema molto interessante, sbrodolando qua e la’, con troppe velleità e leggerezze.
Dall’altro, dopo la vicenda gonfiata della "candidatura" Guazzaloca, si fanno vociferare altri nomi e cognomi. Il parco dei papabili si allarga ormai a tutti i presenti alle prime del Comunale, quando si svolgono.
Si stravolge, così, un problema verissimo.
Quello di non fare mai più da soli. Bisogna aprire, discutere, interessare la città. La città "bassa", che ha problemi gravissimi e crescenti, e anche, certamente, la città "alta", le classi dirigenti.
Ma, verso l’” alto”, bisogna guardare a chi davvero dirige qualcosa, a chi rappresenta interessi reali e produttivi, e , magari, anche a chi fa ricerca, a chi assicura la tenuta culturale, universitaria e formativa di Bologna. Senza dimenticare mai che Bologna è fatta di organizzazioni,sindacali, categoriali, professionali. Cè una scacchiera, non solo qualche torre, qualche briscolone.
Di una cosa sono sicuro, non basterà un nome, qualunque sia, a risolvere il problema. Meglio cominciare, allora, a verificare assieme, politica e società, se si può mettere "nero su bianco" una lista, breve ma sensata, di obiettivi, di cose da fare, le più urgenti per fronteggiare crisi e declino.
Un'agenda, ne ha parlato Raffaele Donini, di priorità condivise da consegnare al candidato o ai candidati che limpidamente chiederanno il mandato di correre.
Pochi punti, chiari, alcuni obiettivi che tutta la città senta propri.
Non una intera strategia, quella spetterà al confronto elettorale determinarla, e dovrà avere un colore, non essere bipartisan, e dovrà affrontare i problemi più vicini alla gente, quello che abbiamo “sotto casa” . Se i ruoli si confondono, se la politica non fa la sua parte, ho l’impressione che i cosiddetti “poteri forti” , o almeno i migliori fra loro, potrebbero voler rimanere poco appassionati al destino del Comune, molto più di quanto non si pensi.
Partiamo dalle priorità, “facciamo città”. C’è molto da fare, c’è una musica lunga da suonare.

Bologna, l'Unità 16 Maggio 2010

sabato 15 maggio 2010

Coppi, per sempre.

A 50 anni dalla morte di Fausto Coppi.

Coppi è stato molte cose e diverse.
E' stato l'eroe solitario, trionfatore su tutti i terreni e con tutti i climi. L' Indiana Jones degli anni 40 e 50.
Era il Coppi elegantissimo della pista, dei mondiali di Inseguimento, del record dell'ora, nobile e traslucido come le sue maglie Bianchi ed era il Coppi dello Stelvio, stravolto, proletario, vincitore.
Coppi: l'uomo riservato, ma laico, libero nelle sue scelte e nei suoi amori, negli anni delle Madonne piangenti e delle scomuniche elettorali.
Ha avuto mille avversari e un vero rivale, per il quale era imprendibile ma sempre sfidabile. La rivalità con Gino Bartali lo ha umanizzato, fatto bandiera di un partito sterminato di tifosi, soggetto di milioni di scommesse.
Ha vinto meno di Binda e meno, molto meno di Eddy Merckx, di Hinault, di Indurain.
Ma il campionissimo è solo Lui, non solo per i ricordi degli italiani.
Forse perché la perfezione dello stile e il fisico esile, solo polmoni e muscoli lunghi delle gambe, lo rendeva il perfetto uomo-bicicletta, l'irraggiungibile modello di un ciclismo che con lui è diventato moderno.
Quando ha iniziato i copertoni si portavano ancora incrociati a tracolla, quando ha terminato la carriera eravamo già alle soglie dello sport medicale e cibernetico.
E poi non ha conosciuto la vecchiaia, come Achille, dal piede veloce, come tutti gli eroi dell'epica.
Una malattia curabile e vigliacca, presa in uno sciocco safari, a quarant'anni, quando ancora, sia pure con fatica gareggiava, lo ha strappato alla vita e alla cronaca e lo ha fissato per sempre nella storia e nella leggenda.
Siamo un paese dove a volte anche i ricchi ed i campioni sono curati male. La malaria scompariva dalle nostre paludi prosciugate e tornava nel suo sangue e nel suo respiro, dall'Africa.
La mia generazione ha visto vivere solo Bartali, ma paradossalmente, in negativo, dalle stigmate di Gino, il naso, la rabbia, la voce alla Louis Amstrong, la cocciuta simpatica incompiutezza di uomo tutto di terra, ha ricavato il calco in gesso di Fausto, la sua leggerezza, la sua essenza di uomo volante, il suo segno impalpabile e celeste.
E lo abbiamo sognato ed amato.
Per questo, e dopo ce n'è dispiaciuto, non abbiamo potuto amare fino in fondo i grandi dell'epoca nostra, il fuggitivo mondiale Adorni, il capitano Gimondi, il cuore matto Bitossi e tanti altri.
Coppi era ancora per noi, vittorioso sui vivi, più grande dei vivi. Sulla spiaggia, da "cinni", abbruttiti dal sole, con il tallone disegnavamo una pista, ed ecco il nostro Giro d'Italia, fatto con le palline, metà colore e metà testa di un campione. La "palletta" con il suo viso sottile andava in premio al più bravo. Non quella di Ocana o di Anquetil. Prima Coppi, e nessun altro.

Davide Ferrari
Quotidiani Epolis.

venerdì 14 maggio 2010

Ricordo di Gilberto Centi

Al VAG61, via Paolo Fabbri 110 a Bologna, Venerdì 14 Maggio alle ore 21
incontro in ricordo di GILBERTO CENTI
poeta, giornalista e progettista culturale
Intervengono:
Valerio Monteventi
Bruno Brunini e Carla Castelli
Davide Ferrari

A 10 anni dalla scomparsa di uno dei più originali ed amati protagonisti della vita culturale bolognese, una serata di poesia e musica per dare vita ad un progetto in memoria di Gilberto Centi, per rendere pubblica la stima e il rispetto che tante persone hanno provato per lui.

E’ la fine del mondo?

Il Vulcano, in Islanda, non smette di scagliare migliaia di tonnellate di polveri. Gli aerei lo sanno e non volano più.

Dallo Yucatan al Mississippi onde nere raggiungono le coste. E’ una catastrofe mai vista, lo dicono i colpevoli, i petrolieri.

C’è un’aria da fine del mondo. Non è bastato a rassicurarci lo smarrimento del virus suino. Nessuno sa più dov’è, eppure anche la H1N1 doveva annientare l’intera umanità. “Sì, ma se mutasse?” E l’ansia torna a riagguantarci.

La crisi mangia uno stato al giorno, ammesso che, nella globalizzazione, ancora esistano gli stati.

Se chiedete ad un giovane se ha fiducia nel futuro che lo attende, se è sobrio, reagirà male.

Insomma a forza di rinunciare a cambiarlo, il mondo, a forza di pensare che tutto va bene, siamo arrivati a temere di essere giunti all’ultima stazione.

Effettivamente è difficile essere ottimisti, non solo perché le cose vanno male ma perché ci sentiamo impotenti a raddrizzarne il corso. E’ notte, suona l’allarme e non sappiamo dov’è l’interruttore per accendere la luce e vedere cosa sta succedendo.

Ho l’impressione che nemmeno le Tv, e i media addormentati dal gossip di regime, con le loro mille piccole pornografie, riescano, più a distrarci. La gente non cambia canale, è vero, tanto sono tutti più o meno uguali. Spegne e va sul PC o ai Videogiochi.

Anche Dio non si sente tanto bene, per parafrasare una vecchia battuta di Woody Allen. I suoi ministri sono attanagliati dagli scandali e questo -naturalmente- non porta verso eresie piene di fede ma aumenta la generale sfiducia, il senso di incredulità.

Non so se mentre Roma cadeva nella barbarie, o nell’anno Mille, si sia vissuto un clima simile. Forse. Ma certo le generazioni presenti non sono sicure di non essere fra le ultime. Ne parliamo ancora poco. Sorridiamo a denti stretti. I più colti si rinfrancano ironizzando sulle infinite apocalissi di acqua calda di Voyager: “Se li si dice della profezia dei Maya vuol dire che stiamo al sicuro e non succederà nulla”.

Eppure è ragionevole pensare che i pericoli che ci sovrastano siano più o meno dello stesso ordine di quelli che abbiamo avuto in passato. Ragionevole? Ma chi ha più voglia di ragionare? A me pare resti un solo antidoto. Guardiamo i nostri figli, o i nipoti. Quelli più piccoli. Stringiamogli le manine e attraversiamo la strada. Non abbiamo il diritto di opprimerli con il nostro pessimismo pieno di viltà e rancore. No, non ne abbiamo il diritto.

Quotidiani E Polis, 13 Maggio 2010

UN GIOVANE POETA

Giovedì 13 Maggio 2010 - ore 20,30
presso Castello di Levizzano Rangone
Castelvetro di Modena

Presentazione e premiazioni poesie vincitrici
6° Concorso di Poesia
UN GIOVANE POETA A CASTELVETRO

Associazione Dama vivente
COMUNE DI CASTELVETRO (Mo)
Assessorato ai Servizi Culturali e Pedagogici
PROVINCIA DI MODENA

Interviene: Davide Ferrari