mercoledì 24 giugno 2009

Berlinguer25.

Casadeipensieri e Festa dell'Unità di Reno

promuovono

Mercoledì 24 Giugno, alle ore 21



Berlinguer25anni
La politica e la cultura, ieri ed oggi
Riascoltando Enrico Berlinguer


Dialogo con

Giorgio Celli
Giancarla Codrignani
Maurizio Degli Esposti
Davide Ferrari


con un intervento di saluto di Vincenzo Naldi
Presidente del Quartiere Reno

Presiede Massimo Meliconi

Festa dell'Unità nel Parco di via De Carolis

lunedì 1 giugno 2009

Io c'ero

Parte. Parte, anzi no. Se parte applaudiamo. Se il ritardo si allunga, sospiriamo. O facciamo finta di ridere.
E' la prima notte, sui treni, dopo il rifacimento del sistema informatico di Bologna. E' mezzanotte, fra una domenica e un lunedì, qualche giorno fa.
I dannati sono quelli dei convogli a lunga, o lunghissima percorrenza. Già a Gioia Tauro i siciliani avevano mezz’ora di ritardo, a Bologna arrivano con un' 'oretta. E' il solito. Ma questa volta, nella vecchia stazione della nostra città, illuminati dai display giallaranci nuovissimi, sulle banchine di sempre, color lava sporca, la fermata è biblica. Cento minuti, poi centocinquanta, poi centottanta. C'è anche lo spiritoso che fotografa con la digitale ogni record di ritardo. Dovrà aggiornarsi più volte. Quelli come me non hanno poi un grande disagio. Un viaggetto random verso Ferrara permette di scegliere fra tutte le tradotte abbandonate da ore quella che promette di partire prima. Saltano le differenze sociali fra regionali ed Eurostar. Con un biglietto locale, per una volta, ci si sposta, invece che sui sudici per pendolari, nell'aria condizionata, un po' rantolante, degli Euronotte.
Si allentano anche i razzismi. Le famiglie africane tentano di mimare lo sconcerto platealizzato degli italiani. I piccolissimi dormono, i bimbi più grandi sperano che il ritardo cresca tanto da garantire l’assenza da scuola l’indomani. Sperano, e fanno un po’ di casino. I ferrovieri girano gentili e professionali, con un’aria seria e pensosa. Non faranno come il Tognazzi di “Amici miei” ?. Se qualcuno chiede di una partenza rispondono frettolosi in un gramlo’ che cerca di sembrare preoccupato e partecipe.
Vale la pena? Ci hanno informato per settimane che l’impianto delle nuove tecnologie sarà un fatto storico, e , mentre la notte cammina, fermi e ancora fermi, passiamo alla storia. Potremo dire: “io c’ero”. Tutto bene, in fondo. Però: perchè il numero verde , il pomeriggio, ha detto a tutti che il peggio era passato, che tutto sarebbe tornato normale in un battere d’occhio? Già, perchè? Perchè non contiamo niente. Un tempo essere massa faceva sentire forti. Forse pareva così perchè eravamo giovani. Oggi intruppati in un quotidiano che proprio non va, fa pensare che a noi, massa un po’ alla deriva, potrebbero portarci dappertutto, a fare qualunque cosa. Anche una guerra, chissà.

"Segnali di fumo"
Quotidiano "IlBologna", Epolis