lunedì 13 giugno 2011

Un'Italia più pulita, più libera, più pubblica.

"E' un giorno, questo, che ricorderemo. Hanno
vinto i cittadini. Si deve sperare, ci si può impegnare per
un'Italia più pulita, più libera, più pubblica"."Le
conseguenze politiche, dopo questo voto e le recentissime
amministrative, sono altrettanto chiare. Silvio Berlusconi
non ha il sostegno dei cittadini. Il suo Governo è un
residuato della fase precedente, sorretto solo da interessi
economici e personali. L'Italia vuole sbarazzarsene, al più
presto".

Davide Ferrari, nota stampa.

sabato 11 giugno 2011

"Smettila, parliamo davvero di scuola".

La scuola. Non c'è nulla di più distante dalle menti di chi “è” qualcuno, anche in politica. Te ne occupi per anni e nessuno, nell'ambiente, lo sa. Tuttavia, con un ciclico andamento, che segue il ritmo delle macchie solari, c'è un argomento che trasforma tutti in appassionati, tutti in sapienti. E' il tema del confronto, o del dissidio, pubblico-privato, laico-ecclesiale. Giungi al colle Vaticano e tutti vorranno dire la loro.

Guardiamo in casa nostra. Una stimata opinionista liberal ha scritto che siccome Piero Fassino, che è venuto su bene ed ha anche vinto le elezioni a Torino, ha studiato dai Gesuiti, bisogna finanziare a Bologna le scuole promosse dagli Enti religiosi.

Dall'altra parte, più numerosa, chi guarda ai genitori in movimento, ha la sentenza sulla bocca. L'articolo 33 della Costituzione impedisce un solo soldo ai “privati”. Tutto il volume di fuoco si scarica sull'avversario senza alcun riferimento ai bambini ed alle loro famiglie.

A Settembre, o il Comune proroga alle private paritarie,convenzionate con lui da quindici anni, il pattuito oppure è in forse l'anno scolastico per un terzo dei bimbi da 3 a 6 anni. Interessa?

Arriva la terza ondata di tagli alla scuola pubblica. Questa volta la nostra scuola per tutti diventa un ricordo. Interessa? Come si vede le colonne d'Ercole dove passare sono già altissime e sempre più strette. Anche un pubblicista in carriera, anche un politico emergente deve avere un cuore. “Dai smettila, parliamo davvero di scuola. Parliamo dei tuoi figli”.

"Il contrario"
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità Emilia-Romagna

Referendum

 
Sei qui con me, la polvere non
lascia la strada, i libri, la sedia,
il legno della finestra
Sei qui, chiedi del voto,
la primavera è muta,
stretta dei soldi da dare
tutta la notte la testa fra le mani.
Chiedi del voto, come se
nulla fosse più lontano
e pure il tuo sguardo
ha svoltato, dicono
non c'è nessuno da odiare
nessuno felice da invidiare
tieni gli occhi bassi, dicono.
E tu, ed io, senza dare
la mano a nessuno.
 
L'acqua, la forza, la legge,
quello che deve
fare chi tutto può
fare, lascialo sul tavolo
della mensa dicono
nelle carte piegate
sul banco della cucina
lascialo dove tu sei
con Dio e il cielo, le
striscie gialle e le nuvole,
e tutto lascia a chi ha.
 
Io credo che un giorno
senza che sia più lenta la pena
senza speranza, con la testa
che è come è rimasta
dirò di no, e tu con me
guardando i miei pensieri
che tempo e tempo
non ti dicevo, e andrò
 
Io a votare per l'acqua mia
già sporca di un sale che uccide
io a votare perchè il motore
giri senza tagliarmi il petto
io a votare perchè il ludro
abbia la stessa legge, io
senza lasciare una pena
senza speranza, con la testa
che è come è rimasta
io, muovo il braccio
ed il fianco, io andrò.
 
Davide Ferrari

giovedì 9 giugno 2011

Scuole dell' infanzia paritarie convenzionate e Comune. Parole chiare.

"Le convenzioni fra il Comune di Bologna ed alcuni Istituti scolastici paritari riguardano esclusivamente le scuole dell'infanzia. In questo settore l'offerta 'privata' paritaria e convenzionata copre una significativa percentuale, senza la quale sarebbe del tutto impossibile garantire a tutte le bambine e a tutti i bambini una scuola dai 3 ai 6 anni. È evidente che se il Comune interrompesse i suoi contributi tali scuole non sarebbero in grado di aprire per l'anno scolastico 2011-12. È quindi necessario, nell'ottica di mettere i bambini e le loro famiglie al primo posto, prorogare l'attuale convenzione in essere, per aprire il nuovo anno scolastico.

I cittadini e le associazioni promotori di un referendum contro i finanziamenti comunali pongono temi e punti di criticità che vanno verificati, senza negare o offuscare, peraltro, i risultati positivi in campo educativo che la lunga esperienza di convenzionamento ha saputo realizzare. Nell'anno di proroga riteniamo opportuno che, con l'impegno del Comune, si dia vita a un tavolo che possa verificare tutti gli aspetti della questione, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati".


Così abbiamo scritto oggi Graziella Giorgi ed io, per il PD di Bologna.
Poche parole, mi sembra chiare.
Stava e sta montando invece un dibattito che non aiuta, fra chi rivendica le meraviglie dell'educazione religiosa per crescere laici moderni e chi dice no ad ogni finanziamento, anche se da vent'anni il Comune ne da a chi assicura un terzo dell'offerta di scuola dell'Infanzia. Da qui bisogna partire. Una questione delicatissima per i rapporti politici e sociali, a Bologna come in tutt'Italia. Per affrontarla partiamo dai bambini che devono avere una scuola alla ripresa dell'anno scolastico.

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sabato 4 giugno 2011

Bologna, il lavoro, lo sguardo di chi ci rimprovera.

Bologna era equilibrio. Sviluppo, occupazione, redditi buoni, certo, ma soprattutto equilibrio.

Una presenza nel lavoro delle donne e altissimi livelli di occupazione, un rapporto non interrotto con la campagna ed una rete di fabbriche e fabbrichette, solide, capaci di brevetti, nella meccanica soprattutto.

Macchine per fare macchine, dove si applicavano operai e tecnici di buona e buonissima preparazione.

E poi il corollario intelligente della libertà del lavoro: l'urbanistica regolata, una socialità ed un consumo culturale proverbiali, i nidi, le scuole per l'Infanzia, il tempo pieno, l'Aldini-Valeriani e l'Università più aperta, a poco a poco.

Cosa resta di tutta questa Bologna? Inutile citare tutte le stazioni della Via Crucis, sgranare il rosario di ciò che fa luce e di ciò che si è spento. L'allarme è per una perdita che si sta accelerando: la crisi si sa, e il pensare a salvarsi invece di reinvestire. Saremo ancora una città che produce oppure un'escrescenza di ceti parassitari, in un'età -peraltro- senza più opulenza?

Passato il voto, che ci ha riunito, camminiamola, oggi, Bologna, mentre monta la polvere del caldo. Altri distretti, altre economie, potranno impiegare le braccia e le menti di chi ci saluta senza troppe speranze, di chi ci rimprovera-senza nasconderlo- che le nostre generazioni hanno avuto di più? Non allunghiamo il passo, per correre dietro al crepitio delle beghe. Camminiamo, veloci abbastanza per fare, lenti a sufficienza per discutere, per dialogare.



L'Unità Emilia-Romagna
"Il contrario”
rubrica di Davide Ferrari