mercoledì 22 gennaio 2020

Teresa Noce. Nota di Davide Ferrari per giornale ANPI Bologna

 

Teresa Noce.

Torino, 1900. Per la storia della mia famiglia ho potuto conoscere qualcosa della condizione delle “piccinine” nella grande città operaia, bambine che venivano fatte lavorare già a quattro, a cinque anni. Mia mamma viveva allora a Torino e le sue sorelle più anziane cominciarono bambine a lavare bicchieri, e a mettere a posto negli atelier delle sarte. Erano più meno coetanee di Teresa, che fu una delle “piccinine”. Teresa Noce. Nacque a Torino, proprio all’inizio del secolo scorso, e morì a Bologna 40 anni fa. È stata una delle più grandi figure dell’antifascismo europeo.

Esule in Francia, combattente in Spagna, internata in tre campi di concentramento, non ha però svolto tutta la sua vita di “rivoluzionaria di professione” nella temperie della titanica resistenza e lotta contro Hitler e il fascismo. Partecipò, adolescente, al suo primo sciopero contro la guerra e la fame. Il suo spirito libero e la sua straordinaria intelligenza la condussero ben presto a partecipare pienamente alla vita sindacale e politica del periodo agitatissimo della Grande guerra e del dopo guerra. Teresa si avvicinò al gruppo di Gramsci, Terracini, Togliatti e Camilla Ravera. Stava nascendo il Partito Comunista. L’Ottobre sovietico aveva appena condotto verso esiti mai tentati la spontanea, gigantesca rivolta dei soldati e del popolo contro l’orribile carneficina. Anche nella Torino capitale degli operai, l’aria che si respirava era quella di una rivoluzione invocata ed attesa, capace di farla finita per sempre con le guerre. Teresa, fra le fondatrici del PC d’Italia, conobbe Luigi Longo, con il quale avrà una lunghissima storia d’amore, un matrimonio, tre figli. Prendere la via dell’esilio sarà presto un obbligo, per sfuggire alla dittatura. Teresa si divise fra Mosca e Parigi. Fu cofondatrice di “Noi donne”, che diventerà nell’Italia libera la rivista prestigiosa e tenace dell’Unione Donne Italiane, ed ancora perdura. Manterrà sempre la sua attenzione puntata sulla condizione femminile. Combattente in Spagna contro i golpisti di Franco, lì il suo nome divenne “Estella” e il suo personaggio cominciò a diventare una leggenda. Riparata in Francia, venne internata una prima volta allo scoppio della guerra e più tardi, dopo aver combattuto con i “francs tireurs et partisans”, venne rinchiusa nei campi di concentramento nazisti. Tornata finalmente in Italia, Teresa fece parte della Consulta nazionale, l’organo provvisorio che determinò il diritto di voto alle donne, e tornò subito al suo impegno per i lavoratori e soprattutto per le lavoratrici, dirigendo il Sindacato dei tessili, anche a livello internazionale. Venne poi eletta alla Costituente, con solo altre venti donne. Teresa ed altre quattro - Angela Gotelli (Dc), Maria Federici (Pci), Nilde Iotti (Pci), Angelina Merlin (Psi) - entrò a far parte della "Commissione dei 75". Dovevano scrivere la proposta della Costituzione, da dibattere, poi, ed approvare in aula.  La sua presenza si fece sentire e, all’articolo 3, fu soprattutto grazie a lei che il rifiuto per ogni discriminazione arrivò a comprendere anche la differenza di genere. Il suo lavoro intenso si rivolge nella Costituente ed in Parlamento a tutti i temi più urgenti della condizione femminile, per garantire assistenza pubblica a chi non ha previdenza e una nuova tutela della donna, sia come madre che come lavoratrice.

Teresa divenne negli anni ’50, un personaggio notissimo, molto amato fra le operaie ed avversato e oggetto di continua satira dai giornali “padronali” o “moderati”. La sua vita ebbe un colpo durissimo al momento dello scioglimento del matrimonio da parte di Longo. Fu un inganno e non una reciproca e libera decisione a sancirlo. Teresa non si piegò. Il PCI non la difese. Le venne rimproverato di non aver taciuto in nome dell’interesse supremo del partito, che pure l’ex marito aveva potuto non considerare. Sola, emarginata ma non arresa, Estella intensificò la sua attività di scrittrice. Teresa non è mai stata del tutto dimenticata. Quasi scomparsa la generazione delle sue compagne e di chi, più giovane, l’aveva conosciuta, la sua straordinaria vita ha continuato sempre ad appassionare chi gli si è avvicinato.

Oggi i suoi libri vengono ristampati e la ricchezza della sua umanità ci conquista. Autodidatta, non smise un solo giorno di studiare, la sua scrittura divenne potente e piena di fascino. A Bologna un Comitato promosso da più soggetti, fra i quali Casadeipensieri e Fondazione2000, ANPI, ANPPIA e UDI sta operando per realizzare un memoriale di Teresa. Un’opera, un monumento a lei ed alla vita, un punto dove ritrovarsi ogni 22 Gennaio, data della sua scomparsa, per testimoniare la pace e la libertà. Bologna, sono convinto, sarà più ricca il giorno che lo avremo, tutti insieme, inaugurato.





Nota.

Libri di Teresa Noce.

Ma domani farà giorno, 1952

Le avventure di Layka, cagnetta spaziale, 1960

Gioventù senza sole, 1938

Rivoluzionaria professionale, 1974

Vivere in piedi, 1978