giovedì 13 novembre 2003

Nassiriya. Il cordoglio, la richiesta di una svolta.

Comune di Bologna
Gruppo Due Torri-Ds

Strage di Nassiriya. Il cordoglio, la solidarietà, la
richiesta di una svolta.
Cosa può, cosa deve fare Bologna.

Si trasmette il testo stenografico dell'intervento di
Davide Ferrari, Capogruppo Due Torri-DS, nel Consiglio
Comunale di oggi.


INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA: SUI CADUTI A NASSIRIYA.
Consigliere FERRARI - Signor Presidente, signor
Vicepresidente, signor Sindaco, colleghi Consiglieri,
sì, è vero, innanzitutto è questo il momento del
cordoglio, in particolare per le vittime italiane, ma
per tutte le vittime, in particolare per il giovane
bolognese che è stato appena ricordato, ma per tutti i
giovani che sono morti in nome del nostro Paese, sotto
la nostra bandiera.
Anche per i civili italiani, di cui vogliamo ricordare
qui a Bologna, per aver avuto un ruolo e per essere
stati anche oggetto di una iniziativa, l’attività che
coinvolse proprio quei caduti, nella cooperazione, nel
portare giovani come Aladin e Sania a Bologna.
Sì, certo, questo è il momento del cordoglio, è il
momento della solidarietà all’Arma dei Carabinieri,
all’Esercito, agli altri Enti che sono rappresentati
da quei caduti.
Questa solidarietà non sarebbe vera se si fermasse
alle soglie della retorica.
E’ il momento di una solidarietà che indichi già un
orientamento; un orientamento la cui urgenza ci è
ancora più chiara oggi, in queste ore di dolore.
E’ necessaria una svolta; una svolta meditata ma anche
decisa, che faccia assumere al nostro Paese quella
funzione di pace autonoma che è necessaria perché
tutta l’Europa riacquisti ruolo e funzione e perché la
pace trovi sponde solide.
Non possiamo negare che questo atroce episodio di
terrorismo è avvenuto in un contesto inquietante, in
una esplosione ininterrotta che non ha permesso e non
permette a nessuno di dire che la guerra in Iraq è
finita.
Può darsi che non sia questo il momento di richiamare
le ragioni e i torti di quel conflitto; sul quale,
personalmente, e come gruppo Due Torri Democratici di
Sinistra, abbiamo espresso un giudizio inequivoco,
severissimo.
Ma quello che va fatto è esprimersi sul livello
attuale del conflitto; perché questo conflitto espone
il nostro Paese ed espone, come si è visto, delle vite
umane, delle persone che, in rappresentanza del nostro
Paese, sono là, sono in Iraq.
E’ necessario al più presto - oggi lo si riconosce
maggiormente - avviare una transizione che riporti un
Governo nelle mani dei governati; è necessario
togliere da ogni presenza militare un’aureola di
occupazione, per fargli prendere il ruolo, che sarà
tale solo allora e con la garanzia delle Nazioni
Unite, di presidio di un nuovo Governo iracheno.
Se non c’è questo, badate, si nasconde con la retorica
l’errore e si nasconde con la retorica il gravissimo
pericolo, sia quello politico e diplomatico, che
corre, con l’Europa, il nostro Paese, sia quello per
le vite umane, che corrono i nostri soldati e i nostri
civili; ed è una operazione intollerabile.
Ancora.
Io credo che sia necessario interrogarsi su un futuro
dove nulla in quella vasta area del mondo può essere
suddiviso.
Lo hanno detto, li abbiamo ascoltati credo tutti noi,
i Ministri di quasi tutti i Paesi presenti in
quell’area, interrogati dai nostri media e dai mezzi
di comunicazione internazionali.
Senza pace in Medio Oriente, come senza una nuova
transizione democratica e un nuovo Governo iracheno,
non sarà concluso mai quel conflitto.
E pace in Medio Oriente vuol dire affrontare e
risolvere con equanimità, senza scelte di parte, il
conflitto palestinese – israeliano, che da decenni è
una fonte primaria di tensione e di guerra.
Non si può voltare il viso dall’altra parte, credendo
che il ruolo dell’Italia sia coperto dalla politica e
dagli eserciti degli altri. Così non è, né umanamente
né politicamente.
E’ necessaria una nostra politica e una nostra forma
specifica di intervento, colleghi.
Invece, ancora queste parole non le abbiamo udite.
Speriamo che maturino, a livello parlamentare, giorno
dopo giorno, partendo dalla riflessione e dal dolore
che ci sono oggi imposte; ma ancora non le abbiamo
udite. Abbiamo udito invece alcune frasi generiche e
abbiamo udito, purtroppo, anche rivendicazioni
politiche e continuismi che, francamente, di fronte a
un fatto di questa gravità, suonano quantomeno
inadeguate.
No, ci vuole una svolta, ci vuole una svolta profonda.
Ci vuole una politica. Oggi non c’è!
Cosa può fare Bologna?
Bologna certamente può e deve ricordare, già lo diceva
chi mi ha preceduto, con segni visibili e tangibili
chi è caduto, proveniente dalla nostra città.
Così, come d’altra parte, io direi, però, colleghi,
tutti i caduti di questa orribile giornata, tutte le
vittime. Non metterei una specificità, almeno come
primo atto di intitolazione. Potranno poi essercene
successivi e studiare quali anche istituzioni possano
meglio rispondere a questa necessità; ma non basta.
Vedete, quando, nel pieno dell’esplosione della
partecipazione ma anche della acutissima polemica
sull’intervento o meno in Iraq, noi abbiamo svolto,
come Gruppi di opposizione, tutti i Gruppi, il gruppo
DS, il gruppo Margherita, il gruppo Rifondazione, il
gruppo Verde, il gruppo Consigliere indipendente
Sabbi, dell’Italia dei Valori, abbiamo svolto una
assemblea in questa sede, proprio in quest’aula,
abbiamo presentato una serie di proposte, certamente
iniziali, colleghi, certamente iniziali, ma una città
come Bologna ha una sua specifica funzione per la
pace.
Provo a ricordarne i titoli. Cosa sappiamo noi
dell’attuale situazione in Iraq e della vita di ogni
giorno dei nostri soldati? Cosa sappiamo noi della
necessità di cooperazione internazionale nelle città
dove per esempio la nostra forza militare ha agito?
Quali iniziative, ambasciate di pace, iniziative di
solidarietà e fraternità che portino domani a
gemellaggi, abbiamo intraprese? C’è un know how, in
questo Comune, che attende solo di essere utilizzato;
ci sono competenze, intelligenze e conoscenze molto
forti. Non possiamo restare fermi. Dobbiamo associare
l’intitolazione, il ricordo, il cordoglio
all’iniziativa.
Vedete, qualche giorno fa, mai parole furono - credo -
più inopportune, un esponente del nostro Governo, ma
non voglio nominarlo, ha citato, fra le spese inutili,
l’Ambasciata del Comune di Roma a Gerusalemme. Passate
poche ore, tutti noi siamo precipitati nel centro
della più grave crisi che il nostro mondo vive. Siamo
tutti chiamati, ognuno nel proprio ruolo, ma come
soggetti istituzionali, come cittadini impegnati nella
politica e nelle istituzioni, a non voltare la testa
dall’altra parte.
Ecco, allora, la domanda, e anche prime risposte su
cosa può fare Bologna, è una domanda urgentissima.
Faremo seguire ai titoli iniziative precise di
proposta politica e programmatica. Già lo abbiamo
fatto, l’ho ricordato nel momento in cui questa scelta
si avvicinò. Infine, colleghi, una parola sulla unità
delle istituzioni.
E’ evidente che l’analisi ci può dividere. Insisto,
forse addirittura deve separare responsabilità e punti
di vista, quando essi sono obiettivamente diversi. Può
riguadagnarsi un punto di valore reale l’unità delle
istituzioni, se è fatta promotrice di iniziative
concrete di solidarietà e di dialogo. Se esse verranno
raccolte, eventualmente presentate, da chiunque esse
verranno, le valuteremo senza alcun pregiudizio e con
una assoluta volontà di testimonianza comune. Vada
ancora una volta a conclusione, così come ho già
richiamato all’inizio, il nostro abbraccio fraterno a
tutte le famiglie dei nostri caduti e in particolare
vada un saluto ai loro figli; ai figli vada la
certezza che tutto il popolo di questa città riconosce
nei loro padri i loro rappresentanti, coloro che hanno
pagato, per tutti, scelte – ripeto – che, al di là
della condivisione, sono state fatte una volta
assunte, da un militare o da un civile, nel nome della
nostra patria.

lunedì 10 novembre 2003

Ugo La Malfa, uomo di Sinistra

Ugo La Malfa è stato, per tutta la vita, un uomo di
Sinistra.

Lo si deve affermare non soltanto per le innumerevoli
definizioni di sé e della propria esperienza politica
che lo stesso La Malfa ha fornito.

Va, infatti, ricordato che egli inseriva il suo
pensiero e la missione della sua guida dei
Repubblicani Italiani all’interno del difficile
compito di trasformare la Sinistra, per trasformare,
nella democrazia, l’Italia.

Questo è vero ma non basta. Il contenuto del pensiero
lamalfiano sui rapporti fra Stato ed Economia e fra
Economia e Società disegnano il profilo di un uomo di
sinistra.

Oggi sembrerebbe inevitabile attestare La Malfa
unicamente sul versante liberal-democratico,
eventualmente disputando sui gradi di radicalità e
quindi sulla collocazione più vicina o più lontana dal
centro-sinistra o dal centro-destra.

Ma non è così. Il pensiero repubblicano di La Malfa è
anche un crogiolo di elementi diversi dalla
riproposizione della tradizione liberale.

Innanzitutto il senso dello Stato è in lui talmente
prevalente da impedire ogni visione riduttiva della
funzione pubblica.

La critica al dirigismo della Sinistra della sua epoca
non era in La Malfa semplicemente in nome del
liberalismo, ma nel segno di una ricerca sulle forme
più adeguate di programmazione dei fatti
economico-sociali, a monte, non a valle, dei processi
reali di produzione e di consumo.

Com’è distante tutto ciò dalla sfrenato consenso al
mercato che ha dominato e contraddistinto gli ultimi
25 anni, in Italia come nel mondo.

Ma anche il merito della proposta di programmazione di
La Malfa era rivolto a una concezione matura del
Keynesismo, con il primato della piena occupazione,
dei consumi collettivi e soprattutto con l’attenzione
colta, così rara in Italia in ogni schieramento, alle
necessità oggettive, strutturali di riforma. Il tramite
per questi obiettivi era, per La Malfa, la leva pubblica
per qualificare e estendere il corso naturale
dell’economia italiana, fragile anche nello sviluppo.

C’è poi da ricordare quali furono gli altri terreni
di distinzione fra La Malfa e la sua proposta , il suo
Partito e le altre forze, ben più grandi, ben più
estese, della dialettica politica della prima
Repubblica.

Una distinzione e una autonomia difese rigidamente e
con coraggio, ma senza minoritarismi e con il rispetto
profondo verso i grandi partiti di massa concepiti non
come le salmerie e la sequela di minoranze di eletti
ma come depositari di un sapere articolato, massivo e
tendenzialmente progressivo.

A quali contenuti,guardò, dunque, su quali terreni si esercitò,
altri, rispetto al fulcro dell’interesse lamalfiano, l’economia
appunto e la programmazione?

Innanzitutto la scuola, dove la difesa intransigente
della laicità dell’educazione pubblica si univa alla
rivendicazione di un accesso sempre più largo delle
classi popolari ai diversi successivi gradi di
istruzione. L' attenzione alla qualità degli studi e
il rifiuto di compromessi corporativi
sull’allargamento del numero dei docenti, non deve far
dimenticare che l’obiettivo restò sempre, per La
Malfa, una buona scuola pubblica per tutti e non per
pochi.

La scelta della laicità ha trovato nella cultura
repubblicana, da Mazzini a La Malfa, una radice
peculiare nel nostro paese, non riducibile né al
socialismo marxista o riformista né al radicalesimo e
al liberalismo.

Ricapitolando: Stato, a garanzia dei diritti e dei
doveri, responsabilità, insieme a libertà,
intelligente intransigenza, socialità e
partecipazione: fra queste parole chiave è corso un
cammino che ha molto seminato.

E’ un cammino non semplice per la Sinistra di oggi ma
alla Sinistra appartiene e a lei spetta rivendicarlo e
farsene carico.

Scritto in occasione del convegno sulla figura di Ugo La Malfa,a Palazzo d'Accursio.

venerdì 7 novembre 2003

Non facciamogli distruggere la scuola Davide Ferrari

Si è svolta, nella serata di mercoledì 5 novembre, alla sala Farnese di Palazzo d'Accursio, una affollatissima audizione, promossa dal gruppo Due Torri-Ds del Comune di Bologna. Il tema: «Per la scuola, per la cultura. Un futuro per le aule didattiche, per i servizi educativi del Comune». Ha presieduto Sandra Soster, sono intervenuti Luigi Guerra, Paola Sarti, Franco Frabboni, Brunella Puppoli, Rolando Dondarini, Claudio Cattini, Norma Cagnina, Rosanna Facchini, Maria Grazia Contini, Tiziana Musi, Fulvio Ramponi e Giuliana Balboni. Pubblichiamo una sintesi della relazione introduttiva di Davide Ferrari, capogruppo Due Torri-Ds del Comune di Bologna. La grande partecipazione, la presenza di numerosi docenti di più facoltà universitarie, di tanti insegnanti e dirigenti scolastici, di operatori culturali e sociali, di molti genitori, dimostra che non è in gioco solo una questione settoriale, riguardante le condizioni di lavoro di una categoria, che vanno per altro pienamente rispettate, e non gettate, con arroganza, nell'incertezza. E' in questione il presente ed il futuro di servizi importanti per la città, per la qualità delle scuole di Bologna e della sua vita culturale. Le aule didattiche decentrate nei musei, nelle istituzioni culturali, l'intervento per l'integrazione dei diversamente abili, i servizi educativi territoriali (ludoteche, punti lettura, centri di psicomotricità), sono un patrimonio consolidato. Bologna ha fatto scuola. Sono molte le città che dall'esperienza bolognese hanno imparato e sono andate avanti. Oggi Guazzaloca e Pannuti invece vogliono tornare indietro. Si vuole fare una «riconversione all'incontrario, vent'anni dopo», degli insegnanti, facendoli tornare ad essere personale tendenzialmente in esubero, che interviene senza propria progettualità, «dove serve». Si vuole un «passo del gambero» nell'impegno del Comune per la scuola e la cultura, si propone un'ottica solo burocratica, senza idee e senza alcun senso della responsabilità di dover contribuire alla qualità dell'insegnamento e della scuola per i bambini ed i ragazzi. Le aule didattiche nei luoghi della cultura devono non solo proseguire ma estendersi ad un complesso di interventi, nei luoghi della città: a) del lavoro e della ricerca, b) della multiculturalità, della democrazia, del diritto, c) della viva produzione di cultura. L'obiettivo deve essere quello di rendere leggibile ai ragazzi tutta la città come un libro aperto. E non si devono fermare gli interventi solo alla scuola di base, bisogna pensare ad un circuito di nuove esperienze nella scuola secondaria, di conoscenza dei saperi «caldi» delle attività produttive, come della ricerca e dell'Università, come dell'arte, e di primo orientamento verso il lavoro, pensate e anche realizzate con le scuole ed il loro personale docente. Per le aule, per l'handicap, per i Servizi educativi territoriali è necessario promuovere, nelle forme più adatte ad ogni diversa realtà, l'autonomia e la progettazione e programmazione didattica. E' un problema aperto per ogni intervento scolastico comunale. Bisogna garantire l'autonomia del lavoro intellettuale. E' importante riproporre il Collegio docenti delle aule, così come valorizzare la presenza degli insegnanti comunali del settore handicap, negli organi collegiali delle scuole e prevedere forme di raccordo cittadine. Invece di sottrarre lo statuto di docenti a chi lavora per il Comune bisogna sempre più proiettare nell'insieme del mondo dell'insegnamento la loro attività e fondare nella collaborazione fra Comune e scuole autonome della città il futuro degli interventi, per espanderli oggi e assicurarli domani, anche quando il Comune non avrà più il suo personale. L'assessore Pannuti propone una scuola povera, dove nei nidi e nelle materne si aumenta il numero dei bambini per sezione, dove la scuola superiore è marginalizzata e non curata, dove appunto i servizi per la cultura e l'integrazione sono un surplus da normalizzare. Una politica sorda, che non ascolta e si traveste da pura amministrazione, che insegue le sentenze di tribunale. Noi dobbiamo proporre una scuola ricca, ascoltata da una buona politica che la rispetti e la promuova.

Davide Ferrari
7 novembre 2003
da L'Unità, pubblicato nell'edizione di Bologna (pagina 2)

giovedì 6 novembre 2003

Sul caso CAAB.

Trasmettiamo il testo di un intervento pubblicato su
"il Domani di Bologna", Domenica 7 dicembre 2003.

"I problemi si affrontano con professionalità e non
con le polemiche sui giornali" ha dichiarato ieri il
Presidente Sangalli a proposito della discussione che
lo scambio azionario fra Comune e Camera di Commercio
ha suscitato.
Proprio per queste intenzioni, di ciò posso scrivere,
l'opposizione ,ha sollevato e solleverà, in Consiglio comunale,
temi concreti e centrali.
Certamente suscita forti interrogativi l'effetto di
questa iniziativa sul CAAB medesimo, (non si sa
infatti se, e soprattutto come, vi porterà risorse per
chiudere la sua vicenda, mettendo in salvaguardia il
mercato).
Certamente la Giunta di Palazzo d'Accursio ha,
comunque, il dovere di presentare in Consiglio una sua
valutazione sulle ricadute che il salvataggio Caab,
che si affronta dopo quattro anni di ritardi e
negazioni, avrà sul bilancio del Comune,e di chiarirlo
prima che parta la discussione e vi sia il voto sul
Bilancio comunale.
Ma l'accento va posto anche sugli altri oggetti dello
scambio:la Fiera e l'Aeroporto.
Il Comune rischia di vedere un indebolimento del
proprio ruolo in due infrastrutture fondamentali di
Bologna.
Questo duplice risultato, a saldo negativo per il
Comune, si è voluto ottenere a pochi mesi dal voto e
senza alcuna considerazione della posizione
istituzionale di Regione e Provincia.
Da qui la nostra contrarietà che si è subito espressa
e chiarita nel richiedere una svolta nelle politiche
istituzionali del Comune, verso l'intesa e non nella
via dello scontro continuo con la programmazione
proposta su scala regionale e provinciale,
nell'interesse innanzitutto di Bologna.
Mi pare che questo punto di vista si stia facendo
strada anche negli interventi di autorevoli
commentatori.
Per la Fiera e l'Aeroporto dare più forza e
competitività a Bologna richiede una forte
integrazione a scala regionale.
Bologna diventa "una capitale", una città che conta,
se lavora insieme ad un territorio molto vasto,
diventando così , come si dice, la "porta d'accesso"
allo sviluppo di qualità, per un'intera area economica
e sociale d'Italia e d'Europa.
In primo luogo bisogna continuare a connettersi con un
territorio grande che va da Bologna al mare, come le
scelte, non di oggi, dell'Università, e la nascita di
Hera, con le società romagnole, già indicano.
Così non bisogna pensare lo sviluppo della Fiera in
concorrenza con altri poli regionali, (il "pallino" di
quell'Assessore, Raisi,che sui temi cruciali dello
sviluppo è sempre assente), ma unire le forze.
Per l'aeroporto la scelta di Forlì sta funzionando e
indica la strada giusta.
La strada di una forte crescita, sia nelle dimensioni
di traffico, che non può avvenire nell'area bolognese,
comunque sottoposta a limiti ambientali e geografici,
che nelle tecnologie, per ridurre e rendere
sostenibili i costi sul piano della vivibilità del
territorio.
Il presidende Alberto Clò ha presentato nella sede
della Commissione consiliare del Comune un consuntivo
positivo che però richiede una forte interfaccia
pubblica per andare avanti e cogliere tutte le
potenzialità.
Investimenti sulla mobilità,viaria e ferroviaria,
verifica dell'impatto urbano, politiche di attrazione
e marketing territoriale.
Già nei documenti di Bilancio presentati dalla Giunta
Guazzaloca non vi è nessuna traccia di queste scelte,
e domani, il risultato dello scambio azionario
potrebbe essere quello di rafforzare il quadro di un
ritiro dalle responsabilità del ruolo pubblico.
Mi ha colpito l'affermazione del Prof Clo' in
Commissione: "Sab non è stata coinvolta
nell'operazione "scambio".
E' vero che Clò ha correttamente chiarito che
l'azienda ha dei propri limiti, delle funzioni sue
proprie, e che lo scambio è materia di scelte
strategiche degli azionisti.
Ma è ben curiosa una operazione che si presenta come
centrale e che viene intrapresa senza e contro
Provincia e Regione e senza consultazione con la
società di gestione.
Anche le linee per il nuovo piano Strutturale del
Comune destano forti perplessità al riguardo.
La linea 2 della Metropolitana voleva essere la
risposta di Guazzaloca ad una parte delle questioni
che prima abbiamo riassunto, ma nessuno sa se, con i
costi di impianto e gestione che presenta, davvero
pribitivi, sarà mai realizzata, ed è già ampiamente
passata in secondo piano nelle stesse presentazioni
del Metrò da parte della Giunta.
Sembra invece sempre più utilizzata come motivazione
di uno sviluppo insediativo edilizio che, oltre
l'aeroporto, si diriga verso Calderara di Reno.
E'già accaduto a Bologna, per i limiti delle stesse
amministrazioni del passato, che previsioni di
strumenti di mobilità non si siano realizzate e invece
l'espansione di fabbricati lungo le linee previste
con nuove infrastrutture, invece sì, e
considerevolmente.
Ciò che era limite ed errore, oggi diventa, in qualche
modo, un obiettivo consapevole.
Bologna non ha bisogno di questo.
Ha necessità di un grande sistema regionale
aeroportuale, che, con altre strutture medie del
paese, conquisti quote di mercato e porti a Bologna
investimenti e persone e consenta all'economia
bolognese di espandersi con facilità verso altri
territori, altri scali.
La professionalità politica questo dovrebbe garantire
all'economia, nessuna delega, nessuna chiusura
municipalistica, sostegno e indirizzi comuni per la
crescita e la qualità.
La trasparenza nei processi di decisione e sugli
obiettivi che si perseguono e il pieno rispetto e
coinvolgimento di tutta la patnership istituzionale
sono le condizioni per cambiare passo, per non fare
altri errori.

Davide Ferrari

Il Domani di Bologna, 7 Dicembre 2003

mercoledì 5 novembre 2003

Un metro' insostenibile

Comune di Bologna
Gruppo Due Torri-Ds
Il capogruppo

NOTA STAMPA
PIANO ECONOMICO DEL METRO.
Sottostimati i costi e sovrastimati i ricavi.
L'insostenibilità del progetto di Guazzaloca.


E' stato presentato questo pomeriggio, nella
commissione bilancio del Comune, il Piano economico
per la Linea 1 del progetto di Metropolitana.
Leggendo con attenzione i dati e ascoltando le
relazioni dell'Ass. pellizzer e del Dott. Marchesini,
si comprende:
-1 non sono stati considerati, fra i costi di gestione
della metropolitana, una volta che fosse realizzata,
le spese per il personale di sicurezza: non è un
dettaglio, in linee simili, in altri paesi europei, si
è verificato che tali costi rappresentano la grande
parte del totale;
-2 la domanda di metro, vale a dire il numero di
passeggeri ipotizzati, oltre 40 milioni l'anno nel
2010 e addirittura quasi 60 milioni nel 2039, che la
Giunta prevede è evidentemente molto sovrastimata;
alla base di queste cifre viene citato il numero di
passeggeri oggi trasportati da lineee ATC che passano
per il percorso FIERA-STAZIONE-STAVECO che farà la
linea 1, ma queste linee ATC fanno percorsi molto più
lunghi e quindi più che indicare il bacino di utenza
del futuro metro sono le CONCORRENTI del metro;
-nello stesso bilancio, davvero ottimistico, che la
Giunta propone vi sono almeno 5 anni di grandissima
sofferenza finanziaria per il Comune (2005-2010) per i
quali nulla si dice di come sarà possibile per il
Bilancio del Comune fare fronte ai costi, si tratta
più o meno dell'intero prossimo MANDATO
AMMINISTRATIVO: una eredità molto molto pesante!

Infine Pellizzzer ha dichiarato che la dubbia
legittimità della delibera di finanziamento del CIPE,
in presenza di parere della Regione Emilia-Romagna
critico, non fermerà la Giunta Guazzaloca.
In sostanza si vuole procedere al di fuori di una
seria concertazione con le altre istituzioni su un
progetto del quale sono note le gravi manchevolezze
dal punto di vista trasportistico e del quale, da
oggi, appaiono chiarissimi anche i costi non
sostenibili.

Davide Ferrari

martedì 4 novembre 2003

"PER LA SCUOLA, PER LA CULTURA."

"PER LA SCUOLA, PER LA CULTURA."
UN FUTURO PER LE AULE DIDATTICHE DECENTRATE,
PER I SERVIZI COMUNALI EDUCATIVI


5 novembre 2003, Mercoledì;
Cappella Farnese di Palazzo D'Accursio,
Piazza Maggiore 6, Bologna
con inizio alle ore 20,30.

Gli interventi educativi per la cultura e l'integrazione, per i nuovi
linguaggi che il Comune promuove sono importanti per la città.
Gli insegnanti che con il loro lavoro garantiscono, ormai
da molti anni, uno dei migliori servizi per aprire il
mondo della cultura alle scuole e per fare cultura
nell'integrazione.
L'integrazione delle diverse abilità, della
differenza di tradizione, lingua, provenienza,
livello di apprendimendo, contesto socio-culturale.

Introduzione di DAVIDE FERRARI, capogruppo Due Torri-DS.
con FRANCO FRABBONI, ROBERTO GRANDI, LUIGI GUERRA,
intervengono:
MARIA GRAZIA CONTINI, ROLANDO DONDARINI, ROSANNA FACCHINI,
ANTONIO GENOVESE,DINO GIOVANNINI,
NARA ORSI, FULVIO RAMPONI.

Presiede
SANDRA SOSTER,
responsabile "Risorsa Scuola"-Ds


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Gruppo Due Torri-Ds
051 203214
e-mail duetorri@comune.bologna.it

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sabato 1 novembre 2003

Cantieri a prova di disabile

> La Bologna che vogliamo

> Cantieri a prova di disabile, e rispetto per tutti.

> In Consiglio comunale abbiamo recentemente promosso
> una importante audizione con cittadine e cittadini
> non
> vedenti.
> I risultati sono stati purtroppo sconfortanti. I non
> vedenti lamentano giustamente che la loro mobilità e
> autosufficienza sono gravemente limitate
> dall'esplodere di un traffico senza regole e senza
> rispetto per nessuno.
> Hanno descritto con parole vivaci, che fanno
> riflettere, come l'inquinamento sonoro impedisca
> loro
> l'attraversamento stradale in sicurezza, laddove -
> come quasi dappertutto - non vi sono segnalazioni
> acustiche ai semafori.
> Ci hanno ricordato quanto sia importante per loro,
> potere ritrovare gli odori dei diversi negozi per
> orientarsi, e invece la "puzza" dei gas di scarico
> annulla tutto, oltre a toglierci la salute.
> Sono stati messi in evidenza i tanti comportamenti
> scorretti che nessuno sanziona, come l'occupazione
> dei
> marciapiedi con le auto, o con oggetti ostruenti, e
> ancora il "malvezzo" di fare gimkane con i motorini
> e le biciclette sotto i portici.
> La qualita' di vita di tutti i 'diversamente
> abili' a Bologna, per quanto riguarda la mobilità,
> e'peggiorata.
> E' venuta in chiaro una verità di fondo: bisogna
> rendersi conto che rispondere alle esigenze di chi
> non vede o di chi ha altre difficoltà particolari non è
> soltanto un dovere di solidarietà, vuole dire
> intervenire perchè la citta' sia migliore per tutti.
> Per questo motivo ho proposto che fin dalla prossima
> seduta della commissione mobilità del Comune
> tutti i consiglieri, senza distinzione di
> parte, promuovano un indirizzo alla Giunta perchè vi
> sia una vera e propria svolta.
> Tutti i lavori di manutenzione urbana debbono essere
> fatti eseguire consultandosi con le associazioni del
> mondo dell'handicap.
> Bisogna far sì che ogni cantiere per il rifacimento
> di strade e marciapiedi realizzi opere che rispettino
> uno standard adeguato al soddisfacimento delle esigenze
> delle persone con 'diversa abilita'.
> Nello stesso tempo bisogna finalmente costruire
> percorsi guidati 'sicuri' e eliminare la foresta di
> pali e cartelli che ostruisce i marciapiedi.
> Soprattutto è opportuno, anzi necessario, tornare a
> far rispettare le regole ed a educare ad un
> comportamento corretto tutti, in particolare chi è
> alla guida di un mezzo.
> C'è chi ha voluto far credere che Bologna fosse un
> "territorio libero", dove alle auto tutto potesse
> essere permesso.
> Ma l'ingorgo non è libertà. Non è libertà
> l'inquinamento, così come non lo è l'insicurezza.
> Non lo sono per i piu' deboli, che hanno visto
> deprimere vita e vivibilita'. Ma ugualmente non lo
> sono per chi, come noi, può credere di essere più
> forte o più fortunato.

venerdì 3 ottobre 2003

PERCHE' TORNA LA FAMIGLIA, QUELLA VERA.

C'è qualcosa di nuovo, anzi d'antico, anche nel modo e
soprattutto nelle motivazioni delle manifestazioni di
opposizione di queste ultime giornate bolognesi.
Il nuovo è che sono protagonisti i genitori. Esprimono
con assoluta chiarezza una opinione.
Non accettano che le scuole, dove i loro figli passano
una grande parte del tempo e dove loro sono disposti a
partecipare, siano considerate pressochè nulla dal
potere politico.
"Nulla" dalla Moratti, che decreta chiusura di Tempo
pieno e prolungato, che disprezza visibilmente la
scuola di tutti. Parla bene, la Ministra, solo di
quelle che assomigliano alla "sua", a quella che lei
ha frequentato in gioventù ed i suoi genitori hanno
profumatamente pagato.
"Nulla" dal Comune di Bologna, che chiude le proprie
scuole dell'Infanzia , pressochè in un'intero
Quartiere, il Savena, e addirittura si stupisce se,
dopo che non si è chiesto il parere di nessuno,
qualcuno protesta.
Non è bastato sapere, agli incontentabili genitori,
che in ogni modo, qualche insegnante dallo Stato
sarebbe comunque arrivato.
Nessuno sa' bene perchè proprio a sostituire sezioni
comunali anzichè aprirne di nuove, pubbliche.
Nuovo, ho scritto, ma anche antico.
Non solo per indulgere al ricordo del verso
pascoliano.
"Antico" è la volontà di dire la propria, sempre.
"Antico" è la volontà di rappresentare la realtà,
consapevole di se' e dignitosa, di tante famiglie
concrete.
Famiglie spesso con nonni e bambini contemporaneamente
a carico, orari di lavoro diversi e inconciliabili dei
coniugi, precarietà dell'impiergo, fatica del carovita
ma anche un alto livello di cultura diffusa che non si
vuole perdere.
E' antico questo protagonismo perchè per molti anni è
andato sbiadendosi fino a scomparire.
Quando si parlava di centralità della famiglia si
intendeva, in quest'ultimo decennio, centralità di un
modello, astratto, ideologico di "famiglia".
Quella "Famiglia" che serviva a coprire i tagli alla
spesa sociale, anzi a nobilitarli.
Si parlava di "famiglia" per condannare le "famiglie"
a tacere.
Anche a Sinistra, diciamo la verità, si inseguiva o si
parlava d'altro, escluse lodevoli eccezioni.
Oggi torna di scena la vera vita familiare che vuole
raccontarsi, che sente di poter contare.
Sono le mamme ed i babbi che hanno bussato Lunedi'
alla piccola muraglia sciocca di Plexiglass che un
Sindaco sempre assente come Guazzaloca ha fatto
erigere a difesa dei suoi "appartamenti", d'Accursio.
Con i cittadini: orgoglio imperiale, orecchie
lillipuziane.
Sono le mamme ed i babbi che abbiamo conosciuto nei
mesi scorsi impegnati per dire a tutti, anche alla
Sinistra, che, ad esempio, una scuola come le
Manzolini non si comprende proprio perchè debba
spostarsi quando si lavora per recuperare il
prestigioso contenitore, il Convento San Mattia in via
S.Isaia, che le ospita da innumerevoli decenni.
Quando un palazzo ritorna bello allora è fatto ancora
di più per una scuola.
"Cosa c'è di più importante di una scuola? Che siano
altri a spostarsi!!Anche se ricoprono incarichi
prestigiosi di superiore intendenza".
Questo hanno detto i genitori, con sapere, carte, idee
alternative assai più credibili delle indecifrabili
verbosità dell'amministrazione.

Perchè torna la famiglia, quella vera?
Perchè torna la politica delle cose importanti.
E torna perchè non piace a molti come le cose vanno
avanti .
Chi ha investito sul futuro mettendo al mondo un bimbo
non ha da sentire solo la necessità di "appartarsi"
per dedicarsi a lui.
Ha la responsabilità di alzare lo sguardo.
Di guardare più avanti.
E lo sa benissimo.
A Bologna, in questo autunno dell'anno 2003.

Davide Ferrari.
da "Il domani di Bologna", Venerdì 3 Ottobre 2003

venerdì 26 settembre 2003

SCUOLE COMUNALI . IL DIRITTO AL FUTURO

Le scuole si sono riaperte. Sembra che nonostante
tanti tagli ministeriali tutto sommato Presidi e
Dirigenti siano riusciti a far partite la grande
macchina del sapere. Certamente per gli insegnanti non
sarà un anno facile. Dovranno, pur essendo molto meno
numerosi, cercare di coprire tutti i buchi che si
stanno aprendo nelle scuole pubbliche. Certamente non
sarà un anno facile neppure per le famiglie e gli
studenti. Il carovita morde e i libri costano ogni
anno di più.
Ma in questo quadro c'è a Bologna chi sta molto
peggio. Sono i bambini, i genitori e gli insegnanti di
nove sezioni ( classi) di scuole dell'infanzia
comunali situate nel Quartiere Savena.
Come avrebbe detto Totò: "tomo tomo, cacchio cacchio"
il Comune ha deciso di chiuderle e di farle sostituire
da sezioni statali.
L'anno è già iniziato e quindi i bambini dovranno
cambiare insegnanti "in corso d'opera". Nessuno sa
ancora se verrà predisposto almeno un piano di
sostegno pedagogico, da parte del Comune, per
contribuire a rendere più dolce il passaggio e a
mantenere alta la qualità.
A partire da questo episodio, davvero negativo, vorrei
avanzare una proposta.
Una volta si diceva che gli asili nido e le scuole
dell'infanzia erano fiori all'occhiello del Comune di
Bologna. Oggi pare non si veda l'ora di disfarsene al
più presto possibile: o con privatizzazioni o con
passaggi allo Stato. E' un errore. Sono convinto che,
al contrario, bisogna dare più forza e autonomia agli
interventi educativi comunali rivolti ai bambini da 0
a 6 anni.
Perché scrivo "più autonomia"? Perché le scuole non
sono "proprietà" dei Sindaci o dei Ministri. No.
Devono essere sentiti come propri da chi vi studia e
gioca e da chi vi insegna ed educa.
Le leggi già ci sono per andare in questa direzione.
E' Bologna ad essere rimasta indietro.
Propongo che, così come si è fatto per le principali
realtà culturali comunali ( Galleria d'Arte Moderna,
Teatro Lirico, Cineteca), anche le scuole e i nidi si
costituiscano in una grande Istituzione culturale ed
educativa autonoma. Ci vorrebbe alla sua guida una
personalità forte capace di difenderne l'identità e il
futuro, assieme al collettivo dei pedagogisti, al
collegio dei docenti e ad un associazione unitaria
delle famiglie. Al Comune resterebbe l'onere
principale: garantire finanziamento e approvare la
programmazione degli interventi, che sarebbero però
progettati autonomamente dall'Istituzione. Si dice
sempre che le necessità ineludibili del bilancio
comunale richiedono progressive "svendite". A me
sembra però che, come accade sempre al mondo, chi ha
il potere di proporre idee, al Sindaco e al Consiglio
comunale, alla fine ottenga più soldi di chi non ha
voce.
Oggi le nostre scuole sono rese afone. Per le scuole
private si trovano sempre fior di difensori e di
sponsor, per le scuole statali parlano i Presidi e i
Dirigenti. Ma chi parla al Sindaco delle "sue" scuole?
Nessuno. Può sembrare un paradosso ma è così. I
risultati si vedono: i genitori accompagnano i bambini
in scuole dove le insegnanti fanno miracoli ma che
appaiono e sono più povere di quello che non siano le
case e il tenore di vita delle famiglie. Bologna è una
città ancora ricca, ma che rischia di avere scuole
povere.
Quando non, addirittura, scuole chiuse. Riflettiamoci
sopra.
Sono convinto che, viceversa, scuole e nidi, pubblici
e comunali, liberi di essere protagonisti, potrebbero
attirare anche contributi e perfino sponsorizzazioni.
Se le Fondazioni bancarie hanno trovato le risorse per
aggiustare il cappello in bronzo di Minghetti o il
bastone in legno di San Petronio, meritoriamente,
perché non potrebbero essere chiamate ad aiutare le
scuole?
Ne ricaverebbero un guadagno di immagine probabilmente
assai superiore.
Ma ci vogliono uomini e donne intelligenti ed autonomi
dalle dimenticanze del potere politico, per presentare
progetti e per trovare fondi. Per avere successo,
quindi, e non sempre la frustrazione di sentirsi un
cane in chiesa ogniqualvolta si parla di bilancio.

26 09 2003

giovedì 25 settembre 2003

Tempo pieno. Iniziativa di Davide Ferrari e Sergio Lo Giudice

Tempo pieno,

Comune di Bologna
incontro di Ferrari e Lo Giudice con la
stampa.
Adesione alla manifestazione del 26.
Lunedi' in Consiglio comunque la scuola al centro.
....................................................

Oggi, presso la Sala Parentelli di Palazzo D'Accursio
si è svolta una conferenza stampa del Gruppo Due
Torri-Ds, tenuta dal capogruppo Davide Ferrari e dal
consigliere Sergio lo Giudice.

E' stata annunciata l'adesione alla manifestazione dei
genitori e degli insegnanti per la difesa del Tempo
Pieno di domani Venerdi' 26.
Il Gruppo Due Torri-Ds presenterà a tutti i
consiglieri comunali un "ordine del giorno", la cui
bozza è stata oggi presentata ( vedi sotto), che
sollecita argomentatamente i motivi per schierare il
Comune a fianco delle famiglie per la qualità della
scuola, per il Tempo Pieno e per un diritto sociale
cosi' importante come i servizi educativi a tempo
lungo.

Ferrari e Lo Giudice hanno duramente criticato l'Ass.
Pannuti che "cerca di sfuggire ogni occasione di
confronto".
Perfino il Consiglio di Lunedì' 29 sett., il prossimo,
che vedeva in calendario, per decisione unanime della
conferenza dei capigruppo su proposta di Ferrari, il
tema "scuola", è oggi negato dall'Assessore che ne ha
chiesto il rinvio di 15 giorni.
"A questo punto trasformeremo comunque Lunedi' il
Consiglio in una discussione sulle tre emergenze del
sistema scuola a Bologna: Nidi, chiusura delle sezioni
di scuola comunale dell'Infanzia a Savena, e
salvaguardia del Tempo pieno, e raccoglieremo le firme
per imporre un consiglio straordinario generale sulla
scuola, come da regolamento".
Il Comune di Bologna rischia grosso con le
controriforme della Moratti- ha concluso Ferrari.
A Bologna la richiesta di Tempo pieno è in crescita e
i genitori non potranno e non vorranno rassegnarsi a
perdere i servizi e la scuola di qualità.
Se lo Stato chiuderà il Tempo pieno la pressione sarà
sul Comune, e servirebbero a quel punto decine e
decine di operatori per coprire in qualche modo il
tempo pomeridiano( almeno cento-centocinquanta): sarà
una pressione evidentemente del tutto insostenibile.
In realtà il Tempo Pieno è anche un forte canale di
risorse finanziare dallo Stato alla città, che ha
saputo lottare per conquistarlo.
L'Anci si è già pronunciata. Guazzaloca sta zitto e
Pannuti addirittura applaude.
Per disprezzo verso la scuola pubblica si danno la
zappa sui piedi.
Ma non vogliamo che la diano anche ai cittadini.
La Moratti puo' esssere fermata. Bologna saprà dare,
nonostante le fughe dell'Assessore, il proprio
contributo in questa battaglia sacrosanta".

Sergio Lo Giudice ha, inoltre, risposto al dirigente
del CSA Marcheselli, che, "come al tempo delle
polemiche contro le bandiere della Pace si è schierato
politicamente, andando ben oltre le sue funzioni.E'
Marcheselli che fa politica, ogni giorno.
Il clima di intimidazione degli insegnanti, dalle
"liste di proscrizione" di Garagnani, alla "lealtà
elettorale" richiesta da Pannuti ai "richiami
all'ordine" di Marcheselli è del tutto inaccettabile e
va respinto".

M.Busi


......................................................

Il Consiglio comunale di Bologna,
PREMESSO
Che il TEMPO PIENO nella scuola elementare ed il TEMPO
PROLUNGATO nella scuola media hanno rappresentato nel
corso degli ultimi 30 anni non solo una risposta molto
importante ad un bisogno sociale di cura e custodia
delle famiglie e dei bambini, ma anche un modello
pedagogico e didattico indispensabile per una scuola
dai tempi distesi, per una pratica pedagogica in grado
di ascoltare i bambini, di accettarne il protagonismo
nell'apprendimento, in grado di valorizzare le
diversità, obiettivi la cui validità si è andata
estendendo per l'emergere delle problematiche della
multiculturalità e dell'integrazione;

VISTO
Che con legge n.53 del 28 marzo 2003 sono state
approvate le norme generali della riforma Moratti i
cui aspetti concreti dovranno essere definiti
attraverso decreti attuativi, che in documenti
predisposti dal Ministro Moratti si conferma:
la soppressione del Tempo Pieno nella scuola
elementare e del Tempo Prolungato nelle scuole medie

PRESO ATTO
Che, il 12 settembre 2003, il Consiglio dei Ministri
ha approvato il primo decreto legislativo che
costituisce il gradino iniziale nell’attuazione
della legge delega
che già costituisce un grave attacco alla scuola
pubblica: viene difatti abrogato l’art 130 del
t.u. 297/94 che istituiva il tempo pieno e i moduli e
vengono abrogati inoltre i commi 3 e 4 dell’art
128 del t.u. che prevedevano l’attenzione alla
continuità’ didattica, la migliore utilizzazione
delle competenze ed esperienze professionali e la
collegialità’ e contitolarita’ degli
insegnanti sulla classe,
e si determinano:
• una netta contrazione del tempo scuola a 27 ore
settimanali di cui dalle 18 alle 21 ore coperte da un
singolo insegnante detto coordinatore-tutor, docente
tuttologo (insegna tutte le materie ) e unico
referente per le famiglie.
-la cancellazione delle compresenze.
• tre ore aggiuntive pomeridiane a scelta delle
famiglie, facoltative con raggruppamenti di alunni
provenienti da altre classi (che ricordano cos? il
vecchio doposcuola) per attività’ (quali la
musica o l' educazione motoria) che possono essere
affidate ad ‘esperti esterni, assunti dalla
scuola, compatibilmente con le sue possibilità’
e se le possibilità’ non ci sono, a spese delle
famiglie.
• una totale non chiarezza sul tempo mensa che viene
escluso dal tempo scuola e dall’orario degli
insegnanti. da chi sarà’ coperto? da bidelli? da
cooperative? e a spese di chi? degli enti locali (la
cui associazione, l’ANCI, ha già’ espresso
forti perplessità’ a riguardo) o delle famiglie?

CONSIDERATE
le gravi conseguenze che tali scelte avranno su:
organizzazione degli orari e bilanci
familiari, che saranno ulteriormente appesantiti dal
pagamento di operatori esterni che si occuperebbero
dei bambini;
la qualità dell'offerta formativa, garantita
da una scuola basata sulle pari opportunità,
sull'individualizzazione dell'insegnamento, che cerca
di intervenire sulle differenze di partenza degli
alunni in nome del diritto all'uguaglianza dei
risultasti, e non sulla personalizzazione dei piani di
studio , che riconosce precocemente le differenze
individuali e divide il gruppo classe in base ad esse,
sul lavoro collegiale e motivato degli insegnanti,
sulla unitarietà dei contenuti e non sulla
gerarchizzazione dei saperi, sul rispetto delle fasi
dello sviluppo psicofisico del bambino;
il livello d'occupazione nella scuola, già
fortemente colpito con la legge finanziaria del 2002,
nella quale sono stati tagliati 8.500 posti di lavoro
e con la previsione del taglio di altri 12.500
previsto per il 2003 e 2004;
gli impegni progettuali e gli oneri
finanziari degli Enti locali chiamati, soprattutto
laddove come a Bologna è più vasto l'utilizzo di
modelli orari e qualitativi forti, a supplire alla
domanda di educazione ed istruzione;
CHIEDE
che venga rispettato il diritto delle famiglie che ne
fanno richiesta di usufruire del Tempo Pieno nella
scuola elementare e del Tempo Prolungato nella scuola
media,
che venga rispettato il diritto dei bambini ad "avere
una scuola a misura di allievo" garantendo il numero
adeguato di insegnanti alla realizzazione di tutti i
Tempi Pieno ed i Tempi Prolungati richiesti,
RICONOSCE
il valore sociale della mobilitazione di genitori e
insegnanti, uniti nell'obiettivo comune di difendere
la scuola pubblica per renderla sempre più idonea alle
nuove esigenze;
SOSTIENE
l'impegno delle donne per le quali la conquista del
tempo pieno ha rappresentato uno strumento efficace di
integrazione sociale dando loro la possibilità di
conciliare le esigenze della famiglia e del lavoro,
esigenza oggi sentita da tutti i componenti dei nuclei
familiari per la diversificazione e spesso la
precarizzazione dei tempi e dei modi dell'attività
lavorativa;
RICONOSCE
la tendenziale crescita della domanda di servizi
qualificati ad orario lungo, ben al di là di ogni
logica residuale ed assistenziale;
EVIDENZIA
l'importanza che assume una battaglia sul tema della
difesa e lo sviluppo della qualità del servizio
educativo, al fine dello sviluppo civile e sociale
della città;
VALUTA
la rilevanza culturale del sistema educativo pubblico
per le prime età realizzato a Bologna, dal Nido alle
scuole dell'Infanzia, organicamente a Tempo pieno,
alle scuole elementari;
IMPEGNA
Il Sindaco e la Giunta a non far cessare alcuna
attività a tempo pieno delle scuole dell'infanzia,
garantendo il mantenimento di quelle comunali e
richiedendo allo Stato la copertura del tempo parziale
e dei pomeriggi oggi organizzati con l'accorpamento
delle sezioni;
INVITA
il Sindaco e l'Assessore alle Politiche Educative a
incontrare il Tavolo cittadino dei Comitati di
Genitori ed insegnanti, al fine di una conoscenza e di
un recepimento dei contenuti proposti dalle loro
iniziative.

Bologna, 25 Settembre 2003

martedì 5 agosto 2003

Virtus!

Comune di Bologna
Gruppo Due Torri-Ds
Il capogruppo

Bologna 5 Agosto 2003

Virtus

Dichiarazione di Davide Ferrari.

La crisi drammatica della Virtus, evidenziatasi dalla
decisione di non ammissione al campionato riguarda
tutta la città.
Non è soltanto un fatto sportivo- che in sè
basterebbe-ma civile, economico, imprenditoriale.
E' in gioco, con l'immagine di Bologna, un indotto
considerevolissimo in posti di lavoro, attività
commerciali collegate, possibilità perdute di
marketing territoriale che graveranno su tutta
Bologna.
E' necessario comprendere esattamente le cause, fin
nel profondo, ed agire per ripristinare le condizioni
di investimento imprenditoriale e di economicità nella
gestione che permettano di reagire alla crisi e
salvare la società con un piano realistico.
Il caso Virtus fa' parte della crisi più generale
dello sport iperprofessionistico, ma deve essere
affrontato anche nell'ottica locale, per salvare un
patrimonio di Bologna.
Il ruolo delle istituzioni non può essere misurato con
il solo criterio della competenza stretta.
Occorre muoversi.
In particolare il Comune di Bologna. E' stato perso un
anno mentre la crisi si annunciava. Non si può
scegliere l'immobilismo ora.
Bisogna usare anche il mese festivo di Agosto per
chiamare a raccolta i vertici del mondo
imprenditoriale bolognese, per capire la situazione e
avanzare proposte di risoluzione del problema.
Chiederemo al Sindaco di riferire alla prima seduta
del Consiglio a Settembre, ma è oggi che Guazzaloca
deve agire.

P.Uff. Stampa
M.B.

lunedì 4 agosto 2003

PER UNA CONSULTA DELLE RELIGIONI.

Comune di Bologna
Gruppo Due Torri-Ds

Bologna 4 agosto 2003

Nota stampa

PER UNA CONSULTA DELLE RELIGIONI.

Costruire una città pluralista e accogliente: è uno
degli obiettivi che si pone la proposta presentata
oggi alla sala Savonuzzi da Davide Ferrari, capogruppo
Due Torri-Ds in Consiglio comunale, di istituire anche
al Comune di Bologna la Consulta delle religioni.
Un organismo consimile è già operante a Roma, con un
Protocollo di intesa fra il Comune e i rappresentanti
di varie confessioni religiose presenti nella città.
La città di Bologna può vantare una lunga tradizione
di pluralismo etnico, culturale e religioso, che si
esprime nella varietà di comunità di fede, luoghi di
culto e beni culturali tradizionalmente presenti sul
territorio.
"Il fenomeno del pluralismo religioso assume caratteri
sempre più rilevanti, per l'immigrazione ma anche per
i cambiamenti in atto nella nostra società. Anche a
Bologna , se sono una ventina le comunità più
rilevanti, si arriva ad un numero più alto, circa
25-30 per le sole denominazioni cristiane e
addirittura 90 nell'insieme delle fedi, se si
considera chi svolge non episodicamente forme di culto
nella nostra città".
Sono quindi numerose le comunità religiose che
avrebbero interesse a partecipare alla Consulta.
E' un obiettivo importante per tutta la città, ha
affermato il consigliere Ferrari. "Ci sono molti
terreni concreti sui quali la Consulta potrà agire.
Dalla scuola alle carceri a favorire la
predisposizione di sale e momenti adeguati di ultimo
saluto ai propri cari. La sala Pantheon della Certosa
è inadeguata, così com'è. Bisogna provvedere.
La Consulta fornirebbe al Comune conoscenza ed
esperienze necessarie per muoversi sui terreni
importanti e delicatissimi dei rapporti fra individui
e amministrazione pubblica.
La Consulta dovrà avrà fra l'altro un compito di
"osservatorio" sul pluralismo religioso a Bologna,
organizzando incontri ed iniziative periodiche sul
tema del pluralismo religioso e culturale nella città
e promuovendo a tutti i livelli la conoscenza delle
forme di espressione e di culto.
Non si tratta di dare a nessuno più diritti di altri
ma di garantire rapporti più avanzati fra confessioni
religiose e Comune basati su reciproci diritti e
doveri".

Ferrari presenterà a settembre la richiesta di
iscrizione dell'argomento: "CONSULTA DELLE RELIGIONI.
PER NUOVI RAPPORTI FRA IL COMUNE DI BOLOGNA E LE
COMUNITA' RELIGIOSE DELLA CITTA'"alle Commissioni
Affari istituzionali (I) e Cultura e Scuola (VI).
"Non voglio proporre un testo preconfezionato, un
prendere e lasciare ma avviare con rapidità e
determinazione un percorso, facendo dell'ascolto delle
comunità di fede la prima priorità."


p. Ufficio Stampa
M.B.

giovedì 12 giugno 2003

Referendum art.18: "Servono, comunque, numerosi Si'".

Impegno nuovo
Rivista diretta da
Davide Ferrari e Gregorio Scalise.
Online
www.impegnonuovobologna.blogspot.com

Bologna, 12 Giugno 2003



"Servono, comunque, numerosi Si'".
Impegno nuovo dichiara il suo Sì al Referendum per
l'estensione dell'articolo 18.
Iniziativa in rete della Rivista.

Questo messaggio della redazione di "Impegno nuovo"
rappresenta insieme una presa di posizione ed una
iniziativa editoriale.
Giungerà ad oltre 38.000 indirizzi mail di tutta
Italia.
Le città più interessate saranno Bologna, Milano e
Roma.
E' uno degli invii più rilevanti per dimensione mai
effettuati dalla comunicazione politica in Italia.
Particolarmente significativo il fatto che la nostra
rivista si avvale unicamente di personale volontario e
non utilizza indirizzari acquistati da agenzie.
Risponderemo a tutte le lettere che ci giungeranno in
risposta, pubblicamete, sul nostro sito blog.
Un cordiale saluto

per la redazione,
Antonio Accattato
webmaster

......................................................
DICHIARAZIONE COLLETTIVA DELLA REDAZIONE DI IMPEGNO
NUOVO

Domenica 15 e Lunedì 16 giugno si vota per il
Referendum indetto per estendere l'articolo 18 ai
lavoratori ed alle lavoratrici delle imprese con meno
di 16 dipendenti.
Abbiamo attraversato, come redazione di una rivista
nata per sostenere il rapporto fra la Sinistra
politica ed i movimenti, il travaglio di un dibattito
che ha diviso, tra le ragioni del Sì e le perplessità
o la contrarietà.

Pur avendo diverse visioni su questo Referendum ed il
suo percorso, voteremo, e voteremo Sì, per contribuire
a tenere aperta la strada per le riforme e per i
diritti.

Oggi la necessità del Sì è cresciuta, dopo la scelta
di Berlusconi per il non voto e la contestuale forte
offensiva del Governo con i provvedimenti che
destrutturano il mercato del lavoro.

Il risultato di avere numerosi Sì appare a noi
necessario anche per chi non ha condiviso il
Referendum ma è impegnato per le riforme.
E questo risultato non è certo perseguibile
restringendo l'area del Sì alle posizioni estreme o
all' espressione spontanea dei lavoratori coinvolti.
Occorrono anche i Sì di tanti fra coloro che hanno
partecipato alle grandi manifestazioni per la difesa
dell'Art.18.

Questi Sì sono necessari proprio per rendere possibile
la riproposizione di un fronte più vasto e articolato.

"Il paese ha bisogno- come richiama il manifesto della
CGIL che fortemente condividiamo - che si arrivi in
tempi rapidi alla riforma degli ammortizzatori
sociali, all’estensione dei diritti all'universo delle
collaborazioni coordinate e continuative e ai
lavoratori dell’impresa minore, a una riforma del
processo del lavoro. Tanto più oggi che la crisi rende
sempre più incerto il futuro di milioni di persone".

Sappiamo quanto complessa sia la rappresentanza di un
mondo del lavoro differenziato come l'attuale,
sappiamo che non è fornendo una visione semplificata
dei problemi che si può tenere nella "difesa" e
affermare il cambiamento, l'estensione dei diritti.
Ma, come siamo convinti che milioni di giovani
lavoratori, comunque senza tutele, abbiano sentito la
battaglia per la difesa dello Statuto dei lavoratori
importante per la loro vita, anche se formalmente non
ne era interessata la loro condizione lavorativa, così
siamo convinti che si sia espressa, anche in questi
giorni di confronto troppo sotterraneo sul Referendum,
una analoga volontà di partecipazione.
Raccoglierla è la cosa più importante.
Importante proprio per superare i rischi, reali, di
divisione.
La vittoria del Sì è dunque importante e, secondo noi,
"servono, comunque, numerosi Si'".

Per questi motivi andremo a votare.
Per questi motivi voteremo Sì.

......................................................

Gregorio Scalise, Davide Ferrari, Rosanna Facchini,
Filippo Bartolini,Franco Giuliani, Gabriella Maini,
Carla Della Porta, Fulvio Ramponi, Etienne Salvadore,
Luca Campigli, Marika De Alessandri, Antonio Accattato.

venerdì 28 marzo 2003

"BOLOGNA RIPUDIA LA GUERRA. n importante convegno nella sala del Consiglio comunale di Bologna

 

28/03 Bologna: Bologna ripudia la guerra



"BOLOGNA RIPUDIA LA GUERRA.

Cosa può, cosa deve fare una Città per la pace e la solidarietà
internazionale."


Confronto promosso dai gruppi consiliari Due Torri-DS, Margherita, PRC, Verdi.

L'iniziativa si terrà nel pomeriggio di venerdì 28 marzo 2003, dalle ore 15
alle ore 18,30 nella Sala del Consiglio Comunale di Palazzo D'Accursio.

Hanno già garantito la presenza, tra altri, Luigi Pedrazzi, Mons. Giovanni
Catti, Stefano Tassinari, Roberto Buonamici, Marco Trotta, Roberto
Carati,Bruno Stefani. Presiederà Giancarla Codrignani.




Davide Ferrari Capogruppo Due Torri - DS

lunedì 20 gennaio 2003

Intervento su un articolo di Carlo Monaco.


Di Davide Ferrari
Capogruppo Due Torri-Ds

Carlo Monaco invita la Sinistra bolognese a non avere due pesi e due misure nel valutare le politiche scolastiche dei Comuni.
Quello che è buono a Reggio Emilia non può essere cattivo a Bologna, solo perché governa il Sindaco Guazzaloca.
Non solo sono d'accordo ma rilancio.
La Giunta bolognese vuole "fare come a Reggio"?
Benissimo, allora avanti.
Reggio Emilia sta procedendo in un importante itinerario per dare autonomia alle Scuole dell'infanzia comunali, per difenderle, dunque, non per privatizzarle.
La strada che si è scelta è quella di una Istituzione che raccolga le scuole ed i servizi educativi, dia loro maggiore visibilità, li costituisca sempre di più come un pezzo importante della vita culturale e democratica di quella città.
Si, perché la scuola non è un servizio sociale, a domanda individuale, che ci può essere o non essere a seconda di come la società si organizza.
E' molto di più, è un diritto.
Vorrei far notare che è esattamente la strada che i Ds propongono, in Consiglio comunale, e da tempo.
Se Monaco è d'accordo impegni la sua cultura e la sua competenza per orientare in tale direzione la Giunta e la coalizione che governa.
Viceversa, in questi anni, se è stato mantenuto un impegno dell'amministrazione comunale ciò si deve, a me pare dovrebbe essere riconosciuto, anche ad una strenua opposizione che in tanti abbiamo condotto contro quel piano, poi ritirato dalla Giunta, che prevedeva di ridurre di un terzo la presenza comunale nelle scuole dell'Infanzia e di destinare le risorse "risparmiate" alle scuole private.
Oggi si parla di una Fondazione.
Monaco conferma l'intenzione.
Il ViceSindaco Salizzoni ha fatto riferimento ad una "Fondazione di Comunità".
Ma il tema affascinante delle "Fondazioni di comunità", che va approfondito, richiama in primo luogo settori della solidarietà sociale.
Lì, con questo strumento, chi opera nel volontariato, intende raccogliersi, alzare la sua capacità di intervento, mettere radici istituzionali, grazie all'apporto delle Fondazioni bancarie e degli Enti Locali.
Ma per le Scuole bolognesi andare verso l'affidamento della gestione ad una Fondazione, farebbe fare il processo inverso.
Si destrutturerebbe un impegno istituzionale, togliendo identità a scuole riconosciute dai cittadini, parificandole ad altre offerte educative non pubbliche.
Chiarisco che non si sta parlando di dare vita ad una società, come la mitica "Reggio children", per la diffusione della cultura educativa, che sarebbe da noi benvenuta, ma di esternalizzare la gestione delle scuole.
Ricordiamo che, nel settore Infanzia, la grande maggioranza delle scuole pubbliche, che la Costituzione prescrive debbano essere necessariamente presenti in tutto il territorio nazionale, sono Comunali, a Bologna.
D'altra parte , con i chiari di luna della finanza pubblica, è del tutto improbabile che si realizzi mai un massiccio intervento dello Stato.
Ecco allora: con la Fondazione, a Bologna, scomparirebbe quasi interamente la presenza di scuole dell'Infanzia gestite direttamente dal pubblico.
Non è una cosa di poco conto.
Ma se ne aggiunge un'altra.
Chi pagherebbe, per "tirar fuori" i cento miliardi che oggi investe il Comune, traendo risorse dalla fiscalità generale?
Le famiglie con bambini in età "ritornano" al Comune meno di un quinto di questa spesa, con le rette dei Nidi e la refezione.
Forse, nei primi anni di vita, per la pressione dei cittadini e degli insegnanti, una Fondazione pubblico-privato manterrebbe alti livelli di qualità e di quantità dei servizi e delle scuole, ma poi, nel tempo, come potrebbe garantirli?
Investire nelle scuole è una scelta istituzionale.
Non posso credere che Monaco non comprenda la gravità di volerla ridurre progressivamente.
Sarebbe un passo indietro per tutta la città.
Comunque, lo scoop del Resto del Carlino ha avuto un merito: ha fatto venire avanti un dibattito sulla prospettiva delle nostre scuole.
Noi siamo interessatissimi a portarlo avanti.


domenica 12 gennaio 2003

Ma Bologna sta pensando a privatizzare la gestione



Risposta ad una letteradi Davide Ferrari
Caro Benozzo, la tua lettera testimonia la continuità del tuo impegno serio e appassionato per la scuola nella tua città e in Emilia. Devo sinceramente dirti, però, che le tue considerazioni partono da presupposti non fondati che conducono poi a conclusioni politiche che non condivido. 1. La posizione dei DS all'opposizione e dei DS al governo, nelle città dell'Emilia Romagna, sul tema delle scuole per l'infanzia, oggi, mi pare possa essere senza troppi sforzi la medesima: SI ad istituzioni autonome che diano maggior valore alla libertà delle scuole comunali, NO alla trasformazione delle scuole comunali in un settore del mondo delle offerte private di servizi. Il privato sociale e/o l'associazionismo genitoriale sono già coinvolti, da anni, e possono esserlo ancora di più in fondazioni, società o progetti integrati per la diffusione del 'marchio di qualità' delle 'città per l'infanzia', per la formazione professionale e genitoriale, nonché in progetti di nuove Istituzioni, tramite project financing o altre forme. Certamente nessuno può porre limiti alla fantasia e all'inventiva dei nostri amministratori che devono far quadrare i conti fra l'esigenza di mantenere le scuole, aumentare qualità e posti, combattere con le norme assurde e taglieggiatrici delle finanziarie di Tremonti. 2. Le intenzioni dell'assessore Pannuti , a Bologna, sono ben diverse. Egli ritiene che ci siano troppe scuole pubbliche per l'infanzia e che questo deprima il mercato. Ha così cercato di chiuderne un terzo, ma una opposizione molto determinata glielo ha impedito raccogliendo 10.000 firme per la salvezza delle scuole comunali. Poi ha iniziato a studiare le forme di una vera e propria privatizzazione della gestione, sì proprio così: dell'hard core del sistema. Dobbiamo dire NO senza alcuna ambiguità a questa proposta. Essa farebbe scomparire, di fatto, l'offerta pubblica a Bologna, prefigurerebbe un futuro incerto addirittura nella medesima capacità di avere a Bologna, come c'è oggi, la piena copertura del diritto alla scuola da tre a sei anni. Non giovano i sofismi. Bisogna essere chiari: i nidi e le scuole costano 100 miliardi, nella nostra città. Al Comune tornano indietro, per rette e refezione, risorse inferiori ad un quinto della spesa. Nessun privato potrebbe 'compartecipare' a tenere in piedi un Ente con un tale carico gestionale, senza proporre, quantomeno, la sua progressiva riduzione. Come vedi c'è abbastanza materia sia per dire NO a Guazzaloca e Pannuti, sia per dire SI, con i cittadini, gli operatori, gli insegnanti, il mondo della cooperazione e delle imprese, le fondazioni bancarie, a un progetto alternativo che si faccia forte della bellezza e credibilità delle nostre scuole, che non le consideri un albero da ridurre a legna.
12 gennaio 2003L'unità E-R

mercoledì 1 gennaio 2003

Davide Ferrari in Comune. Altri Interventi del 2003.

Monday, October 27, 2003
COMUNE BOLOGNA. FERRARI (DS): CANTIERI A PROVA DI DISABILE=

(Da DIRE)- BOLOGNA- "LA QUALITA' DI VITA DI TUTTI I 'DIVERSAMENTE
ABILI' A BOLOGNA, per quanto riguarda la mobilità, e' peggiorata.
BISOGNA RENDERSI CONTO CHE SE
SI guarda alle LORO ESIGENZE, LA CITTA' MIGLIORA PER TUTTI".
IL CAPOGRUPPO DS AL COMUNE DI BOLOGNA DAVIDE FERRARI COMMENTA
COSI' LA CONDIZIONE DEI NON VEDENTI BOLOGNESI DOPO L'AUDIZIONE
DEI LORO RAPPRESENTANTI NELLE COMMISSIONI "MOBILITA'",
"TERRITORIO E AMBIENTE", E "SICUREZZA SOCIALE"."E' OPPORTUNO CHE
NELLA PROSSIMA SEDUTA DELLA COMMISSIONE, L'OTTO NOVEMBRE, SI
APPROVI UN INDIRIZZO ALLA GIUNTA, PERCHE' TUTTI I LAVORI DI
MANUTENZIONE URBANA VENGANO FATTI ESEGUIRE CONSULTANDOSI CON LE
ASSOCIAZIONI E RISPETTANDO UNO STANDARD CHE POSSA SODDISFARE LE
ESIGENZE DELLE PERSONE CON 'DIVERSA ABILITA', COME LA
REALIZZAZIONE DI PERCORSI GUIDATI 'SICURI' O L'ELIMINAZIONE
DELLA FORESTA DI PALI E CARTELLI DAI MARCIAPIEDI" PROSEGUE
FERRARI. "QUEST'AMMINISTRAZIONE HA VOLUTO FAR CREDERE CHE
BOLOGNA E' TERRITORIO DOVE ALLE AUTO TUTTO E' PERMESSO, MA SI
DEVE RENDERE CONTO CHE A CAUSA DI CIO' PER I PIU' DEBOLI SONO
PEGGIORATE SICUREZZA E VIVIBILITA'".



10 anni del Museo Morandi
Dichiarazione di Davide Ferrari

Rispondendo alle domande dei cronisti presenti oggi a Palazzo d'Accursio per la Conferenza stampa di presentazione del decimo anniversario del Museo Morandi, Davide Ferrari, capogruppo Due Torri-Ds in Consiglio comunale ha dichiarato:

"Il Museo Morandi è un patrimonio inestimabile della città.
Invece di discutere di perizie legali sulla validità attuale delle condizioni del lascito di Maria Teresa Morandi, era doveroso oggi, rivolgere a lei ed alla
sua memoria il riconoscimento di gratitudine di tutta la città e del Comune di Bologna.
Così ha fatto l'Avv. Berti, dimostrando, come sempre, la propria statura intellettuale e morale.
Bisogna fare del Museo un perno della politica culturale e dell'immagine complessiva di Bologna.
Da questo punti di vista apprezzo le iniziative in corso, che dimostrano però le immense potenzialità del Museo qualora fosse adeguatamente valorizzato.
Servono risorse, autonomia, progettualità.
Mi stupisce sempre l'assenza del Sindaco che doveva anche oggi sentire il dovere di essere alla presentazione, e che deve dire, finalmente, parole chiare sul futuro del Museo.
Morandi non era, del resto, una delle tre M, sia pure in bizzarra coabitazione con Minghetti e Marconi, del "progetto" culturale della bolognesità guazzalochiana?".



Wednesday, October 01, 2003
Savena, via Toscana: altri slittamenti
Forte iniziativa dell'opposizione


Mercoledi' 1 Ottobre, l'Ass. Pellizzer ha risposto ad una interpellanza del consigliere Davide Ferrari su alcuni lavori particolarmente urgenti per mettere in sicurezza il transito di pedoni e biciclette e dare un po' di respiro ad una delle zone (via Toscana e dintorni) maggiormente sottoposta alle conseguenze di un traffico non regolato e oberato di mezzi pesanti.
Riportiamo la tabella degli interventi di cui si e' parlato, con tra le parentesi le date "promesse" da Pellizzer a Maggio, ai cittadini ed al Quartiere, ed i tempi "ri-promessi" oggi.
...............
Sottopasso ciclopedonale via Ponchielli: (Settembre 2003) va a Dicembre-Gennaio 2003.
Sottopasso c.p. via delle Armi (Settembre 2003) va a 2004 inoltrato
Passerella ponte Savena (Luglio 2003 e fine lav settembre 2003) va a Gennaio 2004 l'in.lav.
.......................
Notizie un poco migliori per la messa in sicurezza del s.passo Foscherara ( fine lav. promessi Luglio 2003) termine oggi fissato entro meta' Ottobre, e per la pista ciclabile della Canaletta Savena ( Luglio 2003) dove va a fine Ottobre l'inizio dei lavori.

"Il quadro e' desolante- ha dichiarato Davide Ferrari. Non a caso avevamo ribattezzato il piano di questi investimenti "piano degli slittamenti".
Pellizzer ha fatto piu' volte promesse "precise", in questo mandato e non riesce mai a mantenerle. La verita' e' che non e' una priorita', per questa Giunta, mettere i pedoni, cioe' i bambini, gli anziani in primo luogo, in sicurezza.
Stiamo seguendo l'iter lentissimo di queste infrastrutture, giorno per giorno.
Sono 47 le interpellanze e gli atti consiliari fatti dal Gruppo Due Torri sull'insieme delle questioni della viabilita' a S. Ruffillo, dall'inizio del mandato.
C'e' n'e' ben donde.
Andremo in Consiglio comunale, facendo indire una sessione straordinaria dei suoi lavori,nell'ambito di una campagna su nove argomenti-simbolo, uno per Quartiere, per proseguire il nostro pressing. E' infatti questo un'esempio che vale a livello cittadino".

Maria Busi


Tuesday, July 01, 2003
FERRARI, SISSA, SCALISE, BERTONI:
MANIFATTURA DELLE ARTI UNA PROPOSTA PER PASOLINI.


Quattro poeti bolognesi, il docente universitario
Alberto Bertoni, il drammaturgo Gregorio Scalise,
Giancarlo Sissa, noto per "le poesie
dell'educatore", il direttore di "Casa dei pensieri"
Davide Ferrari, hanno avanzato oggi una
proposta per una "INTITOLAZIONE DOLCE" della
Manifattura delle Arti a Pier Paolo Pasolini.
Non si tratta di una richiesta istituzionale al
Sindaco o all'Università - spiegano i quattro- ma
di un impegno personale che vogliamo sia preso, pian
piano, giorno dopo giorno, da tutti i bolognesi,
a cominciare dagli studenti e dai docenti
dell'Università, dagli operatori e dagli utenti
della Cineteca e della nuova GAM.
Vogliamo che questo nuovo strordinario rione
della città diventi la "ZONA PASOLINI".
Così come ci sono " i Garganelli" o "la Noce", o
infiniti altri luoghi NOMINATI SENZA AVERE NOME,
ci sia anche la zona Pasolini, la contrada Pasolini.
Prendiamo un impegno personale, tutti, di
nominare così la nuova Manifattura delle Arti.
Diciamo, tutti, al momento di fissare un
appuntamento in quel luogo: "ci vediamo alla Pasolini".
Questa è, in sintesi, la proposta di Bertoni,
Sissa, Scalise, Ferrari.


Perchè Pasolini?
Lo ha chiarito Davide Ferrari, intervenendo oggi
in Consiglio Comunale "Pasolini è stato il più
grande artista impegnato sul versante dell'incontro fra
la cultura della parola, della poesia, e la cultura
dell'immagine, della pittura e del cinema".

Pasolini è nato a Bologna, qui ha studiato, al
liceo Galvani e all'Università.
Bologna è il luogo d'incontro con i suoi amici di
sempre, Roversi, Scalia, Leonetti, Renzi,Giovanna
Bemporad,Silvana Mauri Ottieri.
Proprio a Bologna Pasolini maturò la sua
fortissima impressione coloristica, la sua attitudine
pittorica,sotto l'egida dell'insegnamento di
Roberto Longhi.
La Manifattura delle Arti, come figlia di una
lunghissima tradizione bolognese di attenzione
allo studio dell'immagine, deriva anche da questa
stagione che Pasolini attraversò, interpretò, portò nel
mondo intero.

La proposta, nell'intenzione degli autori, vuole
"allargarsi liquidamente, come macchia di olio"
con l'adesione di centinaia di persone, nel
comportamento
quotidiano, vuole affermare un nome, un modo di
dire e
di fare e non mettere una targa sopra un muro.

P.Ufficio Stampa
M. Busi


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Per adesioni e impegni a
"NOMINARE PASOLINI"
perpasolini@hotmail.com


Tuesday, June 24, 2003
MINORI BOLOGNA. CONTRO GLI ABUSI UN AMICO NEL WEB=

(Da lanci dell'Agenzia DIRE)- BOLOGNA-
DUE PROPOSTE PER CONTRASTARE LA PEDOFILIA E
L'ABUSO SUI MINORI: UN "FILTRO FAMIGLIA" DA INSTALLARE NEL
PERSONAL COMPUTER DI CASA, PER PROTEGGERE LA NAVIGAZIONE IN
INTERNET DEI MINORI E IL "WEBTUTOR", UN AMICO IN RETE DISPOSTO
AD AIUTARE E A RISPONDERE AI DUBBI DEI PICCOLI NAVIGATORI.

IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA, DOPO UN ANNO DI LAVORI DELLA
"SOTTOCOMMISSIONE SUL TEMA DELLA PREVENZIONE E CONTRASTO DEGLI
ABUSI AI MINORI", RIVOLGE UN APPELLO- TRAMITE LE COMMISSIONI
SANITA' E DELLE ELETTE- ALLA GIUNTA COMUNALE PERCHE' SI IMPEGNI,
TRA LE ALTRE COSE, AD APPLICARE QUESTI DUE STRUMENTI.

SULLA PREVENZIONE DELLA PEDOFILIA e degli altri pericoli VIA INTERNET E' INTERVENUTO
ANCHE IL CAPOGRUPPO DS, DAVIDE FERRARI, PROMOTORE DEL PROGETTO
DI WEBTUTOR.
"I FILTRI NEI COMPUTER possono essere FACILMENTE AGGIRABILI e comunque richiedono una costante presenza della famiglia che non può affidare il controllo solo a strumenti tecnici.
DICHIARA FERRARI- QUELLO CHE SERVE E' UN servizio IN RETE
CHE PERMETTA AI BAMBINI ed ai ragazzi minori DI AVERE DELLE RISPOSTE AI DUBBI CHE INCONTRANO NAVIGANDO, e sul come comportarsi per sfuggire i pericoli che sulla rete si possono incontrare.SIA SULLA pornografia e PEDOFILIA, SIA SUL GIOCO
D'AZZARDO, SIA SUL CONSUMO IMPROPRIO DI FARMACI, un problema molto grave connesso ai disturbi dell'alimentazione e della socialita' tipici dell'età evolutiva.
UN "AMICO NELLA RETE" CHE SIA ASSOCIATO AGLI ALTRI SERVIZI DELLA RETE CIVICA IPERBOLE".

Friday, June 20, 2003
S.Donato,BOLOGNA. FASCIA BOSCATA, PRIORITA' AL VERDE.
MONACO: MANCANO I FONDI, ACCORDO COI PRIVATI;
Ferrari,DS: Salvare il Verde.
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(Da lanci dell'Agenzia DIRE)-
BOLOGNA-

LA FASCIA BOSCATA NEL QUARTIERE SAN DONATO
RESTA "UNA PRIORITA', UN OBIETTIVO PRIMARIO E STRATEGICO
DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE". MA I SOLDI PER REALIZZARLA,
COSI' COME PREVISTO DAL PIANO PARTICOLAREGGIATO DI DIECI ANNI
FA, NON CI SONO. A SCOMBINARE LE CARTE E' INTERVENUTO IL NUOVO
PROGETTO DELL'AMPLIAMENTO DELL'AUTOSTRADA: MENTRE PRIMA DOVEVA
ESSERE REALIZZATO IN SEDE, CON TUTTE LE SPESE DI
RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA (E QUINDI ANCHE LA FASCIA BOSCATA) A
CARICO DELLA SOCIETA' AUTOSTRADE, ORA, CON IL PASSANTE A NORD,
L'ENTE CONTRIBUIRA' SOLO PER UNA PICCOLA PARTE AI FINANZIAMENTI.
IL GROSSO DELL'INVESTIMENTO, QUINDI, PESEREBBE TUTTO SULLE CASSE
COMUNALI, CHE PERO' LANGUONO. L'AREA IN OGGETTO (POSTA TRA LE
VIE SAN DONATO, GOLDONI, VIALE EUROPA, L'ASSE FERROVIARIO E LA
TANGENZIALE) E' DESTINATA A VERDE: TALE DESTINAZIONE, FA SAPERE
L'ASSESSORE COMUNALE ALL'URBANISTICA, CARLO MONACO, ATTRAVERSO
UNA RISPOSTA SCRITTA LETTA OGGI IN COMMISSIONE ASSETTO DEL
TERRITORIO DI PALAZZO D'ACCURSIO E AFFIDATA ALLA VOCE
DELL'INGEGNER MAURO BERTOCCHI, "NON E' NEL FRATTEMPO MUTATA". MA
I DIECI ANNI TRASCORSI INVANO HANNO FATTO SI' CHE IL PIANO
PARTICOLAREGGIATO STUDIATO AD HOC ""SIA SCADUTO". L'UNICA
STRADA, QUINDI, NON AVENDO IL COMUNE LE RISORSE NECESSARIE PER
ESPROPRIARE LE PORZIONI DI TERRENO NON DI SUA PROPRIETA', RESTA
QUELLA DELLA CONCERTAZIONE CON I PRIVATI.
UN ACCORDO TRA COMUNE E PROPRIETARI, PERO', CHE NON PIACE
AFFATTO ALL'OPPOSIZIONE. DIETRO LA MANOVRA, ACCUSA IL CAPOGRUPPO
DS, DAVIDE FERRARI, SI NASCONDEREBBE INFATTI il rischio di dare il
via ad una edificazione a vantaggio di privati ma a danno sdel Verde.
"Le ripetute dichiarazioni di Monaco dicono chiaramente si MIRA, CON
L'INNALZAMENTO DEGLI INDICI, A SUSCITARE
L'INTERESSE DEI PRIVATI A COSTRUIRE, OTTENENDO IN CAMBIO
ANZICHE' UNA FASCIA BOSCATA SOLO UN PICCOLO GIARDINETTO".

Alla opposizione SI AGGIUNGONO le voci DEI
RESIDENTI, COSTITUITISI IN COMITATO CITTADINO (DAL NOME,
APPUNTO, "COMITATO FASCIA BOSCATA), CHE TEMONO LO SMANTELLAMENTO
"DELL'ULTIMA AREA VERDE ESISTENTE NEL QUARTIERE, ORMAI SOFFOCATO
DAL TRAFFICO, DALLO SMOG E DAI RUMORI". I CITTADINI SONO STATI
ASCOLTATI OGGI DALLA COMMISSIONE COMUNALE, SU RICHIESTA DEL
GUAZZALOCHIANO ALBERTO VANNINI (LTB). PER IL COMITATO, LA FASCIA
BOSCATA "DEVE ESSERE FATTA", NON CI SONO ALTERNATIVE,
SOPRATTUTTO IN VISTA "DEL NUOVO SVINCOLO AUTOSTRADALE DELLA
FIERA E DEL NUOVO PARCHEGGIO, CHE AUMENTERANNO NOTEVOLMENTE I
FLUSSI DI TRAFFICO", SPIEGA ALESSANDRO SABBI, PRESIDENTE DEL
COMITATO. LA PREOCCUPAZIONE "E' GRANDE, TEMIAMO CHE ALLA FINE
ANCHE QUEST'AREA CAMBI DI DESTINAZIONE E CHE SI REALIZZI
QUALCOS'ALTRO AL POSTO DEL VERDE. IN QUESTI ANNI SONO ARRIVATI
SEGNALI CHIARI IN QUESTA DIREZIONE". I CITTADINI, QUINDI,
CHIEDONO "ASSICURAZIONI IN MERITO AL COMUNE: VORREMMO CHE LA
FASCIA BOSCATA- INSISTE SABBI- DIVENTASSE UNA SCELTA CONDIVISA
DELL'AMMINISTRAZIONE. NON SIAMO PIU' DISPOSTI A RAGIONARE SU
ULTERIORI RIDUZIONI DI SPAZI (GIA' AVVENUTE PER LA REALIZZAZIONE
DELLA MULTISALA MEDUSA E DEL FUTURO DEPOSITO DEL METRO')". LA
PROVA DEL NOVE SARA' A LUGLIO, ANNUNCIA IL COMITATO, "QUANDO IL
COMUNE PRESENTERA' IL PIANO STRUTTURALE: ALLORA SI VEDRA' COSA
INTENDE FARCI IN QUELL'AREA".
Al termine della riunione VANNINI (La Tua Bologna), PRESENTA UN
ORDINE DEL GIORNO CON IL QUALE
INVITA LA GIUNTA "A PROMUOVERE INCONTRI CON I PROPRIETARI PER
STILARE UN ACCORDO DI PROGRAMMA". MA FERRARI INSISTE E PRESENTA
UN SUO ORDINE DEL GIORNO: "IL COMUNE DEVE RIBADIRE LA
DESTINAZIONE A VERDE DI QUELL'AREA ANCHE NEL PROSSIMO PIANO
STRUTTURALE, E INTERVENIRE PER MIGLIORARE LA VIABILITA' DELLA
ZONA".



Thursday, June 19, 2003
BOLOGNA. NIENTE PARCHEGGIO, ci sara' FESTA IN VIA ORFEO

(DIRE)- UNA NOTTE DI FESTA IN STRADA. VIA ORFEO SI
ILLUMINA DI LUCI, MUSICA E SPETTACOLI PER CELEBRARE IL
PARCHEGGIO CHE NON SI FARA'.
IL 21 GIUGNO VIA ORFEO FESTEGGIA E
IL PARERE DELLA COMMISSIONE EDILIZIA DEL COMUNE DI BOLOGNA CHE
HA GIUDICATO GLI ORTI BOTANICI PRESENTI NELLA ZONA "LUOGO DI
ALTA VALENZA STORICO CULTURALE E AMBIENTALE" E HA NEGATO IL VIA
LIBERA AL PROGETTO DEL COMUNE DI UN PARCHEGGIO SOTTERRANEO. NEL
TRATTO DI STRADA CHIUSO LA TRAFFICO (DALL'INCROCIO DI VIA RIALTO
A QUELLO CON VIA DE' COLTELLI) DALLE 16 A MEZZANOTTE ANDRA' IN
SCENA UNA LETTURA ANIMATA E DISEGNATA DI FIABE A CURA DI SANDRA
PASSARELLO E ROBERTO DAVID, CON POESIE SOTTO I PORTICI CON
GIANCARLO SISSA, ALBERTO MASALA, STEFANO DELFIORE, SALVATORE
JEMMA E FRANCESCA SERRAGNOLI.
VERSO LE 18, INVECE, LO SPETTACOLO "IL GIARDINO DELLA
MUSICA", A CURA DELL'ASSOCIAZIONE "LA VOCE IN ASCOLTO" E POI UN
INTERMEZZO DI MUSICA CLASSICA. DALLE 21 IN POI ANCORA MUSICA E
INFINE LA LOTTERIA. LA FESTA SARA' ANCHE L'OCCASIONE PER
CELEBRARE UN ANNO DI VITA DEL COMITATO "GLI ORTI DI ORFEO".
A proposito della vicenda ecco la dichiarazione di Davide Ferrari, capogruppo Due Torri-Ds:
"La decisione della commissione Edilizia del Comune e', nelle condizioni date, un buon risultato. Ma e' la Giunta che deve intervenire, non ci si puo' lavare le mani lasciando solo ad un organo tecnico l'onere di decidere. Bisogna approvare un vero e proprio "piano regolatore del verde urbano" per mettere al riparo tutte le aree residue di verde e "coltura" storica della citta' ".