lunedì 5 dicembre 2016

Le dimissioni di Renzi

Renzi si è dimesso da Presidente del Consiglio con un discorso impegnato e decoroso.
Alcuni punti però mi hanno colpito e inquietato, nel senso che mi hanno reso inquieto, voglio dire.
Il più rilevante, e di immediata attualità nelle conseguenze, riguarda le responsabilità, IN PARLAMENTO nella prossima fase.
Parlando della legge elettorale ha detto: "Ora tocca alle forze del No, a loro avere onori e oneri, a iniziare dalla responsabilità di proporre la legge elettorale, ci aspettiamo proposte serie e credibili”.
Non è così , sia nella realtà delle cose che nel rigore nell'agire richiesto dalla realizzazione di una legge fondamentale come l'elettorale. Il fronte del No non esiste come forza unitaria di Governo e non è vero che dovesse esistere.
C'era una legge da giudicare, la riforma costituzionale, i Sì e soprattutto i No potevano giungere da ogni parte senza altri ragionamenti e atti di schieramento.
Renzi ha cercato di negare, variamente, con stop and go ripetuti questa banale verità. Ora essa ci si presenta incontrovertibile.
Il PD è la forza più grande in Parlamento.
O chiede di andare al voto subito con il proporzionale determinato dalla Corte Costituzionale al Senato e l'Italicum alla Camera (sempre che il prossimo pronunciamento della Corte non lo bocci), una follia, oppure si prende le proprie responsabilità e cerca di portare a casa una legge legge elettorale migliore.
I punti dell'accordo interno firmato un mese fa sono una guida utilissima, oggi assai più di ieri.

Davide Ferrari
Il corsivo

Il progresso d'Italia 5 XII 201