lunedì 29 maggio 2006

Ricordo di Pompilio Mandelli.

INTERVENTO IN SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA.

Pompilio Mandelli era nato a Villarota di Luzzara, Reggio Emilia, all'inizio degli anni '10.
La sua età veneranda non ci aveva però mai fatto abituare all'idea di una sua scomparsa.
L'appassionata attività mai interrotta, la vivacità spirituale, la calda amicizia che sapeva trasmettere ai suoi sodali come agli allievi, tutto ci induceva a vederlo sempre come un punto di riferimento, una presenza insostituibile.
Ci ha lasciato dopo una vita lunga di straordinaria creatività.
Dal reggiano si era trasferito a Bologna nel 1928, quando cominciò a frequentare la scuola privata di Giuseppe Ragazzi, dove avrà come maestro Giorgio Morandi, del quale sarà sempre considerato uno degli allievi più vicini. Una vicinanza che non impedì un percorso autonomo e originalissimo. In questo periodo avvenne anche l'incontro con la pittura di Carrà.
Nel 1932 è ammesso all'Accademia di Belle Arti dove, oltre a Morandi per  l'incisione, avrà come maestro, per la pittura, Virgilio Guidi.
E i quadri di questo periodo risentono dell'influenza di Guidi e Carrà.
Comincia ad esporre all'interno delle mostre interprovinciali pubbliche.
Nel 1940 l'inizio di un lungo e profondo rapporto con Arcangeli che proseguirà per tutta la vita.
Nel '42 partecipa all' collettiva di pittori bolognesi organizzata nella neonata galleria aperta da Ciangottini.
Prese poi parte all'evento bellico e rientrato nel 1945 riprese a dedicarsi all' pittura e insieme ad altri artisti, tra cui Carlo Corsi, Bergonzoni, Minguzzi, aprì la Galleria Cronache, il segno, nel mondo dell'arte del fervore seguito alla Liberazione.
Lì allestirà la sua prima personale nel 1946.
Seguì un viaggio a Parigi e  nel 1948 la prima di una nutrita serie di esposizioni alla Biennale di Venezia, che lo consacreranno all'attenzione della critica nazionale ed europea.
E' alla Biennale Di Venezia del '52, che espone quadri di cosidetta "germinazione informale" e nel 1954 Arcangeli inserirà la pittura dell'artista all'interno della corrente da lui definita come "Ultimo Naturalismo".
Così lo ricordano i suoi biografi:
"Lo studio del paesaggio, con le sue metamorfosi, e quello della figura sono i temi prediletti lungo tutta la sua produzione. La sua materia è corposa, il colore viene graffiato e poi passato nuovamente col pennello o con la spatola".
Numerose saranno nei decenni successivi le personali: a Parma, ancora a Venezia, Teramo.
Dal '63 al '78 svolgerà un lungo percorso di insegnamento di  pittura all'Accademia delle Belle Arti di Bologna di cui sarà anche direttore. E nei suoi allievi, come Pozzati e tanti altri, resterà il ricordo di un grande insegnante, amato perchè particolarmente vicino al susseguirsi delle nuove generazioni. 
Prosegue comunque incessante la sua attività di artista. Nel 1966 tiene una personale all' Galleria San Luca di Bologna dove esporrà anche nel '71.
Ancora una partecipazione all' Biennale nel '72.
Poi venne il tempo delle grandi antologiche, Nel 1976 viene organizzata una vasta antologica ai Musei Civici di Reggio Emilia. Seguono altre mostre personali e fu la città di Bologna a dedicare al Maestro Mandelli un'antologica di particolare rilievo in Palazzo Re Enzo nel 1995.
Tutta la città gli riconobbe, in quella occasione, il ruolo di artista, grande intereprete di una stagione che ha visto Ilario Rossi, Ciangottini, Norma Mascellani, e di insegnante e protagonista della vita culturale della città.
Personalmente ebbi in quell'occasione la possibilità di conoscerlo e collaborare con lui per promuovere incontri proprio dedicati ad Arcangeli.
Oggi la città lo ricorda con un commosso affetto e una riconoscenza che non verrà meno.