sabato 27 ottobre 2012

Reagire all'antica forza, nuova, del male.




L'offesa, di Forza nuova, alle persone omosessuali e all'ambasciata di Israele è gravissima. Guai a rispondere "nel merito", argomentando con le decisioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, che da anni e anni ha esplicitamente tolto la diversità di orientamento sessuale dalle malattie. Guai a rispondere che un'ambasciata, qualsiasi, ha nelle sue normali attività quella di collaborare con manifestazioni culturali, com'è il festival “Gender bender”. Guai. Reagire non deve essere difendere. Mettersi sulla difensiva è già far vincere il male. Sì “il male”. Esiste. Ama dividere, vive nella crisi e nel dolore, muta in odio per gli altri le tasche vuote, l'angoscia del licenziamento, l'impotenza a far fronte ai bisogni della propria famiglia. La rabbia per il presente tramuta in invidia, violenta verso chi sembra accolto, chi fa, chi va avanti. La storia è vicenda di uomini e donne, sotto ogni cielo uguali, nei sogni e nei limiti. Il male aborre la storia, la cambia in complotti oscuri. Il male ha paura della cultura, insinua in chi non sa o non comprende la tentazione di divenire, grazie all'odio e nel disprezzo, superiore al sapiente. Il male odia l'uguaglianza, sogna la conformità. Il Dio che ci ha chiamato per nome, riconoscendoci differenti e persone, tutti suoi figli, è, per lui, una
menzogna giudaico-cristiana. Usa il suo nome, invece, traviandolo, in "sacre" unzioni di capi e di schiavi, di dominatori e di arresi. Reagire. Facendoci uguali, ai gay della Salara, agli ebrei di ogni tempo, ad ogni popolo. Mettersi a lato di chi è sotto la scure, dichiarandoci parte di lui, oggi, nell'urgenza della risposta, domani, sempre.

Il contrario
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità E-R, 27 Ottobre 2012

sabato 20 ottobre 2012

Primarie. Se no, no




Le primarie, pian piano, si stanno imponendo nell'immaginario italiano. Merito esclusivo del PD e dei suoi vari direttissimi predecessori. Merito? Sì, in un sistema bloccato e distante, pur con tutti i limiti e gli inquinamenti che sono loro propri, le primarie aiutano la partecipazione e legano i cittadini alla "Cosa pubblica", alla Repubblica. I contendenti, però, se devono, adesso, portare acqua al proprio mulino non dimentichino che, dopo pochi mesi, si ritroveranno dalla stessa parte di chi ha prevalso, volenti o nolenti. Nello stato delle cose presenti, con la crisi alla gola, difficile pensare che in caso di sconfitta alle primarie, si possa puntare sulla rovina del vincitore alle “secondarie”, cioè alle vere. Non c'è molta acqua per la politica, prosciugarla nei veleni lascerebbe solo un deserto, dove solo ben altre specie potrebbero sopravvivere. L'Emilia-Romagna, per tutto il centrosinistra, conta ancora più di qualcosa. Da qui si chieda, con fermezza, che si interrompano le campagne, il dileggio, contro i singoli dirigenti. Quella contro D'Alema è stata particolarmente insistita e sguaiata. Nello stesso tempo, non prima e non dopo, termini ogni delegittimazione degli sfidanti. Le nostre primarie non sono e non possono sembrare mai la ripetizione farsesca del “Riccardo III” di Shakespeare, tutto odio e disprezzo. Quel cattivissimo Re chiudeva implorando un “cavallo” in cambio del suo regno, una via d'uscita. Saremo noi, cittadini, militanti, elettori, a doverlo fornire, il cavallo, a chi vince, ed anche ad aiutare a rimontare in sella gli sconfitti, dopo questo primo voto. Lo faremo se motivati da una stima accresciuta, se no, no.

“Il contrario”
Rubrica di Davide Ferrari

L'Unità E-R, 20 Ottobre 2012

sabato 13 ottobre 2012

Haller, il nostro tedesco

Bologna è la città della Resistenza e del martirio. Marzabotto è sulle
sue montagne. Quando Helmut Haller vi giunse erano passati appena 17
.anni dalla Liberazione.
I bolognesi sapevano che la Germania non poteva ridursi  agli orrori
nazisti. Wagner da sempre è amato dal loggione del Comunale,  Goethe
passando a Loiano, si vide dedicare tutto, compresi zuccherotti e
torte montanare. Ma poteva essere un rischio impiantare, qui, un
calciatore tedesco.
Come avrebbe reagito  il “Senato” del Bar Otello, ma ancor più il
popolo largo, quello che ricordava le voci spietate, i
rastrellamenti, i corpi dei seviziati?
Haller poi era proprio tedesco, biondissimo, impossibile mimetizzarlo.
Il suo gioco, fantasia, luce,  realizzazione, sciolse ogni dubbio.
Un grandissimo. Qualcuno cominciò a chiamarlo "la perla bianca". Erano
gli anni di Pelè, la perla nera. “Helmut è di quella categoria”, si
diceva. Era vero, ma non riuscì a vincere ai Mondiale. Non fu colpa
sua. Dopo la vittoria rossoblu nel '64, suoi dovevano essere quelli
d'Inghilterra. Nel '66, a Wembley, lo fermò solo l'arbitraggio. Poi
andò alla Juve. anni vittoriosi. Ma Haller è sempre stato nostro, di
Bologna, non si discute.
Il suo carattere gioviale, curioso dei sapori della vita, dalla
gastronomia alla cultura, cambiò l'immagine stessa della Germania, in
città, forse in tutta Italia. Il nazismo ha portato  sterminio, ma i
tedeschi sono come tutti. Non sono  nemmeno come quelli che
perseguitano Fantozzi intimandogli silenzio e diete. Sono, anche, come
Helmut, con la sua pancetta simpatica che ogni anno cresceva e che
tutti perdonavano. A lui, il nostro tedesco. Una forza amica, che già
ci manca.

"Il contrario" rubrica di Davide Ferrari
l'Unità E-R 13 Ottobre 2012

sabato 6 ottobre 2012

Le spese in Regione e la necessità di volare.

L'intervento
di Davide Ferrari

Le spese in Regione e la necessità di volare.

Il Governo taglia i fondi ai “politici” delle Regioni. Fa bene.
Benissimo. Non è senza motivo, però, ricordare che molti contenuti del
nuovo provvedimento riprendono le regole che si è data
l’Emilia-Romagna. Evidentemente, se oggi tutti applaudono all’operato
del Governo, queste misure della nostra Regione erano giuste. Eppure
non le abbiamo viste sottolineate, negli infiniti commenti sulla
verifica degli scontrini. Non ci stupisce e non vogliamo abbaiare alla
Luna. Va così. Bisogna dimostrare, sul campo, credibilità e onore.
Nulla è scontato, nulla è garantito. Avevamo chiesto, sull’Unità,
misure drastiche, nazionali. Stanno arrivando. Ora si può andare
avanti. I demagoghi sono un pericolo, come gli scialacquatori.
Talvolta capita che coincidano, se le ultime cronache locali non sono
troppo ingenerose. Non è a loro che dobbiamo rendere conto, ma ai
cittadini. Ci vuole attacco e ci vuole difesa. Sì, difesa: delle cose
giuste, di ruoli che sono importanti per tutti. La diversità positiva
dell’Emilia-Romagna cesserebbe davvero nel momento in cui si
accettasse di ridurre al niente programmi e progetti. Se gli stolti
insistono a criticare la cosiddetta politica estera della Regione,
bisogna reagire. I fondi europei, e gli investimenti privati, non
arriveranno se si tagliano i ponti con Bruxelles, se non si mette più
il naso fuori di casa, per non addebitare i biglietti aerei. Volate in
Ryan Air, con le aviolinee di Filini e Fantozzi, ma volate, cari
governanti regionali. Guai se vi metteste a contare e ricontare le
notule con gli ex sodali di Favia. Allora sì che dovremmo chiedervi i
soldi indietro. Tutti. Perchè a nulla servireste.

L'Unità E-R, 6 10 2012

lunedì 1 ottobre 2012

Costi della politica. Una risposta definitiva.

Il contrario
Davide Ferrari



135.000 persone in Emilia-Romagna non hanno i soldi per comprare il cibo necessario, in un’Italia dove si ritiene trendy bandire un  concorso per l’unemployee of the year, il disoccupato dell’anno. Non c’è da stupire se i “costi della politica” suscitano sdegno e rivolta.
C’è chi ci marcia. Quest’ultima campagna, iniziata per la polvere alzata dalle tuniche svolazzanti negli immondi festini  del Lazio, non vorremmo finisca con ulteriori tagli alla sanità ed al sociale. In Emilia-Romagna si fa meglio e con meno. Si sono già aboliti i vitalizi, si riduce, si assicura una trasparenza prima, probabilmente, insufficiente. Non può passare l’idea che ogni cambiamento in meglio valga soltanto come ammissione di ritardi precedenti. L’Emilia-Romagna prosegua nel cambiamento.  Tuttavia l’impressione è di essere sotto un bombardamento. Le indagini in corso sono raggiunte da altre, dichiaratamente di “ricerca”. Come a dire:”cerchiamo e troveremo”. Serve, in tutta Italia, una drastica risoluzione del problema. Vogliamo essere chiari. Sarà anche giusto mettere in rete gli scontrini del bar, ma-ecco un'idea!- bisogna  decidere che gli stipendi politici, tutti, non superino una quota similare a quella di un normale salario medio dirigenziale, benefit compresi. Chi prende meno non cresca. Per gli altri : scendere. Neanche un Euro in più. Non è giusto che una elezione assicuri il benessere a vita. Ci vuole un patto con i cittadini, basato su una cifra credibile, fissata una volta per tutte, da far loro spendere in cambio di una politica dedita ed efficiente. I demagoghi non ci staranno mai, gli altri siamo sicuri direbbero di sì.
L'Unità E-R, 29 Settembre 2012