domenica 30 dicembre 2007

Auguri per il 2008. Bisogna che...

L'augurio è di un anno 2008 sereno e positivo




perchè sia possibile bisogna che
il lavoro conti di più



Davide Ferrari




Anche le mie luci spente alla mezzanotte del 31 Dicembre in adesione alla proposta diffusa da Articolo21 per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sul tema della sicurezza del lavoro.
www.articolo21.info



www.davideferrari.org

domenica 23 dicembre 2007

Una strana lettera, figlia dell'antipolitica.

La società "Mina real estate" , che ritiene di non aver avuto risposte dall’amministrazione comunale di Bologna a proprie aspettative edilizie, ha inviato com’è noto una lettera ai dirigenti, ma anche e soprattutto ai consiglieri comunali, per invitarli a votare in modo conforme ai suoi desideri e alle sue opinioni, pena conseguenze di legge.
Questa "missiva" è un atto grave e irrituale. Non si è trattato di un materiale di documentazione, sia pure lobbistico, ma ha avuto l'aspetto di una strana diffida, comunque irricevibile.
Bisogna comprendere come una cosa simile sia potuta accadere, quale clima politico e anche "culturale" l’abbia suscitata.
Il punto sta qui.
Le ragioni ed i torti del costruttore non sono francamente, in questo momento, la cosa più rilevante.
Quello che è più significativo è che il portatore di un interesse privato si rivolga a coloro i quali sono stati eletti democraticamente da una città, quelli che Grillo chiama " i dipendenti dei cittadini", neppure con ordini di servizio ma con inviti a votare come loro prescrive l’avvocato della ditta, altrimenti…..
Evidentemente si ritiene che "dipendenti", i "politici" consiglieri debbano esserlo innanzitutto di alcuni cittadini, i soggetti dell’intrapresa economica, e, in tempi di precaria garanzia dei diritti del lavoro, convenga usare con loro maniere spicce.
Si chiarisce con fatti del genere quanti danni possa provocare l'attacco indiscriminato alla politica.
Un’offensiva che, da reali ragioni, quelle indicate, certo senza alcuna parsimonia, dai libri di Stella, di Salvi e Villone, di Travaglio e tanti altri,, è diventata via via una guerra all'autonomia delle istituzioni democratiche.
Quale autonomia possono avere, restiamo a Bologna, persone definite ogni giorno, da mesi, "cacciatori di gettoni, infingardi commissionari di consulenti fannulloni, accumulatori di doppi stipendi", eccetera eccetera ?
E allora, se autonomia non "possono avere", qualcuno ha pensato che è meglio ricordaglielo.
Abbiamo udito nei mesi scorsi parole diverse ma trasmesse sulla stessa lunghezza d’onda.
Pensiamo alla reazione indignata alle posizioni della Provincia sul progetto Romilia.
Si è arrivati a trattare un’amministrazione come un’ affamatrice del popolo.
E poiché l’erba dei campi agricoli non parla, ha pensato bene di restare muta, in difesa, anche gran parte della stessa politica e della società civile.
Sul metodo, insisto, non sul merito della vicenda, sulla quale è naturale che le opinioni si confrontino.
E oggi raggiungiamo una nuova tappa.
Può darsi che la società Mina sia stata solo più focosa di altri o malconsigliata, ma il perchè del suo agire è chiaro.
Non chiede giustizia o equanimità, come pure sostiene. No, intima alla politica di farsi da parte.
Ma in questo caso la politica altro non è che la responsabilità di governare, di rappresentare l'interesse pubblico e non quello, giusto o sbagliato che sia, di una sola impresa.
Bisogna riflettere, ma anche reagire. Mesi di veleni sull'attività politica e consiliare possono davvero favorire il degrado della funzione pubblica.
Non si può accettare che ogni volta l’asticella sia messa più in alto.
Non c’è colpa della politica, in democrazia, che giustifichi il prepotere di chi ha e quindi vuol comandare.

Da L'Unità, 21 Dicembre 2007

sabato 15 dicembre 2007

Bilancio del Comune di Bologna. Il 2008

Bilancio del Comune di Bologna.
Un contributo.

L’accordo, recentissimo, sugli indirizzi di Bilancio del Comune per il 2008 fra l’Amministrazione ed i sindacali confederali è molto positivo ed accentua il carattere sociale delle scelte di Bologna.
Quali ?


ENTRATE

Partiamo dalle entrate, perché ormai quasi solo di queste si scrive e si informa sui giornali e le Tv.
Non sono mancati interventi fortemente polemici, di Galletti, di Bignami e di altri consiglieri del centrodestra. L’On. Galletti, persona per altro competente, ha pubblicato, tempo addietro, addirittura un libro bianco, con prefazione dell’On. Casini. La tesi è quella di supposto record nazionale di Bologna nell’aumento della pressione fiscale.
Ma non è così. Per quanto riguarda l’Irpef l’aliquota dell’addizionale comunale resta invariata sul livello dello 0,7%, con conferma dell’esenzione per tutti i circa 100.000 contribuenti che presentano un reddito annuo fino a 12.000 euro.
Sono bloccate le tariffe dei nidi d’infanzia, della refezione scolastica, dei servizi socio-assistenziali per anziani, minori e disabili e le tariffe del trasporto pubblico.
La generalizzazione dell’ Indicatore ISEE aumenterà ulteriormente l’equità e, dove già in essere, ha permesso l’esenzione totale o parziale di fasce ampie di famiglie.
Il blocco delle tariffe , con le scelte di conferma di questo Bilancio, è durato e durerà un mandato intero, dal 2004 al 2009.
Quando si chiede dov’è l’impronta sociale di un’ Amministrazione, ecco la risposta: è esattamente qui.
E’ strano : alcuni giornali hanno pubblicato tabelle dove alle tasse ed alle tariffe si sommano le multe (nel peso della pressione tributaria!!!!), e quel che è più bello dividendo il loro ammontare per il numero degli abitanti, quando ovviamente le pagherà chi ha commesso le infrazioni sanzionate.
So bene che le multe pesano, ma rilevo che, nel contempo nessuno ha ricordato la riduzione, sulla base della legge finanziaria 2008, dell’ICI per le circa 125.000 famiglie bolognesi proprietarie dell’abitazione in cui vivono. Ogni famiglia interessata risparmierà circa 90 euro.
Il risparmio complessivo delle famiglie sarà di circa 11 milioni di euro.
Viene poi confermata, come negli anni precedenti l’esenzione dall’ICI per gli immobili affittati a canone concordato.
Rispetto a quanto annunciato si riduce l’aumento della Tarsu dal 4 al 3 per cento, di cui l’ 1,8% è il puro, ed ottimistico, adeguamento all’inflazione.
L’aumento “netto”, per così dire, dell’1,2%, punta all’incremento della raccolta differenziata e al potenziamento della pulizia della città e in particolare dei portici.
Sulla base di questi provvedimenti si può quindi affermare che la pressione fiscale del Comune sulle famiglie con condizioni di vita medio-basse è stata ridotta e che questo impegno proseguirà fino alla fine del mandato.

SPESE

Le polemiche non hanno risparmiato le spese.
Si è parlato di incapacità a ridurle. Guardiamo ai fatti.
Il bilancio prevede invece un incremento della spesa moderato e mirato,
dato coerente con quello di tutto il mandato Cofferati.
Nel periodo 2004-2007 le spese correnti complessive sono aumentate di circa 30 milioni di euro, pari ad un incremento del 6%, allineato con l’inflazione.
Siamo davanti a un bilancio da 515 milioni di Euro, con un incremento di spesa pari a 18,8 ml. di Euro (+3,8 %).
Al netto di alcune componenti straordinarie, dovute alla nuova sede comunale, l’incremento di spesa rispetto al 2007 si riduce a 11,7 ml. di Euro (+2,4 %).
Qualcuno ha azzardato una avventurosa critica sul piano delle politiche del personale, parlando di immobilismo e auspicando insieme la fine del precariato e la diminuzione drastica degli occupati.
Come dire che si può legare un cane con una salsiccia.
Il personale invece non è aumentato ma si è combattuto il precariato.
Infatti l’Amministrazione ha utilizzato la nuova legislazione del Governo Prodi per ridurre il precariato, causato in Comune dal divieto ad assumere, durato anni. Nel 2007 185 lavoratori precari sono stati assunti stabilmente nel settore scolastico e 16 nel settore amministrativo. Nel 2008 avremo altri 104 stabilizzati.
Un risultato importate non solo per questi lavoratori ma per i servizi e la loro qualità.

INVESTIMENTI

Veniamo agli investimenti.
L’Amministrazione ha dimostrato una buona capacità di attivare
Il finanziamento degli investimenti di rilevanti dimensioni, pur
contenendo sensibilmente l’indebitamento.
Dall’inizio del mandato ad oggi l’Amministrazione ha finanziato in modo diretto investimenti per circa 305 milioni di euro e ha iniziato la realizzazione in project-financing di opere importanti.
Le voci più significative? La mobilità innanzitutto, per circa 62 milioni di euro, dall’inizio del mandato.
Ma è stato ed è forte l’investimento per le scuole, 38,4 milioni.
Altri due dati : l’incidenza dell’indebitamento del Comune di Bologna è, a fine 2007, dell’8,6%; con mutui a tasso fisso per il 76,2%. Solo il 23,8% a tasso variabile.
Per l’indebitamento Bologna è messa assai meglio della maggioranza dei Comuni di grandi dimensioni.
Quindi la città non si è fermata, molto si è realizzato e poco ci si è indebitati, nonostante gli anni di questo mandato abbiano visto una notevole riduzione dei trasferimenti statali.
Questa riduzione ed il persistere di criteri di assegnazione penalizzanti per il nostro Comune hanno causato problemi seri. L’aumento della
addizionale I.R.P.E.F. dallo 0,4% allo 0,7%, introdotto nel 2007, in larga parte si è reso necessario proprio per riequilibrare tale tendenza.
Galletti certo lo sa. Nella sua gestione l’aumento fu dello 0,4 e per problemi similari.
In sintesi l’Amministrazione governa bene. C’è poco da dire, se si guarda al Bilancio questo viene fuori.

PROSPETTIVE

Sarebbe bene allora discutere di più delle prospettive.
Il peso delle contravvenzioni tenderà a normalizzarsi, già lo si vede, se continuerà una chiara politica per la regolazione del traffico, che da certezza e notorietà alle regole. Sarà un bene. Anche questo fattore induce a pensare alla necessità, non solo per la giustizia e l’equità, di insistere nella lotta all’evasione fiscale.
Nel triennio 2005-2007 sono stati recuperati complessivamente circa 60 milioni di euro su tributi locali (I.C.I. e TA.R.S.U.) e su ammende per contravvenzioni non pagate entro i termini previsti.
Bisogna ragionare su come applicare l’addizionale IRPEF in modo da tenere conto delle difficoltà dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Bisogna anche riflettere su come razionalizzare tutte le voci di entrata, evitare ogni proliferazione di forme di contribuzione. Sulle spese, al di la di avvilenti polemiche sui costi della politica, vere quanto ipocrite e pochissimo rilevanti sui grandi numeri, le uniche proposte dell’opposizione, che ho letto riguardano dismissioni societarie. Tutto si può discutere. Ma il punto, difficile per tutti, è un altro. Anche senza considerare le risorse straordinarie necessarie alle grandi opere è il futuro di un Bilancio così impegnato per la città ed i servizi che va disegnato.
Bisogna fissare quote sostenibili di intervento diretto del Comune su voci determinanti dei servizi, da rendere però certe e meno esposte al precariato per un lunghissimo ciclo, e nello stesso tempo mettere in campo una collaborazione strategica con Stato e privato sociale che garantisca davvero standard di qualità a tutto un sistema di opportunità che sia molto più vasto di quelle direttamente erogate dal Comune.
Non è certo una novità, la direzione è già presa. Ma è urgente un “accordo generale”, un patto strategico a tutto campo, che permetta un consistente recupero di risorse e garantisca davvero qualità. Così il Comune sarà in grado di reggere garantendosi una funzione di promotore e verificatore di qualità.
Bologna, il suo Comune, dovrebbe agire come possedesse un marchio di qualità, assegnarlo a soggetti e imprese capaci e credibili, e difenderlo. La storia ce lo ha affidato, Le lotte ed il lavoro di generazioni di cittadini e di operatori dei servizi pubblici. Non basta agire caso per caso, foglia dopo foglia. E soprattutto non è accettabile che di fronte ad ogni problema di prospettiva gli interlocutori sociali si appannino scaricando tutto sul Comune (persino sulle Aldini è stato così).
Se si vuole bilancio in ordine e qualità serve un nuovo patto con la città e gli altri livelli istituzionali. Servono parole di verità e di prospettiva. Non le si avranno se non si difende, e con voce ferma, quanto, in questi anni di riavvio e insieme di preparazione, ha fatto la Giunta Cofferati.

Davide Ferrari

sabato 8 dicembre 2007

Consiglio comunale di Bologna. Un capogruppo "utile" per il PD.

Comune di Bologna.
Un capogruppo “utile”.
Articolo da L’Unità, 3 XII 2007

Unire è bello. Finalmente è nato il gruppo consiliare del Partito
Democratico nel Comune di Bologna.
E' il gruppo di gran lunga maggiore a Palazzo D'Accursio. Comprende persone di diverse generazioni (i giovani non sono numerosissimi ma non mancano), alcune personalità di assoluto rilievo accademico e professionale, molti consiglieri di esperienza e di provata competenza amministrativa.
Unire è difficile. Si proviene da realtà diverse e chiunque può ritenere di avere svolto un ruolo particolare, non riducibile e, naturalmente, temere che non venga inteso o raccolto il suo contributo.
Unire sarà forse ancora più difficile considerando il momento particolare che si attraversa. Il centrosinistra governa ad ogni livello istituzionale ma, l'alleanza dell'Unione che ha condotto alla vittoria sembra divisa, non episodicamente ma strutturalmente.
Non è sicuro l'esito normale del mandato, così come non è certo quello della legislatura.
In questo contesto siamo al primo ed importante atto formale: la nomina del capogruppo.
Basta guardare al quadro d'insieme, prima accennato, per comprendere quanto vadano chiarite antinomie importanti quali, vecchio/nuovo e continuità/discontinuità.
Com'è ovvio bisognerà lasciare indietro il vecchio e il continuo che siano disutili ed affermare l'utile e l'opportuno.
In primo luogo occorre confermare il principio di lealtà al Sindaco e alla Giunta.
Lealtà è una parola grossa? Guardiamo il calendario.
All'inizio di un mandato si può impostare una dialettica particolarmente propositiva, anche con larghi campi di autonomia da percorrere, per i consiglieri ed i gruppi consiliari. Ma quando si è alla vigilia, comunque, dell'ultimo tratto di strada, bisogna serrare le fila, favorire l'accelerarsi delle realizzazioni, portare a sintesi.
Ritengo francamente che non si sia fatto abbastanza, a tempo debito, per impostare una piena operatività dei consiglieri, è un limite che accusiamo, che non aiuta.
Ma oggi non serve una “visibilità” generica.
Attenzione: servirà una attività di tutti, molto intensa e ricca, direi quasi uno "scongelamento " di energie.
Ci vorrà molta libertà d’azione ma per seguire processi e pratiche, interventi e servizi, in diretto rapporto con gli assessori e la città, stando sul "territorio", come si usava dire.
E' questa la visibilità che ci vuole: allargare, o addirittura riprendere il rapporto con i cittadini.
Un capogruppo utile sarà allora chi sarà capace di adoperarsi per questo impegno di tutti, spesso minuto, che va infittito e coordinato.
Servirà allora rinunciare ad una intervista, ad un "colpetto di teatro", annullare distanze eccessive, per favorire non solo la collegialità ma prima di tutto il fatto che ognuno si senta all’opera.
Non si tratta di indicazioni moraleggianti. Chiunque ha svolto questo ruolo sa che il tempo non basta mai e bisogna scegliere. O imitare "la politica", con una pratica di dichiarazioni, o fare politica per la qualità del rapporto con i cittadini, con tutto il gruppo. Bisogna scegliere o un modello o l'altro. Non c'è il tempo materiale per seguire l'uno e l'altro.
“Lavorare assieme, togliersi le casacche delle squadre di provenienza”, in questi momenti tutti affermiamo banalità come queste.
In realtà la ricerca del pluralismo è un compito specifico del quale avere cura. La disparità organizzativa dei partiti confluenti, ma anche l’articolazione dei punti di vista, lo esigono con particolare nettezza.
Assumere queste pratiche sarebbe difficile per chiunque. Credo che impongano un cambio significativo di passo anche a chi sta conducendo una esperienza in corso e può essere ancora nominato come capogruppo, in un’occasione come questa. E in primo luogo occorrerà cercare la collaborazione di tutti. Scrivere “bisogna farsi aiutare” potrebbe far pensare a chissà quali pretese di controllo. No, il mandato, se viene dato, deve essere reale. Tuttavia il compito che ci sta di fronte è diverso da ciò che abbiamo alle spalle, ripeto, serviranno le forze di tutti, liberate da ogni timore di poter “volare”.

Animali? Come noi.

INTERVENTO DEL CONSIGLIERE DAVIDE FERRARI, IN INIZIO SEDUTA, SU: LA MANIFESTAZIONE PROMOSSA DALLA LAV E ALTRE
ASSOCIAZIONI SABATO PRIMO DICEMBRE 2007 PER UN NATALE DI PACE CON TUTTI I
VIVENTI, GIORNATA DI SENSIBILIZZAZIONE SULLE CONDIZIONI DEGLI ANIMALI DA
ALLEVAMENTO.

"Ringrazio il Presidente, che ha letto il titolo che già illustra quasi integralmente l'intervento che voglio fare.
Mi è capitato di partecipare con soddisfazione e piena adesione ad una manifestazione che si è svolta il primo di questo mese, promossa dalla LAV , da altre associazioni animaliste e da associazioni che si impegnano per scelte alternative di alimentazione.
Un punto, tra i tanti di cui trattava il manifesto promotore, è per me di grandissimo rilievo ed importanza, quello che solleva il tema della condizione spaventosa con la quale il nostro sistema produttivo tratta e dispone della vita degli animali nella catena della produzione alimentare, in particolare negli allevamenti.
Io sono per un animalismo riformista e gradualista, ma che sui valori non intende transigere.
Gli allevamenti, che sono produttivi di conseguenze sanitarie gravissime e di diffusione di gravissime forme di nuove morbilità, sono ormai da porre all'attenzione dell’opinione pubblica anche da questo punto di vista, oltre che da quello più generale - e per me primario - della terribile crudeltà che in esse viene esercitata.
Questi temi, voglio dire, ancora oggi faticano ad entrare nella politica istituzionale, ma è un errore gravissimo che dimostra una volta di più l'incapacità di futuro che spesso tutti noi dimostriamo.
Da speranza invece che, non soltanto a questa sensibilità si affaccino sempre più persone che cercano, come, per esempio, è stato in quella manifestazione, di proporre forme di alimentazione del tutto alternative, ma anche persone che senza giungere al vegetarianesimo chiedono una diversa organizzazione della nostra catena alimentare ed è a queste in particolare che io intendo rivolgermi raccogliendo la loro sensibilità.
Sul terreno degli allevamenti le responsabilità pubbliche anche del nostro Comune sono rilevanti .
Auspico che insieme all'AUSL, il Comune di Bologna promuova un'agenda di cambiamento concreto delle cose, di riforma, quindi non di rifiuto generalizzato. Spetta anche a questo Consiglio comunale fare la sua parte. Ho voluto per questo motivo parlare oggi anche a testimonianza dell’ ottima e qualificata partecipazione che si è avuta nel pomeriggio dell'1, e anche dell'autorevolezza degli interventi che lì abbiamo potuto ascoltare."

Dal verbale del Consiglio comunale di Bologna di Lunedì 3 Dicembre 2007