giovedì 26 gennaio 2006

Pasolini e la scuola

Associazione culturale “La casa dei pensieri”

“Il maestro e la meglio gioventu’
Pasolini e la scuola”


Conversazione con
Gianni Scalia,
Davide Ferrari,
Stefano Colangelo,
Roberto Chiesi,
Giordano Meacci

Letture di Gabriele Bonazzi
In occasione della presentazione
del libro omonimo a cura di
Roberto Villa e Lorenzo Capitani
Aliberti ed.
Interverranno i curatori
Presiede Daniele Di Nino

Liceo Ginnasio Luigi Galvani


Biblioteca Zambeccari, via Castiglione 38, Bologna
Giovedi’ 26 Gennaio, ore 17,30


INVITO

Casadeipensieri2000@yahoo.it
www.casadeipensieri2000.blogspot.com

martedì 24 gennaio 2006

IL COSTO DELLA DEMOCRAZIA

"Impegno nuovo"
Rivista diretta da Davide Ferrari e Gregorio Scalise
 
3 Febbraio 2006
Sala della Cappella Farnese, Palazzo d'Accursio,
Piazza Maggiore 6, Bologna
 
"IL COSTO DELLA DEMOCRAZIA
Eliminare sprechi, clientele, privilegi per riformare la politica"
 
Incontro con:
Libero Mancuso, Augusto Barbera,
Andrea De Maria,
Guido Fanti, Alfiero Grandi
 
In occasione della pubblicazione del libro om. di C.Salvi e M.Villone, Mondadori
 
Partecipa:
Cesare Salvi
 
In collaborazione con
"Sinistra DS per il Socialismo"

giovedì 19 gennaio 2006

Dopo la crisi Unipol-BNL Una via d'uscita diversa.

I Democratici di Sinistra hanno ritrovato una loro unità, nella recente Direzione Nazionale, sulla questione nata dalla vicenda Unipol-BNL.
E' un risultato importante, frutto del contributo di linea politico dato da anime diverse del partito.
Si dimostra che solo pluralismo e collegialità fanno fare passi avanti.
Autoreferenzialità e "uomini soli al comando" fanno danni, danni gravissimi.
Ma se, come sempre, stare nella politica richiede risposte nell'immediato, bisogna guardare ben più in là, a problemi che già cominciano a farsi scorgere.
Bisogna occuparsi di quale sarà la prospettiva di uscita dalla vicenda.
Sono del tutto contrario a sortirne fuori con due false verità seguenti, che pure sono richiamate come "naturali" da molti.
La prima: " bisogna recidere ogni legame fra il partito dei DS e la cooperazione". si tratterebbe infatti di una eredità postcomunista, inconpatibile con una visione liberale.
Certo, ci vuole una assoluta distinzione e una forte autonomia di giudizio di qualsiasi forza politica, di qualsiasi esponente politico, nei confronti di ogni soggetto economico.Sempre. Soprattutto quando si è al governo.
Ma vogliono condurci, in nome della separazione fra politica ed economia, ad un altro risultato, che invece indebolisce la politica, potere pubblico, rispetto agli poteri, privati.
Vogliono portarci a disseccare ancora di più, a devitalizzare ancora maggiormente l'alveo politico del movimento dei lavoratori.
Certo sarebbe una sciagura per i DS come partito della Sinistra. Ma non credo che servirebbe neppure per dare forza all'erigendo "Partito Democratico", che ha comunque bisogno di radici e forze reali nella società.
La seconda falsa verità riguarda direttamente la cooperazione.
Si pretende che la sua attività debba fermarsi al di sotto di una certa soglia, oltre "si lasci fare al manovratore".
Bisognerebbe fare un po' come erano solite alcune buone squadre di serie "B".
Quando stavano per salire in "A" rinunciavano, per mancanza di Stadio, per poche risorse ecc ecc.
Squadre provinciali. Non a caso c'è chi ha scritto che una cooperazione forte può anche esserre utile a livello locale ma riportare il sistema a livello nazionale porta solo problemi.
Ma una cooperazione forte è un bene per l'intera Italia, non solo per singoli sistemi territoriali.
La tutela costituzionale della cooperazione nasce proprio dal suo valore positivo, per affermare un modello di reale democrazia, che è oltre, più moderno del puro liberismo, e che può esserne molto più efficiente, non solo più giusto..
Quindi non si deve cadere nella trappola di far degenerare critiche e autocritiche fino al punto da mettere una ipoteca sulle possibilità di sviluppo delle imprese cooperative.
La strada è un'altra.
Bisogna invece rilanciare l'idea di uno sviluppo sostenibile e programmato, dove le grandi forze del lavoro, i modelli diversi di imprenditoria abbiano piena voce nella determinazione degli obiettivi e si assicurino un ruolo nella possibilità di raggiungerli, nelle regole, certamente ma anche fornendo idee e disponibilità differenti rispetto all'impresa privata.
Si sono invece offuscati, fin quasi alla scomparsa, questi concetti identitari per una moderna Sinistra, ma anche per ogni forza popolare.
Paradossalmente è da forme associative del mondo cattolico che le abbiamo viste riproposte.
Talvolta con forme di falsa coscienza ma talvolta con una grande lucidità.
Dalla quale bisogna imparare.
Non serve una generica affermazione di distanza fra politica ed economia, quindi, ma un limpido primato alla rappresentanza politica, all'interesse pubblico, rispetto agli affari, di chiunque.E insieme servono piattaforme di governo con obiettivi espliciti di cambiamento sui quali le forze sociali siano chiamate ad un patto chiaro alla luce del giorno, se le condividono.
Si dice che, con la cooperazione, fino a pochi mesi fa fra i soggetti depositari della massima fiducia fra i cittadini, tutta la sinistra, certamente i DS abbiano perso credibilità.
Sono certo che si può rovesciare la situazione. Non rimanendo in difesa ma rilanciando, sugli scopi grandi del lavoro associato in economia, sul cambiamento grande che un governo di Sinistra deve saper garantire.


Davide Ferrari
Segreteria reg. DS