venerdì 13 ottobre 2006

Davide in Comune."Gli 85 anni di Andrea Zanzotto"

CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA
09 10 2006

(Stenografico)
Consigliere prof. Davide FERRARI.

Fra qualche giorno l’Università di Bologna, il Dipartimento di Italianistica,per iniziativa della Prof.sa Niva Lorenzini, come è ormai quasi una tradizione che si rinnova di lustro in lustro, ospiterà Andrea Zanzotto, per celebrare assieme a tanti amici gli 85 anni del poeta.
Zanzotto ricevette dal Magnifico Rettore e dal Preside di Lettere, professor Sassatelli l’8 marzo del 2004 la laurea ad honorem dell’Università di Bologna.
Qualche anno prima, come già ricordavo, nel 2001, un significativo convegno ne celebrò gli 80 anni; ebbe poi il premio Campana della Città di Bologna nel 2002.
In queste e in tante altre occasioni, qualcuna promossa dalla nostra "Casa dei pensieri", il poeta ha visto come la città lo consideri un punto di riferimento e gli rivolga un affetto caloroso. D'altra parte è vivo il ricordo del suo lavoro in legame con una figura così importante per la nostra Regione, Federico Fellini.
Parlando qui, in Emilia-Romagna mi piace ricordare la partecipazione straordinaria e decisiva che ebbe nel Casanova di Federico Fellini, quella che per i più è rimasta nel ricordo come la famosa incantevole "cantilena", uno dei punti più alti del rapporto fra storia della letteratura, arti e cinema, e poi ne: "E la nave va" e "La città delle donne".
Andrea Zanzotto forse, in questo momento, mi pare di vederlo, nel suo pomeriggio a Pieve di Soligo, starà – lo fa ogni giorno – contando i mille passi che per autoesercizio si è imposto per tenersi in forma, fisicamente.
La mente non ne ha bisogno. Il poeta continua ogni giorno a regalarci qualcosa.
In particolare scrivendo e parlando di due temi che io credo siano molto importanti e che hanno costituito anche l’argomento della sua lezione in occasione della laurea all’Università di Bologna.
Il primo riguarda il compito della poesia: essere libertà.
Senza retorica: chiunque ha letto anche solo pochi versi sa che il suo linguaggio, tratto da tante ispirazioni, da quella dell’infanzia, alla modernità, ai linguaggi delle altre lingue mediatiche e del consumo che ci attraversano, non senza complicatezza e anche dolore per l’integrità della persona umana. Bene, tutto questo configura un quadro inevitabilmente lontanissimo dalla retorica.
Nondimeno Zanzotto è stato il poeta che in questi anni ci ha ricordato come la poesia stessa sia, come lui ha scritto, "la prima figura dell’impegno", come serva a segnare essa stessa "una prepotente sortita dell’uomo dalle barriere di ogni condizionamento": la poesia è libertà e il poeta ha il compito di richiamare a libertà la società nella quale vive.
E il secondo grande tema su cui ragiona, e chiama ad allarme e a consapevolezza, la testimonianza del poeta di questi anni è quello dell’irreparabile, così l'avverte Zanzotto, degrado della natura a opera dell’uomo.
Tema molto doloroso, tragico, sviluppato a partire dalla esperienza di una vita così fedelmente inserita in una realtà territoriale particolare, dove natura e cultura si sono intrinsecamente unite, come la meravigliosa campagna veneta.
Qui, in ogni punto di equilibrio perduto, in ogni traccia di rottura, in ogni perdita, nei campi, nel paesaggio, nel rapporto fra vita, lavoro e natura, Zanzotto ha visto confermare un'ansia che le letture, l'informazione sul mondo presentano a tutti a noi
Il degrado dell'ambiente, il senso di una fine che si annuncia da mille segni: per Zanzotto qualcosa vissuto direttamente in prima persona, che il poeta riporta- nelle sue conversazioni- nella memoria, ad esempio sull’estate terribile di due anni fa e su quel calore malato che ci sorprese, come una evidenza della distruzione della natura, per nostra responsabilità.
E’ normalità dei poeti essere inascoltati, ma, oggi, come non mai, senza libertà e senza natura non c’è vita, per questo non sono momenti formali tutti quelli che, come sarà fra pochi giorni, ci permetteranno di avere un nuovo dialogo con lui, una sua nuova presenza nella amica città di Bologna.