martedì 10 aprile 2007

La sinistra che resterà nel PD: "Basta col gioco al massacro dello sconfittismo e delle divisioni".Ferrari e Renzoni Governatori su "L'Unità"

E a sinistra si ode una voce. Una voce che non si accoda al "coro degli scontenti di mestiere", come spiega il consigliere copmunale Davide Ferrari, e che ricorda le enormi possibilità del dialogo come metodo in politica.
Che, dunque, ai protagonisti delle recenti polemiche nel centrosinistra dice: la Giunta ha tutte le possibilità di arrivare bene alle prossime elezioni, perchè "Cofferati gode ancora di un largo consenso, chi come noi sta in mezzo alla gente lo sa", assicura Laura Renzoni Governatori, docente all'Alma Mater di Bologna.

Insomma si può recuperare". Detto questo, scegliere la via del dialogo significa anche "non liquidare il dissenso, ma valutarlo come disagio per risposte che ancora non sono arrivate. Ferrari e Governatori sono tra le voci dell'"Associazione della Sinistra per il Partito Democratico".
Un gruppo che nasce per fare valere nel PD che verrà i valori storici della Sinistra, a cominciare da quelli "principe" della laicità e della dignità del lavoro.
"Bisogna uscire da un vortice di dichiarazioni, di accuse e contraccuse, tutto interno alla politica, e tornare alle caratteristiche originarie dell'Ulivo, che ha saputo tenere insieme radicalità e unitarietà", ragiona Ferrari.

E questo è possibile se ci si concentra sulla società civile, sulle associazioni che già sono state fondamentali in tante occasioni "ricordo quella, aggiunge Ferrari-per noi fondamentale-della battaglia del referendum per difendere la Costituzione".
E' quella l'occasione in cui l'idea di un progetto diverso e unitario, da Sinistra.

Oggi l'Associazione conta 300 adesioni a Bologna, 2 mila a livello nazionale.
Vi sono impegnati nomi come Giancarla Codrignani, Giorgio Festi, Gregorio Scalise, Marco Mazzoli, dell'Università Cattolica e Fabio Zanzotto, dell'Accademia di Brera.
Il gruppo porta avanti tre campagne (per una scuola laica che valorizzi le esperienze di integrazione multiculturale, per la sicurezza e la dignità del lavoro, contro la pena di morte per una vera giustizia internazionale).
All' ultimo incontro-a Bologna-sul programma del PD si presentano in 150, in dialogo con Roberto Montanari e Roberto Gualtieri, .
Si sente portavoce di quei cittadini dell'Ulivo, che "hanno un orientamento netto sulla laicità, e credono, insieme, nella politica come dialogo".
Un dialogo, e un'unità, che a Bologna " non possono essere messi sotto attacco da divisioni interne".
Per Ferrari i voti contro De Maria all'ultimo congresso e le critiche degli ex-assessori a Copfferati sono due iniziative, "una disdicevole, l'altra sorprendente".
"Il segretario ha comunque una maggioranza significativa e porta avanti una linea di confronto con la società civile e con il resto della coalizione che ci trova concordi".
Quanto a Cofferati, l'invito è a preoccuparsi non tanto dei critici come gli ex-amministrtatori, quanto della società civile, "e' questa la vera urgenza. C'è un numero significativo di bolognesi che vuole impegnarsi-sottolinea Ferrari- e il Comune ha la responsabilità di cogliere questo fatto".
Guai a giocare al massacro: "La prima critica che oggi un gruppo che lavora e ascolta il mondo della cultura e degli intellettuali come il nostro può fare è all'ideologia dello sconfittismo".
Anche per Renzoni "alimentare ulteriori divisioni non serve al PD".
E' vero, ammette, che "la Giunta sembra un po' lontana dalla città", che c'è una scarsa consultazione dei cittadini, eccezion fatta per esperienze come quella per il nuovo piano urbanistico.
Ma per vincere nel 2009 si può "recuperare il dialogo come metodo. Bologna è una città dai bisogni articolati, la sua composizione demografica sta cambiando. Gli amministratori dovrebbero farsi vedere di più ai supermercati, sui bus, a teatro e al cinema, in piazza.
Sono questi, come altri, i luoghi dove i bolognesi manifestano le loro opinioni. Raccogliendo e rispondendo a queste la preoccupazione per il 'salotto', che sono pochissima cosa, potrà essere dimenticata".

Tratto da l'Unità 10 04 2007

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