giovedì 15 novembre 2007

Ricordo di Don Benzi. (Stenografico)

Intervento in Consigflio comunale, inizio seduta.
Consigliere FERRARI

Cercherò di rispettare l’invito che Ella, signor Presidente, mi ha rivolto, anche perché questo intervento è stato accettato fuori tempo massimo, credo per rispetto alla persona a cui è dedicato. Mi è capitato di parlare pesso con Don Oreste Benzi, sia per motivi diversi, sia per motivi istituzionali, sia anche per motivi personali. Io credo di dover dire poche parole, ma quindi molto sentite. Penso anch’io, è già stato ricordato che il punto di fondo sia quello dell’amore per la persona, attenzione però, perché l’amore per la persona - siamo in un’aula istituzionale, non importa chi ha fede e non ha fede - però ho sentito molti riferimenti alla fede, me ne sia permesso una, non significa la proclamazione dei valori, magari usati come corpo contundente contro gli altri, no. Significa tutto il contrario, e c’è una precisa istruzione su questo, significa fare passi nella direzione di colui che ti vuole deviare anche con la violenza dalla tua direzione e dalla tua vita. La condivisione è l’amore per la persona, non la proclamazione che sempre sa di ipocrisia della propria superiore modalità ideologica. C’era un punto di distanza con Don Oreste, non sembrava giusto, non comprendeva le tematiche che, per far presto, io definirei della riduzione del danno, non le comprendeva, e non le comprendeva perché riteneva che la base di tutti i suoi interventi di carità fosse la salvaguardia integrale della dignità della persona e quindi qualunque cosa che desse per scontato una riduzione, sia pure utile a fare passi avanti, di questa visione integrale della dignità della persona dal tossicodipendente, alla prostituta, veniva visto con difficoltà, persino con sospetto. Mi è capitato però di ragionare su questo punto, di aver compreso una cosa, forse anche di aver detto qualcosa di utile, insomma, chi con lui è stato tanto impegnato su questo piano di iniziative e cioè che è vero che ogni qualvolta la politica, l’istituzione che è chiamata per forza di cose a scegliere il male minore, per fare il bene, abbandona il senso di un fine, di una trasformazione, di un possibile riscatto generale dell’uomo, ebbene, anche questa riduzione del male suona falsa, suona provvisoria. Ma così pure, ma così pure chiunque, magari un sacerdote, vuole impegnarsi per strappare il meglio dall’anima di una persona, l’oscuro per riportarlo in luce, deve sapere valorizzare ogni momento di luce, anche passare da una sostanza all’altra, anche ridurre le ore della vendita del proprio corpo, anche fare passi sbagliati, ma meno gravi e mortali di altri ai quali si era condannati. La carità quale fatto concreto, quando i valori non sono proclamati ma si basano sull’amore della persona è qualunque atto fondamentale, un terreno nel quale si lascia qualcosa, ma si prende molto e molto si cambia e grazie anche all’incontro con uomini come Don Oreste Benzi che questo alle volte è dato davvero di farlo, potendo quindi crescere molto come uomini e come persone impegnate nella nostra società. Non cito oltre esempi su Bologna, perché l’hanno già fatto i Colleghi, chiedo scusa al Presidente, a cui su questo titolo mi ero incaricato di rivolgere la domanda per questo intervento. Il ricordo non può che essere generale, quanto tanto e generale e importante ed amata la figura come quella di Don Oreste.