sabato 14 marzo 2009

Ronda su ronda.

Ho incontrato una ronda, alla Stazione.
Tutti in costume rosso, più simili ai distributori del "Bolscevico" che a super-eroi della Marvel.
Un po' male in arnese per la verità.
Mi è venuto da pensare, senza offesa, che se qualcuno proprio ci tiene a fare il rondista, forse è anche perchè la vita gli ha riservato poche soddisfazioni altrove.Dicono che la loro presenza rassicura...
Ma mi sono chiesto: sono privati cittadini, come me, cosa da loro il diriìtto di simulare un' uniforme, un ruolo pubblico, un diritto maggiore del mio di intervenire?Risponderebbero: la voglia di fare volontariato, la professionalità. In realtà la loro non è chiaro come possa essere dimostrata.
E poi, riguarda la forza fisica o la capacità di usarla con discernimento? Un "buttafuori" di una discoteca, ad esempio, lavora in un luogo privato. Guarda, osserva, giudica, si tiene pronto e all'occorrenza espelle, da un locale. Ma nella strada che è la casa di tutti, vorrei non essere giudicato da una ronda ma poter giudicare anch' io il loro essere opportuni.Si dice: a Bologna esistono le "Pattuglie cittadine" dall'800.
Che male c'è se si aggiungono altre formazioni?
Ma proprio l'esistenza di esperienze storiche, che ha gia' fatto vedere pregi e limiti di questo pattugliare, rende chiaro il pericolo di un aumento indiscriminato di divise private.Ancora: che dire delle ronde di partito?Padane e altre, sono tutte inaccettabili.Bisognerà vigilare, tra l'altro, che non ricevano soldi dagli EE.LL.
Sarebbe un'altra furbizia per dare fondi improri alla politica. (A proposito i tanti che da anni attaccano la "casta" non hanno non hanno nulla da dichiarare ?)
Il problema però non si ferma qui.
Si sta attuando una privatizzazione, non solo una politicizzazione della "Sicurezza".
Ma se così è presto saranno i ricchi, non solo i partiti, a voler dire e fare qualcosa.Pensate a squadre ingaggiate da qualche magnate con villa nelle vicinanze. Meglio, molto meglio sarebbe investire di più sulle forze dell'ordine, quelle pubbliche.Le ronde al soldo dei ricchi esistevano già nel '600: si chiamavano "bravi". Erano di stanza nelle corti dei palazzotti nobiliari, anche qui a Bologna.
Ne ha scritto un certo Manzoni di Milano in un librettuccio che parla di Renzo e Lucia.Che fa il nesci, Eccellenza Maroni. O non l'ha letto?
Riparliamone.


(da "Segnali di fumo" rubrica di Davide Ferrari su "IlBologna")