sabato 23 ottobre 2010

Cev: c'è bisogno.

Caro Maurizio,
in questi giorni stiamo raccogliendo i messaggi di buona salute e di resistenza augurata che arrivano dai cittadini: vecchi, giovani, bambini e ottuagenari, donne, uomini, transgender, di origine felsinea, bangladese, partenopea, di Mezzolara e di Bitritto, di Faenza e di Atlantide.
E' una umanità commossa che ti invoca. Invocare è poco. Si avviano teurgie, pratiche di salvezza, magie bianche e nere.
C'è chi intraprende la lettura dell'olio nel piatto, sana eredità del nostro contado, e c'è chi, siamo nella globalizzazione, punta sulla macumba. Una famiglia della Pescarola assicura preghiere per te e maledizioni ai maligni. Le signore della mostra dei pizzi, orgoglio del volontariato del mio Quartiere, assicurano che il candore delle trine si è oscurato dal dì del tuo ricovero. I “vu’cumprà” hanno già pronte mille felpe rossoblù. ”E’ quella del Cev. Cinquanta euro”. Non puoi che guarire, al più presto. Ci sono anch’io, a sperare. Imparo da tanto amore e ascolto, al bar, l’interrogarsi dei più amici. "E' la mancanza della figura paterna", assicura un PD della nuova generazione, studi in psicologia." E' che di lui c'è bisogno" chiude l'Attilio. L'assemblea è d'accordo.