sabato 21 maggio 2011

Via, col vento dei pullman.

Tutto cambia. Dopo la lunga e felice notte di Virginio Merola vincitore, dopo quel primo turno che ha chiuso la partita, noi, i democratici, che prima riconoscevi per le rughe profonde dell'ansia sul viso, camminiamo dando calci ai sassi e fischiettando.

Viaggiamo anche. E' un fiorire di pullman. Si va a Milano, per aiutare Pisapia, si va a Caorso, per dire che il nucleare è superfluo, dopo le 14.000 preferenze di Cevenini.

Persino i critici, i rancorosi, i melanconici, quelli che impazzavano prima del voto, si riavvicinano, o tacciono.

Anch'io andrò via col vento, in pullman. Come da ragazzo. Se evito gli specchietti salendo, quasi quasi mi scordo l'età. A Caorso ci fui, in una marcia dispersa nella campagna, per la pace e contro il nucleare, anni, secoli addietro. Le scelte politiche fondamentali, in Italia, sono come le scorie atomiche: per risolversi impiegano millenni.

Abbiamo molte cose da chiarire e moltissime da fare. Ma il primo che, proprio adesso, me lo ricorda lo fulmino. Ci mescoleremo con gli entusiasti, con i semplici, con quelli che non capiscono il punto? Poco male. Chi capisce sempre tutto spesso è solo più antipatico. Sul cognitivo ha le stesse difficoltà degli altri. Adesso festeggiamo e andiamo avanti. "Allora, zitti tutti, ricordate: 'Non è Francesca'? Dai cantiamo!"

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"Il contrario". L'Unità Emilia-Romagna
Sabato, 21 Maggio 2011

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"comèBologna"