mercoledì 2 novembre 2011

A Bologna. "Contrada Pasolini". Una proposta

Si torna a parlare di come meglio ricordare Pier Paolo Pasolini nella città dove nacque, dando il suo nome ad una via, ad un luogo “centrale”. Già è intitolato a lui il parco, a S.Donato, dove ogni anno, per terribile casualità dobbiamo ricordare altri martiri della violenza, i carabinieri del Pilastro trucidati dai Savi. Pasolini è nato a Bologna, qui ha studiato, al liceo Galvani e all’Università.
Bologna è stato il luogo d’incontro con i suoi amici di sempre, Roversi, Scalia, Leonetti, Renzi, Giovanna Bemporad, Silvana Mauri Ottieri. Proprio a Bologna Pasolini scoprì i propri riferimenti letterari primari e maturò la sua fortissima impressione coloristica, sotto l’egida di Roberto Longhi.
Alcuni anni or sono, con Alberto Bertoni, Gregorio Scalise e Giancarlo Sissa, avanzammo la proposta di intitolare a Pier Paolo Pasolini la ”Manifattura delle Arti”, il rione del centro di Bologna, rinnovato da un intervento pubblico di alto livello, dove trovano posto: la nuova sede della Cineteca ed il parco della ex Manifattura tabacchi, la sede della GAM (Galleria d’Arte Moderna) al “Forno del pane”, la Salara, le residenze e le aule universitarie del Palazzaccio e dintorni. Insomma, siamo nel cuore di Bologna.
Riproponiamo la nostra idea. Ricordando che la Cineteca è sede del Fondo archivio Pasolini, che Laura Betti consegnò, come suo ultimo atto d'amore, alla città dove entrambi erano nati. Non volevamo, allora, si trattasse di una richiesta istituzionale al Sindaco, era tra l'altro Giorgio Guazzaloca. Spiegammo che intendevamo suscitare un impegno personale e collettivo a nominare Pasolini, in quel luogo bellissimo, preso, pian piano, giorno dopo giorno, da tutti i bolognesi, a cominciare dagli studenti e dai docenti dell’Università, dagli operatori e dagli utenti della Cineteca e della GAM.
Oggi mi rivolgo al Sindaco Merola direttamente, ma senza voler smarrire il senso di una “intitolazione dolce”, partecipata.
Vorrei come allora che questo straordinario rione della città divenisse la “Contrada Pasolini”.
Ci sono altri luoghi , cantoni, incroci, della città nominati , battezzati dall'uso popolare. Così vorrei ci fosse anche la contrada Pasolini. Luoghi con un nome più condiviso, vero, luoghi che sono un punto di riferimento.
Se riuscissimo a fare egualmente per “contrada Pasolini”, avremo ricordato il grande poeta come meglio non si potrebbe.
Prendiamo un impegno personale, tutti, di nominare così la nuova Manifattura delle Arti, non solo il Comune, al quale certamente lo chiediamo. Diciamo, tutti, al momento di fissare un appuntamento in quel luogo: “ci vediamo alla Pasolini”.
La Manifattura delle Arti, figlia di una lunghissima tradizione bolognese di attenzione allo studio dell’immagine, deriva anche dalle stagioni che Pasolini attraversò, interpretò, portò nel mondo intero. Dare il suo nome a un luogo di Bologna, ad uno dei suoi “cuori”, con una decisione istituzionale che allargarsi liquidamente, con l’adesione di centinaia di persone, nel comportamento quotidiano. Così si affermerebbe il ricordo, il senso e non solo metteremmo una targa sopra un muro.

“Il contrario”
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità Emilia-Romagna
29 Ottobre 2011