sabato 11 agosto 2012

Comitati e referendum. Non dimentichiamoci i bambini



Tomassini e Palmizio. Berlusconiani. Velocissimi, hanno promosso, nel retrobottega, un  “Comitato per il No” nel referendum sui fondi alle scuole dell’infanzia convenzionate con il Comune.  Era facile prevederlo. L’iniziativa referendaria ha ridestato immediatamente climi da aut-aut. C’è il rischio di una rissa tutta ideologica e astratta. Le scuole bolognesi sono più avanti, nella storia e nel presente. Il lavoro concreto di tante insegnanti, il pensiero pedagogico, la “Città”, hanno costruito un sistema educativo valido che va difeso, più che si può. Oggi sono la scarsità, i tagli,  i principali nemici. Serve l’impegno di tutti. Troppi ignorano il vero convitato di pietra: lo Stato, la Repubblica. A Bologna fa troppo poco. E’ stato sbagliato, quindi,  promuovere, un referendum che guarda a un passato che a Bologna non abbiamo vissuto. Mai. Le scuole convenzionate svolgono un lavoro utile, che sarebbe incomprensibile non riconoscere. Le scuole comunali sono la colonna fondamentale di un sistema plurale che funziona. C’è una gran voglia di cogliere l’attimo, di “fare politica” senza “andare per il sottile”. Ma una scuola è un organismo delicato, non una tribuna per comizi. Non dimentichiamoci dei bambini e delle famiglie. Hanno il diritto di avere buone scuole, tutte, con ogni gestione. Comitati? Vorremmo partissero da qui, raccogliendo le esperienze, le associazioni,  in campo, il bisogno di qualità. Con questo spirito ci confronteremo nella scadenza referendaria. Seguiamo il filo del pensiero di un bimbo e arriviamo a una verità sulla scuola. Se invece tiriamo troppo la corda, il canapo si spezza, si casca per terra.

 “Il contrario”
Rubrica di Davide Ferrari
L'Unità E-R, 11 Agosto 2012