sabato 9 marzo 2013

FAST FOOD, DOVE NASCE LA RABBIA DEI SENZA-TUTELA




l“I giovani non hanno voglia di
lavorare”: frase fra le più
ingiuste ed irritanti. questa
espressione eterna , inaccettabile
ma ingenua, in bocca ai più
rancorosi fra i vecchi di ogni
tempo, diventa una offesa se
ripetuta da padroni e dirigenti. Per
i giovani il lavoro non c'è. Quando
lavorano, lo fanno per poco tempo,
per pochissimi soldi, con diritti
deboli e difficili da far rispettare.
Quando tutto è cominciato, la crisi
era sconosciuta, sembrava
inevitabile la prosperità, ci
raccontarono che bisognava
rassegnarsi: mentre l'industria si
frazionava e si delocalizzava,
evaporava, avremmo avuto l'ascesa
di un nuovo proletariato giovanile,
nel terziario più diffuso, di bassa
qualità, in sostanza. I volti allegri
per natura dei giovani al desk dei
fast food parvero raccontare il lato
buono della trasformazione in
corso. Oggi sappiamo che questi
cambiamenti ci hanno reso più
deboli. Non c'è solo la “cattiva”
finanza, contro cui sono tutti
d'accordo. C'è un impoverimento
pauroso della qualità del sistema
produttivo e, nello stesso tempo,
della qualità del lavoro. Mentre ai
tavoli fast crescono i disagiati e gli
anziani, anche qui, nelle nostre
terre più forti, nella catena dei
panini, simbolo di un consumo “a
portata di tutti”e “moderno”, si
affannano e si avvicendano persone
concrete, giovani con poca tutela,
troppo soli. Ora c'è chi, tra loro,
protesta. «Hanno studiato troppo»,
gli rimproverano, «per questo sono
insoddisfatti». Si dice che per
acchiappare più voti bisogna
sapersi presentare, “rinfrescarsi”.
Sarà così. ma è urgente ascoltare,
voler capire, non voltare lo sguardo
al disagio e al conflitto. Cominciamo
da qui 


IL CONTRARIO
rubrica di DAVIDE FERRARI
L'Unità E-R 9 III 2013