sabato 4 agosto 2018
mercoledì 20 giugno 2018
lunedì 18 giugno 2018
MENTRE LE NAVI...
venerdì 1 giugno 2018
domenica 27 maggio 2018
INTEGRAZIONE-INTEGRALISMO
INTEGRAZIONE-INTEGRALISMO
L'incontro è parte della rassegna MENS-A un evento culturale internazionale sul Pensiero Ospitale, tra Scienze Umane, Filosofia e Storia, ideato dall’Associazione APUN (LFA - APS) in collaborazione con l'Università di Bologna. MENS-A ha come tema 2018 Futura Umanità. L’intento è quello di riflettere sul pensiero inclusivo, sulla tolleranza e sulla capacità conviviale di relazioni attente all'uomo e al progetto comune. MENS-A prevede incontri, conferenze, laboratori e sono presenti grandi nomi internazionali. L’obiettivo di MENS-A è quello di creare una rete che valorizzi innovazioni di processi, il pluralismo culturale, il Patrimonio vivente, secondo il concetto di cultura metropolitana e attrattiva turistica.
L'incontro si aprirà con una visita guidata del Museo sul tema "Bologna dell'acqua e della seta" dalle ore 10:00 alle 10:40.
giovedì 3 maggio 2018
La Direzione.
In primo luogo solidarietà a Gianni Cuperlo e ammirazione per il suo modo di reagire, un dirigente all'altezza. Sul resto: un compromesso difficile .
Forse, per spirito unitario l'avrei votato anch'io ma confermo una valutazione di estrema preoccupazione sulla situazione seguita al voto e i suoi sviluppi.
Una linea politica non c'è. Renzi ha bloccato con energia e consenso nel nostro mondo, ormai però molto ristretto, una linea politica che stava emergendo dallo stesso Presidente della Repubblica e da altri esponenti della storia e del presente del centrosinistra di assoluto valore, come Prodi, Veltroni, Fassino. Come Cacciari aveva previsto, una profezia facile ma solo da lui l'abbiamo sentita, almeno nei forum televisivi e per questo lo cito, solo con un preaccordo con Renzi si poteva evitare di vedersela sfumare. È stato un errore dichiararne, o quasi,
la possibilità sospesi nel vuoto, o almeno così lasciare intendere con le proprie parole.
Ma aver bloccato una prova, difficile, ma unica nelle condizioni date, rischia di condannare il Pd o ad una nuova avventura istituzionale con la destra e senza M5stelle, che, ad ora, non pare nemmeno realistica, oppure a nuove elezioni.
Se anche il voto friulano e giuliano venisse confermato come tendenza il Pd vedrebbe, in una elezione prossima, un ulteriore calo appena frenato e la destra, una destra xenofoba ed estrema, un proprio decisivo trionfo. Il segretario reggente ha ora un voto di conferma, non era per nulla scontato, ma in una situazione dove si blocca la marcia del motore in attesa ripartenza
Davvero non si può chiudere la giornata con maggiori e migliori auspici di quanti ne avessimo. ieri. Vedremo le consultazioni di Lunedì e vedremo cosa si intende per spirito costruttivo, il termine adoperato da Martina e quindi votato, ma in un mare di no.
domenica 29 aprile 2018
Marx, duecento anni.
Tutto è morto, tutto è vivo, come in ogni classico del pensiero di assoluta grandezza. La diversità di Marx dagli altri grandi pensatori consiste nell'obiettivo: cambiare i rapporti di forza fra le classi sociali fino a raggiungere l'uguaglianza.
La descrizione dei mezzi ideali , materiali, storici, sociali per raggiungerla è un insieme di rarissimo pregio di idee altrui rimesse in fila secondo una conseguenzialità aperta e non dogmatica, da Hegel agli economisti maggiori, che predissero e descrissero insieme il grande sviluppo dell'economia dovuto alle rivoluzioni borghesi. Eppure sono proprio questi lasciti ereditati, queste tessere del mosaico che, di volta in volta, ad ogni mutamento delle vicende storiche appaiono vetusti, ora maggiormente l'uno, ora maggiormente l'altro. Si può dire che quasi sempre è proprio l'uso che Marx ne fa che mantiene in qualche modo all'attenzione questi elementi.
C'è da dire che I critici di Marx generalmente affermano il contrario, accusano l'obiettivo del suo pensiero di essere caduco e comunque irrealizzabile, il famoso "Dio che ha fallito".
Questi critici, potremmo dire, quando "gli affari" vanno bene, per la loro classe, annunciando che il culmine è già raggiunto e la storia terminata, a chi è soggetto penserà chi comanda. Quando gli affari vanno male predicano la fine del mondo e, più pericolosamente, un angelo sterminatote che rimetta le cose a posto, come ci ricordava Bunuel. In realtà "il mondo" non può fermarsi e le evidenze della drammatica inadeguatezza del modo di produrre, consumare, dirigere sono così grandi da oscurare persino la natura, la tela, non solo il dipinto fatto dagli uomini. È quindi assai meno caduco l'obiettivo fondamentale di Marx dei suoi assunti specifici e delle teorie dalle quali li ha tratti.
Come tradurre l'obiettivo in progetto, come ridurne il sogno e l'utopia nella teoria che, pur pretendendo di spiegare il mondo intero, viva per la sua epoca, risvegli Adone, rinverdisca l'albero, non lo sappiamo. Sappiamo che tale teoria sarà figlia del momento che illumina non lo precederà.
Anche questo Marx ci ha insegnato.
giovedì 12 aprile 2018
I DUE PIANI DELLA PACE
La pace ha pochi operai ma non è scomparsa dal cuore e dall'intelligenza del nostro popolo.
La crisi siriana e la grande confusione che si vede nelle reazioni di tutte o quasi le forze politiche lo dimostrano.
Vi sono due piani, differenti. Vanno entrambi affrontati.
Inizio dal piano della politica ufficiale e del Governo. Il Governo che non c'è aumenta la confusione e l'incertezza, ma su quale visione dovrebbe muoversi, se vi fosse?
L'Italia fa parte di un quadro di alleanze. Non può enon deve liberarsene, soprattutto adesso con la Presidenza Trump che si caratterizza per la totale irresponsabilità e la semiscomparsa dell'Europa comunitaria. Bisogna agire, nelle alleanze, per proporre e contribuire a determinare una linea diversa da quella Trump-Macron. La strada è stretta, non è impossibile.Dire sì a un intervento, di dubbia motivazione e di obiettivi confusi o inconfessabili, sarebbe un tragico errore. Ma bisogna agire per linee interne. Il "pacifismo" di Salvini e più sfumato di Di Maio , ha origini lontane, si nutre di una visione nella quale si devono cercare alleanze con tutti i paesi dove nazionalismo e militarismo prevalgono. Si riproducono schemi antichissimi. Siamo non distanti dalla Triplice Alleanza di fine '800, con il Kaiser, l'Impero austroungarico e una malcapitata Italia che poi tradì.Ma anche l'occidentalismo sfrenato, dove convergono sempre meno parti della politica e dell'opinione pubblica, è un'ancoraggio debolissimo, oltre che ingiusto. Bisogna puntare a fare evolvere la situazione verso nuove mediazioni e nuovi assetti, come fecero i grandi socialdemocratici europei come Brandt, nella Nato ma per l'Ostpolitik.E' finita l'era di Yalta ma è in via di termine anche l'età successiva all'89 che vedeva un'unica superpotenza. Guai a non capirlo. L'altro piano che bisogna affrontare è quello della visione di fondo, culturale e sociale. Deve risorgere un pacifismo moderno ma non meno agguerrito di quello che nell'epoca dei Cruise e degli SS20 contribuì a fermare l'escalation a preservare la pace oltre che, indirettamente, dando sponda a Gorbaciov a destrutturare il sistema dell'Urss e dell'Est europeo. Ci deve essere una presenza, autonoma e diffusa, dei movimenti oggi non scomparsi ma micronizzati e impegnati quasi soltanto nelle "buone pratiche" locali di altra economia e solidarietà. Chi vuole un ruolo, a sinistra e nel sociale, pensiamo al mondo sindacale in primo luogo, si mobiliti e chiami alla mobilitazione, oppure lo faranno, aumentando confusione e opposti rigetti, frange più estreme o anche solo più isolate. I temi non sono oscuri. una Siria libera dalle bombe, ripresa e definitiva vittoria contro il terrorismo garantita dalle sedi internazionali, a partire dalle Nazioni Unite e non dall'orrore della catena di interventi uno contro l'altro delle superpotenze e delle potenze regionali. Altro verrà. Questo sarebbe già sufficiente, ora.
sabato 24 marzo 2018
L'intervento di Napolitano alla prima seduta del Senato, una interpretazione.
Così poteva apparire in particolare la parte dove si esprime un giudizio severo sul Pd e, attenzione, imdirettamente su tutti quelli che hanno governato nel passato recente ed hanno perso. Una severità che poteva risultare giusta, per molti, ma moralistica , addirittura un cedimento ai sentimenti personali. Non è così o per lo meno non è solo così, in quel discorso c'è ben altro.
Perchè è importante capirlo? Non solo per deferenza verso la persona ma perché un attore rimane che potrebbe avere idee molto simili a quelle di Napolitano e provare a realizzarle concretamente: il Presidente Mattarella. Allora veniamo al punto, anzi ai punti. Provo ad enumerarli: il primo in assoluto è quello affermato in conclusione.
È un riconoscimento MEDIATO, meglio AFFIANCATO dalla funzione del Capo dello Stato.
Un discorso realista, nel solco della tradizione togliattiana, di grande interesse e di obbligatoria riflessione, per tutti. Anche perchè altre parole, al medesimo livello, non abbiamo ancora udito. I punti più deboli sono quelli di sempre , di Napolitano. Una mancata citazione delle proprie responsabilità, magari a difesa e rivendicazione dell'insieme dei risultati, la velatura "istituzionale" dell'identità di sinistra, cui si aggiunge, a mio parere, il sottacere del tema del razzismo. D'altra parte il ribadito rigetto del fascismo e la citazione negli elementi che hanno condotto all'esito del voto, della sofferenza dei ceti impoveriti non sono oggi un "minimo" ma, temo, una eccezione positiva nel silenzio dei più.
venerdì 9 marzo 2018
Qualcuno per esempio era una Donna: "ESTELLA", TERESA NOCE.
I monumenti non sono mai adatti a commemorare chi ha voluto la giustizia però mi piacerebbe che a Bologna facessimo un monumento alla nostra Rosa Luxemburg; TERESA NOCE.
Proprio un monumento, altro non basta, dove l'8 marzo succedesse qualcosa e dove il 1 Maggio portassimo un garofano, ogni anno.(Qualcuno ha voluto la rivoluzione perchè adolescente aveva detto no, assolutamente no alla guerra dell'inutile strage, perchè voleva l'uguaglianza, la giustizia, qualcuno ha sfidato in Europa il nazismo, qualcuno ha combattuto il fascismo in Spagna, in Francia e in Italia, qualcuno è stato nel lager di Ravensbruck, qualcuno era nei 75 che hanno scritto la Costituzione, qualcuno ha lottato per le donne, per le sartine,, per le operaie, perchè lavorando il doppio a casa e in fabbrica avessero almeno pari salario, qualcuno di importante non ha badato alla carriera, qualcuno ha difeso le proprie idee con tutti, anche il partito.
Qualcuno per esempio era una Donna: "ESTELLA", TERESA NOCE.
sabato 10 febbraio 2018
Antifascismo. La marcia di Macerata e le altre.
A Roma, NON a Macerata, invece, che non è la Reggio Calabria di Ciccio Franco.
Prima invece la si è indetta poi la si è disdetta, creando ovviamente volontà più radicalizzate. La manifestazione che si è svolta "comunque" ha avuto a questo punto caratteri più estremi, polemici ed isolabili. Non ho condiviso la decisione di partecipare e sono convinto di averlo fatto a ragion veduta, non mi pare tuttavia che la si debba archiviare con esagerate e indistinte stroncature pena il rischio di ambiguità nella valutazione di tutta la questione.
Vanno invece fermamente condannate le frasi sulle foibe, estremamente minoritarie ma inevitabilmente capaci di costituire, oltre che una aberrazione, scherzosa o meno volesse essere, un problema politico per tutti i manifestanti e non solo per loro. A questo punto acquistano un valore ed una importanza ancora maggiori le manifestazioni "locali", come quella di Bologna. La partecipazione raccolta non va dispersa ma riconvocata, chiamata a divenire movimento, civile e democratico. Le occasioni non mancheranno ma devono essere frutto di un percorso autonomo di crescita e radicamento non di prevedibili ulteriori necessità di risposta.
giovedì 25 gennaio 2018
Il ricordo di Paolo Tomasi.
, in Palazzo d'Accursio, Comune di Bologna, Piazza Maggiore. Interventi di Luciana Castellina. e di Matteo Lepore, Assessore alla Cultura del Comune di Bologna.