lunedì 20 gennaio 2003

Intervento su un articolo di Carlo Monaco.


Di Davide Ferrari
Capogruppo Due Torri-Ds

Carlo Monaco invita la Sinistra bolognese a non avere due pesi e due misure nel valutare le politiche scolastiche dei Comuni.
Quello che è buono a Reggio Emilia non può essere cattivo a Bologna, solo perché governa il Sindaco Guazzaloca.
Non solo sono d'accordo ma rilancio.
La Giunta bolognese vuole "fare come a Reggio"?
Benissimo, allora avanti.
Reggio Emilia sta procedendo in un importante itinerario per dare autonomia alle Scuole dell'infanzia comunali, per difenderle, dunque, non per privatizzarle.
La strada che si è scelta è quella di una Istituzione che raccolga le scuole ed i servizi educativi, dia loro maggiore visibilità, li costituisca sempre di più come un pezzo importante della vita culturale e democratica di quella città.
Si, perché la scuola non è un servizio sociale, a domanda individuale, che ci può essere o non essere a seconda di come la società si organizza.
E' molto di più, è un diritto.
Vorrei far notare che è esattamente la strada che i Ds propongono, in Consiglio comunale, e da tempo.
Se Monaco è d'accordo impegni la sua cultura e la sua competenza per orientare in tale direzione la Giunta e la coalizione che governa.
Viceversa, in questi anni, se è stato mantenuto un impegno dell'amministrazione comunale ciò si deve, a me pare dovrebbe essere riconosciuto, anche ad una strenua opposizione che in tanti abbiamo condotto contro quel piano, poi ritirato dalla Giunta, che prevedeva di ridurre di un terzo la presenza comunale nelle scuole dell'Infanzia e di destinare le risorse "risparmiate" alle scuole private.
Oggi si parla di una Fondazione.
Monaco conferma l'intenzione.
Il ViceSindaco Salizzoni ha fatto riferimento ad una "Fondazione di Comunità".
Ma il tema affascinante delle "Fondazioni di comunità", che va approfondito, richiama in primo luogo settori della solidarietà sociale.
Lì, con questo strumento, chi opera nel volontariato, intende raccogliersi, alzare la sua capacità di intervento, mettere radici istituzionali, grazie all'apporto delle Fondazioni bancarie e degli Enti Locali.
Ma per le Scuole bolognesi andare verso l'affidamento della gestione ad una Fondazione, farebbe fare il processo inverso.
Si destrutturerebbe un impegno istituzionale, togliendo identità a scuole riconosciute dai cittadini, parificandole ad altre offerte educative non pubbliche.
Chiarisco che non si sta parlando di dare vita ad una società, come la mitica "Reggio children", per la diffusione della cultura educativa, che sarebbe da noi benvenuta, ma di esternalizzare la gestione delle scuole.
Ricordiamo che, nel settore Infanzia, la grande maggioranza delle scuole pubbliche, che la Costituzione prescrive debbano essere necessariamente presenti in tutto il territorio nazionale, sono Comunali, a Bologna.
D'altra parte , con i chiari di luna della finanza pubblica, è del tutto improbabile che si realizzi mai un massiccio intervento dello Stato.
Ecco allora: con la Fondazione, a Bologna, scomparirebbe quasi interamente la presenza di scuole dell'Infanzia gestite direttamente dal pubblico.
Non è una cosa di poco conto.
Ma se ne aggiunge un'altra.
Chi pagherebbe, per "tirar fuori" i cento miliardi che oggi investe il Comune, traendo risorse dalla fiscalità generale?
Le famiglie con bambini in età "ritornano" al Comune meno di un quinto di questa spesa, con le rette dei Nidi e la refezione.
Forse, nei primi anni di vita, per la pressione dei cittadini e degli insegnanti, una Fondazione pubblico-privato manterrebbe alti livelli di qualità e di quantità dei servizi e delle scuole, ma poi, nel tempo, come potrebbe garantirli?
Investire nelle scuole è una scelta istituzionale.
Non posso credere che Monaco non comprenda la gravità di volerla ridurre progressivamente.
Sarebbe un passo indietro per tutta la città.
Comunque, lo scoop del Resto del Carlino ha avuto un merito: ha fatto venire avanti un dibattito sulla prospettiva delle nostre scuole.
Noi siamo interessatissimi a portarlo avanti.