sabato 25 novembre 2006

In Comune. Intervento in Comm. Bilancio sulla Legge Finanziaria

Il consigliere Ferrari: in merito all'Odg presentato dalla Consigliera Calari è del parere che venga mantenuto con le dovute calibrature e rimodulazioni che tengano conto dell'incontro ANCI e Governo e delle variazioni del testo della Legge Finanziaria che ne sono derivate. La manovra si poteva fare più piccola, questo può anche essere, ma la manovra è cresciuta per due obiettivi: per rientrare dal debito e per non rimandare ad altra fase investimenti mirati allo sviluppo. Le due cose devono essere considerate insieme per comprendere la manovra finanziaria nel suo complesso. Gli è capitato di assistere, qualche mese prima del voto, ad una conferenza del prof. Onofri, ed ancora condivide le affermazioni del Professore circa la necessità di imprimere, subito, all’ inizio del mandato legislativo, un segno di rigore e di sviluppo alle scelte di politica economica. E ancora, ricordava Onofri, di limite all’espansione del precariato e insieme di aumento della produttività e flessibilità del lavoro.
Ben si comprende, in questo quadro, come si crei un sovraffollamento di attese ed istanze sulla manovra economica. Bisogna quindi parlarne con tranquillità e senza preconcetti anche per quanto riguartda le ricadute sul piano locale.
Bologna paga sempre per la sua migliore qualità, il fortissimo impegno sui servizi, più di altre città ogni stretta di bilancio.
Nessuno può accusare il Comune di Bologna di avere lesinato critiche a Roma anche in questa occasione. Si è avuta maggiore attenzione a preservare le quote di spesa ministeriali.
Ma, pur comprendendo le critiche dei Comuni, ritiene che la spesa ministeriale sia difficilmente comprimibile, in molti comparti, almeno a breve, perché largamente indirizzata all’impiego per pagare il personale.
Conoscendo il mondo della scuola, ad esempio, può osservare che si evidenzia una situazione molto grave, si assumono finalmente lavoratori precari, ma non ci sono risorse per investimenti sulle strutture edilizie e sulla qualità della didattica.
Vi è una spesa per stipendi sulle grandi voci nazionali rilevantissima, nelle scuola si parla del 94-95%. Occorrerà fare riforme profonde nel pubblico impiego, ma potranno essere fatte nelle riarticolazioni orari-impieghi, sulla flessibilità dei neo assunti, tenendo presente però che il problema del precariato, già grave, va ridotto e non esteso.
Tutto, in sostanza, si può ipotizzare e si dovrà fare ma intervenire per riforme senza ulteriori risorse è inimmaginabile.
Quindi è irrealistico accusare il governo di avere chiesto ad altri o di fare tagli che esso ha evitato invece di fare.
Ha trovato, leggendo sui giornali, che la somma molto grande delle alla finanziaria si compone, in larga misura , di posizioni del tutto contraddittorie.
Si potrebbe dire che sommando tutte le critiche si arriva a zero.
Anche per quanto riguarda le infrastrutture occorre tenere presente che sviene in evidenza quanto il governo Berlusconi ha occultato: enormi emergenze sulle grandi compagnie di trasporto, al collasso, e la necessità di interventi a sostegno di vasti fenomeni di degrado al Sud.
Alitalia, Ferrovie, Napoli: queste le voci che stanno emergendo.
Anche queste voci possono asciugare ancora di più le risorse per le infrastrutture e per gli Enti Locali. Anche da qui origina la difficoltà a procedere più positivamente nel rapporto tra centro e periferia perché si evidenziano ogni giorno le grandi priorità nazionali come se si fosse scoperchiato il vaso di Pandora. Negli anni di gestione del ministro Tremonti si era riusciti a tenere il coperchio chiuso.
Bisogna tenerlo presente.
Sviluppo e rientro del debito, emergenze e riforme, queste le antinomie che pure devono stare insieme.. Trovare un equilibrio come questa Finanziaria prova a fare rischia di colpire anche ciò che è più debole nei bilanci, perchè è più legato alla volontà politica ed alla storia delle buone amministrazioni , come i servizi e le opportunità di crescita paritaria .
Bisognerà innovare ancora e molti, anche a livello locale.
L’autonomia che viene ridata ai Comuni, sul piano fiscale e della politica del personale, se oggi può sembrare amara a fronte di poche risorse, potrà tuttavia essere molto utile per impostare una nuova fase che permetta di mantenere un profilo alto delle Autonomie locali e di concorrere al ripristino delle condizioni finanziarie della Repubblica.