lunedì 18 dicembre 2006

La Bologna che vogliamo
di Davide Ferrari

Ulivo: dopo il 2 dicembre andare avanti con contenuti sociali più forti.

Le iniziative che vogliono confrontarsi con il progetto: "Partito Democratico", (come "nell'Ulivo Da Sinistra") sono al lavoro.
A Bologna è possibile molto meglio che altrove per l'esistenza del Tavolo dell'Ulivo, che ha già in agenda importanti scadenze.
L'Emilia - Romagna conta quando agisce per unire le fila ed andare avanti, per contenuti sociali più avanzati.
Così fa’ "pesare" la maggiore forza della sua partecipazione politica, del suo stesso personale politico, che sono reali e sono un grande patrimonio della Democrazia Italiana.
I contenuti servono e serviranno più di ogni rivendicazione di ruolo.
Possiamo fare molto qui, insieme, partiti e associazioni dell'Ulivo, quando altrove molto sembra essersi complicato e rallentato.
Ogni volta che il "progetto PD" sembra frenare ciò non si traduce in progetti alternativi ma diventa una ricaduta nell'incertezza.
Mentre l’urgenza di sostenere il Governo e rafforzare l'Unione è sempre più stringente.
La manifestazione di Roma, con il grottesco, ma significativo, "trionfo" di Berlusconi e, per altri versi, anche quella di Palermo, con il "ridotto" di Casini, devono indurre a dare più forza ai processi unitari, nell'Ulivo ed in tutto il Centro Sinistra.
Bisogna andare avanti, anche con idee critiche.
Avanti nei tempi ma anche nei contenuti.
I cortei della Destra a Roma hanno espresso fisicamente "un programma": una sorta di federazione tra quel Nord che si considera in libera uscita da ogni dovere sociale e quel Sud che pretende assistenzialismo più che sostegno.
E' necessario anche parlare a molti che erano lì, non intorbidando le proposte del Centro Sinistra, ma con i fatti, con i risultati, con la coesione dell’azione di Governo.
Per fare il PD servono atti di volontà, di direzione politica, sui contenuti altrettanto che sui tempi.
Un esempio: il Presidente della Repubblica richiama con insistenza sacrosanta all’impegno per la dignità e la sicurezza del lavoro.
Bene, proprio qui si unificano lotta al precariato e progetti di sviluppo, qui c’è un tema per governare e, nello stesso tempo mettere in movimento la società.
Un secondo esempio: il valore dell’istruzione, dell’Università e della cultura – oltre e prima del mercato – è un altro tema dove non ci sono fossati incolmabili nell’Ulivo, abissi della storia da saltare a piè pari per poter agire.
Forse la Finanziaria sarebbe stata meglio "comunicata" se si fossero messi in rilievo e non ne mancano, gli aspetti al suo interno che richiamano la sicurezza del lavoro e sarebbe stata più condivisa se si fosse puntato sull’Università e sulla scuola nel mirare l’intervento finanziario, il dare.
Portiamo in primo piano lavoro e sapere, dunque, anche qui in Emilia e a Bologna, nell’impegnativa stesura dei Bilanci degli EE.LL e nell’iniziativa politica.
Il nostro popolo è ancora disponibile a cimenti importanti. Bisogna chiamarlo ad orientarsi per scegliere ciò che cambia e unisce il paese.
E la miglior risposta, non tanto agli untorelli fischiatori, ma al clima di delegittimazione e di odio col quale "lor signori" cercano di incatenare la ripresa dell’Italia.

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