martedì 16 gennaio 2007

Ricordo del poeta e critico d'arte Alessandro Parronchi

Intervento in Consiglio comunale, Lunedì 8 gennaio 2007

Consigliere FERRARI:
Grazie, signor
Presidente. Ho ritenuto importante
ricordare qui Alessandro Parronchi d'intesa con
un gruppo di amici e
letterati bolognesi, perchè alle volte la veneranda
età - è morto Alessandro
Parronchi a 92 anni il 6 di gennaio - non aiuta a
ricordare tutti i contributi di una vita.
Ci si abitua ad avere sempre un punto di
riferimento e oggi Parronchi manca
certamente alla sua Firenze che proprio in
questi momenti, con la presenza commossa
dell'Amministrazione comunale, del
Sindaco e del Presidente della Regione lo sta
ricordando, ma anche all'intera Italia, e anche ad una
città come Bologna, amata, vicina e a lui amica.
Un ricordo breve, ma non per
questo meno intenso, questo vorrebbe essere il
mio, perchè con Carlo
Betocchi, con Piero Bigongiari, con Mario Luzzi
ma anche per altri versi
per l' attività critica con Carlo Bo,
Alessandro Parronchi è stato il
protagonista di quel periodo in cui il tentativo che
poi fu detto da Flora dell'ermetismo era
innanzitutto rivolto utilizzare la specificità della parola
poetica contro la parola
retorica dei regimi totalitari, che Parronchi fu
tra i più avvertiti della
sua generazione a rifiutare e a condannare. Non quindi,
come qualcuno ha scritto in questi giorni la volontà
di ritirarsi in una torre
senza contatti altri che non con la intima forza
della poesia.
La sua attività quindi è di
quelle epoche ma è proseguita dal dopoguerra
fino ad oggi con una produzione inesausta e
sempre ricca, fino a raccolte di versi che hanno
superato la soglia del nuovo millennio.
I premi ricevuti da Parronchi furono numerosissimi,
sia per l'attività di ricercatore e di studioso
in particolare di storia dell'arte, come
dirò tra breve, ma anche e soprattutto come
autore e come poeta, fino al recente premio
Dino Campana per l'opera complessiva di una
vita, preceduto l'anno prima dal Librex Eugenio
Montale. Sì, Parronchi fuanche un uomo legato
alla dimensione classica ed inarrivabile, quasi etica
in questa sua specificità, della parola ma anche
dell'immagine. I suoi studi
su Donatello e su Michelangelo sono molto
ricordati ma più di tutti io
penso resterà il famoso studio sulla cosiddetta
"dolce prospettiva" doveper la prima volta si
cercava di indagare l'arte anche con la forza
specifica del gusto estetico della poesia, senza
quindi rinnegarla, senza volerla sostituire
ad un'attività scientifica, ma facendone uno strumento
di comprensione e di insegnamento.
In questo Parronchi fu consapevolmente, pur
essendo così lontano da quelle
avanguardie che hanno segnato il '900, un
protagonista anche del tentativo
di miscelare, di contaminare le arti e
la letteratura. Per questo
il suo interesse anche da vegliardo fu
ricchissimo e costante per tutti i
tentativi di nuova utilità della parola. Da qui
la sua amicizia con Edoardo Sanguineti e con
tanti altri poeti protagonisti
dagli anni '60 in poi proprio di quella ricerca
che ha teso ad allargare la forza della parola.
Era un uomo molto amato e molto stimato, che ha
saputo andare oltre unagenerazione per viverne tante.
E' importante io penso anche da questo punto di
vista, che il ricordo del suo esempio vada ricordato.