lunedì 20 ottobre 2008

”LE NOTTI BIANCHE NELLE SCUOLE BOLOGNESI”

INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA NEL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA,
Lunedi' 20 Ottobre 2008


Consigliere FERRARI

Grazie signor Presidente.
svolgerò un breve intervento, come da regolamento, per non lasciare senza un eco ed un racconto in Consiglio, un avvenimento importante nella vita delle scuole bolognesi, ma, non solo, anche nella vita culturale e sociale della nostra città.
Voi ricorderete, ne abbiamo parlato anche in Consiglio Comunale, si era voluto fare credere, con più interventi, che – a riguardo delle manifestazioni di dissenso verso le gravi scelte della Ministro Gelmini - fossimo di fonte a fenomeni indistinti di ribellismo, a fenomeni di speculazione politica, privi di contenuti.
Ancora si insiste, in particolare nelle Scuole Secondarie, forse perché la canizie dei nonni e il rispetto ai genitori lo renderebbe più difficile nelle Scuole Primarie, ad additare nei confronti dei protagonisti, quando essi sono studenti quantomeno, lo spettro dell’accusa dell’ignoranza.
Ebbene tutto questo è stato smentito, trasformato, credo per tutti o perlomeno per chiunque abbia buona fede, nel vedere rappresentato il desiderio di una scuola migliore nelle serate del 15 ottobre, in tutta evidenza, con grande consapevolezza, maturità, calma e tranquillità, da parte di tanti bolognesi, come d’altra parte anche in altre città è avvenuto.
Una volontà certamente di protesta, ma soprattutto di proposta, di ripresa di spazio, che ha saputo unire l’animazione, il gioco, la cultura, e anche una idea di scuola, quella a tempo lungo, disteso, partecipato, dove le discipline hanno il tempo di intersecarsi fra loro.
Bene, queste sono state le notti bianche a Bologna, un grande fatto anche per la cultura bolognese, ma vorrei dire una cosa in più, mi è capitato di leggere un testo proprio oggi, non del Ministero, e questo mi dispiace, fosse stato del Ministero lo avrei – in qualche modo – quasi dato per scontato.
Un testo di un Centro di Ricerca di media dimensione, (insomma non siamo di fronte al Mit), senza dubbio stimabile, pubblico e privato, che elenca alcuni punti, anche in modo critico peraltro rispetto al Ministro, ma, a seguire, aggiunge un elenco di “valori” che dovrebbero essere il fine della scuola. Sono quei valori che ogni giorno anche la televisione più commerciale ci propina, con malcelata ipocrisia, accanto a mille “nani e ballerine”, “autorità, gerarchia, ordine, disciplina”.
Ma, chiediamoci, sono questi i valori che deve assicurare la scuola? Io non lo credo.
Io credo senza dubbio che siano valori e risorse l’autorevolezza dei docenti, il rispetto per le famiglie, ma soprattutto il fine della educazione sia aiutare la possibilità di una crescita individuale, differenziata e valida.
L’apertura di porte e finestre nella vita dei bambini, questo deve dare la scuola, e anche questo hanno contribuito a fare vedere, in nuce certamente, le notti bianche bolognesi.
Riportando la scuola pubblica alla sua funzione, non a quelle funzioni plastificate e fasulle, alle quali certamente le responsabilità politiche di governo, ma anche – purtroppo – un certo dibattito insufficiente vorrebbero condannarla.