domenica 25 gennaio 2009

Islam a Bologna.Dopo Obama

La verità è tanto semplice che nessuno aveva avuto il coraggio di dirla.Per sconfiggere il terrorismo islamico abbiamo bisogno del mondo dell'Islam. Che, d'altra parte, è talmente grande da essere uno dei pilastri-comunque- della nostra terra.Obama l'ha detto. Eppure tutti si erano affannati ad insegnarci, da settimane, e fino a pochi secondi dall'inizio del suo discorso di insediamento, che nulla sarebbe cambiato. "Caduto un Bush ne viene un'altro..."Vedremo cosa il mondo ed il suo paese gli permetteranno di fare, ma ,comunque, Obama ci ha detto che ci proverà . Basta con bombe e torture, andiamo a vedere chi ci sta a governare insieme un intero mondo. A Bologna abbiamo ascoltato le sue parole. Chissà in quanti? Apparentemente, a sentire le chiacchere di chi incontro, ben pochi. Eppure orecchie all'erta servirebbero, per andare oltre il clima di queste settimane in città.Certo, la piazza con i tappetini e gli oranti ginocchioni ha fatto impressione. Ma quasi tutti sembrano aver già tirato le conclusioni: la paura è nvincibile, meglio parlar d'altro o cavalcarla.E sono arrivati atti di minaccia e vandalismo contro negozi di arabi. Non parliamo di "ragazzate", non stendiamo un velo pietoso, parliamone.Si dice sempre che vogliamo che accettino le nostre regole, ma l'impressione è che abbiamo ben poco chiaro quali siano. Se una regola non basta a farglielo capire ecco subito spuntarne un'altra. L'ultima è che non si può manifestare, e/o pregare, vicino a "nostri" luoghi di culto importanti.Solo in questi giorni tesi? Sempre? Il precedente è rischioso.Evviva: la reciprocità è ottenuta. Bologna assomiglia un pochino alle città dei Sauditi. Ma non era proprio quello che volevamo evitare? E l'estremismo, anche di casa nostra, non troverà una bandiera attorno al quale raccogliersi? Mentre scrivo, su un portatile, appoggiato ai gradini del palazzo del Podestà, un filippino con la lunga scopa in mano reagisce a un ragazzino cinese che gli ha lanciato un rapido scherno. Due maghrebini, un poco torvi-per la verità- passano via veloci. Due ragazzi, lui è nero, ma le sta dicendo "Ti amo" in un'italiano passabile, sono seduti nella mia stessa arcata. Piazza Maggiore è già questa. O ci svegliamo e riprendiamo nelle nostre mani il bandolo della realtà, il filo della trottola, oppure non ci resterà altro che addormentarci sognando il passato, Sepolti sotto una neve grigia. La neve che sembrava non dovesse cadere più.

Da "Segnali di fumo"
Rubrica di Davide Ferrari su "ilbologna.com"