sabato 31 luglio 2010

Il Civis, le torri ed Ugo.

Ugo Tognazzi ci torna sempre in mente. Non mi esce dalla testa una sua straordinaria battuta, nel second’atto di "Amici miei".
Siamo al famoso scherzo della Torre di Pisa. Una vittima della zingarata, chiamata alle funi, osa chiedere: "Ma che è successo? Ma che pericolo c'è?" gli Amici rispondono:" Ma come? Non lo vede come pende!?" e Ugo: "Adesso tutti a Bologna, alla Torre degli Asinelli, anche lì..."
E proprio a Bologna deve averlo incontrato il Boschi, sotto la Garisenda. O forse uno scherzo simile, al vulcanologo, gliel'hanno fatto dei goliardi in libera uscita. Li vediamo: circondatolo come i vili cortigiani con Rigoletto, lo confondono con urla e strepiti, e, fattogli scambiare il dorso della dritta Asinelli per la schiena dolente dell’altra, "Professore,-gli gridano- guardi il chinato, quasi quasi viene giù! E pensi che ci passerà il Civis, peggio del terremoto!". L'illustre Boschi è rimasto impressionato e con rapidissime dichiarazioni sul prossimo crollo delle due torri ha innescato, in questi giorni, una delle più incredibili tempeste mediatiche nel piccolo bicchier d'acqua delle notizie d'Estate.
Intendiamoci: chi può dire se, domani, (corna e bicorna!) o fra mill’anni l’Asinelli e la Garisenda stramazzeranno? E’ successo a Pavia, sempre in Padania siamo. La subsidenza cresce, l’edilizia storica è tormentata da cento degradi, in questi ultimi decenni più che in tutti i secoli che hanno preceduto noi bolognesi di oggi inquinatori, sporcaccioni e sempre in movimento.
Chi sa parli. Se i controlli sono stati insufficienti, vengano fatti, subito. Ma, appunto, parli chi sa e agisca chi deve. Gli altri, digiuni, facciano il piacere di stare zitti.

"Il contrario"
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità Emilia-Romagna
31 Luglio 2010