lunedì 12 luglio 2010

Il ladro bambino, uno dei nostri tempi.

Segnali di fumo
di Davide Ferrari

Lo hanno preso. Colton Harris Moore, 19 anni, dello Stato di Washington. Faceva i suoi furti a piedi scalzi, come Bikila la maratona di Roma. Ha rubato di tutto, centinaia di volte, persino degli aerei. La cosa che fa capire la sua storia, però, è che a sette anni, per scappare, solo, nella foresta, da una famiglia con un sacco di problemi, prendeva nelle case dei vicini coperte e sacchi a pelo.

Solo. Lo è sempre stato. A volare ha imparato con i simulatori dei video-giochi. Non ha avuto ne’ maestri, buoni o cattivi, ne’ complici.

Le sue rocambolesche architetture criminali denunciano la volontà di avere a disposizione altri mondi, tutti suoi, e vendette su quello vero e su chi l’abita.

Ricorda il personaggio di Leonardo di Caprio in “Prova a prendermi”, di Spielberg , con Tom Hanks. Nel film il riscatto comincia dal rapporto con il poliziotto, il rivale. La sfida è un modo di vincere la parete nera dell’isolamento. Chissà se nell’FBI esistono agenti-madre e agenti-padre capaci di dare una vera giovinezza, oltre che la galera, a questi ladri-bambini? Colton è uno dei tempi nostri. Tempi dove il diritto ad essere bambini e ragazzi non c’è più, dove campare una vita degna, età dopo età, sembra un traguardo possibile solo trovando il “Gratta e vinci” giusto. Guardiamo le foto del fuggitivo, gli occhi un po’ bruciati, senza espressione, senza amore. L’unica cosa che qualcuno deve regalargli e che a nessuno può rubare.

Quotidiani Epolis
Lunedì 12 Luglio