sabato 5 gennaio 2013

Il lavoro, la concertazione e la vera politica.

Parliamo di lavoro e di un buon accordo, fra Coop e Sindacato. Una rondine, d'inverno, che vola e bene. E' politica anche questa, non si preoccupi chi vede la notizia solo nelle cronache di palazzi e salotti. Monti scende, o sale, in politica. Appare, promette, esige, sorride persino. Molti cambiamenti, alcune costanti. Le ossessioni sono poche ma di frequente ricorrenza. Personali: Stefano Fassina e Vendola. Globali, per così dire: la CGIL.
Universali: la concertazione fra governo e parti sociali. Roba vecchia, definisce con il brivido della lontana primavera tatcheriana. Bisognerà farci i conti. Comunque. Questione di rapporti di forza? Certamente, ma da misurare non solo con l'abaco il giorno dopo le elezioni. Il professore sa quel che dice e, soprattutto, sa a chi lo dice. Non è solo l'Europa. Sono settori importanti dell'economia e della produzione che proprio non ci credono che dalla crisi si possa uscire senza un drastico giro di vite sui loro dipendenti e comunque, pensano, visto che ci siamo, proviamoci, nel declino, a portare a casa più che si può.
Attenzione. A questi il PD dovrà saper parlare, a chi li segue dovrà dimostrare che c'è un'altra via, che conviene a tutti puntare sullo sviluppo. E senza concertazione addio produttività e sviluppo. Questo sarà il vero punto del “confronto” con il centro, varrà di più delle complicate ambizioni dei suoi innumerevoli leaders politici. L 'accordo di Bologna  dimostra cosa si può fare quando l'impresa vuole davvero “tenere” il mercato, quando il sindacato non sta in angolo, ma tutelando indeterminati e precari. Un tassello del mosaico che va a posto.


l'Unità, 5 gennaio 2013
"Il contrario"
rubrica di Davide Ferrari