FA DISCUTERE, UN POCO,, LA LETTURA DI D'ANNUNZIO DI VASCO ROSSI, PREMIATO AL VITTORIALE
Non conosco bene i criteri del premio del Vittoriale tuttavia recitare D'Annunzio non è certo un delitto. Personalmente in più sedi ho avuto modo di leggerlo pubblicamente e discuterne poetica e biografia. L'importante è esserne consapevoli, sapere bene cosa si sta leggendo. Non si può capire la poesia del novecento, l'intera storia della poesia italiana del '900, senza passare dal profondo cambiamento che Pascoli e D'Annunzio, con il loro soggettivismo, le impressero, dopo Carducci, forse l'ultimo poeta eminentemente narrativo e "pubblico". Detto questo il giudizio sull'importanza di D'Annunzio non deve coprirne limiti e responsabilità e soprattutto non deve coprirne il nazionalismo sfrenato e il sovversivismo pseudo-eroico offerti ad una generazione di borghesi per permettere loro di credersi superiori e perpetuare posticciamente le testimonianze di coraggio di chi tra i loro padri aveva vissuto il Risorgimento.