martedì 3 giugno 2014

Poesia. Lettura di Davide Ferrari a Imola, piazzetta tra casa Piani e teatro.

DIALOGHI COL GENIUS LOCI: occupazione poetico-teatrale del centro storico di Imola, promosso da Associazione ExtraVagantis

in collaborazione con “100Thousand Poets for Change – Bologna”, Musei Comunali, Coop. Università Aperta, AUSER.
L’occupazione poetica prevede la dislocazione di oltre 30 poeti in 18 diverse postazioni poetiche nel centro storico.
Partecipanti: Paolo Aldrovandi, Albert Bagno, Bartolomeo Bellanova,
Gian Bianchetti e Lab. Teatr. Permanente “Il Mazzo”, Vassili Biserov, Alessandro Brusa, Maurizio Brusa e Walter Valeri, Marcello Camilli e Carlotta Grillini, Rosario Castronuovo,Nadia Cavalera, Elena Cesari e Annalisa Frascari, Benedetta Davalli,
Francesca Del Moro,Patrizia Dughero, Leila Falà,
Davide Ferrari, Caterina Franchetta, Rita Galbucci, Serenella Gatti Linares,
Michele Giuli, Lucia Grassiccia, Luca Isidori e Francesca Poggi, Daniela Karewicz, Nadia Marcuzzi, Gassid Mohammed, Antar Mohammed Marincola, Julio Monteiro Martins, Giovanni Nadiani, Silvia Parma e Ricchio Galassia: DuoBandiera & Petrozzi, Barbara Petruzzi, Pina Piccolo, Stefano Reggiani, Rossella Renzi e Mirco Mungari, Sergio Rotino, Met Sambiase, Mirella Santamato, Emanuele Valentini 


domenica 1 giugno 2014

Lunedì 2 Giugno, Occupazione poetica di Imola.



Poesia. Lettura di Davide Ferrari
Lunedì 2 Giugno, ore 17,30
piazzetta dietro al Teatro, via Emilia 84
Imola

Nell'ambito della giornata promossa da ExtraVagantis
"Dialoghi con il genius loci. Occupazione del centro storico da parte dei poeti"

venerdì 30 maggio 2014

"L'Italia dopo il voto". Dialoghi fra politica e cultura

Venerdì 30 Maggio, ore 20,30

Villa Lipparini, Vicolo Bolognetti 5
"L'Italia dopo il voto"
Dialoghi fra politica e cultura

Con Andrea De Maria e Carlo Galli
Interviene Davide Ferrari Presiede Bijoy M.Trentin
Partecipano:
Pietro Aceto Fausto Anderlini Mattia Baglieri 
Claudio Bazzocchi Giacomo Bottos Stefano Caliandro 
Nino Campisi Federico Castellucci Gabriele Chessa 
Giancarla Codrignani Pierpaola D'Alessandro 
Roberto Dall’Olio Michele De Fina Patrizia Dogliani 
Rolando Dondarini Rosanna Facchini Guido Gambetta 
Giuseppe Giampaolo Graziella Giorgi Domenico Grasso 
Marco Guerra Carlo Hanau Rossella Lama Antonietta Laterza Simona Lembi Niva Lorenzini Salvatore Lumia Milena Manini Rita Medici Angelo Marchesini Massimo Meliconi 
Francesco Mileno Romano Miti Tullia Moretto 
Giuseppe Muscarnera Pier Damiano Ori 
Rita Pasqualini Giuseppe Pinelli Andrea Politi 
Santino Prosperi Laura Renzoni Governatori 
Giuseppe Sassatelli Giuliana Santarelli Annamaria Savarese 
Anna Chiara Strappazzon Jessy Simonini Walter Tega 
Silvia Torrealta Paolo Trombetti Paolo Trost 
Michela Turra Gian Piero Ucchino Giorgio Zagnoni
Vittorio Zanella Vinicio Zanetti Rosanna Zecchi
Incontro promosso da “Il progresso d'Italia” - ”Casadeipensieri”

in collaborazione con il Circolo PD del Centro storico di Bologna Invito

mercoledì 14 maggio 2014

“L’utopia negata: la pace e i suoi movimenti”

L’utopia negata: la pace.

Mercoledì 14 Maggio, ore 18
Galleria Acquaderni
Libreria Feltrinelli, piazza di Porta Ravegnana (Due Torri)


“L’utopia negata: la pace
e i suoi movimenti”
Ricordo e attualità


Incontro con Rossella Ropa
autrice del libro: “"La possibile utopia.
Per una storia dei movimenti pacifisti 
a Bologna  nel secondo novecento”,  Aspasia ed 

e
Lia Amato, Stefano Brugnara, Giancarla Codrignani, Beatrice Draghetti, 
Simone Fabbri, Davide Ferrari, Massimo Meliconi, Gianni Paganelli, 
Vittorio Pallotti, Luigi Pedrazzi, Angela Querzè, Raffaele Salinari, Bruno Stefani, Patricia Tough, Marco Trotta, Gualtiero Via



Associazione “La casa dei pensieri”
La Feltrinelli - eventi                                     

giovedì 8 maggio 2014

Dalla nascita fino ai sei anni.

Rivista “Riforma della scuola”, Settore Scuola PD, Forum e circolo
Sabato 10 Maggio, h 10-13  Sala  Passepartout, via Galliera 25/a, Bologna




Dalla nascita fino ai sei anni
Educazione, istruzione
diritto delle bambine e dei bambini alla pari opportunità
di apprendimento

Presentazione e discussione del disegno di legge 1260

Roberto Reggi sottosegretario Miur
Virginio Merola   Sindaco di Bologna

Sen. Andrea Marcucci Pres. VII comm.Senato
Sen. Francesca Puglisi prima firmataria del DDL 1260

Anna Serafini Presidente di LibeRe
Saluto di Raffaele Donini   Segretario del PD di Bologna

Alberto Alberani, Alessandro Alberani, Federico Bozzanca,
Lorenzo Campioni, Giancarlo Cerini, Francesco Critelli,
Fabrizio Da Crema, Roberto Farnè, Marilena Flavi,
Franco Frabboni, Virginia Gieri, Daria Quaglia,
Susanna Mantovani, Teresa Marzocchi, Tullia Moretto,
Marilena Pillati, Tiziana Russignan, Caterina Segata,
Gabriele Ventura, Stefano Zamagni, Giovanna Zunino.

Presiede Davide Ferrari


mercoledì 16 aprile 2014

Poeti a "Cartoleria 18".

16 aprile 2014,  alle ore 18:00

Gli Amici Poeti di Cartoleria 18


Convivio di Poesia con 
Isabella Bordoni, Ulisse Casartelli, Sara Donato, 

Davide Ferrari, Carla Muzzioli Cocchi, Gian Piero Pedretti, Rosetta Perelli

"Cartoleria 18", a Bologna: società cooperativa di cultura, ascolto, cura



venerdì 21 marzo 2014

Desirée Pangerc a Bologna.

Desirée Pangerc a Bologna.



Migrazioni illegali dall' Est d'Europa: economia, criminalità, schiavitù. Desirée Pangerc a Bologna . Con Barcelò, Ferrari, De Maria, Rosato.




Desirée Pangerc, Venerdì 21 Marzo, alle ore 18, alla libreria Feltrinelli di piazza di Porta Ravegnana 1,
parla delle sue ricerche sull'immigrazione illegale dai paesi dell'Europa dell'Est.
Antropologa di fama internazionale, è autrice di:
"IL TRAFFICO DEGLI INVISIBILI. Migrazioni illegali lungo le rotte balcaniche", 
edito da Bonanno ed.
Il tema è di drammatica attualità anche per la città di Bologna, ed è stato affrontato da Pancerc con una lunga e accurata ricerca sul campo,
in Bosnia e negli altri paesi dove ha origine il "traffico degli invisibili"
Ne discuteranno con la prof.sa Pangerc, i deputati Andrea De Maria Ettore Rosato e l'esperto di immigrazioni
prof. Leonardo Barcelò.
Presiede Davide Ferrari, direttore di Casadeipensieri.


venerdì 28 febbraio 2014

"arrendersimai@mov". Cos'era il MS-Mls.

Venerdì 28 febbraio, Biblioteca comunale di Ozzano Emilia, ore 21.00

presentazione del libro "arrendersimai@mov",
Dal 68 al futuro. 
Racconti e testimonianze di compagni del movimento
studentesco - CUEC editore

Ne parleranno coi curatori
Carlo Barlassina e Anna Miculan,

Davide Ferrari, direttore artistico Casa dei Pensieri
Gualtiero Via, insegnante e storico

sabato 7 dicembre 2013

Io voto e voto Cuperlo

Libere e vaste elezioni sono state scelte come metodo per eleggere il nuovo Segretario del PD.
Volutamente, in molti, hanno confuso le acque.
Queste elezioni sono rivolte a tutti i cittadini elettori del PD, non al mondo intero, da Briatore ai giovani di Forza Italia, ai compagni dirigenti di Sel.
Queste elezioni non nomineranno il candidato premier ma una guida, un riferimento per il Partito Democratico.
E' quindi molto importante che gli elettori del PD partecipino.
Io vado a votare e sono certo che saranno comunque molti a farlo.
Il PD è l'unica forza politica di popolo in un panorama devastato da scandali e da personalismi, dove continuamente nascono partiti per difendere o lasciare un leader, una unica persona, dove i più populisti decidono fra pochi intimi liste e segreterie, come hanno fatto Grillo, ieri, e la Lega oggi.

Non avviene per destino e per storia, avviene e soprattutto continuerà ad avvenire solo se il PD sceglierà di continuare ad esistere come grande partito popolare.

SENZA UN GRANDE PARTITO DI POPOLO LA REPUBBLICA E' IN PERICOLO.

E' una delle dichiarazioni più forti che ci ha rivolto Gianni Cuperlo.
La condivido, oggi, nell'Europa dei grandi poteri, delle nuove spaventose miserie, dei populismi violenti, della rinascita perfino elettorale della barbare dei fascisti.

BISOGNA VINCERE, MA PER VINCERE E ANCOR PIU' PER GOVERNARE NON BASTA UN UOMO DELLA PROVVIDENZA, CI VUOLE E CI VORRA' UN MOVIMENTO FORTE E PRESENTE, OGNI GIORNO IN DIALOGO CON TUTTI I CITTADINI.

Abbiamo di fronte tre candidati. Non hanno corso alla pari. Una enorme mobilitazione mediatica ha sostenuto la candidatura di Matteo Renzi. E' un suo merito, non il frutto di un complotto.
Tuttavia mi sono chiesto il perché di questo schierarsi, continuo, invadente.
Non è normale che avvenga a sostegno di un leader della Sinistra e nemmeno del centrosinistra.
Pochi anni fa l'allora direttore del Corriere Paolo Mieli venne aspramente attaccato per aver scritto un editoriale a favore di Romano Prodi e in questi mesi, invece, sono corsi a fiumi, a valanga, scritti e video a sostegno del nostro Matteo Renzi.
E' presto per trarre conclusioni sui motivi di quanto sta accadendo ma, certamente, in molti, moltissimi sperano che Renzi chiuda la partita NON con il passato della Sinistra, ma con la Sinistra, i suoi valori e soprattutto la sua autonomia.

Per questo, specularmente, via via che la sua personalità, di assoluto valore, emergeva il "nemico" è diventato Gianni Cuperlo. 

Più di Giuseppe Civati, certamente, innovativo, battagliero su tanti temi, ma più sfumato sul ruolo di una Sinistra di Governo e quindi ritenuto, evidentemente meno "pericoloso" , lontano dal "nocciolo" della questione.

Cuperlo: una persona seria e profonda, che si è fatta avanti, con precise proposte, per affermare una Sinistra moderna e vera, per la difesa e la promozione dei ceti sociali più colpiti dalla crisi, dai giovani senza lavoro o costretti al precariato e allo sfruttamento, agli esodati, ai pensionati. Sono quei ceti sociali che una propaganda meschina, purtroppo incoraggiata da pessime dichiarazioni di collaboratori e grandi sostenitori di Renzi, dall'On. Gutgeld al finanziere Serra, vuole dividere, mettere gli uni contro gli altri.

In Italia, per la galassia dei grandi potenti, e per la loro informazione si può dire tutto, o quasi, ma guai a parlare di lavoro e di unità dei lavoratori e dei pensionati.
Questa la grande colpa di Gianni Cuperlo.

Allora comprendiamo il perché di una ripetuta e ridicola accusa di continuismo a lui rivolta, l'accusa di essere il prestanome di vecchi dirigenti, un paradosso quando il 90% della classe dirigente del PD si ritrovava nelle liste del Sindaco di Firenze.
Allora comprendiamo come si sia cercato di imputare a Cuperlo più o meno tutto, dalle difficoltà del Governo al caso Cancellieri.
Gianni non si è perso d'animo e sull'attualità ha indicato una via di verità, senza retorica. Sostenere letta, ma cambiando profondamente il programma e l'azione del Governo, come oggi è possibile e doveroso dopo la fuoriuscita di Forza Italia, la via della responsabilità e non delle dichiarazioni roboanti e dei rapidi ritorni indietro. La recente sentenza della Corte Costituzionale ha mostrato la necessità di agire con intelligenza e rapidità per le riforme smettendo di agitare proposte irrealizzabili e di dubbia qualità come quella del "Sindaco d'Italia".

Si può dire che Cuperlo, in questi mesi abbia già agito da Segretario di tutto il partito e non da candidato a caccia di voti. 

Voto e vi invito a votare gianni Cuperlo perché lo diventi veramente, da Lunedì 9.
Sarà una risposta, la più forte che possiamo dare ai tanti problemi da affrontare e risolvere che ci troveremo di fronte, giorno dopo giorno in un passaggio decisivo per l'Italia e la democrazia.

Voto e vi invito a votare Gianni Cuperlo perché prevalga, o comunque si rafforzi un PD rinnovato, soggetto libero dalle ipoteche dei poteri e dei pochi, protagonista della Sinistra europea riformatrice e capace di buon Governo.

Un caro saluto a tutti e buon voto!
                                 Davide Ferrari


giovedì 1 agosto 2013

Incontro dei sostenitori di Gianni Cuperlo alla segreteria nazionale del PD. 2013.

Giovedì 1 agosto 2013 a Bologna, si è svolto il primo incontro dei sostenitori alla candidatura di Gianni Cuperlo alla segreteria nazionale del PD. 

In questo video l'intervento di Davide Ferrari


https://www.youtube.com/watch?v=p7EE_XdDoRg&list=PLntnOXL7LipW9XxiDC23EQnvwQ6jC2TyV&index=7

sabato 22 giugno 2013

Il nuovo terremoto.


Il nuovo terremoto: mentre scriviamo non si registrano danni gravi e soprattutto non risultano vittime. La caratteristica della forte scossa appenninica e garfagnina , profonda, ha causato una grande estensione del sisma ma una ridotta distruttività. Certo è che qui l’abbiamo avvertito, e la paura è ritornata. Dopo un anno nuovamente tutta l’Emilia ha sentito la terra tremare. Ci spiegano gli esperti che non si può dire il momento nel quale il tremito colpirà. Chi come me, a Ferrara, ha vissuto il Maggio del 2012, non può scordare la profezia che ci raggiunse  dopo quei giorni. La faglia, inabissata nelle golene alluvionali dove riposa la città, è l’unica, fra le vicine, -ci dissero- che ancora non si è spezzata, dunque ..prima o poi..E a Bologna si teme, come a Modena, Reggio, Parma, per gli edifici storici, infiniti, e per chi vi abita. La bellezza della nostra storia, viviamo ancora al suo interno, nelle sue case, nei suoi luoghi, ci è
diventata nemica. Così la nostra terra, lo scrisse Carlo Lucarelli, mite e sorella dell’uomo e del suo lavoro si scopre capace di fremiti sconvolgenti. Sappiamo ormai che il pianeta è una navicella nell’Universo e che abbiamo solo la sua crosta minima e l’aria che ì’ avvolge, per vivere. Il terremoto un tempo richiamava il concetto dell’ira di Dio, oggi evoca il senso di colpa per lo sfruttamento distruttivo cui sottoponiamo la nostra povera sfera. Ma la zolla tremante non riguarda noi e i nostri misfatti. Ci sovrasta incurante. A noi resta l’intelligenza di prevenire, con una architettura finalmente adeguata, e assistere, chi è colpito ed è troppo solo. Dimostriamo di averlo compreso.

"Il contrario
rubrica di Davide Ferrari
L' Unità E-R, 22 Giugno 2013

sabato 15 giugno 2013

"3 x 1". Ma sono negozi che chiudono.


Mentre un negozio apre, tre chiudono. E’ l’ultimo dei tanti bollettini statistici che scandiscono una crisi infinita. Succede qui in Emilia-Romagna, in questo 2013. e altrove va anche peggio. Qualcuno chiude per mettersi in salvo con il suo “gruzzoletto” dopo molti anni di un lavoro remunerativo ma faticosissimo. C’è anche questo: una anticipata chiusura di attività per sfiducia. Ma, nella grande maggioranza dei casi la serranda si abbassa perché ad andare avanti non si riesce. Le famiglie non incassano, dividono quel che hanno con sempre più disoccupati o male occupati al loro interno. Ogni spesa si assottiglia o si rimanda. Quanti sciagurati hanno scritto in questi anni esortando i giovani al libero commercio in proprio. Costruitevi voi il lavoro, dicevano.
Certo, il piccolo commercio può essere, in qualche misura e per un tempo limitato, “anticiclico”, cioè andare bene anche a quando le grandi centrali produttive si fermano. Ma , a lungo andare, tutto si eguaglia. Se non si produce e non si guadagna non si compra. E infatti chi vende chiude. Che fare? Il contrario di quello che ci fanno fare. Bisogna far ripartire l’economia ed il lavoro , con una forte leva pubblica. Raccogliere tutto il poco denaro che c’è e investire, subito, garantendo il debito a livello continentale. Lo scrivono con chiarezza economisti di una nuova e solida generazione, come Ronny Mazzocchi che abbiamo recentemente ascoltato a Bologna.  Ma vi sono interpreti politici di una svolta come questa, in Europa e a casa nostra? Letta non è Monti. La consapevolezza di essere finiti su un treno che corre verso il baratro sembra farsi strada.. Ma troppo lentamente. Troppo. 

"Il contrario"
Rubrica di Davide Ferrari
L'Unità E-R, 15 Giugno 2013

sabato 1 giugno 2013

Un' astensione che non si può archiviare.

Dal referendum bolognese alle elezioni amministrative, l'astensione è stata protagonista.
Passati alcuni giorni si può, si deve, andare oltre le prime interpretazioni, pur legittime.
E' vero: referendum poco votato equivale a referendum sbagliato o, almeno, caricato di attese esagerate ed estranee alla realtà, molto circostanziata del quesito. La “carica” ha motivato ma ha anche molto allontanato.
Tuttavia deve riflettere anche chi questo referendum non ha voluto.
La lontananza e la non appartenenza di tanti, su un punto come la scuola deve preoccupare, anche se facilitata da un “aut-aut” referendario poco sostenibile.
Abbraccia non soltanto i “blocchi politici”, ma anche identità di grandissima rilevanza, come l'insieme ecclesiale.
Non esprimersi, esprime. Molte cose e non positive.
Lo si è visto alle amministrative. Sono un risultato “strategico” per la democrazia le belle affermazioni del PD, nel momento più difficile. Danno però al PD in primo luogo la responsabilità di opporsi alla mancanza di speranza, di parlare a chi si dichiara con il “non voto”. Separarsi dal quadro “dato” della politica potrebbe essere precedente a scelte critiche. La ripresa di fenomeni contestativi estremi sembra dietro l'angolo, anche se ancora poco se ne parla. Anche la crisi di Grillo, meritata, va
considerata con attenzione. Vediamo ora che il consenso ricevuto alle politiche era parte di un problema che cresce e si trasforma, tornando al “No” assoluto del “non voto”. Quali le scelte di domani di questo “popolo separato” dalla partecipazione? Come agirvi? Come riunire la nostra società civile? Sono le vere domande. Ora è il tempo di rispondere. 

L'Unità E-R, 1 Giugno 2013 

giovedì 16 maggio 2013

Referendum scuole Infanzia. Di cosa si tratta?

E' ancora ignoto ai più l'oggetto concreto sul quale i cittadini sono chiamati ad esprimersi nel referendum bolognese: le convenzioni Comune-paritarie nella scuola dell'Infanzia
I promotori hanno voluto che la scadenza assumesse un carattere generale, addirittura nazionale. “Chi buttereste dalla torre, le scuole pubbliche o quelle private?” Si vuole che i cittadini votino in risposta a questa semplificazione inaccettabile. Ben altro c'è da buttare, se si desidera! Vogliono farci litigare come i polli di Renzo avviati a perdere il collo. Per difendere la scuola bisogna integrare, unire le forze e le esperienze. La disinformazione è cresciuta dopo l'annuncio del Comune di voler porre servizi e scuole 0-6 anni in capo ad una ASP. La questione è complessa, richiede un confronto serio, viene associata al Referendum grazie alla parola magica :”Privatizzazione”. Al contrario: il Comune non può più assumere (per legge!), la “carta ASP”, azienda pubblica, permette l'assunzione a tempo indeterminato di nuovo personale, di non passare la mano ad altri, “privatizzando”. Invece le convenzioni rispondono ad un'altra necessità. E' naturale che un Sindaco cerchi di migliorare la qualità anche di scuole che da decenni e decenni lavorano per migliaia di bambini di 3, 4 e 5 anni Questa scelta è antica (18 anni!), si è diffusa in tutta Italia, fino alla Puglia del Presidente Vendola, non ha nulla di anti-costituzionale. Il prof. Rodotà scrive che -“quantomeno”- bisogna dare assoluta priorità alla “scuola pubblica”. E' proprio quello che si fa qui. Si spende 1 euro su 4 del bilancio, e una grande parte va alle scuole per l'infanzia, 36 milioni euro l'anno alle comunali, ed 1 alle statali: 37 volte il “costo” delle convenzioni con le paritarie. La campagna paradossale che mette Bologna sul tavolo dell'accusato è rischiosa.
Se passa l'idea che tutto è sfascio sarà più difficile proseguire investimenti per la scuola così cospicui. Se il voto sancirà una vittoria di parte, perchè l'altra si ritiri nella propria vita senza aiuti e senza doveri, si indebolirà il complesso del mondo scolastico. Una scelta più matura, il voto “B”, potrà sollecitare invece una politica per la scuola generosa ed aperta.

Davide Ferrari
condirettore della rivista nazionale
"Riforma della scuola"

Pubblicato da "Il Resto del Carlino"
Maggio 2013

sabato 11 maggio 2013

Non fare finta di niente.



Il PD prova a ripartire. E' necessario farlo. Non lo si può fare senza la spinta
dei tanti che in questi giorni stanno testimoniando non solo “disagio” o dissenso
ma precise opinioni e volontà.
Dove ci sono, anche a Bologna, nei Circoli, a dimissioni, ad autosospensioni, ad assemblee permanenti degli iscritti non seguono i pianti e gli abbandoni.
C'è voglia di esserci. Senza Berlusconi , però.
“Il partito”, il suo corpo, sa benissimo che la maggioranza che regge questo governo non è e non sarà mai un'alleanza.
Limiti di tempo e azioni, poche ma buone, questo si chiede sia il Governo di Enrico Letta.
D'altra parte non deve sfuggire un altro movimento di opinione che sottotraccia ha accolto la formazione dell'esecutivo. Nella gente comune, questa volta, non nei militanti.
L'Italia è stanca, il lavoro ed il reddito mancano in milioni di famiglie.
“Un governo ci voleva, per forza”. Ci sentiamo dire anche questo, se abbiamo orecchie aperte.
Il PD non può non vedere il dramma del paese per occuparsi del suo “dramma”, del suo dibattito interno. Sarebbe un altro errore dopo i pasticci e le faide registrate nell'elezione del Presidente della Repubblica. La gente protesta ma prima ancora interroga, attende qualche risposta. Forse anche per questo, pare, viene alle Feste più di prima, nonostante il “clima”.
Insomma è un quiz senza risposte conosciute. Non resta che fare un passo alla volta. Il nuovo segretario, intanto, il Congresso, subito. E, subito, qualche colpo battuto dal Governo. Solo una cosa sappiamo: non si può fare finta di niente, lasciar assorbire dalla routine di una normalità che non esiste. Se si pensa:”Passerà anche questa”, si prepara il disastro.

"Il contrario", rubrica di .Davide Ferrari
L'Unità E-R

sabato 27 aprile 2013

Discutere, senza finte certezze.



Il 25 Aprile ha riempito le piazze di uomini e donne, di testimonianze vive. Nonostante quello che succede. Forse anche per quello. Delle tante foto “postate” dai compagni sui social network una mi ha particolarmente colpito. Scattata a Bologna, mostra Andrea De Maria e un gruppo di cittadini che discutono, che “si” interrogano e “si” rispondono. Una foto qualsiasi, una delle tante. E' il momento a renderla “notevole”. La discussione è animata, ma partecipe, si sarebbe detto un tempo. C'è il senso di una preoccupata, vigile, voglia di esserci, di capire. E da parte del politico, una volta tanto, non si vede nessun ditino alzato. Dopo il naufragio, la linea, se mai sarà possibile, va trovata e verificata insieme, giorno per giorno, occasione dopo occasione. La democrazia ha ancora degli anticorpi.
Quello che possiamo fare, ognuno di noi, è farli reagire. Reagire, cioè non arrendersi alla rabbia della protesta contro tutto e contro tutti. Oggi essere “contro” e basta vuol dire soltanto “portare il cervello all'ammasso”. Ma, di fronte a questa conclusione della crisi aperta dal voto del “vaffa” e delle maggioranze impossibili, nemmeno ci si può far bastare la consolazione di una retorica stanca del'”unità nazionale”, “a prescindere”. Reagire, vale a dire discutere, fare incontrare, tenere assieme. Io, che-anche oggi- voterei “tutto”, come ho sempre fatto, preso alla gola dalla responsabilità, sarei molto più convinto se vedessi tutti impegnati a parlare, senza finte certezze, scolpite nella pietra di talco più che nel marmo. Meglio una onesta, e attiva, IN-sicurezza. Quanto meglio di “dissentire” o, al contrario, minacciare espulsioni di qua e di là.

"Il contrario"
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità E-R
27 Aprile 2013

lunedì 15 aprile 2013

Incontri di Casadeipensieri a Ferrara, Rumiz e Quilici.

Sala della musica, chiostro di San Paolo, via Boccaleone 19 

Lunedì 15 aprile, Martedì 23 Aprile 2013 ore 20,30

Lunedì 15 aprile, Rumiz e il fiume segreto, incontro con Paolo Rumiz e Valerio Varese. Conduce il dialogo Annalisa Ferrari

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Martedì 23 Aprile 2013  ore 20,30

Volando sul Po con Folco

incontro con Folco Quilici, i suoi libri e la sua visione del Po. Verrà proiettato un video antologico di filmati di Quilici sul Po, realizzato dall'autore appositamente per questa occasione. 

Conduce il dialogo Anna Quarzi.


Associazione culturale “La casa dei pensieri”,
fondata da Paolo Volponi, diretta da Davide Ferrari
I due incontri sono anteprima della manifestazione:
“Ex-Po alla scoperta del grande fiume”







domenica 14 aprile 2013

Rumiz e Quilici a Ferrara per parlare del Po

Casaderipensieri a Ferrara.

Rumiz e Quilici a Ferrara per parlare del Po

Lunedì 15 e martedì 23 aprile 2013 due incontri sul tema

 “Il Po e la nostra cultura, fra immagini e scrittura”

http://www.ilgiornaledelpo.it/rumiz-e-quilici-a-ferrara-per-parlare-del-po/





venerdì 22 marzo 2013

Referendum e scuole dell'Infanzia. E' lo Stato il latitante.


Il 26 Maggio si avvicina. A Bologna si voterà per il Referendum sulle convenzioni fra il Comune e le scuole paritarie.
Io non sono cattolico, non ho particolari relazioni nelle scuole paritarie, ma continuo a non essere convinto, non dai valori, che sono i miei, ma dalla scelta politica dei referendari.
Si dirà che le convenzioni dividono , anche se si fanno da vent'anni e con qualche profitto per la qualità della scuola di migliaia di bimbi. Il Referendum, però, ha moltiplicato la divisione, ha tracciato un solco profondo fra i migliori Enti Locali che, in tutta Italia, Puglia di Vendola compresa, cercano un rapporto con tutte le scuole, paritarie comprese, e una parte dei movimenti ed anche del corpo insegnante della scuola pubblica.
Quel solco andrà colmato e ponti andranno gettati, prima possibile.
La realtà aiuterebbe.
Il Comune di Bologna non toglie nulla alla scuola pubblica, anzi spende come nessun altro per le proprie scuole e per le scuole statali.
Spende oggi come non ha mai speso, neanche ai tempi d'oro dei grandi Sindaci Dozza, Fanti, Zangheri e Imbeni.
Ci sono mille cose che non vanno , ma perchè qui si fa.
E' lo Stato il grande latitante. E senza un maggiore impegno dello Stato l'offerta di scuola pubblica non può aumentare.
Urgono molti più "posti" realizzati o pagati dallo Stato.
Questa era ed è la vera battaglia da fare. Lo Stato non da a Bologna quasi nulla per l'Infanzia e taglia, e impedisce al Comune di assumere e di spendere. Qui è l'origine delle liste di attesa, non nel nodo delle paritarie.
Qui, non in un disimpegno del Comune che non esiste.
Almeno questo si potrà dire, subito, insieme? Si deve.

"Il contrario", rubrica di Davide Ferrari
L'Unità E-R  23 03 2013

sabato 16 marzo 2013

I selvaggi bus.


Alle fermate senza bus, con i passeggeri arrabbiati per gli scioperi all'improvviso, si sono ritrovati a dire No, amministratori pubblici e portavoce dei partiti. E' naturale, è giusto. I trasporti, nella vita quotidiana, sono una dura necessità. Qualunque protesta deve tenerne conto. Ma, sì c'è un ma, la condanna va ribadita-chiara- ma non basta.
Affermatisi nel boom degli anni dello sviluppo e della redistribuzione sociale, come una categoria di “aristocrazia operaia” i lavoratori dei trasporti urbani erano fra le colonne di un sindacalismo forte e consapevole. Poi è caduta, nonostante la resistenza dei nostri Enti Locali, la pioggia fitta della destrutturazione e della precarizzazione, del risparmio a tutti i costi sulla manodopera, la pioggia acida delle “altre priorità”. La responsabilità vince quando ci si sente “importanti” per tutto il sistema. Ma, i trasporti, lo sono ancora? Leggi dopo leggi hanno stabilito: i costi sono troppo alti , bisogna tagliare, competere. Ci pensino i privati o almeno li si imiti. Ma un treno, un autobus non sono merci qualunque, sono i mezzi sui quali un mercato sano dovrebbe poter correre. Hanno una funzione sociale, per l'economia e per la qualità della vita. Sono, poi, l'alternativa, se di qualità, alla dissipazione energetica ed all'inquinamento. Non sappiamo se i “rivoltosi“ credono in queste ragioni. La loro forma di lotta certo favorisce l'opposto, un altro passetto verso il degrado, nell'Italia dei vaffanculo. Ma se ad ogni critica loro rivolta non si unisce il richiamo e l'impegno ad una svolta, il senso del trasporto come bene comune, la risposta sarà generica e debole. Troppo.  

"Il contrario"
rubrica di Davide Ferrari
L'Unità E-R
16 III 2013

sabato 9 marzo 2013

FAST FOOD, DOVE NASCE LA RABBIA DEI SENZA-TUTELA




l“I giovani non hanno voglia di
lavorare”: frase fra le più
ingiuste ed irritanti. questa
espressione eterna , inaccettabile
ma ingenua, in bocca ai più
rancorosi fra i vecchi di ogni
tempo, diventa una offesa se
ripetuta da padroni e dirigenti. Per
i giovani il lavoro non c'è. Quando
lavorano, lo fanno per poco tempo,
per pochissimi soldi, con diritti
deboli e difficili da far rispettare.
Quando tutto è cominciato, la crisi
era sconosciuta, sembrava
inevitabile la prosperità, ci
raccontarono che bisognava
rassegnarsi: mentre l'industria si
frazionava e si delocalizzava,
evaporava, avremmo avuto l'ascesa
di un nuovo proletariato giovanile,
nel terziario più diffuso, di bassa
qualità, in sostanza. I volti allegri
per natura dei giovani al desk dei
fast food parvero raccontare il lato
buono della trasformazione in
corso. Oggi sappiamo che questi
cambiamenti ci hanno reso più
deboli. Non c'è solo la “cattiva”
finanza, contro cui sono tutti
d'accordo. C'è un impoverimento
pauroso della qualità del sistema
produttivo e, nello stesso tempo,
della qualità del lavoro. Mentre ai
tavoli fast crescono i disagiati e gli
anziani, anche qui, nelle nostre
terre più forti, nella catena dei
panini, simbolo di un consumo “a
portata di tutti”e “moderno”, si
affannano e si avvicendano persone
concrete, giovani con poca tutela,
troppo soli. Ora c'è chi, tra loro,
protesta. «Hanno studiato troppo»,
gli rimproverano, «per questo sono
insoddisfatti». Si dice che per
acchiappare più voti bisogna
sapersi presentare, “rinfrescarsi”.
Sarà così. ma è urgente ascoltare,
voler capire, non voltare lo sguardo
al disagio e al conflitto. Cominciamo
da qui 


IL CONTRARIO
rubrica di DAVIDE FERRARI
L'Unità E-R 9 III 2013

mercoledì 6 marzo 2013

I funerali di mio babbo, Aldo Ferrari

Mercoledì 6 febbraio 2013, alle ore 15, nel cimitero di Borgo Panigale.




Grazie di essere qui con noi,
innanzitutto un saluto alla zia Nicoletta, sorella del babbo, che oggi è lontana ma vicinissima a noi,  ed al caro zio Serafino, con un amore grandissimo.

Grazie per i tanti messaggi, leggerò alcune parole da quello di Vasco Errani, Presidente della Regione,

"La capacita' di Aldo Ferrari di documentare e interpretare le vicende della citta' di Bologna, da fotoreporter e da giornalista, resta patrimonio della nostra comunita'. Con la sua scomparsa viene meno un uomo e un professionista che e' stato interprete della vita cittadina  impegnato alla guida del sindacato regionale dei giornalisti anche nella tutela della professione";
e da quello, così caro e amichevole di Virginio Merola, Sindaco di Bologna:

“Storico fotoreporter e giornalista, con i suoi scatti ha ritratto la nostra città rianimatasi dopo essere stata vittima del secondo conflitto mondiale, ed ha raccontato le personalità multiple che tra gli anni '50 e '60 popolavano Bologna, da quella sportiva a quella artistica. 
Con la scomparsa di Aldo Ferrari perdiamo un brillante testimone della storia della nostra città. A Ferrari va la riconoscenza di tutta Bologna, non solo per il servizio reso alla città con il suo lavoro, ma soprattutto per l'immenso patrimonio culturale e storico che ha lasciato in eredità alla nostra comunità, donando tutti i suoi scatti all'Archivio fotografico della Cineteca". 

E ci hanno raggiunto le parole di Beatrice Draghetti, Presidente della Provincia, cui siamo grati.

Ringraziamo Sergio Lo Giudice per il suo ricordo in consiglio comunale e per il minuto di silenzio che, insieme alla Presidente Simona Lembi, ha voluto dedicare ad Aldo, per testimoniare, come ha detto, che:
“Oggi il cordoglio della famiglia, a cui ci uniamo, è il cordoglio della città di Bologna per la perdita di un testimone attento e acuto di una parte  importante della propria storia”.
Ringrazio i dirigenti del PD che ci sono stati vicini, nella persona del Segretario Raffaele Donini, che è qui con noi.
Ringrazio tutti i parlamentari ed i candidati, salutando Andrea De Maria, per le sue parole e per la sua presenza qui.
Ringraziamo tutti i colleghi che ne hanno scritto, con affetto, sulla stampa. Tutti li salutiamo nella persona dell'amico, tanto caro al babbo, Luca Goldoni.
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SONO SEGUITI GLI INTERVENTI DI
Claudio Santini- collega e amico, former Presidente dell'Ordine dei giornalisti,
Giovanni Rossi- segretario nazionale della Federazione della Stampa,
Anna Fiaccarini- responsabile della Biblioteca “Renzo Renzi” e dei fondi fotografici della Cineteca di Bologna
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Il maestro Paolo Buconi, violinista, ha eseguito “Sarabanda” di Haendel.
http://www.youtube.com/watch?v=JSAd3NpDi6Q
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Care amiche, cari amici,

Perdere il proprio padre è sentire, immediato, il vuoto dei ricordi non più condivisi nel dialogo, la vita comune non più rinnovata nell’amore, nella confidenza quotidiana.
Per tutti è così. Noi figli  sentiamo, insieme con Paola, la sua compagna di questi anni, il dolore,  la mancanza improvvisa (non importa l’età avanzata, non consola) di una guida di immensa generosità, fino agli ultimi, lucidi giorni.
Un amico poeta, suo collega giornalista, Pier Damiano Ori, ci ha scritto che Aldo era “imponente e gentile”. Un uomo che camminava leggero, senza odi e rancori, lieve nella sua corporeità così massiccia.
Atleta in età giovanile, marinaio sui mezzi d’assalto, visse, poi, lo sbandamento di una fede sbagliata, razionalmente perduta dopo la tragedia della guerra, senza incertezze e senza plateali abiure, perché l'abiura non ha stile e non consente di capire, fino in fondo.
Destinato per tradizione familiare, plurisecolare, alla carriera militare ed all’ingegneria aveva seguito altre ispirazioni, più vicine alla madre, la pittrice Emma Dallolio, alla moglie, Lucia ed al cognato, il nostro zio geniale e sfortunato, Costantino Della Casa, intellettuale influenzato dalla Sinistra.
Si era dedicato ad un mestiere, un artigianato, così lo considerava con rispetto e passione, fare il fotoreporter, correre in Lambretta da un capo all’altro dell’Emilia-Romagna, in caccia di immagini. Dal 1950 al ’60 fu la sua grande stagione di fotografo. Dalle immagini, straordinarie, del Polesine alluvionato, al volto di Ligabue, il poeta folle degli argini e del dolore, diecimila scatti in dieci anni, un patrimonio.
Come hanno scritto Gregorio Scalise e Bruno Stefani l’impronta pittorica, luminosa, nelle sue foto è saldamente legata all’ingegno del taglio, della composizione, e a quel lavoro in camera oscura che produceva, dalla congerie dei “clic”, il capolavoro.
Oggi Aldo è riconosciuto come uno dei fotoreporter di maggior talento e alcune sue inquadrature -lo sappiamo-possono stare nella storia della fotografia italiana.
Anche da giornalista mantenne l’attenzione alla grafica, all’impaginazione. Alcune sue pagine appaiono oggi, ideate ancora per la composizione a caldo e la linotype, moderne, di un’arditezza che stupisce.
Le sue fotografie diventarono invece cronaca della vita personale. C’è in queste “altre” foto un secondo patrimonio che andrà proposto alla conoscenza del suo pubblico, così cresciuto in questi ultimi anni.
Una vita multiforme, vissuta seguendo la brezza della casualità e del talento: Aldo, nei suoi diversi mestieri, l’ingegnere, l’artista.

Tre cose costanti nella sua vita, lo abbiamo ascoltato dalle testimonianze proprio ora,
il lavoro,
la famiglia,
l'amicizia.
Dell'amicizia vorrei dire, in ultimo.
La morte lo ha trovato vivo, appassionato di tutto.
Come facesse a stare nell'attualità senza leggere,
senza aggiornarsi con lo studio,
senza ascoltare musica,
senza guardare film, come aveva il compiacimento di dire spesso, esagerando,
ce lo chiedevamo.
La risposta è che
imparava con gli amici, nella frequente convivialità, che gli era necessaria,
i mitici compagni di scuola, la pluriclasse del Galvani, così la definiva Claudio Santini ironizzando sul numero dei componenti che il babbo citava,
i compagni d'arme e di sport,
i colleghi,
lo “stupidario”, la congrega del buon tempo cui tanto era legato,
le telefonate con il Brasile, con Ial Ceciliato, con Skype, in webcam, due veri “nonni multimediali” così meno soli e uniti sempre.

Un pomeriggio, dall'Università, da  Bressanone, gli telefonai per raccontargli la mia lezione conclusiva di un ciclo sui poeti contemporanei, lo facevo sempre.
Gli dissi che avevo terminato con una poesia-canzone di Roberto Roversi , ben nota.
Gli piacque molto, e lui mi aiutò a capire che parlava anche della solitudine del vecchio, espressa in prima persona,  non soltanto della solita nostra generazione degli anni '60 e '70, come può sembrare,e della necessità e dovere di parlare con gli altri, di ritrovarsi sempre, soprattutto con i più giovani,  i ragazzi,  chi ci segue...

Se vuoi toccare sulla fronte il tempo che passa volando,
in un marzo di polvere di fuoco
e come il nonno di oggi sia stato il ragazzo di ieri
se vuoi ascoltare non solo per gioco il passo di mille pensieri
chiedi chi erano i Beatles

Se vuoi sentire sul braccio il giorno che corre lontano,
e come una corda di canapa è stata tirata
o come la nebbia inchiodata tra giorni sempre più brevi
se vuoi toccare col dito il cuore delle ultime nevi
chiedi chi erano i Beatles

Perché la pioggia che cade è presto asciugata dal sole
un fiume scorre su un divano di pelle
ma chi erano mai questi Beatles
di notte sogno città che non hanno mai fine
sento tante voci cantare e laggiù gente risponde
nuoto tra onde di sole e cammino nel cielo del mare
ma chi erano mai questi Beatles.
(http://www.youtube.com/watch?v=NzF1Vf5Ro9E)

Addio,

con te, babbo, Fiammetta ed io, salutiamo oggi chi abbiamo già perduto, gli altri nonni amatissimi da Elena e Rosa, da tutti noi,  Luisa e Walter Moretti, Luciana e Glauco Cremaschi, e salutiamo colei cui ogni momento ci rivolgiamo, noi, i figli che ti ha dato, la nostra mamma, Lucia.
Ciao , babbo.